Il web designer (grafico freelance) è colui che si occupa di progettare e realizzare pagine e siti web, partendo dalla loro veste grafica. Questo tipo di attività deve essere esercitata obbligatoriamente attraverso l’utilizzo di una partita IVA (come attività artigianale). In questo articolo intendo mostrarti in modo semplice quali sono gli aspetti della disciplina fiscale rilevanti se intendi avviare un’attività di web designer freelance.
Sei un Web Designer appena uscito da un corso professionale o universitario? Ti trovi davanti alla difficile scelta se aprire partita Iva oppure se cercare un lavoro come dipendente (in una Web agency)?
In questo articolo intendo aiutarti a capire la disciplina fiscale utile per diventare un freelance, essere in regola con l’Amministrazione finanziaria e applicare un regime fiscale per te conveniente. Per questo motivo ho pensato di scrivere un report legato agli adempimenti fiscali contabili e contributivi di questa attività. Un guida pratica che possa essere utile a tutti i web designer che stanno pensando di mettersi in proprio valutando l’opportunità di agire come freelance.
Indice degli Argomenti
- Chi è il Web Designer?
- Apertura della partita IVA come Web Designer
- Web Designer e Regime Forfettario
- Web Designer e contributi previdenziali INPS
- Diritto Camerale
- Consigli per l’apertura della partita Iva come web designer
- Quanto guadagna un web designer?
- Web Designer come libero professionista?
- Consulenza fiscale online
Chi è il Web Designer?
Il web designer è un professionista che, principalmente, si occupa dell’aspetto visivo e del coinvolgimento emotivo di siti web. Il web designer è colui che progetta siti web e la loro grafica seguendo due criteri fondamentali:
- Accessibilità (ovvero la caratteristica intrinseca del dispositivo, prodotto e servizio, che deve essere facilmente fruibile per qualsiasi tipologia di utente),
- Usabilità (è invece una caratteristica estrinseca del prodotto, perché legata all’user experience. L’utente deve facilmente comprendere il sistema con cui interagisce per raggiungere con soddisfazione in proprio obiettivo finale.
Per l’attività del web designer è fondamentale anche la Comunicazione (riuscire a tradurre in concetti visivi, strutturali ed informativi le esigenze del cliente, di cui ne valorizza l’identità sul web). Il Web Designer è fondamentalmente un comunicatore, capace di coniugare le esigenze del cliente con quelle degli utenti.
Da un punto di vista fiscale e previdenziale l’attività del Web Designer è considerata un’attività artigianale, tenuta all’iscrizione in Camera di Commercio, e non una mera attività professionale. Il fatto che il web designer realizzi siti web è l’aspetto cruciale che lo rende idoneo ad essere equiparato ad un artigiano. Con tutti gli adempimenti fiscali, previdenziali ed amministrativi che andremo ad analizzare di seguito.
Apertura della partita IVA come Web Designer
Quando il web designer è tenuto ad aprire partita IVA? Capita spesso che la professione di web designer soprattutto agli esordi sia svolta in modo sporadico e non continuativo, e per questo si cerchi di utilizzare il sistema delle prestazioni occasionali con ritenute di acconto. Questo sistema è valido e corretto da un punto di vista fiscale e previdenziale, ma a patto che l’attività svolta sia effettivamente occasionale (tenete presente che il limite dei 5.000 euro lordi annui è solo un limite previdenziale).
Per l’Amministrazione finanziaria, quando il web designer esercita l’attività in modo abituale e continuativo è obbligato ad aprire partita IVA e ad operare in modo professionale la sua attività. L’attività è svolta in maniera abituale quando la stessa si protrae nel tempo, oppure quando il web designer decide di promuovere la propria attività, con pubblicità, oppure attraverso la realizzazione del proprio sito web. Anche in questo caso, con la sola volontà di pubblicizzarsi per cercare nuovi clienti si realizza un’attività di tipo continuativo ed abituale, idonea per l’Amministrazione finanziaria a dover aprire la partita Iva per esercitare professionalmente l’attività.
Arrivati a questo punto, se anche voi state svolgendo l’attività di web designer in modo abituale, vi sarà utile sapere quali sono gli adempimenti per regolarizzare la vostra posizione da un punto di vista fiscale, previdenziale e amministrativo. La prima cosa da fare è rivolgersi ad un dottore Commercialista esperto in materia di E-commerce e di professioni legate al mondo del web (se non ne avete uno a disposizione, ci siamo noi di Fiscomania.com), in modo tale da potervi assistere e consigliare in ogni passo della vostra attività.
