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IVA sull’importazione di auto in Italia

IVA nei rapporti con l'esteroIVA sull'importazione di auto in Italia

Importare un’auto in Italia può sembrare un’operazione complessa, soprattutto se si considerano gli aspetti fiscali e burocratici che riguardano l’IVA. Questo articolo ti guiderà attraverso ogni passaggio necessario, offrendo informazioni dettagliate per assicurarti che tutto avvenga senza intoppi. Vedremo quali documenti sono necessari, come gestire il pagamento dell’IVA e quali sono le condizioni per l’esenzione, tutto per garantire una procedura corretta e in regola con la legge.

Obbligo di immatricolare auto estere in Italia

Un soggetto residente in Italia è tenuto ad immatricolare un veicolo estero (nazionalizzazione) entro il termine di 3 mesi dall’acquisizione della residenza o dall’importazione dell’auto. Per poter circolare su strada è necessario essere in possesso di targa e libretto di circolazione italiani. Solo in alcuni casi è possibile circolare con un veicolo con targa estera in Italia:

  • Veicoli in noleggio o leasing: un auto immatricolata all’estero può circolare liberamente senza immatricolazione se viene utilizzato in Italia (non dal sul proprietario). Può essere il caso di auto a noleggio, comodato d’uso, leasing, etc. Questo, a condizione che l’auto sia di proprietà di azienda con sede in un altro Stato UE o SEE (senza che vi sia in Italia una stabile organizzazione o una sede aziendale). Tuttavia, in caso di utilizzo prolungato è necessaria l’iscrizione nel Registro dei Veicoli Esteri (REVE), tenuto presso il Pubblico Registro Automobilistico (PRA);
  • Veicoli di lavoratori frontalieri: i lavoratori frontalieri italiani che operano in aziende situate in Stati confinanti (Francia, Svizzera, Austria, Slovenia, Città del Vaticano) hanno la possibilità di utilizzare un veicolo con targa estera, purché lo registrino al REVE entro 60 giorni dall’acquisizione.

In tutti gli altri casi, il soggetto residente è tenuto ad immatricolare il veicolo in Italia, nel termine di 3 mesi.

Regime sanzionatorio per l’omessa immatricolazione di auto estera

In caso di mancato rispetto della normativa sopra indicata è prevista l’applicazione di un regime sanzionatorio. In particolare:

  • Sanzione amministrativa: applicazione di una sanzione che va dai 711 euro ai 2.848 euro. L’importo si riduce tra i 250 e 1.000 euro, nel caso in cui il veicolo sia in comodato, ma l’utilizzatore non abbia a bordo il documento che ne attesti la disponibilità;
  • Ritiro del documento di circolazione: sanzione accessoria che riguarda l’immediato fermo della circolazione del veicolo (fermo amministrativo);
  • Confisca del veicolo e vendita all’asta: sanzione applicata nel caso in cui, nel termine di 180 giorni, il veicolo non venga immatricolato in Italia, oppure non sia richiesto il rilascio di un foglio di via per condurlo oltre confine.

Documentazione necessaria per importazione di auto dall’estero

Per l’importazione di un’auto in Italia, è necessario raccogliere una serie di documenti fondamentali. I principali includono:

