Qualifying income a Dubai: guida all’esenzione fiscale

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Pensi che basti aprire in free zone per avere tasse zero? Scopri perché crypto trading e consulenza generica rischiano di farti perdere lo status Qualifying Free Zone Person (QFZP). Ti spieghiamo normativa, attività escluse e regola de minimis con esempi concreti.

Hai aperto la tua società in Free Zone a Dubai convinto di pagare zero tasse? Forse dovresti ricontrollare. Negli ultimi mesi, la Federal Tax Authority degli Emirati ha chiarito con precisione chirurgica quali attività mantengono davvero l’esenzione fiscale e quali invece ti espongono all’aliquota ordinaria del 9%. Il punto critico? Il concetto di qualifying income, che molti imprenditori digital sottovalutano fino al momento della prima dichiarazione fiscale.

La normativa emiratina distingue nettamente tra redditi che beneficiano dell’aliquota zero e quelli tassabili. Non si tratta di una questione marginale: se sbagli classificazione o superi determinate soglie, perdi lo status di Qualifying Free Zone Person non solo per l’anno in corso, ma per i successivi quattro periodi fiscali. Parliamo quindi di cinque anni di tassazione al 9% su tutti i profitti sopra i 375.000 dirham. Per un’impresa digitale con margini del 40-50%, il costo dell’errore si misura facilmente in decine di migliaia di euro.

Questo articolo entra nel dettaglio tecnico della Ministerial Decision 229 del 2025, che ha sostituito la precedente n. 265/2023, e della Cabinet Decision n. 100/2023. Analizziamo quali attività qualificano realmente, quali sono sempre escluse, e soprattutto come funziona la regola de minimis che consente un margine limitato di redditi non qualificanti. Con esempi numerici concreti e casi pratici.

Il qualifying income è il reddito derivante da attività specifiche che mantiene l’aliquota zero per le società Free Zone che rispettano i requisiti di Qualifying Free Zone Person. Include transazioni tra Free Zone entities, determinate attività con soggetti mainland o esteri, e redditi minori entro la soglia de minimis. Le attività bancarie, assicurative, immobiliari e la consulenza generica sono escluse.

Come funziona realmente il sistema Free Zone

Dal primo giugno 2023, gli Emirati hanno introdotto la Corporate Tax federale con aliquota standard del 9% sui profitti sopra i 375.000 dirham annui. Le società Free Zone possono mantenere l’esenzione totale solo se ottengono lo status di Qualifying Free Zone Person. Questo status non è automatico: richiede il rispetto simultaneo di cinque condizioni durante tutto il periodo fiscale.

La prima condizione riguarda proprio il qualifying income. Devi generare reddito esclusivamente da attività ammesse dalla normativa. La seconda impone che tu non abbia scelto volontariamente di essere tassato al 9%. La terza richiede che tu mantenga una sostanza economica adeguata nella Free Zone con uffici, dipendenti e spese operative. La quarta ti obbliga a rispettare le regole di transfer pricing nelle transazioni con società correlate. La quinta impone la redazione di bilanci certificati annualmente.

Violare anche una sola di queste condizioni in qualsiasi momento dell’anno fiscale comporta la perdita immediata dello status QFZP. La conseguenza non si limita all’anno corrente: la legge prevede che tu rimanga tassato al 9% per l’anno della violazione più i quattro anni fiscali successivi. Cinque anni totali senza possibilità di tornare allo 0%. Questo meccanismo punitivo rende fondamentale capire esattamente cosa costituisce qualifying income e cosa no.

I tre pilastri del qualifying income secondo la normativa 2025

La Ministerial Decision 229 del 2025 ha introdotto modifiche significative rispetto alla precedente n. 265/2023. Le novità ampliano alcune categorie di attività qualificanti ma confermano rigidamente le esclusioni. Il qualifying income si articola su tre tipologie distinte di transazioni.

La prima tipologia comprende i redditi da transazioni con altre Free Zone Persons, purché queste siano i beneficiari effettivi di beni o servizi. Non basta che l’altra società sia registrata in Free Zone: deve effettivamente utilizzare ciò che acquista, non può essere un semplice intermediario che rigira la prestazione a terzi. Se vendi software a una Free Zone company che lo rivende immediatamente a clienti mainland, quel reddito rischia di non qualificare perché manca il requisito del beneficial recipient.

