A meno che non si tratti di assegno circolare, non è possibile conoscere in anticipo se l’assegno risulta coperto o meno in quanto solo l’assegno circolare, essendo emesso direttamente presso la sede fisica della banca, è come se risultasse garantito dall’Istituto di credito che certifica l’esistenza delle somme sul conto corrente. In caso di assegno bancario, la banca non è tenuta al pagamento perché sul conto corrente del debitore non ci sono soldi a sufficienza.
Quando viene emesso un assegno, il creditore che lo riceve è libero di presentarlo alla propria banca entro 8 giorni se la sua banca si trova nello stesso Comune (assegno “su piazza“); entro 15 giorni invece se si trova in un’altra città (assegno “fuori piazza“). Oltre detto periodo l’assegno scade. Pertanto, il soggetto che ha emesso l’assegno può ordinare alla propria banca di non effettuare il pagamento, senza conseguenze (vedi il protesto).
Indice degli Argomenti
Cosa succede in caso di assegno scoperto?
L’assegno scoperto è un assegno emesso senza avere sul conto corrente la quantità di denaro necessaria per coprirlo. Si può scoprire che l’assegno non è coperto soltanto nel momento in cui ci si reca in banca per incassarlo. A meno che non si tratti di assegno circolare, non è possibile conoscere in anticipo se l’assegno risulta coperto o meno in quanto solo l’assegno circolare, essendo emesso direttamente presso la sede fisica della banca, è come se risultasse garantito dall’Istituto di credito che certifica l’esistenza delle somme sul conto corrente.
Se emetti un assegno scoperto riceverai una comunicazione da parte della banca, la quale ti invita a trasferire sul tuo conto corrente i soldi necessari alla copertura effettiva dell’assegno. L’importo è soggetto ad una doppia maggiorazione: sarà infatti applicata una penale, e i relativi interessi. Qualora, alla scadenza del termine, dovessi essere ancora inadempiente, la banca farà un secondo tentativo. Se anche il secondo tentativo dovesse risultare fallimentare, si procederà con il cosiddetto protesto. Il notaio, o l’ufficiale giudiziario, dichiarerà il mancato pagamento o la mancata accettazione dell’assegno.
Le conseguenze per il debitore in caso di assegno scoperto
Nel caso in cui il debitore non riesca ad effettuare il pagamento (avere la provvista per l’assegno), vi sono delle conseguenze rilevanti da tenere in considerazione. Si tratta delle seguenti:
- Iscrizione al CAI (Centrale di allarme interbancaria). Si tratta di un registro tenuto dalla Banca d’Italia. La banca informa la CAI dell’assegno a vuoto, la quale procede con la “revoca di sistema”: il debitore viene invitato a restituire il libretto di assegni e, per sei mesi (il tempo di iscrizione al CAI) nessuna banca gliene concederà uno;
- Protesto. Un assegno scoperto costituisce titolo esecutivo a tutti gli effetti. Quindi se ne possiedi uno puoi far partire la procedura di recupero del credito e ottenere pignoramento e vendita all’asta dei beni del debitore.
Quali conseguenze per l’emissione di assegno scoperto?
Quindi, le principali conseguenze dell’emissione di un assegno scoperto sono:
- Protesto: L’assegno viene protestato, e ciò comporta l’iscrizione del nome del traente nei registri dei protesti. Questa iscrizione può avere ripercussioni negative sulla reputazione creditizia del traente, rendendo difficile per lui ottenere prestiti o altre forme di credito in futuro;
- Recupero crediti: Il beneficiario dell’assegno (cioè colui a favore del quale l’assegno è stato emesso) può avviare una procedura di recupero crediti per ottenere la somma dovuta;
- Interessi e spese: Colui che ha emesso l’assegno può essere tenuto a pagare gli interessi moratori e le spese sostenute dal beneficiario a causa dell’assegno scoperto;
- Denuncia: Il beneficiario dell’assegno ha il diritto di denunciare il traente per emissione di assegno senza copertura;
- Inabilitazione: In alcuni casi, il traente può essere dichiarato inabile all’emissione di assegni per un determinato periodo di tempo: chi emette un assegno scoperto, potrebbe essere inserito sui registri della Cai, Centrale allarmi interbancaria, non potendo così più emettere assegni per un determinato periodo di tempo.
