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Tasse sul reddito d’impresa: come minimizzare il carico fiscale

Fisco NazionaleTasse sul reddito d'impresa: come minimizzare il carico fiscale

Minimizzare il carico fiscale delle imprese richiede una pianificazione strategica che sfrutti deduzioni, crediti d'imposta e un'ottimizzazione della struttura societaria, garantendo al contempo la conformità legale e massimizzando la competitività aziendale.

Ridurre le tasse sul reddito e il carico fiscale richiede una combinazione di strategie che includono la pianificazione fiscale strategica, l’uso efficace di deduzioni e crediti d’imposta, e l’ottimizzazione della struttura societaria. Oggi, le tasse sul reddito d’impresa non si limitano più a un contesto nazionale; è essenziale comprendere le dinamiche fiscali globali per evitare la doppia imposizione.

La pianificazione fiscale va oltre la semplice riduzione delle imposte, influenzando anche la gestione delle risorse aziendali e personali. In questo articolo, esploreremo come adottare strategie fiscali mirate, offrendo esempi pratici e sottolineando l’importanza di operare sempre nel rispetto delle leggi vigenti per evitare sanzioni e mantenere una reputazione fiscale solida.

La struttura societaria

La scelta della forma giuridica è una delle scelte più importanti che dovrai prendere come imprenditore, poiché influenza non solo la governance aziendale, ma anche il carico fiscale che la tua impresa dovrà affrontare. Potrai scegliere tra le società di persone, come la società in nome collettivo o la società in accomandita semplice, e le società di capitali, come la società a responsabilità limitata (SRL) o la società per azioni (SPA), e la ditta individuale. Le società di capitali beneficiano di una tassazione sugli utili separata dai redditi personali degli azionisti, un vantaggio se vuoi reinvestire i profitti senza subire un’immediata imposizione fiscale personale.

Al contrario, le società di persone seguono una tassazione trasparente, in cui i redditi societari sono direttamente attribuiti ai soci e inclusi nel loro imponibile personale. Questa differenza rende essenziale valutare attentamente la forma giuridica più adatta, in base agli obiettivi fiscali e finanziari della tua impresa.

Vantaggi delle holding

Le holding societarie sono uno strumento interessante per l’ottimizzazione fiscale, specie per gruppi di imprese. Una holding è una società che detiene partecipazioni in altre società, permettendo una gestione centralizzata e, spesso, più efficiente dei flussi finanziari all’interno del gruppo. I vantaggi fiscali principali delle holding includono la possibilità di usufruire della participation exemption, che permette di esentare da tassazione i dividendi ricevuti dalle controllate e le plusvalenze realizzate dalla cessione delle partecipazioni.

Questo regime, presente in molti paesi, è progettato per evitare la doppia imposizione economica sugli stessi redditi. Inoltre, le holding possono essere utilizzate per pianificare in modo efficiente le imposte sulle successioni e sulle donazioni, riducendo il carico fiscale sui trasferimenti patrimoniali.

Operazioni intercompany

La gestione delle operazioni intercompany, ossia le transazioni tra le varie entità di un gruppo societario, è un altro importante strumento che potrai utilizzare. Il transfer pricing, ovvero la determinazione dei prezzi di trasferimento per beni, servizi e proprietà intellettuale scambiati tra società affiliate, è soggetto a rigide normative in molti paesi per evitare che le imprese trasferiscano artificialmente i profitti verso giurisdizioni a bassa tassazione.

Per conformarsi alle normative e minimizzare le tasse, le imprese devono introdurre politiche di transfer pricing che riflettano il principio di libera concorrenza, cioè che i prezzi applicati nelle transazioni intercompany siano simili a quelli che sarebbero stati concordati tra parti indipendenti. Inoltre, una corretta documentazione delle politiche di transfer pricing è fondamentale per difendersi durante eventuali controlli fiscali e per evitare sanzioni.

