Il Decreto sostegno dovrebbe essere varato entro la prossima settimana, tra le misure previste ce ne sono alcune riguardanti le Partite IVA. Vediamo quali sono.

Tra le misure previste dal Decreto Sostegno, c’è l’estensione della Cassa Integrazione Covid, il blocco dei licenziamenti prorogato al 30 giugno, l’erogazione di contributi a fondo perduto anche per le Partite IVA senza la distinzione in Codici ATECO, con il vincolo della perdita di fatturato, bonus 3.000 euro in favore dei lavoratori autonomi, stagionali e intermittenti, la previsione dei congedi parentali in alternativa al Bonus baby sitter.

A disposizione dell’esecutivo ci sono circa 40 miliardi, una cifra che supera i 32 miliardi previsti inizialmente dallo scostamento di bilancio per il 2021.

Vediamo quali sono le misure disposte in favore delle Partite IVA.

Misure per le partite IVA

Bonus 3.000 euro per partite IVA e professionisti

Il Decreto Sostegno dovrebbe essere approvato nella giornata di domani, venerdi 19 marzo, ad oggi si parla di un bonus 3.000 euro per le Partite Iva, calcolato sulla base di percentuali delimitate da 5 fasce di reddito. 

Il Bonus troverebbe applicazione anche in favore degli iscritti agli Albi professionali (avvocati, commercialisti, architetti, ingegneri, ecc…), le piccole e medie imprese che hanno registrato cali di fatturato, oltre a 800 mila professionisti e Partite Iva.

Il bonus parte da un minimo di 1.000 euro per le persone fisiche, fino a un contributo di 3.000 euro per le Partite Iva.

Le imprese potranno beneficiare di un bonus fino a 150.000 euro.

Chi potrà beneficiare del Bonus 3.000 euro?

Potranno beneficiare del Bonus:

  • Persone fisiche, importo fino a 1.000 euro;
  • Titolari di Partita Iva, importo fino a 3.000 euro;
  • Professionisti (avvocati, commercialisti, architetti, ingegneri);
  • Imprese di dimensioni piccole o medie, anche artigiane;
  • Gli iscritti alle gestioni separate delle diverse Casse previdenziali in possesso dei requisiti richiesti.

Per beneficiare del bonus occorre aver avuto un fatturato nel 2019 non superiore a 10 milioni di euro e perdite di fatturato nel 2020 pari ad almeno il 33% rispetto al 2019.

Gli aiuti non saranno superiore del 30% delle perdite subite.

Gli aiuti dovrebbero partire da un minimo di 1.000 euro per le persone fisiche, a 3.000 euro per le partite Iva, fino a un massimo 150.000 euro per le imprese (anche artigiane), con 5 fasce percentuali in base al reddito.

Attualmente è previsto:

  • 60% per le imprese con fatturato fino a 100.000 euro;
  • 50% per le imprese con fatturato tra 100.000 e 400.000 euro;
  • 40% per le imprese con fatturato tra 400.000 e un milione;
  • 30% per le imprese con fatturato tra uno e 5 milioni;
  • 20% per le imprese con fatturato tra 5 e 10 milioni.

I contributi erogati non concorrono alla formazione del reddito imponibile.

Per quanto riguarda l’erogazione, si procederà come con i precedenti contributi riconosciuti dal Decreto Ristori.

Come è calcolato l’importo?

Per calcolare il bonus per le imprese medie e piccole occorre tenere in considerazione la perdita mensile media, moltiplicata per due.

Ad ogni fascia reddituale si dovrà applicare al valore ottenuto la percentuale corrispondente, 30%, 25%, 20%, 15% e 10%.

Il Corriere della Sera ha riportato questo esempio: Per un’impresa il cui fatturato è calato da 120.000 euro nel 2019 a 60.000 euro nel 2020, la perdita annuale ammonta a 60.000 euro.

Quest’ultimo valore deve essere diviso per i 12 mesi dell’anno, ottenendo la perdita media mensile, ovvero 5.000 euro. Esso va poi moltiplicato per due e si ottiene 10.000. Su 10.000 si calcola il 30%, per ottenere il valore del contributo spettante.

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2 COMMENTI

  1. Salve, quale regola si applica per coloro che hanno aperto partita Iva dopo il 1 gennaio 2019? Grazie

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