Il Governo con la Manovra 2026 prevede anche una serie di misure mirate a sostenere la competitività delle imprese italiane, l’innovazione e gli investimenti. Tra le novità più importanti per le imprese compare la nuova misura di maggiorazione del costo di acquisizione dei beni materiali ai fini dell’ammortamento. Il Governo ha previsto un super ammortamento per favorire gli investimenti in macchinari, impianti e attrezzature funzionali all’innovazione e alla transizione tecnologica.
La legge di bilancio 2026 conferma anche i crediti d’imposta per gli investimenti nelle Zone Economiche Speciali (ZES) e nelle Zone Logistiche Semplificate (ZLS).
E’ stata cancellata l’IRES premiale, in favore delle imprese che reinvestivano in investimenti qualificati o in nuova occupazione gli utili.
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Super ammortamento 2026
L’articolo 94 del DDL bilancio prevede il ritorno dell’iper ammortamento, una misura di agevolazione fiscale sugli investimenti in beni strumentali nuovi ed aventi determinate caratteristiche, e varia a seconda dell’importo e della tipologia di investimento. La maggiorazione sarà riconosciuta per due tipi di investimenti, quelli in nuovi beni strumentali materiali e immateriali (software) nuovi e quelli in beni materiali finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo anche a distanza.
I beneficiari saranno i soggetti titolari di reddito d’impresa che effettuano investimenti in beni strumentali destinati a strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato.
Gli investimenti agevolabili possono essere effettuati tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2026. È prevista una proroga fino al 30 giugno 2027 per gli ordini accettati entro fine 2026, a condizione che entro quella data sia versato almeno il 20% di acconto.
L’iper ammortamento consente di maggiorare il costo fiscale dei beni acquistati, riducendo la base imponibile su cui si calcolano le imposte. L’impresa potrà dedurre una quota più alta del costo sostenuto, ottenendo un risparmio fiscale.
Le percentuali variano in base all’ammontare dell’investimento: fino a 2,5 milioni di euro la maggiorazione è del 180%, decrescendo poi progressivamente per importi superiori.
Per i progetti con un impatto ambientale misurabile, ad esempio una riduzione dei consumi energetici o di processo, sono previste aliquote rafforzate, che possono arrivare fino al 220%.
Di seguito una tabella con le aliquote delle maggiorazioni per investimenti che consentono di raggiungere gli obiettivi della transizione ecologica prevista dall’ex Piano Transizione 5.0.
| Maggiorazione | Importo dell’investimento |
|---|---|
| 90% | tra 10 e 20 milioni di euro |
| 140% | tra 2,5 e 10 milioni di euro |
| 220% | fino a 2,5 milioni di euro |
Di seguito una tabella con le aliquote delle maggiorazioni per investimenti diversi da quelli che consentono di raggiungere gli obiettivi della transizione ecologica.
| Maggiorazione | Importo dell’investimento |
|---|---|
| 50% | tra 10 e 20 milioni di euro |
| 100% | tra 2,5 e 10 milioni di euro |
| 180% | fino a 2,5 milioni di euro |
Differenze con transizione 5.0
Questo schema è più apprezzato dalle imprese rispetto a transizione 5.0, perché si basa su un beneficio certo in deduzione anziché su crediti d’imposta da utilizzare in compensazione. Confindustria ha chiesto che la misura abbia un orizzonte almeno triennale con efficacia dal 1° gennaio 2026, per dare certezza agli investimenti già avviati nel 2025. Nel prossimo paragrafo vediamo quali altre leve finanziarie vengono riattivate per le piccole e medie imprese.
Nuova Sabatini
La nuova sabatini, uno degli strumenti più utilizzati dalle PMI per finanziare l’acquisto di beni produttivi, riceve nuove risorse per 200 milioni di euro nel 2026 e 450 milioni nel 2027, per un totale di 650 milioni. Secondo le stime, questo intervento consente di mobilitare oltre 4,5 miliardi di nuovi investimenti privati grazie a un effetto leva medio di circa 1:7.
Il meccanismo funziona così: le imprese ottengono finanziamenti bancari o leasing per acquistare macchinari, impianti e software, e lo stato riconosce un contributo in conto interessi. Il contributo copre una percentuale degli interessi calcolati sul finanziamento, fino al 3,575% per gli investimenti ordinari e fino al 10% per quelli in tecnologia 4.0 o green, a seconda delle determinazioni del ministero dello sviluppo economico.
La misura viene semplificata e resa più accessibile per favorire l’innovazione diffusa nel tessuto produttivo italiano, soprattutto per chi non ha la dimensione per accedere ai maxi ammortamenti su investimenti molto elevati. Nel paragrafo che segue analizziamo le agevolazioni territoriali per il sud d’Italia.