Tabella: conseguenze di assegno scoperto
Situazione | Assegno scoperto emesso |
---|---|
Conseguenza immediata | Rifiuto di accredito dalla banca |
Conseguenze legali | Protesto dell’assegno, iscrizione nel registro dei protesti |
Penalità finanziarie | Sanzione amministrativa pecuniaria da 516 a 3.098 euro |
Reputazione creditizia | Danno alla reputazione creditizia, difficoltà nell’ottenere prestiti |
Altre conseguenze | Iscrizione al CAI (Centrale di Allarme Interbancaria) |
Azioni di recupero | Recupero dei fondi tramite procedure giudiziarie (atto di precetto) |
Pagamento tardivo dell’assegno scoperto
Esiste la possibilità di regolarizzare (pagamento tardivo), pagando entro 60 giorni l’importo indicato sull’assegno più una penale fissa del 10% oltre gli interessi e le spese di eventuale protesto. I 60 giorni decorrono dalla data di scadenza del termine di presentazione dell’assegno. Quindi, i termini sono di 68 giorni (60 + 8) nel caso in cui l’assegno sia stato emesso su piazza (stesso Comune della Banca) e di 75 giorni (60 + 15) ove sia stato emesso fuori piazza (Comune diverso) partendo dalla data di emissione che è riportata sull’assegno.
Il pagamento tardivo può essere effettuato versando la somma sul proprio conto corrente oppure pagando direttamente il beneficiario dell’assegno con un diverso strumento con la redazione di un’apposita scrittura liberatoria per il debitore.
Al termine della procedura il creditore, dopo aver ricevuto il pagamento, maggiorato della penale e degli interessi deve rilasciare quietanza. Si tratta di un documento ufficiale che dimostra il pagamento e libera il debitore. Tale quietanza deve essere presentata all’istituto bancario del debitore. La presentazione deve avvenire assieme all’assegno pagato tardivo, come prova dell’avvenuto pagamento.
Chi deve protestare un assegno?
Il protesto di un assegno è un atto formale che viene effettuato quando un assegno non viene pagato dalla banca su cui è tratto, solitamente a causa della mancanza di fondi sufficienti sul conto del traente (colui che ha emesso l’assegno) o per altri motivi che ne impediscono l’incasso.
Il protesto di un assegno viene effettuato da un pubblico ufficiale, generalmente un notaio o un ufficiale giudiziario. Questa procedura serve a formalizzare l’evento del mancato pagamento e ha importanti conseguenze legali e finanziarie per il traente dell’assegno.
Il processo avviene in questo modo:
- Presentazione dell’assegno per il pagamento: Il beneficiario o la banca presentano l’assegno per il pagamento;
- Rifiuto di pagamento da parte della Banca: Se non ci sono fondi sufficienti o ci sono altre ragioni per cui l’assegno non può essere pagato, la banca rifiuta il pagamento;
- Levata del protesto: Il beneficiario, attraverso un ufficiale giudiziario o un notaio, fa levare il protesto entro termini di legge dall’atto del rifiuto del pagamento da parte della banca;
- Registrazione nel registro dei protesti: Una volta levato il protesto, questo viene registrato nel Registro dei Protesti. Questa registrazione è pubblica e può essere consultata da banche e altri istituti finanziari;
- Conseguenze per l’emittente: L’emittente dell’assegno protestato subisce conseguenze legali e finanziarie, tra cui l’inclusione nel registro dei protesti, il che può danneggiare la sua reputazione creditizia e limitare la sua capacità di accedere a servizi finanziari in futuro.
L’assegno deve sempre essere protestato?
Solo in determinate condizioni. Il protesto è un atto formale redatto da un pubblico ufficiale (Notaio, o l’ufficiale giudiziario). Il pubblico ufficiale accerta che la somma di denaro dovuta non è stata pagata e avvia il procedimento per pubblicare il nome del debitore nel Registro informatico dei protesti.
