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Contributi previdenziali nel lavoro autonomo occasionale

Fisco NazionaleProfessioniContributi previdenziali nel lavoro autonomo occasionale

Quando si svolgono prestazioni occasionali di importo superiore a 5.000 euro (lordi) annui, devono essere versati contributi previdenziali. L'obbligo contributivo alla gestione separata INPS è ripartito tra committente (2/3) e prestatore (1/3).

I rapporti di lavoro autonomo occasionale si caratterizzano per i seguenti requisiti:

  • Lo svolgimento di un’attività di tipo professionale, intellettuale;
  • Lo svolgimento dell’attività in completa autonomia circa il tempo e il modo di effettuazione della prestazione;
  • Esecuzione istantanea del rapporto lavorativo, e cioè per un fatto contingente, eventuale ed episodico.

Sostanzialmente, deve trattarsi quindi di un rapporto il cui interesse delle parti si esaurisce al raggiungimento del risultato stabilito. Terminato quell’obiettivo l’interesse delle parti viene meno e l’attività non prosegue. Infatti, nelle prestazioni occasionali è esclusa l’abitualità dell’attività. Pertanto, quando il rapporto è caratterizzato da un interesse durevole del prestatore di lavoro o del committente a svolgere o ricevere rispettivamente nel tempo, una o più prestazioni anche periodiche, non può essere utilizzata la disciplina delle prestazioni occasionali. In questi casi, bensì, deve essere obbligatoriamente aperta partita Iva, oppure avviato un rapporto di lavoro dipendente.

Quando il prestatore nel lavoro autonomo occasionale supera la soglia di 5.000 euro lorde annue nel corso dell’anno, scattano per esso obblighi legati ai contributi previdenziali obbligatori. Si tratta dei contributi dovuti alla Gestione separata INPS.

In questo contributo andrò ad analizzare le peculiarità del lavoro autonomo occasionale e i relativi obblighi contributivi.

La prestazione di lavoro autonomo occasionale

Il lavoro autonomo occasionale si caratterizza per essere una prestazione d’opera, così come prevista dall’articolo 2222 del codice civile. Si tratta di una prestazione lavorativa nella quale il prestatore si obbliga ad effettuare un servizio su commissione del soggetto committente. L’utilizzo delle prestazioni occasionali, prescinde dalla misura del compenso concordato, ma deve sempre rispettare il vincolo dell’occasionalità della prestazione.

Ma, che cosa si intende per “occasionalità della prestazione“?

Occasionalità della prestazione occasionale

Una prestazione di lavoro autonomo che si svolge attraverso una pluralità di interventi da parte del prestatore, non può essere considerata una prestazione di tipo “occasionale“. Questo in quanto la stessa prestazione viene più volte ripetuta nel tempo. Stessa considerazione deve dirsi per tutte quelle attività che richiedono una prestazione per alcuni periodi dell’anno. Proviamo a chiarire questi concetti con un esempio pratico.

Un soggetto che viene chiamato a svolgere un’attività di giardinaggio, potrà utilizzare le prestazioni occasionali solo se tale attività è svolta in modo unico e non ripetibile. Nel caso in cui, invece, anche a distanza di tempo, tale soggetto venga richiamato a svolgere la stessa attività, anche da committente diverso, non potrà più rientrare nella fattispecie del lavoro occasionale. Facile intuire che in questo caso l’occasionalità è sostituita dalla ripetitività della prestazione svolta. In questo caso si rende obbligatoria l’apertura della partita Iva.

Il soggetto prestatore, infatti, per il solo fatto di essersi organizzato per ricevere una seconda chiamata in futuro, attraverso pubblicità, passaparola, o annunci su giornali o web, si è organizzato per svolgere in maniera “professionale” (e quindi non più “occasionale“) l’attività esercitata.

I redditi da lavoro autonomo occasionale

I proventi derivanti dall’attività di lavoro autonomo occasionale, ai fini reddituali rientrano nella categoria dei c.d. “redditi diversi“, disciplinati dall’articolo 67 del DPR n. 917/86 (TUIR). La categoria dei redditi diversi comprende tutte quelle fattispecie reddituali che non riescono a trovare collocazione nella altre categorie reddituali previste dall’articolo 6 del DPR n. 917/86.

In termini pratici, questo vuol dire che il reddito percepito dal lavoro occasionale, in dichiarazione dei redditi deve essere sommato agli eventuali altri redditi, imponibili IRPEF percepiti dal contribuente (es. redditi da lavoro dipendente). Questo, al fine di determinare il reddito complessivo, da assoggettare ad IRPEF secondo i vari scaglioni reddituali. L’imposta lorda così determinata sarà poi abbattuta dalle ritenute di acconto subite nel lavoro autonomo occasionale (ed eventualmente dalle altre ritenute subite). In questo modo si determina l’imposta netta da versare.

Contributi previdenziali nel lavoro autonomo occasionale

Per i soggetti che effettuano prestazioni occasionali, l’obbligo contributivo scatta al superamento della soglia annua di 5.000 euro (lordi) di reddito percepito tramite questa attività. La soglia deve essere verificata per la totalità dei commenti e per la totalità dei compensi ricevuti per ogni periodo di imposta.

