5 Paesi dove le plusvalenze finanziarie sono esenti da imposte

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Paesi senza imposta sulle plusvalenze: guida pratica al trasferimento di residenza fiscale per azioni, partecipazioni e investimenti finanziari esteri

Negli ultimi anni, sempre più persone stanno considerando il trasferimento di residenza all’estero, alla ricerca di giurisdizioni fiscali favorevoli. Per chi realizza plusvalenze finanziarie, come quelle derivanti dalla vendita di partecipazioni societarie o azioni, esistono alcuni paesi che non applicano alcuna tassazione su questo tipo di reddito. In questo articolo scopriremo cinque paesi dove è possibile godere di vantaggi fiscali significativi, rendendo l’investimento più redditizio e snellendo gli obblighi fiscali.

Vedremo insieme i dettagli relativi a Hong Kong, Svizzera, Singapore, Principato di Monaco e Belgio, analizzando le peculiarità di ciascuno di questi sistemi fiscali, nonché le condizioni e le possibili eccezioni legate alla residenza fiscale e alla normativa in vigore.

Plusvalenze finanziarie e tassazione internazionale

Le plusvalenze finanziarie sono guadagni derivanti dalla vendita di attività finanziare, come azioni, obbligazioni, partecipazioni societarie, e altri strumenti di investimento. In molti paesi, queste plusvalenze sono soggette a tassazione, ma esistono alcune giurisdizioni che adottano politiche favorevoli per attrarre investitori e capitali esteri, esentando queste rendite dalle imposte.

Per sfruttare questi vantaggi è essenziale considerare attentamente il trasferimento di residenza fiscale, poiché molti di questi regimi fiscali richiedono che l’individuo sia effettivamente residente nel paese. Una pianificazione accurata e l’assistenza di un dottore commercialista possono fare la differenza tra una strategia di investimento vincente e potenziali problemi fiscali.

Negli ultimi anni sempre più investitori mi contattano dopo aver già realizzato plusvalenze su conti esteri, spesso senza aver pianificato correttamente il trasferimento di residenza fiscale e gli adempimenti italiani collegati. In molti casi emergono criticità su monitoraggio fiscale, quadro RW e rischio di doppia imposizione perché il cambio di Paese è stato guidato solo dalla convenienza sulle aliquote, senza una strategia complessiva.

Gli errori ricorrenti che riscontro sono sostanzialmente due: il trasferimento dei portafogli all’estero prima che la residenza fiscale sia effettivamente “uscita” dall’Italia e la sottovalutazione delle regole antiabuso legate ai Paesi black list. L’esperienza dimostra che una pianificazione preventiva del percorso di uscita, con una chiara ricostruzione documentale, costa molto meno – in termini economici e psicologici – rispetto alla gestione di un accertamento a posteriori.

Di seguito, esploreremo nel dettaglio le caratteristiche fiscali di ciascuno dei cinque paesi selezionati.

1. Hong Kong

Non c’è posto al mondo che possa reggere il confronto con un Paese come Hong Kong. Si tratta di un luogo che da anni è fulcro di investitori, banchieri ed espatriati allo stesso modo, l’economia più libera del mondo sicuramente non impone tasse sulle plusvalenze. Da anni Hong Kong è uno dei posti migliori al mondo per gli investitori finanziari. E la Regione amministrativa speciale della Cina è un bastione di espatriati, con banchieri e professionisti provenienti da tutto il mondo. Come parte della sua tradizione di rispetto per il capitale, Hong Kong non tassa le plusvalenze.

Le eccezioni sono le azioni emesse ai dipendenti come parte di un pacchetto retributivo (c.d. “stock option“). Queste sono tassate all’aliquota forfettaria dell’imposta sul reddito delle persone fisiche. Il potenziale problema con questa forma di retribuzione è che i lavoratori che lasciano il Paese prima di aver ricevuti tutti i proventi delle loro azioni probabilmente si troveranno nella situazione di dover pagare le tasse in due paesi, poiché Hong Kong ha pochi trattati sulla doppia imposizione. Le azioni e le opzioni illimitate sono, tuttavia, esenti da imposte sulle plusvalenze.

