La NASPI, ovvero l’indennità di disoccupazione, è un’erogazione mensile che viene garantita ai lavoratori che perdono il lavoro. Entrando in uno stato di disoccupazione, e presentando apposita richiesta all’INPS, è possibile accedere a questa particolare indennità.
L’indennità è rivolta a chi aveva un rapporto di lavoro di tipo subordinato, ed ha perso in modo involontario la propria occupazione. Tra gli aventi diritto vi sono anche gli apprendisti, e i soci di cooperative, titolari di un rapporto di lavoro di tipo subordinato. Sono inclusi i dipendenti determinati delle amministrazioni pubbliche e il personale artistico.
La NASPI è un’erogazione mensile da richiedere subito, appena si perde il lavoro in modo involontario. L’erogazione parte dall’ottavo giorno successivo a quando finisce il rapporto di lavoro. per un numero di settimane pari alla metà delle settimane contributive presenti negli ultimi quattro anni. Sotto il profilo monetario l’indennità corrisposta è pari al 75% del pagamento mensile erogato dall’azienda (che va poi riducendosi nel tempo del 3% ogni mese a decorrere dal primo giorno del sesto mese di fruizione. La riduzione scatta dall’ottavo mese se il beneficiario ha compiuto 55 anni alla data di presentazione della domanda).
NASPI e lavoro occasionale
L’indennità di disoccupazione NASPI cessa nel momento in cui il lavoratore svolge un’attività lavorativa a tempo determinato di almeno 6 mesi, a tempo indeterminato o mediante partita IVA. Lo stesso accade per una nuova occupazione anche in paesi diversi dall’Italia, ma appartenenti all’Unione Europea.
Lo svolgimento di attività lavorativa occasionale, quindi, non è incompatibile per il percepimento della NASPI. Il lavoro occasionale riguarda:
Il lavoratore in disoccupazione può svolgere dei lavori di tipo occasionale senza perdere l’indennità di disoccupazione fornita dalla NASPI. |
Prestazioni occasionali
Le prestazioni occasionali sono attività lavorative svolte saltuariamente sotto la direzione altrui. Devono essere svolte rispettando precisi limiti di compenso percepito:
- Complessivamente non oltre € 5.000 annui;
- Con la stessa azienda entro i € 2.500 annui.
I redditi derivanti dallo svolgimento di prestazione occasionale sono interamente cumulabili con l’indennità NASPI, senza che vi sia alcuna riduzione o sospensione dell’indennità mensile. Di fatto, quindi il lavoratore ha la possibilità di svolgere nell’anno prestazioni occasionali (sotto direzione del committente) entro il limite di € 5.000 annue, senza obbligo di comunicazione INPS e senza riduzione della NASPI.
Lavoro autonomo occasionale
Il lavoro autonomo occasionale è un’attività professionale saltuaria che si caratterizza per la mancanza di subordinazione e coordinamento da parte del committente. Si tratta di prestazioni a carattere intellettuale svolte in modo episodico, senza limiti di compenso.
Lo svolgimento di attività di lavoro autonomo occasionale è compatibile con la NASPI, se il compenso non supera i 5.500 euro (in questo caso, infatti, le detrazioni di cui all’art. 13 del TUIR coprono l’imposta dovuta). L’indennità di disoccupazione deve essere ridotta all’80% del valore percepito. Affinché possa essere effettuata questa riduzione il lavoratore è tenuto ad effettuare apposita comunicazione all’INPS del compenso e del periodo in cui si svolgerà l’attività di lavoro autonomo occasionale.
Una volta superata la soglia di € 5.500 lorde annue, viene meno lo stato di disoccupazione e quindi si perde il diritto alla NASPI.
La comunicazione del lavoro autonomo occasionale all’INPS
Lo svolgimento di attività di lavoro autonomo occasionale richiede la comunicazione all’INPS degli importi percepiti. Per questo è necessario prestare il Modello NASpI COM. Per farlo è sufficiente accedere all’area riservata sul sito dell’Inps con le tue credenziali SPID e compilare il modello.
In caso di attività autonoma intrapresa successivamente alla presentazione della domanda, il beneficiario di NASPI, entro un mese dal suo inizio, dovrà darne comunicazione all’INPS e dichiarare il reddito annuo presunto tramite il modello NASPI COM. La mancata comunicazione, entro i suddetti termini, dello svolgimento di una attività lavorativa e del relativo reddito presunto – anche se pari a zero – comporta la decadenza dalla NASPI. Gli iscritti alla Gestione Separata e coloro che svolgono attività autonoma dovranno dichiarare il reddito annuale presunto ogni anno.
Apertura della partita IVA
Chi intende avviare un’attività lavorativa autonoma o d’impresa individuale o vuole sottoscrivere una quota di capitale sociale di una cooperativa, nella quale il rapporto mutualistico ha come oggetto la prestazione di attività lavorativa da parte del socio, dopo l’accoglimento della domanda di NASPI, può richiedere la liquidazione anticipata e in un’unica soluzione della NASPI.
Ad esempio, se si decide di aprire una partita IVA individuale è possibile presentare all’INPS la domanda per ottenere la liquidazione in unica soluzione della NASPI ancora da liquidare.
La dichiarazione può essere effettuata entro 30 giorni dalla domanda o dall’avvio dell’attività, tramite il servizio NASpI -Com: invio comunicazione, accessibile dalla stessa scheda con SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) almeno di Livello 2, CIE (Carta Identità Elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi) o con Codice Fiscale e PIN dispositivo. In ogni caso, il reddito presunto deve essere comunicato entro il 31 gennaio di ogni anno.
Sanzioni per la ricezione indebita dell’indennità
Il soggetto che si trova in uno stato di disoccupazione e percepisce NASPI può incorrere a sanzione nel momento in cui viene nuovamente impiegato in un lavoro dipendente, o avvia un’attività autonoma remunerativa, e non lo comunica all’INPS, continuando a percepire l’indennità.
In questo caso sono previste delle sanzioni, perché il lavoratore che non comunica l’avvenuto cambio dello stato di disoccupazione può incorrere in multe che possono arrivare anche al datore di lavoro stesso. In particolare si tratta della situazione per cui il soggetto continua a percepire la NASPI pur lavorando in nero per un datore di lavoro.
Il datore di lavoro può incorrere in sanzioni anche di ingente entità, e anche il lavoratore stesso rischia delle multe. In linea generale l’indennità di disoccupazione è pensata per chi si trova in uno stato di disoccupazione involontaria, e se da un lato ammette la concomitanza di un lavoro come quello relativo alle prestazioni occasionali, dall’altro non è possibile ricevere queste indennità lavorando in modo continuativo.
Si tratta in questo caso di violazione delle norme previste, e le sanzioni partono dal primo giorno da cui viene accertata l’azione illecita.