La seconda tipologia riguarda i redditi da transazioni con soggetti non-Free Zone, siano essi UAE mainland o esteri. Qui la qualificazione dipende interamente dal tipo di attività svolta. Devi rientrare nella lista delle qualifying activities definite dalla MD n. 229/2025. Questa lista include manifattura, trading di commodities con prezzo quotato, holding di partecipazioni per investimento, gestione di fondi regolamentati, headquarter services per società correlate, treasury services, logistica, distribuzione da designated zones. Se la tua attività non rientra esplicitamente in questo elenco, il reddito da clienti mainland o esteri non qualifica.

La terza tipologia comprende altri redditi minori che possono qualificare solo se rispetti la regola de minimis. Questa regola stabilisce che i tuoi redditi non-qualificanti non possono superare il minore tra due valori: il 5% del fatturato totale oppure 5 milioni di dirham. Superi anche solo di un dirham questa soglia? Perdi completamente lo status QFZP per cinque anni.

Le attività escluse che azzerano l’esenzione fiscale

La MD n. 229/2025 elenca con precisione le excluded activities, ossia le attività i cui redditi non qualificano mai per l’aliquota zero, nemmeno se derivano da transazioni tra Free Zone entities. Queste esclusioni rappresentano la trappola più insidiosa per molti imprenditori digitali.

Al primo posto troviamo le transazioni con persone fisiche. Se vendi prodotti o servizi a consumatori finali, quel reddito non qualifica. Esistono alcune eccezioni per attività specifiche come gestione patrimoniale regolamentata, ma la regola generale è che l’e-commerce B2C dalla Free Zone perde l’esenzione. Molti imprenditori italiani che vendono corsi online o servizi di coaching a privati scoprono troppo tardi che quei redditi li espongono al 9%.

Le attività bancarie, assicurative e di leasing soggette a vigilanza regolamentare negli UAE sono sempre escluse, salvo alcune eccezioni molto specifiche come la riassicurazione o il leasing di aeromobili. Anche il trading di criptovalute presenta criticità rilevanti che analizziamo nel prossimo paragrafo.

La proprietà o sfruttamento di beni immobili costituisce excluded activity, con l’unica eccezione degli immobili commerciali in Free Zone affittati ad altre Free Zone companies. Se possiedi un appartamento in Free Zone e lo affitti a una società mainland o a un privato, quel canone non qualifica e impatta sulla regola de minimis.

La proprietà o sfruttamento di intellectual property rappresenta un’area grigia complessa. La MD n. 229/2025 distingue tra qualifying IP e altri IP. Le royalties da brevetti, software protetto o know-how tecnico sviluppato internamente possono qualificare se rispetti requisiti stringenti sul nexus approach. I marchi sono esplicitamente esclusi dalla definizione di qualifying IP: i canoni da licensing di trademark non qualificano mai ma non vengono conteggiati come non-qualifying revenue ai fini de minimis. Un’asimmetria normativa che crea situazioni paradossali.

Il caso particolare di crypto trading e consulenza digitale

Il trading attivo di criptovalute non rientra nelle qualifying activities elencate dalla MD n. 229/2025. La Federal Tax Authority ha chiarito nel Corporate Tax Guide for Free Zone Persons che l’holding di criptovalute per scopi di investimento può qualificare sotto la categoria “holding of shares and other securities for investment purposes“. Ma questa qualificazione richiede che tu detenga le crypto per almeno dodici mesi consecutivi senza fare trading.

Se operi come trader attivo, compri e vendi crypto con frequenza, arbitraggi tra exchange diversi, fornisci liquidità nei pool DeFi, quella non è investment holding ma trading activity. E il trading di crypto non compare nella lista delle qualifying activities. Alcuni consulenti sostengono che possa rientrare nel “trading of qualifying commodities” introdotto dalla MD n. 229/2025, ma le crypto non hanno un quoted price su recognized commodity exchange markets o recognized price reporting agencies come richiesto dalla normativa. Fino a quando la FTA non chiarirà esplicitamente questo punto, il trading crypto attivo dalla Free Zone comporta rischi concreti di non-qualifying income.

