HomeFisco InternazionaleTassazione di redditi esteriLavoro autonomo estero: criteri di tassazione

Lavoro autonomo estero: criteri di tassazione

Il trattamento fiscale e previdenziale dei rapporti di lavoro autonomo instaurati con soggetti non residenti, o instaurati da soggetti residenti in altro Paese estero.

Luogo di svolgimento dell'attività professionale come criterio di collegamento per la tassazione del reddito da lavoro autonomo del professionista non residente. Applicazione della ritenuta a titolo di imposta del 30% in caso di prestazione svolta in Italia, salvo il caso della presenza di una stabile organizzazione del professionista in Italia. Attenzione alla possibilità di sfruttare le disposizioni convenzionali, spesso maggiormente favorevoli (ma con onere probatorio da sostenere).

Nell'ambito dell'imposizione diretta il nostro ordinamento tributario stabilisce una differenza tra soggetti fiscalmente residenti e soggetti non residenti, collegando ai due diversi stati specifiche discipline di tassazione. In questo contributo andiamo ad analizzare le modalità di tassazione dei redditi da lavoro autonomo estero.

Con questa locuzione si fa riferimento alla modalità di tassazione applicabile ai fini delle imposte dirette nei rapporti di lavoro autonomo instaurati con soggetti non residenti. Tuttavia, tale normativa risulta essere specularmente applicabile nei confronti di soggetti residenti che effettuano prestazioni di lavoro autonomo in Paesi esteri.

La globalizzazione degli ultimi anni ha aumentato notevolmente i rapporti di lavoro anche nel mondo professionale. Per questo motivo, la disciplina di tassazione dei redditi di lavoro autonomo estero assume particolare importanza. Capire dove e come deve dichiarare i propri redditi un professionista italiano che opera all'estero o allo stesso modo un professionista estero che opera in Italia è fondamentale. Solo avendo chiari questi aspetti si possono evitare duplicazioni di tassazione ed è possibile determinare nel modo corretto il proprio carico fiscale.

Per approfondire: "Tassazione dei redditi di fonte estera in Italia: criteri di collegamento".

La residenza fiscale come base per la tassazione dei redditi da lavoro autonomo

Per capire le modalità di tassazione dei redditi di lavoro autonomo estero è necessario partire dal concetto di residenza fiscale, contenuto nell'articolo 2 del DPR n. 917/86 (TUIR). Questa disposizione prevede che un contribuente sia considerato residente fiscalmente in Italia quando, alternativamente, verifica anche solo uno dei seguenti elementi:

È iscritto all'anagrafe della popolazione residente in Italia;

Ha in Italia il proprio domicilio, inteso come il luogo dove si sviluppano in via principale le proprie relazioni personali e familiari;

Ha in Italia la propria residenza (ex art. 43 cc);

Trascorre in Italia oltre 183 giorni (contando anche le frazioni di giorno)

Se anche uno solo di questi requisiti trova riscontro in Italia per almeno 183 giorni nell'anno il soggetto è considerato fiscalmente residente in Italia. Come anticipato, essere considerati residenti ha delle implicazioni per quanto riguarda la tassazione dei propri redditi.

Criteri di collegamento della residenza fiscale in Italia

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Federico Migliorini
Federico Migliorinihttps://fiscomania.com/federico-migliorini/
Dottore Commercialista, Tax Advisor, Revisore Legale. Aiuto imprenditori e professionisti nella pianificazione fiscale. La Fiscalità internazionale le convenzioni internazionali e l'internazionalizzazione di impresa sono la mia quotidianità. Continuo a studiare perché nella vita non si finisce mai di imparare. Se hai un dubbio o una questione da risolvere, contattami, troverò le risposte. Richiedi una consulenza personalizzata con me.

19 COMMENTI

  1. Dal prossimo anno sarò lavoratore autonomo con reddito percepito maggiormente all’estero, probabilmente anche al 100%, da una società Monegasca. Anche se ho residenza in Italia, passo più di 183 giorni all’estero per lavoro. Non ho famiglia e ho una casa di proprietà in Italia. è possibile figurare come non residente e quindi pagare meno tasse o addirittura avendo un ufficio a montecarlo non pagarne affatto?

  2. Salve Alex, per quesiti di carattere personale può utilizzare il nostro servizio di consulenza fiscale online dedicato. Le risponderò via mail in modo esaustivo alla sua situazione personale e a seconda del tipo di servizio scelto fisseremo un appuntamento telefonico per chiarire ogni suo dubbio.

  3. Mario
    Ho prestato lavoro autonomo in Spagna con partita IVA spagnola, per una società filippina,percependo compensi pagati su mio conto bancario spagnolo.
    La collaborazione si è chiusa nel 2017, la patita IVA chiusa nel 2017 e pagata IRPEF e previdenza spagnola sui compensi percepiti.Come mi debbo comportare con il fisco italiano nella dichiarazione del 2018?
    Grazie

    25.01.2018

  4. Salve Mario, per rispondere alla sua domanda bisogna prima capire dove ha la sua residenza fiscale. Se vuole maggiori info mi contatti tramite il servizio di consulenza fiscale online dedicato. Sarò a sua disposizione per chiarire tutti i suoi dubbi.

