Nel testo del Disegno di legge di bilancio 2025 si “rendono strutturali gli effetti del taglio del cuneo fiscale” e si confermano i “fringe benefit per tutti gli aventi diritto”. Pertanto, nella manovra il governo ha deciso di confermare le misure previste per il 2024, che avevano introdotto fringe benefit entro un limite complessivo di 1.000 euro per i lavoratori dipendenti senza figli, 2.000 per quelli con figli. I fringe benefit sono degli elementi aggiuntivi della retribuzione vera e propria dei lavoratori dipendenti.
Tali importi potranno essere ancora percepiti dai dipendenti per coprire spese legate a beni e servizi essenziali, ad esempio possono essere utilizzati per le utenze domestiche, l’affitto della prima casa, per interessi sul mutuo ecc…
Cosa prevede la manovra di bilancio?
Il Governo Meloni continua a lavorare alla nuova manovra 2025. Il gravoso compito è quello di andare a riequilibrare i conti pubblici italiani, in uno scenario poco roseo.
Nella bozza della Legge di bilancio 2025 ci sono conferme e novità rispetto ai fringe benefit. Tra le novità spicca una riguardante i nuovi assunti che decidono di trasferire la propria residenza di oltre 100 chilometri. In loro favore gli importi verranno maggiorati, al fine di incentivare la mobilità lavorativa e agevolare chi si sposta per ragioni professionali.
Inoltre, per il 2025-2026-2027, è stata confermata la tassazione agevolata al 5% sui premi di produttività erogati dalle aziende ai lavoratori.
Per quanto riguarda i fringe benefit, la Legge di Bilancio 2024, aveva alzato la soglia entro la quale non si pagano imposte sui benefit:
- da 258,23 euro a 1.000 euro per i lavoratori dipendenti senza figli a carico;
- da 258,23 euro a 2.000 euro per i lavoratori dipendenti con figli a carico.
Nella nuova manovra, le regole introdotte dalla precedente Manovra vengono confermate. Il tetto di 1.000 euro (per i lavoratori dipendenti senza figli a carico) e 2.000 euro (per coloro che hanno figli a carico) troverà applicazione anche per i periodi d’imposta 2025, 2026, 2027. Il riferimento ai figli a carico deve essere inteso ai figli adottivi, affiliati o affidati, che si trovano nelle condizioni previste dall’articolo 12, comma 2 del TUIR (figli fiscalmente a carico).
Come funzionano i fringe benefit
I fringe benefit sono componenti addizionali della retribuzione corrisposti sotto forma di beni e servizi dai datori di lavoro ai propri lavoratori dipendenti.
Questo strumento ha subito diverse modifiche ne corso degli ultimi anni. Particolarmente apprezzato dai lavoratori e dalle loro famiglie, ha sempre avuto un più che discreto successo.
Sono stati istituiti come retribuzione incentivante e, oggi, rappresentano una forma di vantaggio indiretto per moltissimi lavoratori dipendenti. Infatti, solo nel 2023, i fringe benefit hanno portato a una crescita degli acquisti dello 0,8%.
Come funzionano attualmente? Nella Legge di Bilancio del 2024, per i lavoratori dipendenti con figli a carico, la soglia di esenzione dei fringe benefit era fissata a 2.000 euro e a 1.000 euro per tutti gli altri. Prima ancora, ricordiamo, era fissata a 258,23 euro e per chi aveva figli a carico la soglia era fissata a 3000 euro.
Inoltre, sono state anche esentate dalla tassazione Irpef le somme erogate o rimborsate dal datore di lavoro al lavoratore dipendente per il pagamento delle bollette, per i contratti di affitto e anche per gli interessi maturati sul mutuo per l’acquisto della prima casa.
L’esonero dei fringe benefit si estende oltre il solo reddito imponibile, includendo la base imponibile ai fini previdenziali.
Case locate dai dipendenti trasferiti
La Manovra prevede una novità circa le somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro per il pagamento dei canoni di locazione e delle spese di manutenzione dei fabbricati locati dai dipendenti assunti a tempo indeterminato dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2025, per i primi due anni dalla data di assunzione, titolari di reddito da lavoro dipendente non superiore nell’anno precedente l’assunzione a 35.000 euro e che abbiano trasferito la residenza oltre un raggio di 100 chilometri.
In questo caso, le somme erogate non saranno tassate fino a 5.000 euro annui.
I 100 chilometri devono essere calcolati tra il precedente luogo di residenza e la nuova sede di lavoro contrattuale.
Le somme erogate o rimborsate rilevano ai fini ISEE e si computano, altresì, ai fini dell’accesso alle prestazioni previdenziali e assistenziali.
Spese di vitto e alloggio
Inoltre, viene previsto che i rimborsi delle spese per vitto, alloggio, viaggio e trasporto effettuati mediante autoservizi pubblici non di linea non concorrono a formare il reddito se le predette spese sono effettuate con versamento bancario o postale o mediante altri sistemi di pagamento tracciabili.