  • Dichiarazione di libera importazione compilata e firmata dall’importatore. Questo documento attesta la volontà di importare il veicolo e contiene informazioni essenziali come la descrizione del veicolo, i dati del venditore e quelli dell’acquirente. La dichiarazione deve essere accurata e precisa, poiché qualsiasi errore potrebbe ritardare il processo di importazione;
  • Scrittura privata o fattura proforma che dettagli l’acquisto, includendo i dati del venditore e dell’acquirente, la descrizione dell’auto e il prezzo di vendita (escluso IVA se venduta da concessionaria). È importante che questa scrittura includa tutte le informazioni tecniche del veicolo, come il numero di telaio, l’anno di produzione, il chilometraggio e altri dettagli rilevanti, per evitare problemi in fase di registrazione;
  • Carta di Circolazione originale del paese d’origine (ad esempio Svizzera), in originale e annullata. Questa carta è essenziale per dimostrare che l’auto è stata precedentemente immatricolata e deve essere accompagnata da una traduzione ufficiale, se necessaria, a seconda del paese d’origine;
  • Certificato di Conformità (COC) per la dimostrazione dell’omologazione dell’auto. Questo certificato è particolarmente importante poiché attesta che il veicolo è conforme agli standard tecnici e ambientali europei, facilitando notevolmente il processo di immatricolazione in Italia. Nel caso in cui il COC non sia disponibile, sarà necessario ottenere una scheda tecnica presso la Motorizzazione;
  • Certificato di origine della merce per evitare l’applicazione del dazio doganale. Questo certificato attesta l’origine del veicolo e permette di ottenere delle agevolazioni fiscali qualora l’auto sia stata prodotta in un paese appartenente all’Unione Europea. Per ottenere il certificato di origine, è necessario presentare una documentazione che confermi il luogo di produzione del veicolo.

Oltre ai documenti principali, possono essere richiesti altri certificati o dichiarazioni, come il certificato di proprietà del veicolo nel caso provenga da paesi come la Germania. È importante verificare in anticipo quali documenti sono necessari in base al paese di origine del veicolo, poiché ogni giurisdizione potrebbe avere requisiti specifici.

Procedura doganale e pagamento dell’IVA

All’atto dell’importazione, è obbligatorio presentarsi all’ufficio doganale italiano per ottenere la Bolletta Doganale, indispensabile per l’immatricolazione in Italia. La Bolletta Doganale rappresenta un documento fondamentale che certifica l’avvenuta dichiarazione di importazione e il pagamento dei tributi dovuti. Durante questo processo, verranno richiesti i seguenti pagamenti:

  • IVA al 22% sul valore del veicolo determinato in base agli indici Eurotax e Quattroruote. È importante avere a disposizione una valutazione accurata del valore del veicolo per evitare contestazioni in dogana e per calcolare correttamente l’importo dell’IVA. L’IVA deve essere pagata prima che il veicolo possa essere immatricolato e circolare legalmente in Italia;
  • Dazio doganale, se applicabile, determinato dalla provenienza del veicolo e dalla sua classificazione fiscale. Il dazio può variare a seconda del paese di origine del veicolo e del suo stato (nuovo o usato). In alcuni casi, il dazio non è richiesto, come quando il veicolo proviene da un paese appartenente all’Unione Europea, ma è fondamentale verificare con attenzione i requisiti specifici per ogni situazione.

In aggiunta, è possibile che vengano richiesti altri oneri accessori, come i costi per la gestione della documentazione doganale o le spese per la movimentazione del veicolo. Questi costi aggiuntivi possono variare e devono essere considerati quando si pianifica il budget per l’importazione del veicolo.

È importante notare che l’IVA si applica sia ai veicoli nuovi sia a quelli usati, con alcune differenze di trattamento a seconda dell’origine del veicolo. Se l’auto proviene da un paese extra-UE, l’IVA sarà sempre dovuta, indipendentemente dallo stato del veicolo (nuovo o usato). Tuttavia, per i veicoli di provenienza UE, l’IVA potrebbe non essere dovuta nel caso in cui sia già stata pagata nel paese di origine, a patto che si dimostri con la relativa documentazione l’assolvimento dell’obbligo fiscale.

È inoltre cruciale prestare attenzione alle tempistiche legate al pagamento dell’IVA. Il pagamento deve essere effettuato in tempi rapidi per evitare ritardi nell’immatricolazione e per consentire al veicolo di essere legalmente in circolazione. L’Agenzia delle Entrate monitora attentamente queste procedure e la mancata corretta applicazione dell’IVA può comportare sanzioni e ritardi significativi.

Importazione masserizie e veicoli

Hanno diritto all’esenzione doganale i cittadini italiani iscritti all’AIRE (Anagrafe degli italiani residenti all’estero – Legge 27.10.1988 n. 470) che rientrano definitivamente in Italia dopo aver risieduto continuativamente e permanentemente all’estero per almeno 12 mesi. Si può importare un veicolo ad uso personale (automobile o moto) in esenzione doganale, sempreché sia stato posseduto ed usato da almeno 6 mesi. Tutti gli oggetti da importare in Italia devono essere posseduti ed usati dal richiedente e devono essere destinati all’esclusivo uso personale. È vietata l’importazione di beni, in esenzione doganale, per fini diversi.

