In Consiglio dei Ministri è arrivato il via libera al decreto legislativo riguardante la riforma della riscossione. Si tratta del decimo decreto attuativo della delega di riforma fiscale. Un’importante novità riguarda la dilazione del pagamento delle cartelle esattoriali: dal 2025 sarà infatti possibile pagare fino a 84 rate. Maggiore quindi agevolezza nella regolarizzazione della propria posizione col Fisco.
“Con questo avremo un quadro completo della materia. Ulteriori interventi richiederanno ulteriori risorse” ha dichiarato il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo. L’obiettivo è quello di rendere la riscossione più veloce ed efficiente, snellendo l’enorme quantitativo di debiti fiscali, giunto ormai alla cifra di 1.200 miliardi. Vediamo di seguito i dettagli.
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Dilazione cartelle esattoriali: come cambia la rateazione
Il citato decreto legislativo ha apportato modifiche all’articolo 19 del dpr 602 del 1973, che entreranno in vigore a partire dalle rateazioni che saranno richieste dal 1° gennaio 2025.
Entrando nei dettagli della riforma si apprende che per i debiti inferiori o pari a 120 mila euro, su richiesta del contribuente, la rateazione potrà essere concessa fino a 84 rate mensili per le richieste presentate negli anni 2025 e 2026, a 96 rate per le richieste presentate negli anni 2027 e 2028, e a 108 rate per le richieste presentate a decorrere dal 1° gennaio 2029.
Nello stesso tempo, se il contribuente documenta la temporanea situazione di obiettiva difficoltà, la ripartizione del pagamento delle somme iscritte a ruolo, comprese in ciascuna richiesta di dilazione, può essere concessa per le somme di importo superiore a 120 mila euro, fino ad un massimo di centoventi rate mensili, indipendentemente dalla data di presentazione della richiesta e per le somme sino a 120 mila euro con una modulazione anche in questo caso legata all’anno di presentazione della richiesta.
Rateazione cartelle esattoriali e verifica della ‘obiettiva difficolta’
L’idea del Governo è stata quella di aumentare il numero delle rate, rispetto a quelle previste finora, per cercare di ‘portarsi a casa’ i pagamenti dei debiti più facilmente riscuotibili.
La riforma chiarisce infatti, tra l’altro, i parametri che devono essere rispettati per individuare la sussistenza della temporanea situazione di obiettiva difficoltà, prevedendo che la stessa sia effettuata avendo riguardo ai diversi indicatori per persone fisiche (comprese titolari di ditte individuali in regime semplificato) ed imprese.
Vengono anche disciplinate le disposizioni di coordinamento con le nuove regole precisando che per le richieste di rateazione presentate entro il 31 dicembre 2024, sono applicabili le regole oggi vigenti. Naturalmente questo intervento ha una finalità di ‘alleggerimento‘ delle regole concedendo, in linea di massima, un maggior lasso temporale di rientro dai debiti tributari tenendo conto che, sulla materia affidamenti e riscossione si torna a parlare di riapertura della procedura di rottamazione delle somme affidate.
Cartelle esattoriali difficilmente riscuotibili
L’attenzione viene rivolta anche alle cartelle difficilmente riscuotibili. Il Governo ha pensato anche a questa casistica prevedendo che nel caso di cartelle indirizzate magari a soggetti falliti o nullatenenti occorre evitare che si accumulino ulteriormente.
Dopo quindi 5 anni di tentativi infruttuosi, l’Agenzia restituirà la cartella a chi l’ha emessa, che potrà cercare di incassarla per conto suo, magari affidandosi a enti privati di riscossione.
Accertamenti e riscossione
Ulteriori novità sono previste con riguardo all’accertamento esecutivo e al conseguente affidamento delle somme all’agente della riscossione. Si assiste in particolare ad un ampliamento del principio contenuto nel D.L 78/2010 anche agli atti riguardanti le contestazioni in materia di crediti di imposta non spettanti ovvero inesistenti nel momento in cui la contestazione in questione transita nel nuovo articolo 38 bis del dpr n. 600 del 1973.
In pratica le previsioni in materia di accertamento si applicano anche agli atti di recupero in relazione ai quali va ricordato che, con particolare rilievo a quelli finalizzati a contestare crediti inesistenti, non è previsto il contraddittorio preventivo con la conseguenza che, in linea di principio, l’azione di affidamento potrebbe essere più veloce, ad eccezione della nuova ipotesi di richiesta di accertamento con adesione ovvero di definizione agevolata.
Cartelle esattoriali e impugnativa estratto in ruolo
Resta la non impugnativa dell’estratto in ruolo, seppur con qualche piccola modifica. In particolare l’impugnazione è resa possibile solo qualora il debitore dimostri che l’iscrizione a ruolo gli comporti un pregiudizio in ipotesi codificate che sono legate a specifiche fattispecie quali quelle riconducibili a quanto previsto dal codice dei contratti pubblici di cui al D.lgs, n. 36 del 2023 ovvero per la riscossione di somme allo stesso dovute dai soggetti pubblici di cui all’articolo 1, comma 1, lettera a), del regolamento di cui al decreto del Ministro dell’economia e delle finanze 18 gennaio 2008, n. 40, anche per effetto delle verifiche di cui all’articolo 48bis del presente decreto.
Tra le altre ipotesi si riporta anche la perdita di benefici con la Pubblica Amministrazione o ripercussioni qualora ci fosse il bisogno di richiedere finanziamenti.
Conclusioni
Il decreto legislativo approvato in CDM introduce novità in tema di dilazione delle cartelle esattoriali: si potranno richiedere fino a 84 rate dal 2025.
Lo scopo del Governo, non comunque indolore, è quello di agevolare il pagamento dei debiti più facilmente riscuotibili, cercando di ridurre il carico che pesa sulle casse dello Stato. Per poter richiedere la dilazione andrà comunque dimostrata la situazione di temporanea impossibilità del pagamento per intero.
Novità sono state inoltre previste in tema di accertamento esecutivo e affidamento delle somme all’agente della riscossione.