Iper-ammortamenti 2026: le nuove aliquote

HomeFisco NazionaleIper-ammortamenti 2026: le nuove aliquote
Dal 2026 tornano gli iper-ammortamenti per sostituire i crediti d’imposta 4.0 e 5.0. Scopri le nuove maggiorazioni fino al 220%, i beni agevolabili, le tempistiche e come massimizzare il risparmio fiscale della tua impresa.

Nel 2026 ritornano gli iper-ammortamenti per gli investimenti in beni strumentali, sostituendo i crediti d’imposta 4.0 e Transizione 5.0. La Legge di Bilancio 2026 introduce maggiorazioni fiscali che possono arrivare fino al 220% del costo di acquisizione, con un meccanismo più semplice e diretto rispetto al passato.

Per le imprese che stanno pianificando investimenti in digitalizzazione, automazione o efficienza energetica, questa misura rappresenta un’opportunità concreta di risparmio fiscale. Ma come funziona esattamente? Quali sono i beni agevolabili? E soprattutto, conviene di più rispetto ai vecchi crediti d’imposta? In questa guida trovi tutto quello che devi sapere per valutare se e come sfruttare gli iper-ammortamenti 2026 nella tua impresa.

Cosa sono gli iper-ammortamenti 2026

L’iper-ammortamento in vigore dal 2026 è una maggiorazione fiscale del costo di acquisizione dei beni strumentali che consente alle imprese di dedurre dal reddito imponibile una quota superiore al costo effettivamente sostenuto. In pratica, se acquisti un macchinario da 100.000 euro, ai fini fiscali potrai dedurre fino a 180.000 o 220.000 euro, a seconda della tipologia di investimento.

La normativa, contenuta nell’articolo 94 del Disegno di Legge di Bilancio 2026, prevede che le imprese titolari di reddito d’impresa possano beneficiare di questa agevolazione per investimenti effettuati dal 1° gennaio al 31 dicembre 2026. È previsto un termine “lungo” fino al 30 giugno 2027 per chi entro fine 2026 avrà accettato l’ordine e versato un acconto di almeno il 20%.

Le aliquote base per i beni materiali e immateriali 4.0 sono:

  • 180% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • 100% per investimenti oltre 2,5 e fino a 10 milioni di euro;
  • 50% per investimenti oltre 10 e fino a 20 milioni di euro.

Le aliquote maggiorate per investimenti green sono:

  • 220% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • 140% per investimenti oltre 2,5 e fino a 10 milioni di euro;
  • 90% per investimenti oltre 10 e fino a 20 milioni di euro.

L’agevolazione si applica solo ai fini delle imposte sui redditi (IRES o IRPEF), non ai fini IRAP, attraverso una variazione in diminuzione in dichiarazione dei redditi. Il risparmio fiscale effettivo dipende quindi dall’aliquota fiscale dell’impresa.

Il cambio di strategia

Dopo anni di crediti d’imposta, il Governo ha scelto di riportare in vita uno strumento già sperimentato con successo tra il 2017 e il 2019. La scelta non è casuale: gli iper-ammortamenti eliminano la complessità burocratica dei crediti d’imposta, che negli ultimi anni hanno richiesto comunicazioni preventive, piattaforme GSE, limiti di spesa e meccanismi a scorrimento.

Il Disegno di Legge di Bilancio 2026 segna quindi una inversione di rotta rispetto alla strategia adottata dal 2020 in poi. I crediti d’imposta 4.0 e Transizione 5.0, che hanno caratterizzato gli ultimi cinque anni di incentivi alle imprese, si esauriranno con gli investimenti effettuati entro il 31 dicembre 2025 (o entro il 30 giugno 2026 con prenotazione).

Dal 2026, le imprese potranno contare su un meccanismo più tradizionale ma anche più snello: la maggiorazione del costo fiscalmente ammortizzabile. Questo sistema, pur richiedendo tempi più lunghi per il recupero del beneficio (distribuito lungo tutto il periodo di ammortamento), offre certezza immediata sull’entità del risparmio e non è soggetto a esaurimento fondi o code cronologiche.

Quali beni sono agevolati

L’agevolazione si applica a due categorie principali di investimenti, seguendo la logica già consolidata dei piani Industria 4.0.

Beni materiali e immateriali 4.0 interconnessi

La prima categoria comprende i beni materiali e immateriali strumentali nuovi elencati negli allegati A e B della Legge n. 232/2016, purché interconnessi al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura.

