Blind trust: finalità e tassazione

HomeTutela del patrimonioBlind trust: finalità e tassazione

Un blind trust è un tipo di trust in cui il gestore (trustee) ha il controllo totale e discrezionale sulla gestione dei beni, senza consultare né informare il disponente (trustor) o i beneficiari su come vengono gestiti o investiti i beni all'interno del trust, che al termine della vita dell'istituto tornano di proprietà del disponente.

Un blind trust (o trust cieco) è un tipo di trust in cui il gestore (trustee) ha il controllo totale e discrezionale sulla gestione dei beni, senza consultare né informare il disponente o i beneficiari su come vengono gestiti o investiti i beni all'interno del trust. Questo tipo di trust è spesso utilizzato per evitare conflitti di interesse.
In altre parole questo tipo di istituto è legato ad un'atto costitutivo ove viene previsto che alla cessazione degli effetti dell'istituto il patrimonio conferito dal disponente, torni nella disponibilità del disponente stesso. Si tratta di un tipico esempio di trust di scopo, ove l'obiettivo è la tutela dei beni del disponente senza che vi sia la tutela di un interesse terzo. Di fatto, la finalità dell'istituto è quella di raggiungere l'obiettivo del disponente, ovvero tutelare i propri beni attraverso il trustee.
Caratteristiche principali del blind trust
In Italia il Trust è stato recepito a seguito dell’adesione alla Convenzione dell’Aja del 1 luglio 1985 e resa esecutiva il 1 gennaio 1992. Le sue caratteristiche principali possono essere schematizzate come di seguito:

Separazione della gestione: il disponente trasferisce i beni al trustee e, dopo questa fase, non ha più controllo o conoscenza su come vengono gestiti o investiti i beni fino alla cessazione degli effetti del trust;
Autonomia del trustee: il trustee ha la completa autorità su tutte le decisioni relative agli investimenti e alla gestione dei beni nel trust;
Assenza di informazioni: il trustor e i beneficiari non ricevono alcuna informazione sulle attività del trust, mantenendo così la trasparenza e prevenendo possibili conflitti di interesse.

L’effetto principale del trust cieco, pertanto, è quello di creare una separazione netta tra il disponente e i beni conferiti trust. Questo, sia in termini di conoscenza della rispettiva composizione e delle modalità di gestione. Il disponente, infatti, non resta a conoscenza della gestione di questi beni.
Requisiti da rispettare
Questo tipo di trust deve rispettare alcuni requisiti indispensabili. Prima di tutto deve essere gestito da un trustee professionale e indipendente. Quest'ultimo deve anche essere dotato di una strutturata organizzazione interna, sia per quanto riguarda i processi operativi, che i profili e i ruoli del personale coinvolto. Esso deve poi garantire indipendenza rispetto al disponente. Il trust, quindi, non deve essere detenuto o amministrato da persone fisiche che abbiano un legame parentale con il disponente, oppure che abbiano concluso contratti con il disponente stesso, il suo coniuge, con persona stabilmente convivente o con un parente o affine del disponente.
Un blind trust strutturato correttamente e gestito da professionisti indipendenti garantisce l’assenza di conflitti di interesse e permette una gestione libera e diversificata degli investimenti.
Quando si costituisce un blind trust?
Questo tipo di trust è spesso utilizzato da politici...

Fiscomania.com

Questo articolo è riservato agli abbonati:
Scopri come abbonarti a Fiscomania.com.


Sei già abbonato?
Accedi tranquillamente con le tue credenziali: Accesso
I più letti della settimana

Abbonati a Fiscomania

Oltre 1.000, tra studi, professionisti e imprese che hanno scelto di abbonarsi per non perdere i contenuti riservati e beneficiare dei vantaggi. Abbonati anche tu a Fiscomania.com oppure Accedi con il tuo account.

I nostri tools

 

Federico Migliorini
Federico Migliorinihttps://fiscomania.com/federico-migliorini/
Dottore Commercialista, Tax Advisor, Revisore Legale. Aiuto imprenditori e professionisti nella pianificazione fiscale. La Fiscalità internazionale le convenzioni internazionali e l'internazionalizzazione di impresa sono la mia quotidianità. Continuo a studiare perché nella vita non si finisce mai di imparare. Se hai un dubbio o una questione da risolvere, contattami, troverò le risposte. Richiedi una consulenza personalizzata con me.
Leggi anche

Rendita vitalizia: strumento di pianificazione previdenziale

La rendita vitalizia è un contratto tramite il quale una parte (l'erogatore della rendita) si impegna a pagare periodicamente una somma...

Vincolo di destinazione: cos’è e caratteristiche

II vincolo di destinazione, ex art. 2645-ter c.c., è un atto di disposizione del proprio patrimonio con cui è...

Beni rifugio: guida completa per investimenti sicuri

I beni rifugio sono asset che gli investitori considerano stabili e sicuri in periodi di crisi economica, instabilità politica,...

Holding statica e abuso del diritto 2025: nel mancato riversamento utili

Il differimento indefinito degli utili nelle holding statiche può configurare abuso del diritto secondo l'Atto MEF 2025: ecco come...

Cos’è e come si costituisce la società semplice?

La società semplice (s.s. - art. 2251 c.c.) è una forma di società di persone in cui due o...

Come proteggere i propri risparmi in caso di crisi economica

Come proteggere i risparmi in caso di crisi? Rischio default finanziario e crisi economica sono due fattori che devono...