Con l’arrivo del Decreto Sostegno, gli italiani possono accedere a una serie di contributi a fondo perduto in forma di denaro. Questi ristori sono dovuti allo stato di emergenza che è ancora attuale. E vanno a coprire le esigenze economiche di imprese cittadini che hanno avuto delle problematiche a gestire le spese, a fronte di un calo di fatturato dallo scoppio della pandemia.
I contributi a fondo perduto sono destinati alle imprese che, presentando la relativa richiesta richiesta, dichiarano di aver subito perdite per il 30% rispetto al fatturato del 2019. Ma non solo. Anche tutte le Partite Iva, i lavoratori autonomi e i professionisti hanno diritto ad accedere a questi sostegni.
Per fare richiesta per accedere ai contributi a fondo perduto bisogna seguire la procedura indicata dall’Agenzia delle Entrate.
Invio della domanda per i contributi a fondo perduto: come procedere
Sulla pagina ufficiale dedicata ci sono tutte le informazioni su come procedere, ma è comunque è possibile incorrere ad errori. Vediamo come prevenire o rimediare agli errori di compilazione, per evitare che la domanda venga respinta.
Come spiega l’Agenzia delle Entrate, il bonus consiste in una erogazione di denaro a favore di chi svolge attività di impresa, arte o professione. Sono inclusi i lavoratori del settore agrario, i titolari di Partita IVA e gli autonomi.
Per calcolare il contributo a fondo perduto si procede a valutare la differenza tra il fatturato del 2019 e quello del 2020. La maggior parte dei fondi sarà destinata a chi ha perso almeno 30% di fatturato.
L’Agenzia delle Entrate ha messo a disposizione una guida scaricabile online facilmente consultabile. E’ possibile invece, scaricare qui il modello ufficiale per effettuare la richiesta. Tutte le istruzioni per la compilazione sono specificate nelle disposizioni ufficiali e contenute nel modulo stesso.
Per presentare la domanda in modo corretto ed essere sicuri che venga accolta. Ci si può rivolgere anche ad un professionista del settore, accreditato per questo tipo di operazioni.
Contributi a fondo perduto: quando si possono richiedere
Prima di tutto, per compilare correttamente il modello per chiedere i contributi fondo perduto, bisogna capire se si rientra nei casi in cui si può richiedere. E’ utile analizzare prima di tutto se si rientra nei criteri stabiliti, per evitare di perdere tempo e vedersi rifiutata la domanda.
I contributi a fondo perduto consistono in una somma di denaro, che spetta a chi effettivamente ha avuto un calo di fatturato dall’anno 2019 all’anno 2020. Bisogna tenere conto in linea generale che i totali non devono superare i 10 milioni di euro.
In nessun caso in cui viene superata questa cifra verranno erogati i contributi fondo perduto. Il modello proposto dall’Agenzia delle Entrate è accompagnato da una guida. Viene qui spiegato che i contributi sono accessibili sia da persone fisiche che da società di persone o società di capitali, oppure enti non commerciali.
Bisogna tenere conto di alcuni possibili errori in cui si può incorrere e a cui segue un rifiuto all’accettazione della domanda. l’Agenzia delle Entrate spiega che bisogna valutare alcune particolari condizioni, per accedere ai contributi a fondo perduto. Oltre ai limiti stabiliti dalla legge per beneficiare di questi contributi, bisogna ricordare che:
- Se il soggetto che chiede i contributi sta svolgendo più di una attività, continua a sussistere il limite dei 10 milioni di euro sul totale del ricavato, riferito a tutte le attività esercitate. Si fa riferimento in questo caso alla dichiarazione IVA dal 2019;
- Un’altra particolarità riguarda le attività agricole. Se il soggetto che chiede i contributi svolge, oltre ad una attività agricola anche altre attività (di tipo commerciale o autonomo bisogna) considerare la somma di tutto il fatturato proveniente dalle diverse attività;
- Nel caso in cui una persona prosegue l’attività come erede di una persona fisica deceduta, bisogna calcolare il fatturato complessivo tra l’erede e la persona deceduta. Anche in questo caso, i contributi a fondo perduto si riceveranno rimanendo sotto il limite di 10 milioni di euro.
Contributi a fondo perduto: si possono ricevere anche senza calo di fatturato
Bisogna tenere in considerazione, come spiega l’Agenzia delle Entrate, che i contributi si possono ricevere anche senza essere in presenza di un calo di fatturato consistente. Deve però sussistere una delle seguenti condizioni:
- Importo della media mensile del fatturato e dei corrispettivi relativa all’anno 2020 inferiore almeno del 30% rispetto all’importo della media mensile del fatturato e dei corrispettivi relativi all’anno 2019;
- Attivazione della Partita Iva a partire dal 1° gennaio 2019.