Beni materiali 4.0 (Allegato A): macchinari controllati da sistemi computerizzati, robot collaborativi, macchine utensili a controllo numerico, sistemi di logistica automatizzata, impianti per manifattura additiva, dispositivi per l’assicurazione della qualità, sistemi di tracciabilità digitale della produzione.

Beni immateriali 4.0 (Allegato B): software per la progettazione e simulazione 3D, sistemi MES e SCADA, piattaforme di gestione del ciclo di vita del prodotto (PLM), software per manutenzione predittiva, soluzioni di cybersecurity per ambienti industriali, sistemi di realtà aumentata per formazione o assistenza operativa.

Il requisito fondamentale rimane l’interconnessione: i beni devono essere collegati al sistema informativo aziendale o alla rete di fornitura, consentendo lo scambio automatico di dati relativi al processo produttivo. Non basta acquistare un macchinario tecnologicamente avanzato: deve essere integrato nel flusso informativo dell’impresa.

Beni per autoproduzione di energia rinnovabile

La seconda categoria comprende investimenti in beni materiali nuovi destinati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili per l’autoconsumo. Rientrano in questa categoria impianti fotovoltaici, eolici, idroelettrici (escluse le biomasse), oltre ai sistemi di accumulo dell’energia prodotta.

Per il fotovoltaico, la normativa pone requisiti specifici: sono ammissibili esclusivamente gli impianti con moduli fotovoltaici conformi all’articolo 12, comma 1, lettere a), b) e c) del Decreto-Legge 181/2023 convertito nella Legge 11/2024. Questo significa moduli prodotti nell’Unione Europea con specifici requisiti di efficienza: almeno il 21,5% di efficienza a livello di modulo per la categoria base, il 23,5% di efficienza a livello di cella per la categoria intermedia, o il 24% per celle bifacciali ad eterogiunzione di silicio o tandem.

L’agevolazione per gli impianti rinnovabili ha una doppia valenza: da un lato rientra nelle aliquote base (180%-100%-50%), dall’altro può beneficiare delle aliquote maggiorate (220%-140%-90%) se contribuisce al raggiungimento degli obiettivi di risparmio energetico richiesti per gli investimenti green.

Le aliquote potenziate

Le imprese che realizzano investimenti orientati alla transizione ecologica possono accedere ad aliquote significativamente più elevate. La maggiorazione potenziata si applica quando l’investimento genera una riduzione dei consumi energetici:

  • Almeno 3% dei consumi energetici della struttura produttiva nel suo complesso;
  • Oppure almeno 5% dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento.

Questi target di efficienza energetica devono essere certificati e documentati, ma la normativa prevede due ipotesi in cui la riduzione dei consumi si considera automaticamente conseguita:

Sostituzione di beni completamente ammortizzati: se acquisti beni dell’Allegato A della Legge 232/2016 per sostituire macchinari con caratteristiche tecnologiche analoghe, interamente ammortizzati da almeno 24 mesi alla data di comunicazione dell’investimento, il risparmio energetico è presunto. Questo incentiva il rinnovo del parco macchine obsoleto.

Progetti con ESCo e contratti EPC: se realizzi progetti di innovazione tramite una Energy Service Company (ESCo) con un contratto di Energy Performance Contract che prevede espressamente l’impegno a raggiungere la riduzione dei consumi richiesta, il target si considera garantito contrattualmente.

In tutti gli altri casi, dovrai dimostrare il conseguimento effettivo del risparmio energetico attraverso misurazioni, certificazioni e documentazione tecnica che verrà valutata in sede di accesso al beneficio.

Soggetti beneficiari

L’agevolazione è riservata ai soggetti titolari di reddito d’impresa, indipendentemente dalla forma giuridica, dalle dimensioni aziendali o dal settore economico. Possono quindi beneficiarne:

  • Società di capitali (Srl, Spa, Sapa);
  • Società di persone (Snc, Sas);
  • Imprese individuali in contabilità ordinaria;
  • Cooperative;
  • Enti commerciali.

Sono esclusi i professionisti con partita IVA e i lavoratori autonomi, anche se in regime ordinario. L’agevolazione presuppone infatti la produzione di reddito d’impresa e la possibilità di dedurre quote di ammortamento.

L’investimento deve riguardare beni strumentali destinati a strutture produttive ubicate in Italia. Non è quindi agevolabile l’acquisto di beni destinati a stabilimenti esteri, anche se appartenenti alla stessa società.