L’unica accortezza da tenere presente è che il futuro di Hong Kong come economia libera è sicuramente incerto. Per questo motivo è utile prestare attenzione a questo aspetto in un ottica di trasferimento di residenza nel Paese per sfruttare il regime di esenzione da tassazione sulle plusvalenze finanziarie.

Hong Kong fa parte della lista dei Paesi Black List per il trasferimento di residenza delle persone fisiche.

Caso pratico

Un caso tipico che incontro in consulenza è quello dell’investitore che desidera trasferirsi a Hong Kong o Singapore con l’unico obiettivo di azzerare la tassazione sulle plusvalenze, continuando però a mantenere in Italia legami personali e patrimoniali molto forti. In queste situazioni il vero rischio non è tanto la normativa del Paese di arrivo, quanto la probabile contestazione della residenza fiscale italiana, con recupero a tassazione di tutti i redditi e delle plusvalenze come se il contribuente non fosse mai “uscito”.

Nel lavoro di analisi è spesso necessario far emergere in modo molto chiaro che senza un effettivo spostamento del centro degli interessi e della dimora abituale, l’operazione viene facilmente letta dall’Amministrazione finanziaria come meramente elusiva. Per questo, prima di parlare di tassazione zero sulle plusvalenze, occorre verificare se esistono le condizioni concrete per dimostrare una residenza estera solida e difendibile nel tempo

2. Svizzera

La Svizzera è uno dei rinomati centri bancari e depositi di ricchezza del mondo e fa parte della lista dei Paesi che non prevedono tassazione sulle plusvalenze sulle negoziazioni di titoli. I guadagni derivanti dalla vendita di proprietà private non sono tassabili a livello federale mentre i guadagni derivanti da proprietà commerciali sono tassati come reddito. Le tasse cantonali e comunali sono comunque dovute su entrambi i tipi di proprietà.

La Svizzera tassa le plusvalenze su altri investimenti e azioni se fai trading per vivere, ma per il resto non ci sono plusvalenze. Inoltre, gli stranieri potrebbero essere in grado di avvalersi di un regime di flat tax (per approfondire: “Regimi fiscali per impatriati in Europa“) che potrebbe ridurre la loro imposta sulle plusvalenze anche se commerciano per vivere. Con le aliquote fiscali progressive della Svizzera, più a lungo si possiede un immobile, minore è l’imposta. Per i beni immobili si applicano le norme cantonali, con un carico fiscale compreso tra il 25% e il 50%. Dopo quattro o cinque anni di proprietà, è consentito uno sgravio massimo dal 50% al 70% dell’imposta dovuta. Possono essere imposti guadagni a breve termine fino al 50% per gli immobili venduti entro i primi quattro o cinque anni.

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La Svizzera non più fa parte della lista dei Paesi Black List per il trasferimento di residenza delle persone fisiche a partire dal 2024.

3. Singapore

Singapore ha abolito completamente le tasse sulle plusvalenze, incoraggiando gli espatriati in tutto il mondo a investire e aiutare il paese a crescere. Singapore si unisce ancora una volta alla lista delle nazioni che offrono incentivi competitivi per imprenditori e capitali. 

La città-stato nel suo insieme è nota per essersi resa attraente per il flusso di capitali stranieri nella sua piccola giurisdizione e per ricevere una solida base per la sicurezza bancaria, nonché per gli incentivi fiscali. Pertanto, non vi è alcuna imposta sulle plusvalenze a Singapore. Mentre alcuni elementi della politica finanziaria sono diventati più rigidi per gli espatriati e i nuovi arrivati ​​nel paese, Singapore rimane ancora una scelta solida per le nazioni di lingua inglese a bassa tassazione.

Singapore fa parte della lista dei Paesi Black List per il trasferimento di residenza delle persone fisiche.

4. Principato di Monaco

Il Principato di Monaco è sicuramente uno degli stati più ricchi del mondo. Le persone più ricche del mondo scelgono di venire a vivere ed investire nel Paese. Il Principato è un Paese che non prevede tassazione, quindi non sarai gravato dall’imposta sulle plusvalenze. Questo a meno che tu non sia francese, solo in questo caso è prevista la tassazione francese sulle plusvalenze. 