Se si importa anche un autoveicolo o un motociclo, è necessario ottenere la dichiarazione di conformità sulla traduzione del libretto di circolazione da parte del Consolato.

Differenze nel trattamento fiscale: auto nuova vs usata

L’inquadramento fiscale del veicolo, se “nuovo” o “usato”, è cruciale per determinare il regime IVA applicabile. Un veicolo è considerato fiscalmente nuovo se non ha mai percorso più di 6.000 km o è stato immatricolato per meno di sei mesi. Al contrario, è fiscalmente usato se supera queste due condizioni.

  • Auto fiscalmente nuova: l’IVA al 22% è dovuta al momento dell’immatricolazione in Italia;
  • Auto fiscalmente usata: se è stata già pagata l’IVA nel paese di origine, non è necessario pagarla nuovamente in Italia. In questo caso, l’immatricolazione avviene nel cosiddetto regime del margine IVA.

Immatricolazione dell’auto in Italia: passaggi chiave

Dopo aver completato le formalità doganali e il pagamento dell’IVA, il passo successivo è l’immatricolazione del veicolo presso la Motorizzazione Civile e l’iscrizione al Pubblico Registro Automobilistico (PRA). Questo richiede:

  1. Presentazione della Bolletta Doganale e della documentazione tecnica (incluso il COC);
  2. Pagamento dei diritti amministrativi, tra cui l’Imposta Provinciale di Trascrizione (IPT), che varia in base alla provincia e alla potenza del veicolo;
  3. Rilascio della Carta di Circolazione e successiva iscrizione al PRA per la regolarizzazione completa del veicolo.

Costi e tempistiche dell’importazione di auto

I costi per l’immatricolazione includono:

  • IPT: a partire da circa 150,81 euro, con variazioni in base alla tipologia di veicolo;
  • Diritti della Motorizzazione e dell’ACI: circa 85 euro in totale;
  • Costo delle targhe: intorno ai 41,78 euro.

Le tempistiche per l’immatricolazione possono variare da pochi giorni fino a diverse settimane, a seconda della complessità delle pratiche e della completezza della documentazione fornita.

In alcuni casi, per veicoli a basse emissioni (come veicoli elettrici o ibridi), possono essere previste agevolazioni fiscali, che includono riduzioni o esenzioni parziali dell’IPT e della tassa di circolazione. Queste agevolazioni variano da regione a regione, ed è utile informarsi preventivamente sugli incentivi disponibili.

Procedure post immatricolazione

Una volta che l’immatricolazione è stata completata, esistono alcuni passaggi amministrativi aggiuntivi, come l’iscrizione al PRA e la verifica della documentazione fiscale. In seguito, è anche necessario effettuare la registrazione dell’auto ai fini del pagamento del bollo auto. Questa tassa varia a seconda della potenza del veicolo e della provincia di residenza.

Conclusioni

L’importazione di auto in Italia richiede attenzione e una buona comprensione delle normative, soprattutto per quanto riguarda l’IVA e le procedure doganali. Affidarsi a professionisti o agenzie di pratiche auto può rendere tutto il processo molto più agevole, riducendo il rischio di errori o sanzioni.

Domande frequenti

È possibile evitare il pagamento dell’IVA se l’auto è usata?

Sì, se l’auto è stata già immatricolata in un paese UE e l’IVA è stata pagata, non è necessario pagarla nuovamente in Italia.

Quali sono i tempi per l’immatricolazione di un veicolo importato?

Le tempistiche variano da pochi giorni a diverse settimane, dipendendo dalla complessità delle pratiche e dalla disponibilità dei documenti.

Cosa succede se non immatricolo l’auto entro i termini stabiliti?

Il mancato rispetto delle tempistiche di immatricolazione comporta sanzioni amministrative e il sequestro del veicolo

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