Come sono tassati i dividendi di fonte estera nei vari paesi europei? Quali esenzioni vengono applicate? Un’analisi per capire i criteri di territorialità adottati.
Uno degli aspetti da indagare nella creazione di un gruppo multinazionale e nella sua pianificazione fiscale riguardano anche i criteri di territorialità legati alla tassazione dei dividendi di fonte estera. In questa analisi ho deciso di prendere in considerazione i principali paesi europei per capire quali sono i diversi criteri di territorialità che utilizzano per assoggettare a tassazione – solitamente parziale – i dividendi di fonte estera.
Ricordo che i dividendi rappresentano gli utili già assoggettati a tassazione nel Paese ove la società li ha prodotti. Per questo motivo, solitamente, il Paese ove è situazione la società controllante (“casa madre“), consente alcuni esoneri da tassazione al momento dell’incasso del dividendo di fonte estera. In quest’ottica, particolarmente interessanti sono i risultati emersi legati ai diversi criteri adottati dai vari Paesi per incentivare l’arrivo di dividendi di fonte estera e quindi, indirettamente, incentivare la costituzione di holding nel proprio territorio.
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I criteri di territorialità per la tassazione dei dividendi di fonte estera
Sotto un sistema fiscale territoriale, le imprese internazionali pagano le tasse ai paesi in cui si trovano e guadagnano il loro reddito. Questo significa che i regimi fiscali territoriali generalmente non tassano i redditi delle società all’estero. Al contrario un sistema fiscale basato sulla tassazione su base mondiale, d’altra parte, come il sistema fiscale italiano, richiede alle aziende di pagare le tasse sul reddito mondiale, indipendentemente da dove viene guadagnato.
All’interno di sistemi fiscali basati sulla tassazione mondiale dei redditi, tuttavia, vi possono essere dei regimi particolari dedicati a particolari tipologie reddituali. Si tratta, essenzialmente, di criteri specifici legati alla tassazione del capital gain (interessi, dividendi e plusvalenze). In questi casi i sistemi fiscali prevedono dei particolari criteri basati sulla cd “partecipation exemption“, che può includere – a seconda dei casi – esenzioni totali o parziali per dividendi di origine estera o redditi da plusvalenze o entrambi.
In questo contesto, i dividendi possono essere utilizzati per rimpatriare i profitti guadagnati in una controllata estera alla società madre. Lo stesso criterio vale anche per le plusvalenze che emergono, ad esempio, quando le controllate estere vengono vendute registrando un profitto. Attraverso la “partecipation exemption” vengono eliminate le imposte nazionali su tali redditi esteri consentendo alle società di ignorare questi proventi, in parte o in toto, nel calcolare il proprio reddito imponibile.
Criteri di territorialità in Europa per il capital gain
In particolare, in questo contesto legato ai criteri di territorialità di dividendi e plusvalenze di fonte estera si possono distinguere tre casi:
- Un sistema fiscale completamente territoriale esenta tutti i redditi da dividendi e plusvalenze di origine estera;
- Un sistema fiscale parzialmente territoriale esenta solo una certa quota di dividendi di origine estera e redditi da plusvalenza o esenta redditi da dividendo di origine estera ma include proventi da plusvalenza di origine estera (o viceversa);
- Un sistema fiscale mondiale non esenta alcun reddito da dividendi e plusvalenze di origine estera.
Quali Paesi in Europa utilizzano sistemi di tassazione territoriale per il capital gain?
In molti paesi, i profitti societari sono soggetti a due livelli di tassazione: l’imposta sul reddito societario a livello di entità quando la società guadagna reddito e l’imposta sui dividendi o l’imposta sulle plusvalenze a livello individuale quando tale reddito viene trasferito ai suoi azionisti come dividendi o plusvalenze. Alcuni paesi, tuttavia, hanno integrato la loro tassazione del reddito societario e dei dividendi/plusvalenze per eliminare tale doppia imposizione .
Dei 27 paesi europei OCSE, ben 19 utilizzano un sistema fiscale completamente territoriale, esentando tutti i redditi da dividendi e plusvalenze di origine estera dalla tassazione interna. Nei restanti otto paesi, tale reddito è parzialmente esente dalla tassazione interna. Nessun paese europeo dell’OCSE gestisce un sistema fiscale con tassazione su base mondiale.
