Dal 1° gennaio 2025, il governo italiano introdurrà un riordino significativo del sistema dei bonus edilizi. Questa riforma, inclusa nella Legge di Bilancio 2025 (attualmente in corso di approvazione), mira a ridurre progressivamente le aliquote delle detrazioni fiscali per molti interventi edilizi, privilegiando le abitazioni principali e allineando i benefici ai nuovi obiettivi di efficientamento energetico stabiliti a livello europeo. Questa possibile proroga, con limitazioni, discussa dal viceministro all’Economia Maurizio Leo, potrebbe garantire continuità ad uno degli strumenti che maggiormente ha sostenuto il settore edile negli ultimi anni, ma con restrizioni significative per le seconde case.
Ormai chiaro l’intento del Governo Meloni di voler ridurre il contenuto dei bonus edilizi. Un’agevolazione, dunque, che nei prossimi anni diventerà sempre meno conveniente per coloro che intendono mettere in atto interventi alla propria abitazione. Di seguito, andiamo ad effettuare un quadro della situazione sulla base delle informazioni esistenti al momento.
Indice degli Argomenti
Le novità principali sui bonus edilizi nel 2025
Ristrutturazione edilizia (c.d. bonus casa)
Per il solo anno 2025, il bonus ristrutturazione (di cui all’art. 16-bis del TUIR) rimarrà al 50% per le spese sostenute sulle abitazioni principali con un massimale di 96.000 euro. Tuttavia, a partire dal 2026, l’aliquota scenderà al 36% per il biennio 2026-2027.
Per gli immobili diversi dalla prima casa, la detrazione sarà ridotta al 36% nel 2025 e al 30% nel 2026 e 2027. Questa riduzione rappresenta una transizione verso un sistema di bonus più mirato ed efficiente, in linea con gli obiettivi europei di riduzione del consumo energetico. Tuttavia, questa modifica potrebbe disincentivare i lavori di ristrutturazione sugli immobili non destinati ad abitazione principale, riducendo l’attrattività dell’investimento rispetto al passato.
Abitazione/anno | 2025 | 2026/2027 |
---|---|---|
Abitazione principale | 50% limite € 96.000 | 36% limite € 96.000 |
Altri immobili | 36% limite € 96.000 | 30% limite € 96.000 |
Il viceministro all’Economia Maurizio Leo ha sottolineato che, sebbene sia stata aperta la discussione su una possibile proroga, l’effettiva applicazione dipenderà dalle risorse disponibili e non è ancora una promessa concreta. Tale incertezza richiede una pianificazione attenta da parte dei proprietari di immobili che intendono beneficiare dell’agevolazione.
La nuova disciplina rappresenta un ritorno alle aliquote precedenti (misura ordinaria prevista dall’art. 16-bis del TUIR), dopo un periodo di maggiore incentivazione che aveva visto un notevole incremento dei lavori di ristrutturazione, contribuendo a ridurre il lavoro sommerso nel settore.
Cosa si intende per abitazione principale?
Secondo il Ddl deve trattarsi di abitazione principale (residenza anagrafica) posseduta a titolo di proprietà o di un altro diritto reale di godimento. Il che esclude dai beneficiari gli inquilini, i comodatari e i titolari della nuda proprietà.
Bonus collaterali alla ristrutturazione
Tra i bonus collaterali alla ristrutturazione edilizia dell’abitazione troviamo anche i seguenti:
- Bonus sicurezza: detrazione IRPEF non legata alla ristrutturazione ma che agevola l’installazione di impianti e sistemi di sicurezza per la propria abitazione;
- Bonus infissi: detrazione IRPEF legata alla ristrutturazione edilizia per la sostituzione degli infissi;
- Bonus ristrutturazione bagno: detrazione IRPEF legata alla ristrutturazione edilizia del bagno.
Ecobonus e Sismabonus
Anche l’Ecobonus, legato all’efficientamento energetico degli edifici, di cui all’art. 14 del D.L. n. 63/13 ed il Sismabonus (ex art. 16 comma 1-bis ss. D.L. n. 63/13) subiranno una riduzione progressiva.
Nel 2025, l’aliquota sarà al 50% per gli interventi effettuati sulla prima casa, ma scenderà al 36% nel biennio successivo. Per le altre tipologie di immobili, le detrazioni saranno al 36% nel 2025 e al 30% dal 2026. Di fatto le detrazioni si vanno ad allineare quelle del bonus casa sulle ristrutturazioni edilizie.
Bonus mobili e Bonus verde
Il Bonus mobili (art. 16 comma 2 del D.L. n. 63/13), che consente la detrazione del 50% delle spese per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici in seguito a ristrutturazioni, è stato prorogato anche per il 2025 con un limite di spesa di 5.000 euro
Tuttavia, il Bonus verde, dedicato alla riqualificazione degli spazi verdi, non è stato prorogato e scadrà alla fine del 2024. Questo, consiste in una detrazione fiscale al 36% su un ammontare complessivo non superiore a 5.000 euro per ogni unità immobiliare, delle spese sostenute per la sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, comprese le pertinenze, le recinzioni, gli impianti di irrigazione, la realizzazione di pozzi, le coperture a verde e i giardini pensili.
