Un nuovo quadro fiscale si sta delineando per le partita Iva e studi associati. Flat Tax a favore di chi opera in forma individuale, fusioni senza oneri aggiuntivi e acconti a rate. Ecco solo alcuni degli elementi chiave introdotti dalla Legge Delega di Riforma Fiscale.
Sono attualmente in corso i lavori di definizione delle nuove linee guida fiscali per i professionisti e gli studi associati, in accordo con quanto stabilito dalla Legge Delega di Riforma Fiscale. Di seguito troverai una panoramica delle modifiche più significative in arrivo.
La novità di spicco è certamente l’introduzione della “neutralità fiscale” per le aggregazioni professionali. Attualmente, uno studio che si unisce a società tra professionisti (Stp) subisce delle penalizzazioni fiscali. Per risolvere questa complessa questione, il governo prevede di eliminare tali penalità e rendere le operazioni fiscali sostanzialmente neutre dal punto di vista fiscale.
Inoltre, sono in fase di pianificazione ulteriori cambiamenti relativi alle spese addebitate e ai contributi. Per favorire le partite Iva, si sta considerando l’adozione di un nuovo metodo di calcolo del reddito che includa tutti i valori e le somme percepite, al fine di semplificare il processo di determinazione del reddito dei professionisti.
L’ultimo aspetto che influenzerà le partite Iva riguarda il graduale superamento dell’IRAP, come previsto dalla Riforma Fiscale, che si pone come obiettivo l’abolizione di tale imposta e l’introduzione di una sovraimposta sull’IRES. Tuttavia, sorge una questione legata alle risorse finanziarie necessarie, e non è ancora chiaro se siano già disponibili i fondi per avviare il processo di riduzione dell’IRAP già a partire dal 2024.
Esamineremo ora in dettaglio questi tre punti cruciali che avranno significative implicazioni per i professionisti e gli studi associati.
Studi associati: neutralità fiscale e flat tax
La Legge Delega di Riforma Fiscale prevede l’introduzione del principio di neutralità fiscale. L’obiettivo ambizioso che si pone il governo è quello di progettare un sistema fiscale in cui le imposte non influenzino in modo eccessivo o distorsivo le decisioni economiche.
Un settore particolarmente colpito dalle penalizzazioni fiscali è senza dubbio quello degli studi associati. Attualmente, quando uno studio si unisce a una società tra professionisti (Stp), affronta uno svantaggio fiscale importante. Il governo è al lavoro per eliminare queste penalizzazioni al fine di promuovere l’unione in società tra professionisti. La commissione sull’IRPEF, istituita dal viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ipotizza di risolvere la spinosa questione mediante l’applicazione di un meccanismo simile a quello delle imprese, che prevede che tutte le operazioni straordinarie siano trattate in modo fiscalmente neutro.
La rimozione delle penalità per l’unione tra professionisti avrà un impatto opposto rispetto all’inizio dello scorso anno, in cui si era previsto il passaggio da 65.000 a 85.000 € per aderire al regime forfettario. Non è di certo un caso, che dal 1° gennaio 2023 molti studi associati abbiano preferito operare a livello individuale per beneficiare della flat tax con il forfait al 15%.
I dati parlano da soli. Nel primo trimestre del 2023, il 54,5% delle nuove partite IVA ha optato per il regime forfettario, raggiungendo così la percentuale più alta mai registrata. Rimane però ancora incerto se la flat tax incrementale prevista per il 2023, a favore degli autonomi con il regime di tassazione ordinario, sarà confermata anche per il prossimo anno.
Legge Delega: nuovi calcoli per costi e contributi addebitati
La Legge Delega stabilisce il metodo per determinare il reddito dei professionisti, mediante l’inclusione di tutte le somme e i valori percepiti. Sono diverse le proposte su cui il governo è al lavoro.
In prima battuta, un problema importante per le partita Iva è quello relativo alle spese addebitate in modo analitico ai clienti. Il governo intende risolvere la questione in questo modo: da un lato, il professionista sarà tenuto a dettagliare in fattura le spese; dall’altro lato, non subirà nessuna ritenuta e non dovrà includere nulla nel suo reddito. Si tratta di una grande novità rispetto alle modalità attuali che permettono di escludere le spese dalla base imponibile, solo nel caso siano direttamente sostenute dal committente, il che spesso risulta impraticabile, ad esempio, nel caso dei pasti e simili.
In secondo luogo, si prevede una riduzione delle ritenute fiscali applicate sui compensi ricevuti per i professionisti che si avvalgono di dipendenti o collaboratori “in via continuativa”. In questo caso, la trattenuta standard del 20% risulta eccessiva per coloro che affrontano costi significativi, ma ancora non si conosce l’entità di quella che sarà la reale diminuzione.
Infine, la Legge Delega propone l’equiparazione del trattamento fiscale tra l’acquisto in leasing e l’acquisto in proprietà degli immobili strumentali. Tale ipotesi potrebbe scattare per gli acquisti effettuati a partire dal 2024. Ma non solo. I professionisti potrebbero godere della deduzione completa dei contributi obbligatori, con la possibilità di trasferirli al reddito complessivo nel caso in cui il reddito della propria categoria professionale risulti insufficiente.
Legge Delega: riduzione dell’Irap e rateizzazione al via
Gli studi associati e le società di persone sono in una posizione vantaggiosa in quanto potranno beneficiare del “graduale superamento” dell’IRAP previsto dalla Legge Delega. Tuttavia, resta incerto se ci saranno le risorse necessarie nella prossima legge di bilancio per avviare la riduzione dell’IRAP già a partire dal 2024.
In aggiunta, c’è la possibilità che molti professionisti, titolari di partita IVA, possano beneficiare del rinvio dell’acconto di novembre, come annunciato dal relatore del Ddl delega alla Camera, Alberto Gusmeroli. Si sta valutando l’ipotesi che i professionisti con ricavi al di sotto di una specifica soglia, che è ancora in fase di definizione, possano dilazionare il pagamento in sei rate mensili a partire da gennaio 2024.
Conclusioni
Nel panorama attuale, stanno prendendo forma nuove direttive fiscali per i professionisti e gli studi associati, con un focus sulla neutralità fiscale per le aggregazioni professionali, la semplificazione del calcolo del reddito e la progressiva eliminazione dell’IRAP. Ecco una panoramica dei tre punti chiave:
- Neutralità fiscale per le aggregazioni professionali: lo scopo è quello di eliminare le penalità fiscali che rendono più gravoso l’unione a una società tra professionisti (Stp);
- Modifiche alle spese addebitate e ai contributi: è in fase di valutazione l’adozione di un nuovo metodo di calcolo del reddito che includa tutti i valori e le somme percepite;
- Graduale superamento dell’Irap: resta in sospeso la questione delle coperture finanziarie, e non è ancora chiaro se siano già disponibili i fondi per partire dal 2024.
Le disposizioni concernenti il reddito dei professionisti rappresentano un onere fiscale relativamente modesto per le finanze pubbliche. È verosimile che saranno tra le prime riforme a essere implementate. Rimane da attendere la presentazione dei testi e delle relazioni da parte delle Commissioni, il cui termine è fissato entro il 20 settembre.