Codice attività per Web Designer
Da un punto di vista fiscale il primo passo da seguire è l’apertura della partita Iva. Al momento dell’apertura della partita Iva il web designer deve scegliere il proprio codice attività (c.d. “Codici ATECO“). Per l’attività del web designer, solitamente, i Codici Ateco prescelti sono i seguenti:
CODICE ATECO | DESCRIZIONE |
---|---|
74.10.21 | Attività dei disegnatori grafici di pagine Web |
62.01.00 | Produzione di software non connesso all’edizione |
ATTENZIONE!
La scelta del codice Ateco da utilizzare non è a libera scelta del contribuente, ma dipende dall’attività concretamente esercitata dallo stesso.
In entrambi i casi si tratta di attività che rientrano tra quelle che la Camera di Commercio ritiene configurabili come attività artigiane. Per questo motivo, contestualmente all’apertura della partita Iva è necessario presentare un’apposita comunicazione al Registro Imprese tenuto presso la Camera di Commercio, per l’iscrizione nell’albo artigiani. A questo punto non resta che scegliere il regime fiscale da applicare.
Web Designer e Regime Forfettario
Al momento dell’apertura della partita IVA è necessario effettuare la scelta per il regime fiscale che si intende applicare. La scelta del regime fiscale è particolarmente importante, in quanto da questo dipenderanno sia gli obblighi fiscali e amministrativi da esso derivanti, che il carico fiscale. Per questo motivo, fare da soli, se non si conosce approfonditamente la materia fiscale può portarvi a fare scelte sbagliate. Partiamo da presupposto che non vi è, in generale, un regime fiscale migliore in assoluto: è necessario, quindi, verificare assieme al vostro Commercialista quale regime è il più adatto alla vostra situazione personale. Tuttavia, in questa sede può essere interessante approfondire il regime fiscale forfettario.
Il regime forfettario è un regime fiscale semplificato ideato per i soggetti che aprono partita IVA per la prima volta. Una volta verificate le condizioni di accesso, il regime consente una tassazione tramite imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle relative addizionali con aliquota al 15%, del reddito imponibile generato forfettariamente (ricavi a cui viene applicata una percentuale di compensazione), che può ridursi fino al solo 5% per i primi cinque anni di attività. Il reddito dei contribuenti in regime forfettario è determinato attraverso i coefficienti di redditività, che variano a seconda del Codice Ateco prescelto. Per il web designer, la situazione è quella descritta nella tabella sottostante:
CODICE ATECO | COEFFICIENTE DI REDDITIVITA’ REGIME FORFETTARIO |
---|---|
74.10.21 | 78% |
62.01.00 | 67% |
I contribuenti in regime forfettario sono esonerati dagli obblighi di registrazione e tenuta delle scritture contabili. Devono, però, conservare i documenti ricevuti ed emessi (articolo 22 DPR n. 600/73), e presentare la dichiarazione dei redditi nei termini e con le scadenze previste dal DPR n. 322/98. I ricavi conseguiti e i compensi percepiti non sono assoggettati a ritenuta di acconto. A tal fine è necessario che il contribuente rilasci un’apposita dichiarazione al sostituto dalla quale risulti che le somme percepite afferiscono è soggetto all’imposta sostitutiva.
Web Designer e contributi previdenziali INPS
I web designer in quanto rientranti nella categoria degli artigiani sono tenuti ad iscriversi, obbligatoriamente, alla Gestione IVS artigiani dell’Inps. Si tratta di una gestione previdenziale obbligatoria, che prevede il pagamento di contributi fissi, a prescindere dal reddito generato dall’attività. I contributi previdenziali dovuti sono suddivisi in quanto rate annue, per circa 4.000 euro annui. Oltre a questi contributi, se il reddito derivante dall’attività supera il reddito minimale previsto ogni anno dall’Inps (stabilito in circa 15.000 euro) è dovuto il versamento di ulteriori contributi variabili calcolati sul reddito. Questi contributi, invece, devono essere versati alle scadenze previste per il versamento delle imposte sui redditi (30 giugno e 30 novembre di ogni anno).
Le aliquote applicabili alla Gestione Artigiani, necessarie per calcolare l’importo minimo dei contributi da versare all’Inps in base alla soglia del reddito di impresa, sono pari a:
- Artigiano con più di 21 anni: 24,00%;
- Artigiano con meno di 21 anni: 23,25%.
Una particolare agevolazione, in questo senso è prevista per i contribuenti che si avvalgono del regime forfetario. In questo caso, per tali contribuenti i contributi previdenziali dovuti saranno ridotti del 35%. Per l’accredito della contribuzione continuerà ad applicarsi, come avviene attualmente, la disposizione di cui all’articolo 2, comma 29, della Legge n. 335/1995. Di conseguenza, in caso di pagamento di un contributo inferiore a quello calcolato sul minimale di redditi i mesi accreditati sono proporzionalmente ridotti.
