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Rinuncia al bonus IRPEF di 100 euro: conviene?

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Il bonus IRPEF per il 2021 consiste in un’erogazione che arriva direttamente in busta paga, riservata ai lavoratori dipendenti, per cui è prevista una tassazione al reddito IRPEF. Si tratta di un bonus che il datore di lavoro si occupa di erogare direttamente nella busta paga dei propri dipendenti. Il bonus consiste in una somma di 100 euro, e qualcuno lo conosce con il nome di ex bonus Renzi. La Legge di Bilancio per quest’anno ha riproposto questo bonus, non più fissato a 80 euro, ma a 100. Si tratta di un bonus che il datore di lavoro, ovvero il sostituto di imposta, si impegna a erogare ai dipendenti, con un massimo importo annuale di 1.200 euro.

Il bonus IRPEF non è per tutti: possono riceverlo esclusivamente i lavoratori dipendenti, con reddito fino ad un massimo di 28.000 euro all’anno. Inoltre gli incapienti non possono beneficiarne, come vedremo tra poco. Il bonus, con l’aumentare del reddito annuale del lavoratore, tende a scendere fino ad azzerarsi.

Il lavoratore tuttavia può decidere di rinunciare al bonus IRPEF, e questa è un’operazione conveniente nel momento in cui ci si trova in determinate condizioni. In linea generale si può dire che è utile rinunciare al bonus ogni volta che si rischia di doverlo restituire. Vediamo nel dettaglio come funziona la rinuncia al bonus IRPEF di 100 euro, e in generale come viene assegnato questo bonus.


Bonus IRPEF di 100 euro in busta paga: di cosa si tratta

Il bonus IRPEF da 100 euro, o ex bonus Renzi, consiste in una erogazione in busta paga a favore del lavoratore dipendente, purché rientri in alcuni limiti di reddito. Il bonus non è una somma di denaro corrispondente al salario, ma è un credito aggiuntivo IRPEF deciso dalla Legge di Bilancio 2021.

Sulla busta paga, il lavoratore dipendente che accetta il bonus IRPEF vedrà accreditato un “trattamento integrativo” con cui il datore di lavoro inserisce in busta paga il bonus. Si tratta in tutto e per tutto di una misura di natura fiscale, volta a equilibrare la tassazione sul reddito del lavoratore dipendente.

Per questo motivo non sono interessati dal bonus IRPEF i lavoratori autonomi, o gli imprenditori che svolgono una attività di impresa. Inoltre, il lavoratore dipendente riceverà il bonus IRPEF dal proprio sostituto di imposta, ovvero dal datore di lavoro.

Bonus IRPEF: come si calcola

Anche se è possibile presentare una rinuncia al bonus IRPEF di 100 euro, questo credito è destinato a tutti i lavoratori dipendenti, e viene calcolato in base al reddito annuale percepito. Si tratta quindi di un bonus che per molti può essere ricevuto in forma piena, per altri casi invece la cifra scende in base all’aumentare del reddito.

In particolare, per ricevere il bonus IRPEF bisogna fare riferimento ad alcune fasce di reddito:

  • Reddito annuale da 26.600 euro a 28.000 euro: bonus IRPEF di 100 euro al mese;
  • Reddito annuale da 28.000 e 35.000 euro: bonus IRPEF di 80 euro al mese;
  • Reddito annuale da 35.000 e 40.000 euro: bonus IRPEF in discesa fino a zero euro.

In linea generale, il bonus IRPEF viene ricevuto in busta paga dai lavoratori dipendenti in base a queste cifre, anche se non è prevista alcuna erogazione del bonus per i soggetti ritenuti incapienti. Si tratta di lavoratori che producono un reddito inferiore alla cifra di 8.174 euro annui.

Va infine ricordato che il bonus IRPEF non è erogabile ai soggetti titolari di pensione, ma solamente ai lavoratori dipendenti che stanno effettivamente svolgendo un lavoro.

Bonus IRPEF: a chi è destinato

Il bonus IRPEF da 100 euro mensili in busta paga non può superare i 1.200 euro annuali, ed è destinato a diverse categorie di lavoratori, purché sussista un lavoro di tipo subordinato. Si tratta, in particolare di:

  • Lavoratori dipendenti subordinati;
  • Soci presso cooperative;
  • Lavoratori presso stage, borse di studio e simili;
  • Collaboratori continuativi;
  • Soggetti che svolgono lavori socialmente utili;
  • Sacerdoti;
  • Chi percepisce cassa integrazione;
  • Chi percepisce la NASPI.

Sono inclusi quindi i lavoratori dipendenti e assimilati, mentre sono esclusi tutti gli altri lavoratori e i pensionati. In alcuni casi, è possibile optare per una rinuncia al bonus IRPEF di 100 euro, specialmente nei casi in cui ci si accorge di doverlo poi restituire.

Rinuncia al bonus IRPEF di 100 euro: è possibile

In ogni caso ricevere il bonus IRPEF non è obbligatorio. Il lavoratore dipendente può scegliere per una rinuncia al bonus IRPEF di 100 euro, e solitamente questa rinuncia può avere diverse motivazioni. Alla base però va ricordato che nel caso in cui al lavoratore non spetti effettivamente il bonus, dovrà poi restituirlo successivamente.

Per questo motivo è possibile che in alcune circostanze sia più utile scegliere per una rinuncia al bonus IRPEF di 100 euro in busta paga. In particolare questo accade nel momento in cui il lavoratore inizia un determinato lavoro, con contratto da dipendente, a metà dell’anno, oppure quando il soggetto sta svolgendo più di un lavoro nello stesso tempo.

Questo per esempio è il caso dei cittadini che lavorano part time, e producono reddito da diversi lavori. In linea generale, è consigliato rinunciare al bonus IRPEF nel momento in cui si supera una certa soglia di reddito, ovvero quella indicata dalle fasce per cui è prevista l’erogazione, viste prima.

Rinuncia al bonus IRPEF di 100 euro in previsione di restituzione

Conviene rinunciare al bonus specialmente nei casi in cui si prevede di doverlo restituire. Uno di questi casi è quello in cui si risulti incapienti durante l’anno. Nel momento in cui si produce un reddito da lavoro dipendente o assimilato inferiore alla soglia di 8.174 euro, si rischia di perdere l’accesso al bonus, e per questo motivo può accadere di doverlo restituire successivamente, per esempio nel momento in cui si fa la dichiarazione dei redditi.

Altri casi di restituzione totale o parziale riguardano i soggetti che nel corso dei mesi superano le soglie reddituali previste dai diversi scaglioni del bonus IRPEF. In questo caso, quando ci si accorge del superamento, è buona norma comunicarlo, in modo da non doversi poi ritrovare nella situazione di doverlo restituire successivamente.

Lo stesso può accadere nel momento in cui vengono svolti più lavori allo stesso tempo, perché con l’aumentare del reddito, scende la cifra spettante del bonus IRPEF. In questi casi scegliere per la rinuncia al bonus IRPEF di 100 euro è consigliato per non incappare in errori con il fisco che possono dare luogo a restituzioni.

Va ricordato che in sede di dichiarazione dei redditi, si calcola se il soggetto si trova a credito o a debito con il fisco, e può accadere per il lavoratore di trovarsi a debito con il fisco per aver ricevuto un bonus IRPEF di troppo durante l’anno lavorativo.

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1 COMMENTO

  1. Salve .Avrei bisogno di delucidazioni.Sono in regola per 2 ore settimanali,dunque 8 ore mensili.Dunque nn avrei diritto ai 100 euro, perché annualmente ho un reddito inferiore a 8.000 euro?

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