Crediti d’imposta per le Zes prorogato fino al 2028
Saranno prorogati per il prossimo anno anche i crediti d’imposta per gli investimenti nelle Zes (Zone Economiche Speciali) e nelle Zone Logistiche Semplificate, fino al 2028. Il limite di spesa è fissato a 2,3 miliardi di euro per il 2026, un miliardo per il 2027 e 750 milioni per il 2028.
L’agevolazione riguarda le imprese che effettuano investimenti produttivi nelle regioni del mezzogiorno, con un credito d’imposta che può arrivare fino al 45% del costo sostenuto. L’importo esatto dipende dalla dimensione dell’impresa (piccola, media o grande) e dal territorio specifico in cui si investe. Le imprese devono prima comunicare all’agenzia delle entrate l’ammontare delle spese sostenute o programmate, e successivamente inviare una comunicazione integrativa per certificare di aver effettivamente realizzato gli investimenti.
Le imprese dovranno prima a comunicare all’agenzia delle Entrate l’ammontare delle spese sostenute o programmate e poi dovranno mandare una comunicazione integrativa per certificare di aver effettivamente realizzato gli investimenti. Per le Zone Logistiche Semplificate è prevista una linea di investimento su base triennale, con 100 milioni di euro l’anno dal 2026 al 2028.
Assegnazioni ed estromissioni agevolate tornano nel 2026
La manovra 2026 proroga, quasi alla lettera, le agevolazioni già previste nel 2025 per le assegnazioni, le cessioni e le trasformazioni agevolate. Le società di persone e di capitali possono assegnare o cedere ai soci beni immobili non strumentali o beni mobili registrati non utilizzati nell’attività, beneficiando di un’imposta sostitutiva agevolata. In parallelo, è possibile anche trasformare la società in società semplice oppure, per gli imprenditori individuali, effettuare l’estromissione agevolata degli immobili.
Il versamento dell’imposta sostitutiva avviene in due rate: il 60% entro settembre e il 40% entro novembre 2026. Questa misura è particolarmente utile per chi vuole liberare patrimonio immobiliare dalle società operative senza subire la doppia imposizione ordinaria (sia in capo alla società che in capo al socio).
L’operazione deve riguardare beni non strumentali o non più utilizzati nell’attività, e va valutata attentamente dal punto di vista civilistico e fiscale per evitare errori nella qualificazione del bene o nella determinazione della base imponibile. Nel paragrafo successivo vediamo invece cosa non è stato confermato rispetto alle aspettative iniziali.
Addio all’Ires premiale
Una delle novità più attese era la stabilizzazione dell’ires premiale, la riduzione di 4 punti percentuali dell’aliquota ordinaria (dal 24% al 20%) per le imprese che reinvestivano utili in nuova occupazione o in investimenti qualificati. La misura era stata introdotta in via sperimentale nel 2024 e confermata per il 2025, con l’aspettativa che diventasse strutturale.
Invece, nella versione finale della manovra 2026, l’ires premiale è stata cancellata. Il governo ha preferito concentrare le risorse sui maxi ammortamenti, che hanno un impatto più diretto sugli investimenti produttivi. La cancellazione dell’ires premiale rappresenta un passo indietro significativo secondo molte associazioni di categoria, che chiedevano di rendere stabile questo strumento per premiare le aziende che contribuiscono alla crescita economica e all’innovazione.
Anche l’ace (aiuto alla crescita economica), che era stata eliminata dal 2024, non viene riproposta. Nel paragrafo che segue chiariamo i tempi di entrata in vigore delle misure confermate.
Quando entrano in vigore le nuove regole
Il disegno di legge di bilancio 2026 è stato trasmesso al senato a fine novembre 2025 e si attende l’approvazione definitiva del parlamento entro fine anno. Solo dopo la pubblicazione in gazzetta ufficiale, le nuove misure entreranno formalmente in vigore dal 1° gennaio 2026.
Per i maxi ammortamenti, le associazioni di categoria chiedono che la misura copra anche gli investimenti già avviati nel 2025, per evitare un vuoto normativo tra la fine di transizione 5.0 e l’avvio del nuovo schema. Per le assegnazioni e le estromissioni agevolate, la finestra operativa si apre nel corso del 2026, con scadenze per il versamento dell’imposta sostitutiva fissate a settembre e novembre.
Per il credito d’imposta zes, le imprese devono comunicare all’agenzia delle entrate le spese sostenute o programmate secondo le modalità e i termini che saranno definiti con provvedimento attuativo. Chi sta già pianificando investimenti produttivi deve quindi monitorare l’uscita dei decreti attuativi e delle circolari dell’agenzia delle entrate, che definiranno nel dettaglio i requisiti e le procedure operative.