Occorre levare il protesto quando l’assegno ha “circolato” tra diversi beneficiari per ottenere il pagamento dell’assegno anche nei confronti dei giranti e degli eventuali avallanti. Si ricorre a questa procedura quando risulta necessario aumentare il numero di soggetti responsabili, che saranno chiamati a rispondere degli importi dell’assegno.
Negli altri casi e se l’assegno è non trasferibile non occorre invece levare il protesto in quanto lo stesso costituisce di per sè un titolo idoneo ad ottenere il pagamento diretto verso chi lo ha emesso. Si potrà dunque procedere alla notifica di un atto di precetto volto all’instaurazione di una procedura esecutiva di pignoramento.
Cosa succede se non riesco a coprire un assegno?
Se invece non si copre l’assegno entro i 60 giorni, il nominativo di chi l’ha emesso sarà inserito nell’elenco Protestati del CAI, ossia la Centrale di Allarme Interbancaria gestita dalla Banca d’Italia. Qui resterà iscritto per 5 anni, anche dopo l’eventuale pagamento della somma dovuta.
Cosa fare in caso di ricezione di un assegno scoperto?
In caso di ricezione di un assegno scoperto è procedere al protesto, rivolgendosi a un notaio o a un ufficiale giudiziario. Il termine per chiedere il protesto è di 8 giorni, se l’assegno a vuoto è stato emesso nello stesso Comune in cui si chiede di incassarlo, e 15 giorni in caso di Comune diverso.
Inoltre, il possessore di un assegno scoperto può anche avviare una procedura giudiziaria per recuperare il denaro dovuto, mediante l’atto di precetto. È una comunicazione scritta con cui si chiede al debitore di pagare la somma dovuta entro 10 giorni. Nel caso in cui il debitore non provveda al pagamento, il creditore ha 90 giorni di tempo per avviare l’esecuzione forzata e quindi procedere al pignoramento dei beni del debitore.
Conseguenze penali
L’emissione di un assegno scoperto non è un reato, ma un illecito amministrativo. Pertanto, prevede l’applicazione di sanzioni pecuniarie che sono notificate dal Prefetto tramite un’ingiunzione di pagamento.
Sono previste delle sanzioni che vanno da un minimo di 516 a un massimo di 6.197 euro, oltre alla revoca della possibilità di emettere assegni bancari o postali, per un periodo compreso tra i 2 e i 5 anni, la quale tuttavia scatta soltanto qualora l’assegno emesso a vuoto avesse un importo superiore a 2.582 euro.
In caso di protesto, inoltre:
- Il proprio nominativo sarà pubblicato presso il Registro informatico dei protesti tenuto dalla Camera di Commercio;
- Revoca autorizzazione a emettere assegni per 6 mesi;
- Segnalazione alla Centrale di allarme interbancaria (Cai).
Nel caso in cui l’importo dell’assegno scoperto è maggiore di 51.645 euro, oppure nel caso di due o più violazioni nei 5 anni precedenti, per un importo totale superiore a 10.329 euro, saranno applicate delle sanzioni interdittive, come l’interdizione all’esercizio di un’attività professionale e imprenditoriale e dall’esercizio dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese. Viene meno anche la capacità di contrattare con la Pubblica Amministrazione.
Domande frequenti
Un assegno scoperto è un assegno emesso senza che sul conto corrente ci siano fondi sufficienti a coprire l’importo indicato sull’assegno.
Se un assegno viene protestato, il nome di colui che ha emesso l’assegno viene iscritto nei registri dei protesti, il che può avere ripercussioni negative sulla sua reputazione creditizia.
Sì, è possibile fermare il pagamento di un assegno prima che venga presentato in banca, ma è importante comunicare tempestivamente con il beneficiario e con la propria banca.
Sì, l’emissione di assegni scoperti può avere un impatto negativo sulla reputazione creditizia e rendere difficile ottenere prestiti o altre forme di credito.