  5. Dal 10/07/2018 ho inziato l’attività di lavoratore autonomo in algeria, come consulente di una società di ingegneria italiana con cui ho stipulato un contratto relativo a prestazioni professionali di consulenza, ex art. 2229 C.C;
    la società mi ha messo a disposizione degli uffici, e contrattualmente è richiesta la permanenza continuativa effettiva in Algeria per tutta la durata dell’incarico, che scade il 31/12/2018 (ma che dovrebbe essere rinnovato);

    ho 2 case in Italia, una moglie ed un figlio minore, conti correnti bancari;
    i miei redditi saranno al 100% provenienti dal suddetto incarico;

    Avevo bisogno di capire in quale caso posizione ricade la mia situazione:
    c’è la possibilità di pagare le tasse solo in Algeria;
    devo pagare in Algeria ed in Italia;
    devo pagare solo in Italia;

    Grazie.

    Stanislao

  6. Salve Stanislao, sarò felice di rispondere a tutte le sue domande e chiarire i suoi dubbi in consulenza. Anche perché da queste informazioni non ho tutte le informazioni necessarie per poterle rispondere in modo completo ed esaustivo. Se interessato mi faccia sapere.

  7. buongiorno,

    sono in attesa di conoscere tutte le informazioni necessarie per poterla mettere nelle condizioni di rispondere in modo completo ed esaustivo alla mie domande…. grazie.

  8. Buongiorno, leggendo questo Suo interessantissimo articolo e comparandolo con un altro Suo articolo precedente dal titolo “Marketer e guadagni online: guida alla tassazione”, mi sorge spontanea la seguente domanda: “Uno Youtuber con residenza in Italia (che lavora tramite il web attraverso un proprio video blog su Youtube) e che ha aperto la propria partita IVA scegliendo il codice ATECO 73.11.02 (conduzione di campagne pubblicitarie), riceve da Google la cosiddetta “monetizzazione di YouTube”, sul proprio account AdSense (compenso che dipende dalle visualizzazioni ottenute dai propri video sul canale Youtube). Google ha sede all’estero (la società che paga i compensi su AdSense è infatti Google Ireland) e, nonostante lo Youtuber risieda in Italia, Google mette a disposizione di quest’ultimo la piattaforma social sulla quale vengono caricati e diffusi i video. Tale piattaforma è stata creata ed implementata all’estero: questo significa che è possibile che allo Youtuber in questione venga “estesa” la regola della base fissa all’estero? Se così fosse, bisogna quindi supporre che i proventi ricevuti sull’account AdSense abbiano già subito una ritenuta alla fonte del 30%?

  9. La tassazione delle attività autonome avviene nello Stato di residenza fiscale del prestatore, a meno che non vi sia una “base fissa” all’estero. La base fissa per il momento, in attesa di chiarimenti a livello internazionale, non può essere data da un sito o piattaforma gestita da terzi attraverso la quale opera. Per approfondimenti sono a disposizione in privato.

  10. Buongiorno Federico ,

    sono una lavoratrice autonoma (attrice e insegnate di recitazione ) con residenza in Inghilterra . Lavoro con delle scuole di recitazione con sede in Italia. E possibile , ottenere l’esenzione da parte del committente italiano della ritenuta in uscita del 30% ?
    Come posso ottenere la certificazione di residenza fiscale italiana dall’Agenzia delle Entrate ? Che tipo di fattura devo emettere ?Potrebbe aiutarmi ?

  11. Sara se lei è residente all’estero deve rifarsi alla normativa fiscale dell’Inghilterra, non dell’Italia. Se si dichiarasse residente in Italia non avrebbe la ritenuta del 30% ma dovrebbe dichiarare il compenso percepito in Italia. Faccia molta attenzione e si faccia assistere da un consulente fiscale UK.

  12. Buonasera, sono titolare di una partita IVA dello Stato Greco, con cui esercito il mio lavoro autonomo come manutentore di barche da diporto e svolgo l’attività in oggetto esclusivamente in Grecia. La mia residenza fiscale è in Italia, anche se passo la maggior parte del mio tempo in Grecia, dove vivo in affitto in uno stabile. Quindi effettuo una dichiarazione dei redditi in Grecia. La domanda è se devo dichiarare anche in Italia il reddito che percepisco in Grecia e pagare eventuali tasse. Grazie e cordiali saluti

  13. Buongiorno, sono una lavoratrice autonoma (ergoterapista). Sono residente in Italia (entro 20km dal confine) ma svolgo la mia attività solo in Svizzera, dove ho una base fissa (studio in affitto dove svolgo le mie terapie). In Italia non svolgo alcuna attività lavorativa ma ho solo la casa di proprietà. Devo dichiarare il reddito prodotto dalla mia attività in Svizzera anche in Italia? Grazie

  14. La risposta dipende dalla sua residenza fiscale e da altre variabili legate all’esercizio dell’attività. Se desidera approfondire la sua situazione ci contatti in privato per una consulenza.

  15. Salve, nel caso di un collaboratore autonomo con residenza in Italia, domicilio in Austria che presta la propria opera per una società americana, dove si intende tassato?

  16. Buonasera, le chiedo un chiarimento, ho residenza in Italia con PIVA come lavoratore autonomo o meglio, impresa familiare; lavoro il 60% all’estero come installazione/ montaggio arredi ecc.. per una ditta Italiana che ha clienti all’estero ed effettua la fornitura dei suoi prodotti (serramenti, porte ecc)… il mio compenso quindi avviene da una ditta italiana… io devo aprire posizione in ogni stato e versare ritenuta d’acconto?
    La ringrazio anticipatamente…. per togliermi questo enorme dubbio.

  17. Bisognerebbe analizzare meglio la situazione per poterle rispondere, provi a confrontarsi con il suo commercialista (che conosce già la sua situazione), altrimenti ci contatti in privato per una consulenza. Grazie.

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