Per approfondire: “Contributi Inps artigiani e commercianti“.
Diritto Camerale
Il diritto camerale è un tributo che tutti i soggetti iscritti nel Registro delle Imprese sono tenuti a versare ogni anno a favore della Camera di Commercio competente territorialmente. La misura del diritto annuale è stabilita annualmente con un apposito decreto interministeriale e ogni anno, all’avvicinarsi della scadenza, le Camere di Commercio inviano gli iscritti una comunicazione con gli importi e le modalità di pagamento. L’importo del tributo fissato dalle Camere di Commercio solitamente ammonta circa a un centinaio di euro.
Consigli per l’apertura della partita Iva come web designer
Aprire partita IVA e diventare autonomi non è semplice, richiede costanza, pazienza e capacità di non abbattersi, nemmeno quando non si vedono potenziali clienti all’orizzonte. Non è un lavoro per tutti, ma è altrettanto vero che il lavoro in forma autonoma garantisce delle soddisfazioni incredibili. Quello che voglio fare adesso è lasciarti alcuni motivi che ti dovranno indurre ad aprire partita IVA, e diventare un web designer Freelance.
Credibilità sul mercato
Potenziali clienti scarteranno subito i preventivi che arrivano da soggetti non titolari di partita Iva. Essere senza partita IVA, vi farà sembrare meno credibili, il cliente penserà che state facendo questo lavoro solo per passatempo e non che siete dei veri professionisti del settore. La partita IVA rappresenta una sorta di certificazione che attesta la vostra competenza, la vostra bravura. Fa capire al cliente che siete talmente bravi che addirittura c’è qualcun altro che vi paga periodicamente e per la vostra professionalità.
Deduzione dei costi
La partita IVA vi consente di dedurre i costi che sostenete per la vostra attività, ma soprattutto attraverso l’emissione della fattura, il vostro cliente potrà dedursi fiscalmente il costo sostenuto per la vostra attività. Cosa che non possono fare se non avete partita IVA. In pratica, se avete a che fare con professionisti, o imprese (anche e soprattutto se straniere), entrambi dotati di partita Iva, è impossibile che questi soggetti non vi richiedano una fattura, perché dalla vostra fattura il cliente può sottrarre il costo sostenuto dai loro ricavi in modo da versare meno tasse e sottrarre l’IVA che vi hanno versato da quella da loro dovuta allo Stato. In pratica se il cliente non effettuare queste operazioni, a parità di professionalità, andrà a cercare un altro Web Designer che può emettergli fattura.
Quanto guadagna un web designer?
È difficile stimare quanto può riuscire a guadagnare un grafico che opera come web designer. Il punto di partenza di questa analisi parte dal lavoro dipendente dove, un lavoratore mediante percepisce uno stipendio annuo che varia tra i 25.000 ed i 45.000 euro, a seconda dell’esperienza e della professionalità. Un web designer freelance, per ottenere lo stesso stipendio netto deve tenere in considerazione il fatto che la tassazione e la contribuzione sono totalmente a suo carico. Naturalmente, la possibilità di operare in regime forfettario avvantaggia, ma occorre tenere presente il limite massimo di fatturato raggiungibile annualmente, di 85.000 euro. Sopra a questo limite di fatturato il web designer deve operare in “contabilità semplificata“. Questo comporta un aggravio di tassazione legata all’applicazione dell’IRPEF, ed anche all’applicazione dell’IVA da esporre in fattura.
Web Designer come libero professionista?
E’ una delle domande che i web designer si pongono spesso. In quanto a prima vista questa attività sembrerebbe maggiormente affine a quella di un professionista, rispetto che a quella di un artigiano. La Camera di Commercio, tuttavia, ritiene che questa attività sia inquadrabile tra le attività di impresa, precisamente tra le attività artigianali. Questo in quanto, il web designer realizza veri e propri siti Web. L’unico caso in cui il web designer può essere considerato un professionista è quanto questi si limita a fornire consulenza in ambito Web. Senza la realizzazione di alcun prodotto (sito Web). Tuttavia, in questo caso non stiamo più parlando dell’attività propria di un Web Designer ma di quella di un consulente informatico, attività del tutto professionale.
Consulenza fiscale online
E tu? Sei un Web Designer e vuoi provare a diventare un freelance? Scrivici i tuoi dubbi nei commenti. Sarò lieto di risponderti nel modo più chiaro ed esaustivo possibile. Potrai usufruire della nostra consulenza per aiutarti ad avviare la tua attività. Contatta Fiscomania.com.
Buonasera, mi chiamo Mariano ed ho 32 anni,ho un buon lavoro da dipendente part time e per passione ed hobby dopo aver frequentato corsi online e da autodidatta nel tempo libero mi diletto a realizzare siti web.