Monaco è tra i paradisi fiscali più conosciuti e una calamita per gli ultra ricchi. La piccola nazione non impone tasse sulle plusvalenze, ad eccezione dei cittadini francesi. Monaco comprende i vantaggi di creare un ambiente fiscale e imprenditoriale che sia attraente per la ricchezza straniera e quindi rispetta le plusvalenze generalmente senza tassazione.

Il micro-paese offre molti percorsi per la residenza e può essere una parte utile della tua strategia di guadagni in conto capitale se sei un imprenditore di alto livello che cerca di elevare i tuoi investimenti.

Il Principato di Monaco fa parte della lista dei Paesi Black List per il trasferimento di residenza delle persone fisiche.

5. Belgio

Il Belgio ha un sistema fiscale piuttosto esigente, ma nessuna imposta sulle plusvalenze. Le plusvalenze in Belgio non sono esentasse al 100%. Il fattore decisivo per stabilire se le plusvalenze sono tassabili è se sono realizzate privatamente o possono essere conferite a un’attività commerciale o professionale.

Generalmente, se le plusvalenze possono essere considerate parte della normale gestione privata dei beni personali, non sono tassate. Tuttavia, questa distinzione è in gran parte soggettiva e spesso determinata dalla giurisprudenza su base individuale. Se, ad esempio, vendi le tue azioni poco dopo averle acquisite o c’è una grande differenza tra il prezzo di acquisto e quello di vendita, la tua attività potrebbe costituire un’intenzione speculativa e assoggettarti a un’imposta sulle plusvalenze del 33%.

Le plusvalenze realizzate da una società sono soggette alla normale aliquota dell’imposta sulle società del 25%. Le altre plusvalenze che comportano una “partecipazione rilevante” sono tassate con un’aliquota del 16,5%. Esistono anche regole speciali che si applicano a fusioni e scissioni, perdite e azioni di società commerciali e plusvalenze derivanti da proprietà intellettuale, royalties, etc. In generale, tutte le plusvalenze private su azioni sono esenti da imposta ad eccezione dei titoli a reddito fisso.

Anche la tua abitazione di residenza privata è esente da tasse purché l’abbiate occupata per almeno un anno prima della cessione. Qualsiasi altro edificio venduto entro cinque anni dall’acquisto è tassato con un’aliquota del 16,5%. In caso contrario, è anche esentasse. 

Le plusvalenze derivanti dalla vendita di terreni non edificati sono tassati con un’aliquota del 33% a meno che il terreno non venga venduto dopo averlo detenuto per almeno otto anni. Infine, se benefici del regime speciale di imposta sul reddito degli impatriati, le regole si applicano solo alle plusvalenze di origine belga.

Il Belgio non è esattamente un paese a bassa tassazione, anche per quanto riguarda l’Europa, ma il suo tasso di plusvalenza pari a zero nella maggior parte dei casi è uno dei migliori in Europa. Anche i Paesi Bassi non tassano i rendimenti degli investimenti, ma impongono una sorta di imposta patrimoniale sugli investimenti.

Considerazioni sul trasferimento di residenza all’estero

L’obiettivo che mi sono posto in questo articolo è quello di farti avere una visione d’insieme di alcuni Paesi da valutare se sei un investitore ed intendi trasferirti in un Paese che non prevede tassazione sulla plusvalenze finanziarie. Naturalmente devi prestare molta attenzione ad effettuare una corretta procedura di trasferimento di residenza in questi paesi. Infatti, come avrai visto quattro dei paesi elencati (Hong Kong, Svizzera, Singapore e Principato di Monaco) sono considerati Paesi black list per il trasferimento di residenza delle persone fisiche.

Per questo motivo, devi prestare attenzione al fatto che trasferirti in questi Paesi comporta l’inversione dell’onere della prova in caso di accertamento della residenza fiscale e sanzioni molto elevate in caso di trasferimento di residenza estero fittizio. Approcciare correttamente al proprio trasferimento di residenza è fondamentale per non vedersi vanificare dalle sanzioni l’esenzione da tassazione sulle plusvalenze finanziarie.