Scadenze e tempistiche da rispettare

La finestra temporale per effettuare gli investimenti agevolabili è circoscritta ma include un meccanismo di prenotazione:

Termine ordinario: investimenti effettuati dal 1° gennaio 2026 al 31 dicembre 2026, con completamento della fornitura, installazione e messa in funzione del bene entro questa data.

Termine lungo (prenotazione): investimenti completati entro il 30 giugno 2027, a condizione che entro il 31 dicembre 2026 si verifichino congiuntamente:

  • L’ordine risulti accettato dal venditore (con conferma formale scritta);
  • Sia stato versato un acconto di almeno il 20% del costo di acquisizione.

Questo meccanismo di prenotazione è fondamentale per investimenti di importo rilevante o con tempi di produzione lunghi. Attenzione però: la prenotazione vincola al completamento dell’investimento entro giugno 2027, altrimenti si perde il beneficio.

Come funziona operativamente la maggiorazione

A differenza dei crediti d’imposta, che si utilizzano in compensazione tramite modello F24, l’iper-ammortamento è un’agevolazione extracontabile che si concretizza in una variazione in diminuzione in dichiarazione dei redditi. In pratica:

  1. In contabilità: registri il bene al costo effettivo sostenuto e calcoli l’ammortamento civilistico sulla base di questo importo;
  2. In dichiarazione: effettui una variazione in diminuzione per dedurre la quota maggiorata.

Se acquisti un macchinario da 100.000 euro con aliquota di ammortamento ordinaria del 10% e maggiorazione al 180%, ogni anno:

  • Ammortamento civilistico: 10.000 euro (10% di 100.000)
  • Quota maggiorata deducibile: 18.000 euro (10% di 180.000)
  • Variazione in diminuzione: 8.000 euro

Questo meccanismo si ripete per tutta la durata dell’ammortamento del bene. Il risparmio fiscale effettivo dipende dall’aliquota IRES o IRPEF dell’impresa. Con aliquota IRES al 24%, nell’esempio la maggiorazione genera un risparmio di 1.920 euro all’anno (8.000 × 24%), per un totale di 19.200 euro distribuito su 10 anni.

Per i beni in leasing, la maggiorazione si applica ai canoni di locazione finanziaria deducibili, con lo stesso meccanismo di variazione in diminuzione.

Procedure e adempimenti richiesti

L’accesso all’iper-ammortamento richiede il rispetto di specifici oneri documentali e procedurali, in parte mutuati dall’esperienza dei crediti d’imposta 4.0.

Comunicazione telematica GSE

A differenza dei vecchi iper-ammortamenti (2017-2019), che erano sostanzialmente automatici, la nuova disciplina prevede la presentazione di comunicazioni telematiche tramite una piattaforma del Gestore dei Servizi Energetici (GSE). Le imprese dovranno trasmettere:

  • Dati identificativi dell’investimento;
  • Caratteristiche tecniche dei beni acquisiti;
  • Importo dell’investimento e maggiorazione richiesta;
  • Per investimenti green: documentazione sul risparmio energetico conseguito.

Un decreto ministeriale attuativo definirà nei dettagli i modelli standardizzati, le modalità operative e le tempistiche di presentazione. Fino all’emanazione di questo decreto, l’agevolazione rimane in una fase di attesa operativa.

Documentazione tecnica obbligatoria

Per i beni materiali 4.0 occorre produrre documentazione che attesti:

  • Le caratteristiche tecniche tali da includerli nell’Allegato A della Legge n. 232/2016;
  • L’interconnessione al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura.

La documentazione può consistere in:

  • Perizia asseverata rilasciata da ingegnere o perito industriale iscritto ai rispettivi albi professionali;
  • Attestato di conformità rilasciato da ente di certificazione accreditato.

Per investimenti di importo unitario non superiore a 300.000 euro, l’onere documentale può essere adempiuto con una dichiarazione del legale rappresentante resa ai sensi del DPR n. 445/2000, semplificando notevolmente gli adempimenti per le piccole e medie imprese.

Requisiti formali nelle fatture

Le fatture e tutti i documenti relativi all’investimento devono contenere il riferimento espresso alle disposizioni normative che riconoscono l’agevolazione. Questo elemento, già consolidato nei crediti d’imposta, serve a cristallizzare il diritto al beneficio e facilita i controlli.

