In arrivo un’importante novità per i possessori di partita Iva. Sembra infatti ormai certo che il maxi acconto della tassazione previsto per novembre sarà rinviato a gennaio con la possibilità per gli autonomi di dilazionare il pagamento fino a 6 rate.


Novembre è sempre stato un mese ricco per le casse pubbliche ma meno piacevole per i lavoratori autonomi, tenuti a pagare entro il 30 del mese le somme emerse dalla dichiarazione dei redditi relative al secondo acconto IRPEF, IRES, IRAP e imposte sostitutive. Con la novità che si vuole introdurre già per il 2023 invece i possessori di partita Iva potranno tirare un sospiro di sollievo, vedendosi applicare lo stesso schema rateale già consentito per la scadenza di giugno e potendo iniziare a pagare da gennaio 2024. L’appuntamento fiscale di novembre quindi salterebbe.

La novità è già entrata a tutti gli effetti tra i criteri direttivi della legge delega in materia di riforma fiscale, ma la sfida è ora portare a compimento la misura già per l’anno in corso.

Obiettivo: più equa distribuzione del carico fiscale

Nelle intenzioni del Governo il rinvio dell’acconto di novembre lo si vorrebbe far partire già dall’anno in corso, come anche dichiarato di recente da Alberto Gusmeroli, responsabile Fisco della Lega e relatore del disegno di legge delega di riforma del Fisco.

Autonomi e professionisti, grazie a questa novità (in realtà richiesta da diversi anni dai diretti interessati) potranno dire addio al pagamento delle tasse in anticipo. Ricordiamo infatti che la scadenza di novembre consisteva nel pagamento delle imposte per l’anno successivo senza neanche sapere quando avrebbero fatturato realmente.

L’obiettivo di questo intervento mira sicuramente ad una maggiore flessibilità nei pagamenti, oltre ad una più equa distribuzione del carico fiscale, riducendo l’impatto che il versamento in un’unica soluzione gravava sulle partite Iva.

Rinvio acconto novembre: riguarderà tutti gli autonomi?

Entrando nel merito della misura che si vuole mettere in atto occorre fare alcune precisazioni.

Il rinvio dell’acconto della tassazione di novembre non riguarderà tutti gli autonomi. Allo studio è infatti un meccanismo volto a delimitare la platea dei contribuenti interessati, con la previsione di un limite di fatturato. Si starebbe pensando di iniziare con coloro che hanno un fatturato modesto, sebbene il limite non sia stato ancora tracciato. Il più papabile su cui si sta discutendo sembrerebbe comunque essere un fatturato annuo che non superi i 500 mila euro.

Se così fosse l’iniziativa potrebbe coinvolgere una platea di circa 3 milioni di soggetti che si vedrebbero così rimandare l’odiato acconto di novembre.

Quando poi la misura entrerà a regime, invece, saranno coinvolte tutte le partite Iva.

Nuova modalità di pagamento dell’acconto

L’acconto di novembre anzichè essere pagato in un’unica soluzione potrà essere dilazionato in 6 rate da gennaio a giugno dell’anno successivo (che è quello a cui l’acconto si riferisce). Se quindi andasse in porto già per quest’anno la prima rata potrà essere pagata a partire da gennaio 2024.

In questo modo i lavoratori autonomi avrebbero la possibilità di pagare la tassazione quasi mensilmente se si pensa che l’acconto coprirebbe il primo semestre dell’anno e che il saldo, risultante dal conguaglio della dichiarazione dei redditi di giugno, potrà anch’esso essere rateizzato fino a ottobre.

Come abbiamo detto sono ancora da definire i requisiti effettivi per beneficiare della rateizzazione del secondo acconto di novembre. Sono al vaglio in queste settimane diverse ipotesi su cui si stanno concentrando le simulazioni del Ministero dell’Economia con il fine di non gravare sui conti pubblici, in vista anche di una Legge di Bilancio che potrà fare affidamento su scarse risorse.

Rinvio acconto novembre lavoratori autonomi non grava sulle casse dello Stato

Un aspetto su cui è stata posta l’attenzione è l’eventuale peso che un tale intervento potrebbe portare alle casse dello Stato.

Come è stato però specificato dallo stesso padre della norma fiscale Gusmeroli, trattandosi di un rinvio non si porrebbe il problema di ricercare risorse per attuare questa misura. E anche secondo Istat ed Eurostat una misura di questa portata non necessita di coperture. Si potrebbe parlare di ammanco di cassa, pari a 9 miliardi di euro, se il rinvio dell’acconto riguardasse tutte le partite Iva. Ecco perché, se la riforma partirà davvero quest’anno verrà limitata a chi ha un fatturato medio-basso.

Si tratta solo di capire, nonostante le certezze profuse dal Governo, se ci saranno effettive possibilità a disposizione per l’avvio della rateizzazione del secondo acconto già nel 2023. Ed è dalla NaDEF, da approvare entro il 27 settembre, che si attendono quindi tutti i dettagli del caso, anche per permettere una corretta pianificazione degli appuntamenti con il Fisco del prossimo autunno.

Necessità di intervenire anche sui lavoratori dipendenti

Parlando sempre per ipotesi, se il rinvio e la rateizzazione dell’acconto di novembre andasse in porto già quest’anno per gli autonomi si renderà necessario agire anche con interventi a favore dei lavoratori dipendenti.

L’ipotesi più accreditata sembrerebbe quella di anticipare la detassazione della tredicesima per coloro che hanno redditi più bassi (si parla di un tetto fissato intorno ai 20-25 mila euro). Anche in questo caso però occorrerà attendere il Def che sarà licenziato il prossimo 27 settembre 2023 e capire quante risorse riuscirà a trovare il Governo.

Conclusioni

Non sembrerebbero esserci intralci al rinvio dell’acconto di novembre per i lavoratori autonomi. La certezza la si avrà comunque con la nota di aggiornamento del Def prevista a fine settembre.

Il Governo sta facendo pressioni per introdurre la novità già per il 2023, consentendo anche la possibilità di una rateizzazione fino a 6 tranches. In un primo momento però l’agevolazione riguarderà solo i possessori di partita Iva con fatturato annuo moderato, per poi estendere successivamente a regime la misura a tutti gli autonomi indistintamente.

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