Il nuovo taglio del cuneo fiscale previsto nella manovra di bilancio 2025 penalizzerà coloro percepiscono fino a 35.000 euro, estende, invece, il beneficio a chi guadagna 40.000 euro. Coloro che hanno redditi tra i 20.000 e i 32.000 euro all’anno potranno beneficiare di mille euro annuali in più in busta paga.
La penalizzazione sarà per coloro che hanno redditi fra i 25.000 e i 35.000 euro: la perdita rispetto al 2024 varia dai 350 ai 750 euro all’anno. Il vantaggio maggiore riguarda i redditi fra i 35.000 e i 40.000 euro, con un aumento che arriva anche a 1600 euro all’anno.
Taglio cuneo fiscale: come funziona
Introdotto col Governo Draghi nel 2022, il taglio del cuneo fiscale è stato prorogato dapprima con la legge di bilancio 2023 e, da ultimo, con la legge di bilancio 2024. La scadenza, per ora, è fissata al 31 dicembre 2024.
Il taglio del cuneo fiscale, detto anche esonero contributivo, consiste in una riduzione sulle imposte degli stipendi dei dipendenti, facendo aumentare la retribuzione netta. La ratio sottesa è quella di aumentare il potere d’acquisto delle famiglie.
Nello specifico viene applicato in percentuale sui contributi previdenziali, prendendo come riferimento due fasce di reddito, ovvero il 6% per gli stipendi mensili fino a 2.692 euro (vale a dire per le retribuzioni annue comprese tra 25 mila e 35 mila euro); il 7% per gli stipendi mensili fino a 1.923 euro (quindi per le retribuzioni annue fino a 25 mila euro). La circolare INPS n. 11 del 16 gennaio 2024 ha poi anche specificato che il taglio deve essere calcolato su base mensile, al netto del rateo della tredicesima.
La riduzione delle imposte spetta a tutti i dipendenti pubblici e privati, purché rispettino le soglie precedentemente elencate. Inoltre, rientrano nella platea anche coloro che svolgono un apprendistato. L’unica eccezione viene rappresentata dalle persone con rapporti di lavoro domestico, escluse dall’esonero.
Cosa cambia nel 2025?
Coloro che guadagnano al di sotto i 20.000 euro lordi, invece di ricevere un taglio dei contributi beneficeranno di una somma aggiuntiva in busta paga, esentasse. L’aumento sarà calcolato in percentuale del reddito complessivo:
- 7,1% per chi prende fino a 8.500 euro;
- il 5,3% per chi prende tra 8.500 e 15mila euro;
- il 4,8% per chi prende tra 15mila e 20mila.
Saranno 568 euro in più all’anno per chi ha un reddito di 8mila euro, 530 euro per chi ha un reddito di 10mila, 816 euro per chi ha un reddito da 17mila euro.
Per chi incassa tra i 20.000 e i 40.000 euro all’anno avrà, non un taglio dei contributi, ma una detrazione Irpef di importo fisso. In questo caso, la detrazione dipenderà dal reddito complessivo, e non solo da quello da lavoro dipendente. Chi ha altre entrate oltre al proprio stipendio, quindi, sarà penalizzato rispetto a quest’anno. L’aumento fisso nel 2025 vale:
- 1000 euro all’anno, per chi prende trai 20mila e i 32mila euro all’anno;
- una somma calante tra i 32mila e i 40mila euro di reddito.
Il guadagno massimo, quindi, spetta fino ai 32mila euro di entrate complessive, e vale esattamente mille euro all’anno: 83,30 euro al mese, in linea con quanto ricevuto quest’anno.
Al di sopra di questa soglia l’aumento sarà uguale “al prodotto tra 1.000 euro e l’importo corrispondente al rapporto tra 40.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e 8.000 euro”.
Chi sarà escluso?
Per coloro che hanno redditi sopra i 35mila euro ci saranno novità. Fino ad oggi il taglio era riconosciuto a chi aveva un reddito fino a questa soglia, e al di sopra veniva cancellato del tutto. Pertanto, superare anche di poco i 35mila euro di reddito faceva perdere oltre mille euro all’anno, perché non si aveva diritto al taglio del cuneo.
Nel 2025 chi ha 35mila euro di reddito non dovrebbe vedere differenze significative in busta paga. Chi avrà un reddito anche di poco superiore a tale cifra avrà comunque diritto alla nuova detrazione, anche se con un importo ridotto.
La misura prende in considerazione il reddito complessivo, e non solo quello da lavoro dipendente. Pertanto chi ha altri tipi di entrate, anche ridotte, potrebbe trovarsi escluso dal taglio del cuneo. Oppure finire in una fascia più alta di reddito, e così ricevere meno soldi.