Prelievo forzoso dai conti correnti: cosa prevede la delega fiscale

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Il viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha assicurato che non è in arrivo nessun prelievo forzoso dei conti correnti.


Cosa prevede la delega fiscale?

L’espressione prelievo forzoso fa riferimento alla possibilità da parte dello Stato di prelevare soldi dai conti correnti dei contribuenti contro la loro volontà. Nella storia recente della Repubblica italiana il prelievo forzoso più famoso è stato quello approvato nel 1992 dal governo tecnico di Giuliano Amato quando venne istituita un’imposta straordinaria sull’ammontare dei depositi bancari, postali e presso istituti e sezioni per il credito a medio termine, conti correnti, depositi a risparmio e a termine, certificati di deposito.

Per maggiori informazioni sulla delega fiscale, leggi anche: “Legge Delega di Riforma Fiscale ora al Senato: cosa aspettarsi?”

A denunciare l’introduzione del prelievo forzoso dai conti correnti nella riforma del fisco da parte del governo Meloni era stato Matteo Renzi, che in un video aveva sostenuto che il governo avrebbe permesso all’Agenzia delle Entrate di entrare nel conto corrente e di “portare via i soldi delle tasse o delle multe”. La norma a cui faceva riferimento è inserita nell’articolo 16 della legge delega che prevede che il governo possa “potenziare l’attività di riscossione coattiva dell’agente della riscossione», anche attraverso «la razionalizzazione e l’automazione della procedura di pignoramento dei rapporti finanziari, anche mediante l’introduzione di meccanismi di cooperazione applicativa sin dalla fase della dichiarazione stragiudiziale del terzo”.

L’articolo 16 della delega fiscale attualmente in discussione parla di razionalizzazione e di automazione della procedura di pignoramento dei rapporti finanziari, ovvero dei conti correnti. Esiste da alcuni anni esiste una norma nel codice civile che consente ai creditori, pubblici e privati di interfacciarsi con la cosiddetta Anagrafe dei conti correnti per verificare i redditi del debitore. Oggi, chi vuol effettuare il pignoramento del conto corrente non può ancora conoscere il saldo del conto corrente e non lo può conoscere fino a quando non riceverà la comunicazione della stessa banca se il pignoramento è andato a buon fine o meno. Il creditore compresa Agenzia delle Entrate non ha accesso a informazioni relative al saldo del conto corrente.

I chiarimenti

Il viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha assicurato che non è in arrivo nessun prelievo forzoso dei conti correnti. Non si tratterebbe pertanto di un prelievo forzoso ma di un’accelerazione di un procedimento già previsto dalle norme del Codice civile. Ha dichiarato il viceministro Leo: “Nel momento in cui un contribuente è un evasore quando non è stata pagata l’imposta e il giudice lo ha accertato, oppure quando il contribuente non ha fatto ricorso, in questo caso l’Agenzia delle Entrate/Riscossione chiede attraverso procedure informatiche alla banca di fare il fare il pignoramento presso terzi. Cosa che già esiste. Ora il procedimento viene accelerato perché attraverso le procedure informatiche si può sapere subito se il contribuente ha i soldi“.

La modifica del Governo ha l’obiettivo di consentire al fisco di conoscere il saldaconto in modo da evitare l’avvio di procedure di pignoramento che si rilevano poi infruttuose mantenendo tutte le forme di tutela previste a favore del debitore.

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Elisa Migliorini
Elisa Migliorinihttps://www.linkedin.com/in/elisa-migliorini-0024a4171/
Laureata in Giurisprudenza presso l'Università di Firenze. Approfondisce i temi legati all'IVA ed alla normativa fiscale domestica oltre ad approfondire aspetti legati al diritto societario.
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