Superbonus
Il prossimo anno, la percentuale del Superbonus scenderà al 65%. La cessione del credito è consentita solo per le operazioni di condominio approvate e comunicate in comune tramite Cilas entro il 17 febbraio 2023. Inoltre, entro il 29 marzo 2024 devono essere state sostenute le spese per i lavori avviati e che queste siano documentabili con fatture.
Nel 2025 il bonus è fruibile solo con Cilas già presentata. Con le norme in arrivo, infatti, sarà possibile usufruire dell’aliquota del 65% nel 2025 solo per gli interventi per i quali, alla data del 15 ottobre 2024 risulti già presentata la Cilas se si tratta di interventi sulle villette.
Tabelle di detrazioni bonus edilizi per il 2025
Tipologia di intervento | Abitazione principale | Altre unità immobiliari |
---|---|---|
Bonus ristrutturazione | 50% (2025) | 36% (2025), 30% (2026-2027) |
Ecobonus | 50% (2025) | 36% (2025), 30% (2026-2027) |
Sismabonus | 50% (2025) | 36% (2025), 30% (2026-2027) |
Bonus mobili | 50% fino a 5.000 euro | Non applicabile |
Le motivazioni dietro il cambiamento
Il ritorno ad una detrazione ridotta per le seconde case si inserisce all’interno di un piano più ampio di ridefinizione dei bonus edilizi da parte del governo. Le agevolazioni introdotte negli anni scorsi hanno generato una grande quantità di crediti fiscali, con impatti significativi sul bilancio statale. Secondo le recenti stime del Ministero dell’Economia, dal 2020 a oggi, il Superbonus e altri incentivi edilizi hanno generato più di 220 miliardi di crediti fiscali, molti dei quali devono ancora essere compensati (dati Sole 24 Ore).
Questo scenario ha portato il governo a rivedere il perimetro dei bonus, limitandone l’applicabilità per equilibrare i conti pubblici, concentrando gli sforzi di incentivazione solo sulle abitazioni principali. Il trend potrebbe essere quello legato ad una possibile progressiva riduzione del bonus ristrutturazione: dal 50 per cento nel 2025 (sole prime case), al 36 per cento (seconde case), per poi passare al 30 per cento dal 2028.
Questa misura si inserisce nell’ampia “querelle” generatasi sul superbonus che ha inciso in questi anni sui conti pubblici, e sulla direttiva europea sulle case green che pone “diktat” sugli interventi sostenibili che i proprietari di immobili saranno tenuti a realizzare nei prossimi anni.
Aggiornamento catastale degli immobili ristrutturati: la situazione
I soggetti che hanno effettuato interventi edilizi, sia legati al Superbonus, che per attività di ristrutturazione edilizia, manutenzione straordinaria o riqualificazione energetica, sono tenuti a comunicare al catasto le variazioni effettuate per permettere la revisione della rendita catastale dell’immobile. Naturalmente, l’incremento della rendita catastale comporta, inevitabilmente, un aumento degli oneri fiscali gravanti sull’immobile.
L’Agenzia delle Entrate effettuerà i controlli sull’aggiornamento dei dati catastali. Ad esempio, chi ha installato un impianto fotovoltaico o realizzato un cappotto termico deve aggiornare la rendita catastale del proprio immobile, includendo i cambiamenti legati alle caratteristiche strutturali e impiantistiche.
Per approfondire: “Revisione catastale e riforma IMU 2025: tutte le novità“.
Modulazione in base al reddito e al nucleo familiare
Una novità significativa del riordino è la modulazione delle detrazioni in base al reddito. A partire dal 2025, le persone fisiche con redditi superiori a 75.000 euro subiranno un taglio delle detrazioni. Il nuovo sistema di calcolo prevede una riduzione progressiva dell’agevolazione fiscale, tenendo conto del reddito complessivo e del numero di componenti del nucleo familiare.
Conclusioni
Il riordino dei bonus edilizi nel 2025 introduce un approccio più selettivo, con aliquote ridotte per le ristrutturazioni e gli interventi di riqualificazione energetica. È essenziale pianificare attentamente gli interventi, soprattutto per chi ha immobili diversi dalla prima casa o redditi superiori ai 75.000 euro.
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Domande Frequenti (FAQ)
La detrazione al 50% sarà applicabile solo alle abitazioni principali. Occorrerà dimostrare che l’immobile oggetto dei lavori è utilizzato come residenza principale.
Il limite di spesa per la detrazione al 50% resta fissato a 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare. Per le seconde case, invece, il limite sarà ridotto a 48.000 euro con una detrazione del 36%.
La decisione sulla proroga dipenderà dalla Legge di Bilancio e dalle risorse economiche disponibili. Al momento non è stato preso alcun impegno concreto.