Riassumendo, per ottenere i contributi a fondo perduto in modo corretto devono sussistere 2 requisiti. Il primo riguarda i ricavi complessivi, non superiori ai 10 milioni di euro, il secondo riguarda uno dei due requisiti visti prima. Ma non necessariamente devono sussistere entrambi.
Prendiamo come esempio un soggetto che ha attivato la Partita IVA a partire dal primo gennaio 2019. Il limite di fatturato è rispettato, perché il suo fatturato complessivo è sotto i 10 milioni di euro. In questo caso può procedere e richiedere i contributi a fondo perduto indipendentemente dalla perdita avvenuta sul fatturato dal 2019 al 2020.
Quali sono gli errori da evitare nella compilazione
Per non incorrere in errori, l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione il documento con le istruzioni per compilare il modulo, che specifica tutte le tipologie di casi in cui si può richiedere il contributo.
Successivamente nella guida viene spiegato qual è l’ammontare del contributo, in base alle perdite effettive di guadagno. In alternativa, in assenza di perdite sostanziose, i soggetti possono comunque beneficiare dei contributi. Viene erogato un importo minimo di €1000 per persone fisiche e €2000 per soggetti diversi.
Ci sono alcuni errori di compilazione che bisogna evitare, al fine di ricevere correttamente i contributi:
- Modalità di erogazione: nel modulo bisogna indicare la modalità di erogazione degli stessi contributi, specificando i dati per il pagamento. Bisogna ricordare che il soggetto che richiede i contributi non può modificare successivamente questa scelta. Risulta quindi indispensabile compilare correttamente questi dati in modo da ricevere i contributi in modo corretto.
- Compilare il modulo in tutte le sue parti: la richiesta deve contenere il codice fiscale del soggetto richiedente. Nel caso in cui viene incluso un soggetto deceduto bisogna indicare anche il suo codice fiscale.
- Correttezza dell’IBAN: il codice IBAN viene indicato affinchè venga effettuato il bonifico, per ricevere così il contributo. Deve corrispondere ad un conto corrente intestato, o cointestato, al soggetto che chiede il contributo. E’ importante a questo punto verificare la correttezza e la validità di queste informazioni perché devono corrispondere al codice fiscale a cui è intestato il conto. Gli errori su questo tipo di compilazione possono determinare il rifiuto della richiesta.
- Invio della domanda entro i termini stabiliti: la domanda va inviata entro il 28 maggio 2021, domande inviate successivamente non verranno prese in considerazione. Il soggetto può anche avvalersi di un intermediario per procedere a questo tipo di richiesta.
- Richiesta scartata: nel caso in cui l’Agenzia delle Entrate scarti la richiesta, e soggetto che ha fatto domanda può trasmetterne una nuova. Ma questo dev’essere fatto entro e non oltre il 28 maggio 2021. Esiste quindi una seconda possibilità in caso di errore, ma bisogna correggere ciò che è stato compilato erroneamente precedentemente. La domanda può essere sospesa anche per incongruenza sulle dichiarazioni dei redditi.
- Controlli: l’Agenzia delle Entrate comunque procederà a effettuare controlli sui dati, anche relativamente alle dichiarazioni dei redditi. I controlli sono anche fatti per prevenire la criminalità in questo senso. L’Agenzia delle Entrate trasmetterà alla Guardia di Finanza le informazioni sui contributi erogati.
Nel caso in cui il contributo venga erogato, ma non spettante, l’Agenzia delle Entrate può recuperare il contributo tramite una sanzione. In base alla gravità la sanzione può essere anche molto pesante. In caso di illeciti si va dalla reclusione (da sei mesi a tre anni) alla sanzione amministrativa, che può arrivare anche a 25.000 euro.
–
Avviso importante:
Fiscomania.com ha raccolto, con ragionevole cura, le informazioni contenute in questo sito. Il materiale offerto è destinato ai lettori, solo a scopo informativo. Quanto letto non può in nessun caso sostituire una adeguata consulenza o parere professionale che rimane indispensabile. Si prega di leggere i nostri Termini e condizioni e l’informativa sulla privacy prima di utilizzare il sito. Tutto il materiale è soggetto alle leggi sul copyright. Fiscomania.com non accetta alcuna responsabilità in relazione all’utilizzo di tale pubblicazione senza la collaborazione dei suoi professionisti.