Dallo scorso 10 marzo ha preso il via il nuovo censimento delle istituzioni non profit organizzato dell’Istat e realizzato nel quadro dei Censimenti permanenti delle unità economiche, affiancandosi agli aggiornamenti annuali avviati dal 2016 che si riferiscono ai registri esistenti.
La rilevazione campionaria, che si chiuderà il 23 settembre, interesserà circa 110mila enti non lucrativi e, sottolinea l’Istat, permetterà di:
“cogliere le peculiarità, il ruolo e il dinamismo di un settore strategico come il non profit, fornendone un quadro statistico ufficiale e affidabile. I risultati della rilevazione 2022 forniranno inoltre approfondimenti tematici sulle attività svolte dalle Istituzioni non profit e i loro destinatari, sulle dimensioni economiche, le reti di relazioni, le attività di comunicazione e di raccolta fondi, nonché sulla digitalizzazione e i progetti di innovazione sociale. Particolare rilievo sarà dato, inoltre, agli effetti che la pandemia ha prodotto sulle attività di queste Istituzioni e al ruolo da esse svolto nell’emergenza sanitaria”.
Sarà, insomma, uno strumento che, oltre ad assolvere alla classica funzione degli strumenti censori di tipo statici, e cioè fotografare una data realtà in un dato momento storico, permetterà di cogliere alcune peculiarità da sempre caratterizzanti il settore ma emergenti in modo preponderante negli ultimi due anni con il diffondersi della crisi pandemica.
L’analisi dei dati permetterà, quindi, non solo di avere informazioni statiche sul non profit, ma anche di leggerne le potenzialità prospettiche di sviluppo e di indicare le linee socio-politiche in grado di garantirne e favorirne lo sviluppo.
Il censimento permanente: escursus storico
L’interesse dell’Istat verso il settore non profit nasce circa trent’anni fa, quando, nell’ambito del settimo Censimento Generale delle Imprese e delle Istituzioni del 1991, viene prodotta una prima, seppur scarna, rappresentazione statistica del numero di enti senza finalità lucrative esistenti in Italia e del numero di volontari in essi operanti.
Successivamente, dato il crescente interesse politico e sociale verso il mondo del non profit, vengono promosse, a partire dal 1996, le campagne di rilevamento statistico dei dati sulle organizzazioni di volontariato iscritte nei registri regionali (L. 266/91), sulle cooperative sociali (L.381/91) e sulle fondazioni.
Solo nel 2000 l’Istat svolge la prima completa rilevazione statistica in relazione alle istituzioni private e agli enti non profit, grazie alla quale si è avuto un primo quadro informativo sulle dimensioni del settore.
Altri censimenti si ebbero nel 2001 e nel 2011 nell’ambito dei Censimenti Generali dell’Industria e dei Servizi. Condotti secondo più moderne e precise metodologie, i dati rilevati riuscirono ad ampliare il patrimonio informativo sul non profit delineato con i precedenti strumenti censori, facendo emergere talune peculiarità sino ad allora non particolarmente evidenti.
Con il 2015, l’I...
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