Tasse sul reddito d’impresa e deduzioni fiscali

La gestione delle deduzioni fiscali è molto utile per ridurre le tasse sul reddito d’impresa e, quindi, il carico fiscale. Le spese deducibili sono quelle spese aziendali che possono essere sottratte dal reddito imponibile, abbassando l’importo su cui vengono calcolate le imposte. Tra le principali categorie di spese deducibili rientrano le spese operative quotidiane, come l’acquisto di materie prime, l’affitto, e le utenze, oltre a quelle per marketing e pubblicità, consulenze professionali e formazione del personale.

Inoltre, le spese per investimenti in beni strumentali possono essere dedotte attraverso l’ammortamento, che consente di distribuire il costo del bene su più esercizi fiscali. In alcuni paesi, sono previsti incentivi aggiuntivi come il superammortamento e l’iperammortamento, che aumentano la quota deducibile per specifici investimenti, promuovendo l’innovazione e la digitalizzazione delle imprese. Queste strategie offrono un’opportunità significativa per ottimizzare la gestione fiscale e favorire la crescita aziendale.

Deduzioni fiscali per le PMI

Le piccole e medie imprese (PMI) spesso possono accedere a specifiche deduzioni fiscali che non sono disponibili per le aziende più grandi. Queste includono agevolazioni per investimenti in innovazione tecnologica, per la formazione dei dipendenti, e per l’internazionalizzazione. Ad esempio, molte giurisdizioni offrono deduzioni per le spese di ricerca e sviluppo (R&S), che possono includere non solo i costi del personale dedicato a progetti innovativi, ma anche le spese per l’acquisto di materiali, software e servizi esterni necessari per la ricerca.

Evitare errori nelle deduzioni fiscali

Nonostante i vantaggi delle deduzioni fiscali, ci sono diversi errori che possono portare a contestazioni da parte delle autorità fiscali, sanzioni e la perdita di benefici fiscali. Un errore comune è quello di dedurre spese che non sono strettamente correlate all’attività aziendale, o che non sono adeguatamente documentate.

Ad esempio, le spese personali mascherate come spese aziendali, o la mancanza di ricevute e fatture valide, possono portare a rettifiche fiscali e sanzioni significative. Inoltre, la gestione errata delle deduzioni può derivare da una scarsa comprensione delle normative, che sono spesso complesse e in continua evoluzione. In questo senso è utile mantenere una contabilità accurata, utilizzare software di gestione fiscale aggiornati e, quando necessario, esperti in consulenza fiscale.

Crediti d’imposta: una risorsa sottoutilizzata

I crediti d’imposta sono strumenti preziosi, permettendo di compensare le tasse dovute con investimenti o spese specifiche. Tra i crediti d’imposta più rilevanti troviamo quello per ricerca e sviluppo (R&S), fondamentale per le imprese che investono in innovazione e tecnologie avanzate.

Un altro esempio significativo è il credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali, che incentiva l’acquisto di macchinari e attrezzature per migliorare la produttività aziendale. Inoltre, i crediti d’imposta offrono flessibilità gestionale attraverso il carryforward e il carryback.

Il carryforward consente di riportare i crediti d’imposta non utilizzati in un anno fiscale per ridurre le imposte negli anni successivi, utile per le imprese con reddito imponibile insufficiente nel periodo corrente. Il carryback, invece, permette di applicare il credito d’imposta agli anni fiscali precedenti, ottenendo un rimborso delle imposte già pagate, migliorando così la gestione fiscale complessiva dell’azienda.

Come richiedere i crediti d’imposta?

Per ottenere un credito d’imposta, dovrai seguire un iter rigoroso che inizia con l’identificazione delle spese eleggibili e la raccolta della documentazione necessaria per dimostrare la conformità alle normative fiscali. Ad esempio, per il credito d’imposta per ricerca e sviluppo (R&S), è cruciale conservare documenti dettagliati che descrivano i progetti di ricerca, i costi sostenuti e l’utilizzo dei risultati ottenuti.

Dopo aver raccolto tutta la documentazione, l’impresa deve presentare una dichiarazione fiscale in cui richiede il credito, specificando l’importo e fornendo tutte le informazioni richieste. In alcuni casi, può essere necessaria una verifica preventiva da parte delle autorità fiscali o l’ottenimento di certificazioni tecniche che confermino la natura delle attività svolte.