Il punto è che questi posti esistono perché vogliono la tua attività ei tuoi soldi e sono disposti a creare incentivi fiscali interessanti per ottenerli. Tutto ciò che ti resta da fare è determinare quale giurisdizione funziona meglio come parte della tua strategia offshore personale. Il tutto, sempre nel rispetto della normativa fiscale nazionale e convenzionale sul trasferimento di residenza delle persone fisiche.

Come imposto in concreto la pianificazione

Quando seguo un trasferimento di residenza verso Paesi a bassa o nulla tassazione sulle plusvalenze, il punto di partenza non è mai l’aliquota, ma la fotografia completa della posizione italiana: residenza anagrafica e fiscale, iscrizione o meno all’AIRE, composizione del patrimonio, legami familiari e professionali ancora presenti in Italia. Su questa base si analizzano le regole convenzionali, le eventuali black list e le possibili aree di rischio in caso di controllo.

Definita la strategia, si lavora su tre livelli: la tempistica (anno di uscita, gestione delle plusvalenze già maturate, eventuale realizzo prima o dopo il trasferimento), la sostanza del nuovo insediamento estero (casa, lavoro, interessi economici e personali) e la documentazione da predisporre e conservare per dimostrare nel tempo la genuinità del trasferimento. Questo approccio strutturato consente di ridurre al minimo il rischio che l’Agenzia delle Entrate qualifichi il trasferimento come fittizio, vanificando in un attimo il vantaggio fiscale sulle plusvalenze

Consulenza fiscale online

Stai programmando il tuo trasferimento della residenza all’estero? Per lasciare l’Italia in maniera stabile e duratura, non devi commettere l’errore di trascurare l’attenta valutazione degli aspetti fiscali legati a questa tua nuova scelta di vita. Anzi, programmare il trasferimento dal punto di vista fiscale è uno degli aspetti più impegnativi su cui dovrai concentrarti.

Questo passaggio soltanto se fatto con i giusti accorgimenti ti permetterà di stare sereno in caso di eventuali successivi controlli dell’Amministrazione finanziaria. Se hai trovato interessante questo articolo che ho realizzato sicuramente ti sarà utile approfondire anche gli argomenti che ho affrontato in questi due ulteriori contributi:

Un percorso già testato sui trasferimenti

Negli ultimi anni ho seguito numerosi trasferimenti di residenza verso Paesi a fiscalità agevolata sulle plusvalenze (come Svizzera, Regno Unito, Principato di Monaco e altre giurisdizioni a bassa tassazione), affinando un percorso di lavoro che riduce al minimo le aree grigie e gli imprevisti nei rapporti con il Fisco italiano. Ogni consulenza parte da una checklist documentale precisa e da un’analisi numerica degli impatti fiscali, così che il contribuente sappia in anticipo cosa comporta, in termini concreti, spostare la residenza prima o dopo determinate operazioni su azioni, partecipazioni o strumenti finanziari.

L’obiettivo è che tu esca dalla consulenza con un piano operativo chiaro: dove e quando trasferirti, quali adempimenti curare in Italia e all’estero, come gestire i tuoi investimenti nel periodo di transizione e quali prove raccogliere per poterti difendere efficacemente in caso di controlli futuri. In questo modo il vantaggio di risiedere in un Paese senza imposta sulle plusvalenze si traduce in un beneficio reale e sostenibile, e non in un semplice risparmio “sulla carta” esposto al rischio di contestazioni.

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    Federico Migliorini
    Federico Migliorinihttps://fiscomania.com/federico-migliorini/
    Dottore Commercialista, Tax Advisor, Revisore Legale. Aiuto imprenditori e professionisti nella pianificazione fiscale. La Fiscalità internazionale le convenzioni internazionali e l'internazionalizzazione di impresa sono la mia quotidianità. Continuo a studiare perché nella vita non si finisce mai di imparare. Se hai un dubbio o una questione da risolvere, contattami, troverò le risposte. Richiedi una consulenza personalizzata con me.
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