L’INPS prevede che, quando il compenso lordo annuo percepito con prestazioni occasionali superi la soglia di 5.000 euro il soggetto sia obbligato all’iscrizione alla gestione separata dell’INPS. È bene ribadire, quindi, che il reddito di 5.000 euro costituisce una fascia di esenzione: i contributi sono dovuti esclusivamente sulla quota di reddito eccedente i 5.000 euro.

Contributi previdenziali alla gestione separata

La gestione separata dell’INPS è una gestione previdenziale obbligatoria a cui sono tenuti ad iscriversi i lavoratori autonomi privi di altra cassa professionale di appartenenza, che prevede precisi obblighi contributivi. I contributi previsti sono dovuti con aliquote differenziate a seconda che il lavoratore occasionale sia privo o meno di altra tutela previdenziale obbligatoria.

Ad esempio, se il lavoratore occasionale è soggetto ad altri obblighi contributivi, o è già titolare di pensione diretta (anzianità, vecchiaia o invalidità), i contributi dovuti sono applicati con un aliquota ridotta. In caso contrario i contributi previdenziali alla gestione separata sono dovuti con aliquota piena.

Nascita dell’obbligazione contributiva

Sul piano giuridico, il rapporto previdenziale tra lavoro autonomo occasionale e l’INPS nasce nel mese in cui viene superato il reddito di 5.000 euro. Superato il limite, pertanto, i lavoratori devono iscriversi alla gestione separata.

In presenza di più rapporti, con committenti diversi, deve essere il lavoratore stesso a tenere informati i vari committenti per quanto riguarda il superamento della soglia di esenzione. Per questo è importante tenere sempre sotto controllo il volume dei ricavi incassati in relazione ai contributi previdenziali.

La comunicazione di superamento della soglia previdenziale ai committenti deve essere effettuata con mezzo che consenta di tenere traccia dell’avvenuta ricezione (PEC, raccomandata, etc). Ogni committente deve essere informato in modo che possa provvedere all’iscrizione previdenziale del lavoratore alla gestione separata ed a provvedere all’effettuazione della ritenuta previdenziale sul compenso corrisposto.

Modalità di versamento dei contributi previdenziali

Il versamento dei contributi previdenziali dovuti è posta totalmente a carico del committente. Infatti, superata, in riferimento a ciascun anno solare, la fascia di esenzione di 5.000 euro da parte del prestatore occasionale, il committente o i committenti interessati devono versare i contributi sugli ulteriori emolumenti dagli stessi corrisposti nel predetto anno.

Il versamento dei contributi previdenziali avviene con le modalità e i termini previsti per i collaboratori coordinati e continuativi. Il pagamento deve avvenire entro il giorno 16 del mese successivo a quello di corresponsione del compenso, tramite modello F24. Nel modello deve essere recata l’indicazione dello stesso mese del compenso per il quale il committente ha trasmesso la denuncia Uniemens e deve essere dello stesso importo.

Modello F24: i codici tributo

I codici tributo da utilizzare nel campo causale contributi per i pagamenti correnti dei committenti sono:

  • C10 – se il lavoratore per il quale si versano i contributi è titolare di ulteriori rapporti assicurativi e/o è già pensionato. In questo caso spetta l’applicazione dell’aliquota ridotta della gestione separata;
  • CXX – se il lavoratore percepisce solo redditi da attività relative alla gestione separata e non è pensionato. In questo caso si applica l’aliquota piena.

Secondo l’INPS, la base imponibile su cui applicare il prelievo è costituita dal compenso lordo erogato al lavoratore. Da questo importo devono essere dedotte le spese poste a carico del committente e risultanti dalla ricevuta.

Dal punto di vista fiscale, invece, nella nozione di compenso da assoggettare a ritenuta d’acconto rientrano anche eventuali rimborsi spese inerenti la produzione del reddito. Questo, anche se si tratta di rimborsi relativi a spese analiticamente documentate, eccettuati solo i rimborsi per spese in nome e per conto (Risoluzione 69/E del 21 marzo 2003). L’Agenzia, in buona sostanza, in tale materia, è dell’avviso che esiste una sostanziale identità di trattamento tra i redditi professionali e i redditi occasionali di lavoro autonomo.

Spese addebitate al committente

Ne consegue che in presenza di spese da addebitare al committente la base imponibile fiscale su cui applicare la ritenuta di acconto e quella previdenziale sarebbero diverse:

  • Quella fiscale è rappresentata dall’importo complessivamente addebitato al committente (comprensivo di spese);
  • Quella previdenziale è rappresentata invece dal solo compenso riferito alla prestazione di lavoro, al netto quindi delle spese.

Da precisare, infine, che la parte di contributo a carico del lavoratore (pari a un terzo), anche se rappresenta una quota deducibile dal reddito, non va riconosciuta dal committente in sede di applicazione della ritenuta fiscale con le stesse modalità previste per i collaboratori coordinati e continuativi in genere. Questo, dal momento che per i lavoratori occasionali non trovano applicazione le disposizioni fiscali previste dall’articolo 51 del DPR n. 917/86.

