Nella Legge di Bilancio, sembra che, oltre all’estensione del taglio del cuneo fiscale arriverà la conferma per il 2025, della maxi deduzione, che arriva fino al 130% in caso di rapporti di lavoro a tempo indeterminato con persone che appartenenti a categorie svantaggiate. E’ previsto solo per le assunzioni a tempo indeterminato dall’art. 4 del decreto legislativo numero 216 del 2023.
Le aziende che assumeranno potranno beneficiare di una maggiorazione pari al 120% del costo ammesso in deduzione, che arriva fino al 130% se i nuovi assunti appartengono alle categorie svantaggiate. Sono esclusi dal novero dei beneficiari i soggetti che non sono titolari di reddito d’impresa.
A dare le anticipazioni per il prossimo anno è il presidente della Commissione Finanze della Camera, nell’intervista pubblicata dal quotidiano IlSussidiario.net il 23 agosto:
Maxi bonus assunzioni anche per il 2025
Le aziende che con nuove assunzioni aumentano i propri occupati potranno beneficiare di una maggiorazione pari al 120% del costo ammesso in deduzione, che può arrivare fino al 130% se i nuovi assunti rientrano nelle categorie svantaggiate.
Le aziende potranno incrementare il costo di lavoratrici e lavoratori da ‘scontare’ ai fini fiscali: la maggiorazione dell’importo deducibile è del 20% (che porta quindi la deduzione totale al 120%), e sale di un ulteriore 10%, al 30% (pari a una deduzione del 130%) in caso di assunzione di soggetti appartenenti alle categorie svantaggiate, tra cui persone con disabilità, donne con almeno 2 figli minorenni o prive di impiego regolarmente retribuito, donne vittime di violenza, giovani ammessi agli incentivi all’occupazione, lavoratori molto svantaggiati.
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Chi è escluso?
Sono esclusi dal novero dei beneficiari dell’agevolazione i soggetti che non sono titolari di reddito d’impresa, come gli imprenditori agricoli o coloro che svolgono attività commerciali in via occasionale.
L’Istat a inizio luglio ha chiarito che l’introduzione della deduzione del costo del lavoro per incremento occupazionale riguarderà solo il 5,6% delle imprese. Il 25,3% delle aziende risulterà invece svantaggiato dalla soppressione dell’ACE, l’Aiuto alla Crescita Economica, a causa della eliminazione della deducibilità della remunerazione figurativa del capitale proprio.
I dati dell’Istat sull’occupazione
Secondi i dati dell’Istat, i lavoratori occupati in Italia a giugno 2024 erano 23 milioni e 949mila, 337mila in più rispetto al giugno del 2023. La crescita è dovuta all’aumento di 465mila dipendenti permanenti (arrivati a 16 milioni e 37mila) e di 121mila autonomi (5 milioni e 144mila), e alla diminuzione di 249mila dipendenti a termine (scesi a 2 milioni e 768mila).