Nel 2022 arrivano per le famiglie italiane alcuni sostegni e alcune variazioni di tipo fiscale, che possono essere vantaggiose in determinate circostanze. Si tratta da un lato dell’Assegno Unico, ovvero del sostegno a favore delle famiglie con figli che sarà erogato universalmente a partire da marzo 2022.

Dall’altro lato si tratta del ricalcolo dell’IRPEF, che influisce direttamente nelle buste paga dei lavoratori italiani, la cui variazione introdotta dall’ultima manovra potrà essere favorevole per determinate famiglie italiane. Sommando i benefici, alcune famiglie potranno ricevere sostegni fino a 2.000 euro.

Si tratta di un calcolo reso noto da una analisi economica e statistica del Dipartimento delle Finanze del MEF. Secondo l’analisi, le misure dell’Assegno Unico e della rimodulazione dell’IRPEF sono introdotte per rendere più equo il sistema fiscale e garantire un supporto economico unico per tutte le famiglie, erogato in modo universale. Per alcune famiglie le misure porteranno ad un sostegno complessivo fino a 2.000 euro annui. Vediamo nell’articolo in cosa consiste l’analisi e quali sono le previsioni sul guadagno effettivo per le famiglie nel 2022.

Assegno Unico e revisione dell’IRPEF

Per il 2022 lo stato è intervenuto per garantire una erogazione economica mensile a tutte le famiglie italiane, in modo universale. Questo significa che tutti possono accedere al beneficio: lavoratori dipendenti, autonomi e disoccupati, con figli fino al compimento di 21 anni.

Il sostegno sarà disponibile a partire da marzo 2022, tuttavia sarà possibile presentare domanda di accesso all’erogazione anche successivamente. Riassumendo il funzionamento dell’Assegno Unico, verrà erogato non in base al reddito, ma in base al valore ISEE, che tiene anche conto della situazione patrimoniale della famiglia. Possono richiedere il sostegno tutte le famiglie con figli, dal settimo mese di gravidanza della madre, fino al compimento di 21 anni del figlio.

Questa misura, come spiega la ricerca del Dipartimento delle Finanze, insieme all’introduzione delle nuove aliquote IRPEF, porta a benefici complessivi fino a 2.000 euro, a partire dal 2022. Mentre l’Assegno Unico va a sostenere le famiglie, la revisione dell’IRPEF garantisce una maggiore equità nella tassazione per i lavoratori italiani.

La revisione dell’IRPEF va a vantaggio del ceto medio, e va a ridurre la pressione fiscale in base al reddito prodotto dal lavoratore annualmente, tramite riduzione delle aliquote da 5 a 4. Assegno Unico e revisione dell’IRPEF, come riporta il Dipartimento delle Finanze, producono un effetto redistributivo:

“L’effetto redistributivo delle due riforme è stato valutato utilizzando il modello TAXBEN-DF, calcolando i principali indicatori di disuguaglianza. I risultati mostrano che l’effetto redistributivo complessivo è positivo: l’indice di Gini del reddito disponibile familiare diminuisce dell’1,65%, indicando una rilevante diminuzione della disuguaglianza del reddito disponibile per le famiglie italiane;”

Le due riforme vanno ad incidere sul reddito complessivo delle famiglie italiane, e entrambe le misure seguono gli obiettivi promossi dal PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Assegno Unico e rivalutazione IRPEF: le caratteristiche

Nel documento fornito dal MEF vengono indicate le conseguenze principali delle sue riforme, che porteranno le famiglie italiane a guadagnare tramite Assegno Unico e rivalutazione dell’IRPEF anche fino a 2.000 euro in più annui.

Per quanto riguarda la riforma dell’IRPEF, ovvero dell’imposta applicata sui redditi delle persone fisiche, spiccano alcune caratteristiche:

  • Riduzione del numero delle aliquote dell’imposta, che passano da 5 a 4;
  • Rimodulazione degli scaglioni delle aliquote;
  • Riduzione delle aliquote centrali, che di conseguenza vanno a favorire il ceto medio;
  • Incremento delle detrazioni da lavoro, collegate alla no tax area, ovvero ai limiti non tassabili;
  • Rimodulazione del trattamento integrativo per i dipendenti: si tratta del bonus IRPEF, che continua ad essere garantito sotto la soglia di reddito di 15.000 euro annui, con importo pari a 100 euro. Un sostegno simile spetta anche fino a 28.000 euro di guadagno, con importi inferiori.

Per quanto riguarda invece l’Assegno Unico, la misura a favore delle famiglie con figli, segue un principio di progressività, perché l’importo erogato è maggiore con valori ISEE inferiori. Si tratta di una cifra che può variare da 175 euro a 50 euro a figlio mensili in base all’ISEE. Vengono sostenute maggiormente le famiglie con ISEE più basso, entro i 15.000 euro, tuttavia l’erogazione viene corrisposta anche per importi superiori.

Inoltre vengono sostenute economicamente con un sostegno maggiore le famiglie che si trovano in particolari condizioni, come riporta la ricerca del MEF:

  • Famiglie in cui sono presenti componenti con disabilità;
  • Famiglie con tre o più figli a carico;
  • Famiglie con 4 o più figli a carico;
  • Famiglie in cui entrambi i genitori sono lavoratori;
  • Famiglie in cui le madri hanno giovane età, inferiore a 21 anni.

Chi percepisce il reddito di cittadinanza potrà percepire insieme anche l’Assegno Unico, in base ad un ricalcolo effettuato dall’INPS sugli importi.

Gli effetti delle due riforme

Secondo l’analisi del Dipartimento delle Finanze, con una simulazione sono stati valutati gli effetti delle due riforme per le famiglie italiane, il cui beneficio verrà riscontrato a partire dal 2022. Prima di tutto viene valutato l’impatto complessivo delle due riforme, di ampia portata: la variazione dell’IRPEF viene applicata a tutti i lavoratori, mentre l’Assegno Unico è rivolto alle famiglie in modo universale.

La struttura delle riforme garantisce effetti di tipo progressivo: ovvero vengono aiutate maggiormente quelle famiglie con reddito basso. I principali beneficiari di entrambe le misure sono i cittadini con reddito inferiore a 15.000 euro, ma in modo progressivo vengono sostenute anche le famiglie con reddito maggiore.

Le due riforme hanno quindi carattere redistributivo, in termini di risorse. Secondo i dati infatti, le due riforme contribuiscono alla riduzione delle disuguaglianze:

“Si osserva che l’indice di Gini del reddito disponibile familiare diminuisce dell’1,65% a seguito delle riforme, segnalando una diminuzione significativa della disuguaglianza del reddito disponibile per le famiglie italiane21.”

Tra le conseguenze delle due riforme, si ipotizza anche un miglioramento delle disuguaglianze territoriali, per cui l’effetto redistributivo è maggiore nelle regioni del sud Italia. Riportiamo qui alcuni dati di una tabella che riporta l’effetto redistributivo apportato dalle due misure, in base ai decimi di reddito equivalente, per cui alcune famiglie potranno beneficiare fino a quasi 2.000 euro di vantaggio. Si tratta delle famiglie con reddito inferiore, che riportiamo qui:

Decimi di reddito equivalenteNuclei coinvolti con figli (/1000)Beneficio medio per nucleo in euroIncidenza sul reddito lordo
I1.1341.93511,6%
II1.5856242,5%
III1.9016712,3%
IV2.1476251,9%

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