Differenze tra crediti d’imposta e deduzioni

Sebbene entrambi siano strumenti utili per ridurre le tasse sul reddito, i crediti d’imposta e le deduzioni funzionano in modo diverso. Le deduzioni fiscali riducono il reddito imponibile, abbassando così l’importo sul quale vengono calcolate le imposte. Ad esempio, una spesa di 10.000 euro deducibile potrebbe ridurre il reddito imponibile di 10.000 euro, ma l’effettivo risparmio fiscale dipenderà dall’aliquota fiscale applicabile.

I crediti d’imposta, invece, riducono direttamente l’importo delle tasse dovute. Se un’impresa ha un credito d’imposta di 10.000 euro, questo verrà sottratto direttamente dall’imposta complessiva dovuta, rendendo i crediti spesso più vantaggiosi rispetto alle deduzioni.

Welfare aziendale

Le politiche di welfare aziendale offrono un’opportunità per migliorare il benessere dei dipendenti riducendo al contempo il carico fiscale dell’impresa. Le spese sostenute per il welfare aziendale, come i contributi per l’assistenza sanitaria integrativa, i buoni pasto, i programmi di formazione, e altri benefit non monetari, possono essere deducibili fiscalmente, riducendo l’imponibile dell’azienda. Inoltre, i benefit in natura possono essere esentati dall’imposta sul reddito per i dipendenti, migliorando il loro pacchetto retributivo senza un aumento del costo fiscale per l’impresa.

Ottimizzazione del carico fiscale di una PMI

Esaminiamo il caso di una piccola e media impresa (PMI) nel settore manifatturiero, che ha affrontato un aumento del carico fiscale dopo l’espansione della sua attività. Specializzata nella produzione di componenti meccanici di precisione, l’azienda ha recentemente investito in nuovi macchinari e tecnologie avanzate per migliorare la produttività, con un conseguente aumento delle spese operative.

Per ridurre il carico fiscale, l’azienda ha sfruttato il superammortamento sui beni strumentali, deducendo una quota maggiore del costo dei nuovi macchinari e riducendo così l’imponibile fiscale. Inoltre, ha usufruito del credito d’imposta per ricerca e sviluppo, recuperando parte delle spese sostenute. La creazione di una holding ha ulteriormente ottimizzato la gestione delle partecipazioni. Grazie a queste strategie, l’azienda ha ridotto l’imponibile fiscale di oltre il 20% nel primo anno, risparmiando decine di migliaia di euro in imposte.

Conclusione

Esistono numerosi strumenti per ridurre il carico fiscale e aumentare la competitività della tua impresa. La pianificazione fiscale strategica e l’ottimizzazione della struttura societaria sono fondamentali, così come la gestione accurata delle deduzioni fiscali e l’uso efficace dei crediti d’imposta, sempre nel rispetto della compliance e della gestione dei rischi fiscali.

Per massimizzare l’efficienza fiscale è importante applicare le strategie giuste. Questo può includere la revisione della struttura societaria, l’individuazione di nuove opportunità di deduzione e credito d’imposta, o l’adozione di strumenti digitali avanzati per la gestione fiscale. Le aziende dovrebbero anche considerare politiche di welfare aziendale.

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Giorgia Dumitrascu
Giorgia Dumitrascu
Laureata in Giurisprudenza presso l’Universitá "La Sapienza" di Roma con tesi specialistica in diritto processuale penale, si è perfezionata presso il medesimo Ateneo nella Scuola di Specializzazione per Professioni Legali (SSPL), conseguendo il Diploma di Specializzazione equipollente al Dottorato di Ricerca. Avvocato, abilitata a 28 anni, presso la Corte d'Appello di Roma, è titolare del proprio Studio professionale. Svolge attività professionale nell'ambito del diritto civile e del diritto di famiglia mettendo al centro del proprio lavoro, l’ascolto del cliente.
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