I primi siti sono stati realizzati gratuitamente ad amici ma ora intendo pubblicizzarmi affinchè possa arrotondare qualcosa nel tempo libero.
Essendo all’inizio non sò se riuscirei a pagare le spese di apertura P. IVA e i “temuti” contributi previdenziali pertanto vi chiedo un consiglio su come posso procedere rispettando la legge per non incorrere a sanzioni.
grazie per la disponibilità e complimenti per l’articolo
Salve, purtroppo non ci sono vie di mezzo o scorciatoie. Se si decide di effettuare questo tipo di attività è necessario farlo in modo professionale, sia per essere in regola da un punto di vista fiscale e contributivo. L’unica strada per evitare il pagamento dei contributi Inps è dimostrare di avere un’attività prevalente, come un lavoro dipendente a tempo pieno. In tutti gli altri casi i contributi Inps sono dovuti. Tenga presente che potrebbe rientrare nel regime forfettario, e quindi avere un agevolazione sotto forma di riduzione dei contributi Inps del 35%.
Buon giorno,
io sono agli inizi, per ora ho iniziato ad utilizzare la ritenuta d’acconto sia nel 2016 sia ad inizio di quest’anno. Ora per regolarizzare la mia posizione (superamento soglia RA), mi trovo a dover pensare ad aprire una partita IVA. Mi è stato consigliato di posizionarmi come artigiano – grafico pubblicitario / regime forfettario.
Il mio ruolo è quello di UX/UI designer e quindi mi occupo oltre che di creare e promuovere un brand (logo, cataloghi, impaginati vari, sito web), anche quello di studiare delle strategie di marketing, advertising ma principalmente di usabilità tra uomo/macchina.
Visto che vedo delle ottime competenze da parte vostra, avreste qualche suggerimento in merito?
grazie!
La strada da seguire è quella giusta, inquadramento come artigiano in regime forfettario. Non ci possono essere alternative se l’attività svolta è questa. Se vuole un preventivo per la consulenza legata all’avvio dell’attività e alla tenuta della contabilità e dichiarativi mi faccia sapere.
Buongiorno.
Io ho il codice ATECO “74.10.29 Altre attività dei disegnatori grafici” che rientra nella Gestione Separata, come riportato in una tabella dei codici reperita sul sito INPS.
Sempre in questa tabella sulla Gestione Separata c’è anche il codice “74.10.21 Attività dei disegnatori grafici di pagine web”: vorrei aggiungere anche questo ma rientra nell’artigianato?
Non credo essendo Gestione Separata.
Grazie
La scelta del codice attività dipende dall’attività effettivamente esercitata e non si fa in base alla scelta di una gestione previdenziale. Rischia di incorrere in sanzioni in caso di controlli.
Salve, quindi anche se non si raggiungono i 5000 euro annui comunque non si potrebbe aprire un proprio sito internet per pubblicizzarsi?
I 5.000 euro non sono una soglia fiscale, è un falso mito che circola, ma non ha fondamento. Aprire un sito per offrire servizi necessita dell’apertura di una partita IVA.
Grazie della risposta, un altra domanda se posso.. ma anche tramite i marketplace è sempre necessaria la P.IVA?
Si tratta sempre di attività di vendita online è obbligatoria la partita IVA.
Buongiorno, sto pensando di partecipare ai concorsi grafici su siti quali 99designs dove il vincitore del concorso viene pagato e il suo progetto (di solito un file creato su Photoshop) utilizzato poi da un terzo per la creazione di un sito web. Si riceve il premio e allo stesso tempo si cedono al cliente i diritti di proprietà intellettuale di ciò che si è creato (solo la parte grafica). In quale caso sono tenuto ad aprire partita IVA? L’apertura della partita IVA dipende dalla eventuale mole di incassi dovuti ai contest vinti? Nel caso sia tenuto ad aprire partita IVA, dato che non sarei io a fatturare, come posso far figurare eventuali redditi?
Grazie della risposta
Per rispondere alla sua domanda occorre un analisi un pochino più dettagliata per capire l’attività in che modo concretamente si svolte, e come si cede l’eventuale diritto di sfruttamento dell’opera. Se vuole analizziamo il tutto in privato.
Buongiorno, lavoro come dipendente full time ma vorrei comunque avviare un’attività di web designer usufruendo del regime forfettario. Leggevo tra le sue risposte che, in caso di un’attività prevalente, si potrebbero evitare i versamenti Inps. Ho interpretato correttamente la risposta? Si eviterebbero in toto o ci sarebbe comunque un minimale da versare?
Grazie anticipatamente per la risposta e complimenti per la grande professionalità.
E’ una possibilità da vagliare attentamente in relazione alla sua posizione con il commercialista che la segue.