Degli otto paesi con un sistema fiscale parzialmente territoriale, solo l’Irlanda tassa interamente i redditi da dividendi di origine estera e allo stesso tempo esenta completamente i redditi da plusvalenza di origine estera. L’opposto è il caso in Grecia e Polonia (tassando completamente i redditi da plusvalenza di origine estera ed esentando completamente i dividendi di origine estera). I restanti cinque paesi hanno esenzioni parziali sia per i dividendi di origine estera che per i redditi da plusvalenza.
Molti paesi trattano il reddito di origine straniera in modo diverso a seconda del paese in cui è stato guadagnato. Ad esempio, molti paesi limitano i loro sistemi territoriali sulla base di una “black list” di paesi che non seguono determinati requisiti. Tra i paesi dell’Unione Europea (UE), è comune limitare l’esenzione dalla partecipazione agli Stati membri dell’UE o allo Spazio economico europeo (SEE).
Tabella: criteri di territorialità per dividendi e plusvalenze nei paesi europei
Le esenzioni riportate nella seguente tabella riguardano i dividendi e le plusvalenze di fonte estera percepiti da società di capitali.
Paese | Esenzione da tassazione dei dividendi di fonte estera | Esenzione dalla plusvalenze di fonte estera | Dettagli |
---|---|---|---|
Austria | 100% | 100% | – |
Belgio | 100% | 100% | – |
Danimarca | 100% | 100% | Stati membri dell’UE e Stati membri del SEE o trattato contro la doppia imposizione |
Estonia | 100% | 100% | Stati membri dell’UE e Stati membri del SEE e Svizzera |
Finlandia | 100% | 100% | Stati membri dell’UE e Stati membri del SEE |
Francia | 95% | 88% | Esclusi i paesi black list |
Germania | 95% | 95% | – |
Grecia | 100% | – | Stati membri UE |
Islanda | 100% | 100% | – |
Irlanda | – | 100% | Stati membri dell’UE e paesi con trattati fiscali |
Italia | 95% | 95% | Esclusi i paesi black list |
Lettonia | 100% | 100% | Esclusi i paesi black list |
Lituania | 100% | 100% | Esclusi i paesi black list |
Lussemburgo | 100% | 100% | – |
Norvegia | 97% | 100% | Stati membri SEE |
Paesi Bassi | 100% | 100% | – |
Polonia | 100% | – | Stati membri dell’UE e Stati membri del SEE e Svizzera |
Portogallo | 100% | 100% | I paesi della lista nera sono esclusi |
Repubblica Ceca | 100% | 100% | Stati membri dell’UE e Stati membri del SEE |
Repubblica Slovacca | 100% | 100% | Paesi con trattati fiscali |
Slovenia | 95% | 47.5% | Esclusi i paesi black list |
Spagna | 100% | 100% | Esclusi i paesi black list |
Svezia | 100% | 100% | – |
Svizzera | 100% | 100% | – |
Turchia | 100% | 100% | – |
Regno Unito | 100% | 100% | – |
Ungheria | 100% | 100% | – |
L’Irlanda ha l’aliquota fiscale sui dividendi più alta tra i paesi europei dell’OCSE, al 51%. Seguono Danimarca e Regno Unito, rispettivamente al 42% e al 38,1%. L’Estonia e la Lettonia sono gli unici paesi europei coperti che non impongono una tassa sul reddito da dividendi. Ciò è dovuto al loro sistema fiscale aziendale basato sul flusso di cassa. Invece di imporre un’imposta sui dividendi, l’Estonia e la Lettonia impongono un’imposta sul reddito delle società del 20% quando un’impresa distribuisce i propri utili agli azionisti. Tra i paesi che applicano una tassa sui dividendi, la Grecia ha l’aliquota fiscale più bassa, al 5%, seguita dalla Slovacchia, al 7%.
Conclusioni e consulenza fiscale online
Come emerso da questa breve analisi tutti i Paesi europei adottano criteri di esenzione per la tassazione dei dividendi societari provenienti da controllate estere. Naturalmente, questo tipo di esenzioni, inevitabilmente, finisce per influenzare le politiche fiscali delle società multinazionali. Questo avviene soprattutto quando si tratta di identificare quale sia il migliore paese per incorporare la propria holding o sub-holding.
È in quest’ottica, infatti, che questa analisi può offrire spunti interessanti. Infatti, paesi come il Lussemburgo, la Svizzera ed i Paesi Bassi – notoriamente conosciuti per essere paesi di incorporazione per holding – applicazioni esenzioni fiscali al 100% senza nessun discrimine. Tuttavia, anche altri paesi stanno seguendo queste disposizioni, vedi il Regno Unito, l’Ungheria, la Turchia e la Svezia.
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