Confronto con i crediti d’imposta 4.0 e 5.0

Per valutare la convenienza della nuova misura, è utile confrontarla con i meccanismi che va a sostituire.

Crediti d’imposta 4.0: cosa cambia

I crediti d’imposta Transizione 4.0, operativi fino al 31 dicembre 2025, prevedono:

  • Aliquote: 20% fino a 2,5 milioni, 10% da 2,5 a 10 milioni, 5% da 10 a 20 milioni;
  • Utilizzo: compensazione in modello F24 in tre quote annuali di pari importo;
  • Limite di spesa: plafond complessivo di 2,2 miliardi di euro con assegnazione in ordine cronologico;
  • Semplicità: meccanismo di compensazione diretta, ma soggetto a esaurimento fondi.

Confronto numerico: su un investimento di 1 milione di euro in beni 4.0:

  • Credito d’imposta 4.0 (2025): 200.000 euro utilizzabili in 3 anni (66.666 euro/anno);
  • Iper-ammortamento base (2026): maggiorazione di 800.000 euro, con risparmio IRES di 192.000 euro distribuito su 10 anni (19.200 euro/anno).

Il credito d’imposta offre un beneficio immediato maggiore e tempi di recupero più rapidi. L’iper-ammortamento, pur generando un valore assoluto simile, richiede il doppio del tempo per essere fruito completamente e presuppone reddito imponibile sufficiente.

Crediti d’imposta transizione 5.0

Il piano Transizione 5.0, attivo per il biennio 2024-2025, ha introdotto un meccanismo ancora più generoso ma molto più complesso:

  • Aliquote: dal 35% al 45% in base al risparmio energetico conseguito;
  • Condizioni: obbligatorio raggiungere target di efficienza energetica certificati;
  • Utilizzo: compensazione in un’unica soluzione entro fine 2025, poi in 5 rate annuali;
  • Complessità: necessaria diagnosi energetica ex ante, certificazione ex post, comunicazioni multiple al GSE.

Gli iper-ammortamenti green 2026, pur offrendo aliquote inferiori (fino al 220%), rappresentano un compromesso tra incentivazione e semplificazione. Eliminano la diagnosi energetica obbligatoria, riducono la burocrazia e offrono certezza del beneficio anche se distribuito nel tempo.

Esempio pratico di calcolo del risparmio

Un’azienda manifatturiera investe 2 milioni di euro in un nuovo centro di lavoro a controllo numerico interconnesso al sistema MES aziendale. I dati dell’investimento sono i seguenti:

  • Costo: 2.000.000 euro
  • Aliquota ammortamento: 10% (10 anni)
  • Maggiorazione applicabile: 180% (rientra nello scaglione fino a 2,5 milioni)
  • Aliquota IRES: 24%

Il calcolo del beneficio fiscale deve seguire i passaggi seguenti:

  • Costo ammortizzabile ordinario: 2.000.000 euro
  • Costo ammortizzabile maggiorato: 3.600.000 euro (180% di 2.000.000)
  • Maggiorazione totale: 1.600.000 euro
  • Ammortamento annuo ordinario: 200.000 euro
  • Ammortamento annuo maggiorato: 360.000 euro
  • Variazione in diminuzione annua: 160.000 euro
  • Risparmio fiscale annuo: 38.400 euro (160.000 × 24%)
  • Risparmio fiscale complessivo: 384.000 euro su 10 anni

Con i crediti d’imposta 4.0 del 2025, lo stesso investimento avrebbe generato un credito di 400.000 euro (20% di 2 milioni), utilizzabile in 3 quote annuali da 133.333 euro. Il valore economico è simile, ma la tempistica di recupero è profondamente diversa.

Rischi e criticità da conoscere

Prima di pianificare investimenti contando sugli iper-ammortamenti 2026, è importante considerare alcuni aspetti critici.

Il rischio “Decreto attuativo”

L’operatività dell’agevolazione è subordinata all’emanazione di un decreto ministeriale attuativo che definirà modelli, procedure e dettagli applicativi. Questo decreto non è ancora disponibile. L’esperienza insegna che i ritardi nell’emanazione dei decreti attuativi possono generare incertezza operativa nei primi mesi di applicazione.

Le imprese devono quindi monitorare l’evoluzione normativa e potrebbero dover attendere prima di presentare le comunicazioni necessarie, pur avendo già effettuato l’investimento.

