Dovrebbe ormai mancare poco all’operatività del Piano Transizione 5.0, avviato lo scorso febbraio col Decreto PNRR approvato in Consiglio dei Ministri. Il decreto attuativo sarebbe infatti pronto, e sembrerebbero mancare solo gli ultimi dettagli da definire. Il provvedimento, fatto di 23 articoli e 3 allegati, è frutto dell’opera congiunta del ministero delle Imprese e del made in Italy, e del Ministero dell’Economia e delle finanze.
Ricordiamo che il Piano Transizione 5.0 riconosce un credito d’imposta a tutte le imprese site sul territorio italiano che pongono in essere opere volte alla riduzione dei consumi energetici. Le risorse provengono dal PNRR, per un ammontare di 6,3 miliardi di euro, e si vanno ad aggiungere ai 6,4 miliardi già previsti dalla legge di bilancio, per un totale di circa 13 miliardi nel biennio 2024-2025.
Dopo il varo del decreto attuativo mancherà poi anche un ulteriore passaggio: la circolare contenente le linee guida che le imprese dovranno seguire per poter accedere agli incentivi.
La conferma dell’imminente entrata in vigore, a tutti gli effetti, del Piano Transizione 5.0 arriva tra l’altro direttamente dal Ministro Adolfo Urso, che solo una settimana fa aveva annunciato la partenza entro la fine del mese di giugno, per poi raggiungere la piena operatività nel 2025.
Vediamo di seguito i dettagli.
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Piano Transizione 5.0: chi sono i soggetti beneficiari
Il Piano Transizione 5.0 è rivolto a tutte le imprese site sul territorio italiano, nonchè alle stabili organizzazioni nel territorio dello Stato di soggetti non residenti. Gli incentivi vengono riconosciuti a prescindere dal regime fiscale di appartenenza, piuttosto che della forma giuridica, del settore economico in cui opera l’impresa interessata e nemmeno delle dimensioni.
Sono invece escluse dal piano quelle imprese che versano in una delle seguenti situazioni:
- In stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo senza continuità aziendale, o sottoposte ad altra procedura concorsuale o che abbiano in corso un procedimento per la dichiarazione di una di tali situazioni;
- Destinatarie di sanzioni interdittive;
- Che non rispettino le normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro applicabili in ciascun settore e inadempienti rispetto agli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori.
Come funziona il Piano Transizione 5.0
L’obiettivo del Piano Transizione 5.0 combina efficientamento energetico e digitalizzazione. Per poter quindi godere degli incentivi le imprese dovranno mettere in atto interventi che portino ad una riduzione di almeno il 3% dei consumi energetici della struttura produttiva, oppure di almeno il 5% dei consumi dei processi da essa interessati.
Sempre in un’ottica di miglioramento energetico le imprese potranno adottare strumenti necessari all’autoproduzione e all’autoconsumo, avvalendosi di fonti rinnovabili, e dovranno formare il personale per fornire competenze in ambito di transizione green.
Alle aziende che avvieranno questi interventi verrà concesso un credito d’imposta automatico, senza alcuna valutazione preliminare, agevolando così investimenti in beni sia materiali che immateriali. Per poter fruire dell’agevolazione la compensazione del credito spettante avverrà attraverso la presentazione del modello F24 in un’unica rata. L’eccedenza non compensata entro il 31 dicembre 2025 sarà compensabile in 5 rate annuali di pari importo.
Piano Transizione 5.0: i progetti di innovazione
I progetti di innovazione ammissibili devono essere avviati a partire dall’1 gennaio 2024 e completati entro il 31 dicembre 2025. La data di avvio del progetto è da considerarsi in quella del primo impegno giuridicamente vincolante a ordinare i beni oggetto di investimento o comunque un qualsiasi tipo di atto o impegno che renda l’investimento stesso irreversibile.
Quanto invece alla data di completamento degli interventi è individuata in quella in cui è effettuato l’ultimo investimento che compone il progetto. Si considera invece la data di fine lavori nei casi di ultimi investimenti su beni finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo e la data di rilascio di un attestato finale riguardo all’attività di formazione.
Va inoltre precisato che i progetti vengono considerati completati entro il 31 dicembre 2024 anche nel caso in cui l’ultimo investimento viene effettuato entro il 30 aprile 2025, purchè entro la data del 31 dicembre 2024 gli ordini siano accettati dal venditore con pagamento di acconti che ammontino almeno al 50 per cento del costo di acquisizione.
Infine occorre anche tenere conto del limite massimo di costi ammissibili ai fini degli investimenti rientranti nel Piano Transizione 5.0: si tratta di importi pari a 50.000.000 di euro annui per ciascun soggetto beneficiario in riferimento all’anno di completamento dei progetti di innovazione.
L’importanza delle certificazioni energetiche
La riduzione dei consumi energetici ad opera delle imprese deve risultare dalla certificazione energetica rilasciata dai soggetti abilitati al rilascio.
In vista della messa in atto di lavori di efficientamento energetico verranno dunque eseguite perizie che verificano ex ante gli investimenti che possono essere adottati da quella specifica impresa per ridurre i consumi energetici, e che attestano ex post la concreta realizzazione degli stessi.
Industria 5.0: cos’è?
Nell’ambito del Piano Transizione 5.0 si inserisce ‘Industria 5.0’, che altro non è che la continuazione di ‘Industria 4.0’.
Si tratta di un modello d’impresa che si avvale di tecnologie di ultimissima generazione capaci di combinare il rispetto delle esigenze dei consumatori con quelle dell’ambiente. In quest’ottica viene implementato il ricorso a strumenti robotici e sempre più dipendenti dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale.
Nella visione dell’UE “Industria 5.0 è in grado di apportare benefici all’industria, ai lavoratori e alla società; (…) verso una industria europea sostenibile, human centric e resiliente”.
Conclusioni
Il Piano Transizione 5.0 può dirsi ai nastri di partenza. Mancano solo gli ultimi dettagli del decreto attuativo da perfezionare e che dovrebbe arrivare in via definitiva entro la fine di giugno. Attesa è anche la circolare con le linee di guida rivolte alle imprese. Anche quest’ultima sarebbe già pronta in versione di bozza.
I lavori che le aziende dovranno porre in essere per poter godere del credito d’imposta in oggetto dovranno essere svolti nell’arco temporale compreso dal 1° gennaio 2024, e con completamento entro il 31 dicembre 2025. Le opere dovranno essere rivolte all’efficientamento energetico, all’autoproduzione e all’autoconsumo, per ridurre significativamente i consumi energetici.
Sarà necessaria una doppia verifica (prima e dopo gli investimenti) della certificazione energetica dell’impresa che si avvale del beneficio.