Ne consegue che la ritenuta d’acconto del 20 per cento dovrà essere effettuata sul compenso al lordo non solo dei rimborsi spese ma anche della ritenuta previdenziale a carico del prestatore.

A ogni modo, il contributo trattenuto dal committente potrà essere dedotto nel quadro RP in occasione della compilazione del modello Redditi PF o nel quadro E del 730.

Calcolo ricevuta prestazione occasionale con ritenuta previdenziale INPS

Proviamo di seguito a fare un esempio pratico per il calcolo della ricevuta per prestazione occasionale con contributi previdenziali.

Ipotizziamo una prestazione di lavoro autonomo occasionale di 1.000 euro. Nel corso dell’anno il soggetto prestatore ha già effettuato altre prestazioni per complessivi 5.000 euro. Per questo motivo tale ricevuta sarà la prima a comprendere la ritenuta previdenziale. Vediamo come effettuare i calcoli correttamente.

L’esempio proposto è relativamente semplice, ma utile a comprende come deve essere calcolata la ritenuta previdenziale INPS sui compensi dovuti alla gestione separata INPS.

Proviamo adesso a complicare la situazione, ipotizzando una prestazione di 2.000 euro, quando fino a quel momento le prestazioni annue sono arrivate ad 4.000 euro. Vediamo come sviluppare i calcoli utili per la ricevuta, di seguito:

In questo caso la ritenuta previdenziale è sempre calcolata su 1.000 euro, ovvero l’eccedenza rispetto ai 5.000 euro di franchigia.

Prestazione occasionale: obbligo partita Iva superato il limite di 5.000 euro?

Una delle tantissime false informazioni presenti sul web vuole che al superamento della soglia di esenzione sia necessario aprire partita Iva. Ebbene, si tratta di un’informazione non corretta. Come detto, infatti, l’obbligo legato alla partita Iva non sorge in relazione a limiti di reddito.

Piuttosto, tale obbligo è legato all’esercizio di un’attività in modo continuativo ed abituale nel tempo. Su questo punto occorre tenere in considerazione che l’imposta sostitutiva del 15% (o l’aliquota per le startup al 5%) prevista dal regime forfettario è sicuramente più conveniente rispetto all’applicazione della ritenuta del 20%. Ritenuta prevista per la prestazione occasionale.

Conclusioni e consulenza fiscale online

In caso di predisposizione della ricevuta per prestazione occasionale particolare attenzione deve essere prestata ai contributi previdenziali. Al superamento dei 5.000 euro lordi il prestatore è tenuto ad informare tutti i suoi committenti per l’applicazione della ritenuta previdenziale. I committenti, infatti, superata la soglia devono trattenere dal prestatore 1/3 dei contributi previdenziali dovuti.

Questa trattenuta previdenziale deve risultare nella ricevuta che rilascia il prestatore al committente. L’errore che più spesso si commette in questi casi è quello di dimenticarsi della propria soglia di compensi percepiti. La conseguenza è la mancata comunicazione ai committenti, che non sono in grado di applicare le ritenute previdenziali. In questo caso occorre prestare molta attenzione al fatto che ci si trova di fronte ad una irregolarità e potrebbero arrivare contestazioni e l’applicazione di sanzioni.

Per questo motivo è opportuno prestare la dovuta attenzione alla propria posizione e verificare il limite di 5.000 euro costantemente. Questo, proprio, al fine di evitare di ricevere contestazioni sul mancato versamento dei contributi dovuti, che avrebbero dovuto essere trattenuti dal committente. Se hai bisogno di aiuto nell’analisi della tua posizione fiscale contattami al link sottostante per ricevere il preventivo per una consulenza personalizzata.

Domande frequenti

Che cos’è una prestazione occasionale?

Una prestazione occasionale è un servizio reso da un individuo in modo non continuativo e senza un rapporto di dipendenza. Queste prestazioni prevedono il versamento di contributi previdenziali al superamento della soglia di 5.000 euro.

Chi deve pagare i contributi previdenziali per una prestazione occasionale?

I contributi previdenziali sono generalmente a carico del lavoratore per 1/3 mentre per i restanti 2/3 sono a carico del committente. Il versamento avviene in modo complessivo da parte del committente con una trattenuta previdenziale a carico del lavoratore. L’importo dei contributi viene versato cumulativamente con modello F24.

Come si calcolano i contributi previdenziali per una prestazione occasionale?

I contributi previdenziali si calcolano in percentuale sull’importo complessivo della prestazione, in base alle tariffe stabilite dall’INPS.

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    Federico Migliorini
    Federico Migliorinihttps://fiscomania.com/federico-migliorini/
    Dottore Commercialista, Tax Advisor, Revisore Legale. Aiuto imprenditori e professionisti nella pianificazione fiscale. La Fiscalità internazionale le convenzioni internazionali e l'internazionalizzazione di impresa sono la mia quotidianità. Continuo a studiare perché nella vita non si finisce mai di imparare. Se hai un dubbio o una questione da risolvere, contattami, troverò le risposte. Richiedi una consulenza personalizzata con me.
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