Necessità di reddito imponibile sufficiente

A differenza dei crediti d’imposta, utilizzabili anche in assenza di imposte da versare, l’iper-ammortamento richiede reddito imponibile capiente per generare risparmio fiscale effettivo.

Un’impresa in perdita fiscale o con redditi molto contenuti non beneficia immediatamente dell’agevolazione. Il vantaggio si concretizza solo negli esercizi futuri in cui si produrrà reddito imponibile sufficiente ad assorbire le maggiori quote di ammortamento.

Vincoli di destinazione del bene

La normativa degli iper-ammortamenti ha sempre previsto meccanismi di recapture in caso di cessione anticipata o delocalizzazione del bene. Se entro un certo periodo (tipicamente 2-3 anni) dall’investimento il bene viene:

  • Ceduto a terzi a titolo oneroso;
  • Destinato a strutture produttive estere;
  • Dismesso senza sostituzione.

Il beneficio fiscale può essere recuperato dall’Amministrazione finanziaria. Il decreto attuativo dovrebbe chiarire durata e modalità di questo vincolo.

Consulenza fiscale online

Gli iper-ammortamenti 2026 rappresentano un’opportunità significativa, ma richiedono valutazione attenta e personalizzata.

Se la tua impresa produce reddito imponibile stabile e ha programmato investimenti in digitalizzazione o efficienza energetica, l’iper-ammortamento può generare un risparmio fiscale rilevante distribuito negli anni. Le aliquote fino al 220% sono storicamente le più elevate mai previste.

Se la tua impresa è in fase di crescita con redditi ancora limitati o variabili, valuta se il beneficio distribuito nel tempo dell’iper-ammortamento è preferibile alla liquidità immediata che avresti potuto ottenere con i crediti d’imposta 4.0 (se effettui l’investimento entro il 2025).

Se stai valutando investimenti in energia rinnovabile, considera che questa agevolazione per impianti fotovoltaici o eolici si aggiunge agli altri incentivi previsti (come il ritiro dedicato dell’energia o gli incentivi GSE per il fotovoltaico), amplificando il ritorno economico complessivo.

Hai un progetto di investimento in mente e vuoi capire se gli iper-ammortamenti 2026 fanno al caso tuo? Contattaci per una valutazione personalizzata. Analizzeremo insieme la tua situazione specifica, simul eremo il risparmio fiscale effettivo e ti aiuteremo a pianificare l’investimento nel modo più vantaggioso.

    Ho letto l’informativa Privacy e autorizzo il trattamento dei miei dati personali per le finalità ivi indicate.


    I più letti della settimana

    Abbonati a Fiscomania

    Oltre 1.000, tra studi, professionisti e imprese che hanno scelto di abbonarsi per non perdere i contenuti riservati e beneficiare dei vantaggi. Abbonati anche tu a Fiscomania.com oppure Accedi con il tuo account.

    I nostri tools

     

    Elisa Migliorini
    Elisa Migliorinihttps://www.linkedin.com/in/elisa-migliorini-0024a4171/
    Laureata in Giurisprudenza presso l'Università di Firenze. Approfondisce i temi legati all'IVA ed alla normativa fiscale domestica oltre ad approfondire aspetti legati al diritto societario.
    Leggi anche

    Acquisto immobile: privato, società o holding?

    Guida strategica alla scelta del veicolo giusto per proteggere il patrimonio e ottimizzare la fiscalità per un investimento immobiliare. Ogni...

    SAS, SRL o SNC quale società conviene davvero nel 2026

    Confronto completo tra forma giuridica, tassazione e responsabilità patrimoniale per scegliere la struttura societaria più vantaggiosa. Ti trovi davanti...

    Cosa succede se non pago gli acconti delle imposte?

    I contribuenti che non effettuano nei termini il versamento degli acconti imposte o li hanno effettuati in maniera insufficiente...

    Buoni pasto: trattamento fiscale per azienda e dipendenti

    Scopri come funzionano i buoni pasto nel 2025: limiti di esenzione fino a 8 euro, deducibilità integrale per le...

    Auto aziendale: confronto tra acquisto leasing e noleggio

    Per un'azienda è più conveniente l'acquisto, il leasing o il noleggio a lungo termine dell'auto aziendale? Questa domanda che...

    Prop firm moderna: una guida di base per i trader principianti

    Le prop firm moderne sono società che offrono ai trader esterni la possibilità di operare con capitale virtuale su...