La consulenza professionale generica presenta problemi analoghi. Se sei un consulente marketing, business coach, esperto SEO o web designer che lavora dalla Free Zone, la tua attività non rientra nelle qualifying activities. “Fund management“, “wealth management” e “investment management” qualificano solo se soggetti a regulatory oversight dell’autorità competente negli UAE, quindi con licenze DFSA o FSRA. La consulenza aziendale ordinaria non ha regulatory oversight e quindi non qualifica.

Molti professionisti italiani aprono una società di consulenza in Free Zone pensando di pagare zero tasse. Poi scoprono che i loro compensi da clienti mainland o esteri non qualificano. Se questi redditi superano la soglia de minimis, perdono immediatamente lo status QFZP. La soluzione? Ristrutturare l’attività sotto una delle qualifying activities (ad esempio headquarter services se lavori per società correlate) oppure accettare la tassazione al 9%.

La regola de minimis: come funziona?

La regola de minimis permette teoricamente un cuscinetto di redditi non-qualificanti. Puoi mantenere lo status QFZP anche se una parte limitata del tuo fatturato deriva da excluded activities o da attività non-qualificanti con soggetti non-Free Zone. Il limite è il minore tra 5% del fatturato totale e 5 milioni di dirham.

Facciamo un esempio concreto. La tua società Free Zone fattura 10 milioni di dirham annui. Il 5% corrisponde a 500.000 dirham. Puoi quindi avere fino a 500.000 dirham di redditi non-qualificanti mantenendo lo status QFZP. Se fatturi 120 milioni, il 5% sarebbe 6 milioni, ma il tetto assoluto è 5 milioni: puoi arrivare solo a 5 milioni di non-qualifying revenue.

Attenzione però al calcolo del fatturato totale. Non consideri i redditi da Domestic Permanent Establishment o Foreign Permanent Establishment della tua Free Zone company. Non consideri nemmeno i redditi da immobili in Free Zone. Questi redditi vanno esclusi sia dal numeratore che dal denominatore del calcolo de minimis. La formula corretta è: (non-qualifying revenue esclusi DPE/FPE e immobili) / (total revenue esclusi DPE/FPE e immobili) ≤ 5% AND (non-qualifying revenue esclusi DPE/FPE e immobili) ≤ AED 5.000.000.

Consideriamo un caso pratico più articolato. La tua Free Zone company ha tre flussi di reddito: 8 milioni da manufacturing qualificante con clienti esteri, 1 milione da consulenza B2B con clienti mainland (non-qualificante), 500.000 da affitto appartamento Free Zone a privato (escluso). Il fatturato totale rilevante è 9 milioni (escludi i 500.000 da immobile). Il non-qualifying revenue rilevante è 1 milione. Calcolo: 1.000.000 / 9.000.000 = 11,1%. Superi il 5%. Perdi lo status QFZP per cinque anni.

I requisiti di sostanza economica da conoscere

Mantenere qualifying income non basta. Devi anche dimostrare adequate substance nella Free Zone. La MD n. 229/2025 e il Corporate Tax Guide specificano che devi svolgere le tue core income-generating activities nella Free Zone, con adequate assets, adequate number of qualified employees e adequate amount of operating expenditures.

Cosa significa “adequate”? Dipende dalla natura e dimensione del tuo business. Una società di trading può avere requisiti più leggeri di una manifattura. Ma la Federal Tax Authority verifica che tu abbia presenza reale, non solo una licenza su carta. Devi avere un ufficio fisico nella Free Zone, non può essere solo una casella postale. Devi avere dipendenti effettivi che lavorano dalla Free Zone, non solo contractors esterni. Infine, devi sostenere spese operative in linea con il volume d’affari.

La normativa consente di outsourcing alcune attività a related parties nella Free Zone o a terze parti nella Free Zone, purché tu mantenga adequate supervision. Non puoi però outsourciare le core income-generating activities a soggetti mainland. Se la tua società Free Zone fattura 5 milioni ma ha un solo dipendente part-time e spese operative di 50.000 dirham, la FTA potrebbe contestare l’adequacy della sostanza.

Un aspetto sottovalutato riguarda le transazioni infragruppo. Se vendi servizi alla tua holding italiana o ad altre società del gruppo, devi rispettare rigorosamente il principio arm’s length. I prezzi di trasferimento devono riflettere condizioni di mercato. Devi preparare transfer pricing documentation completa. La violazione delle regole TP costituisce breach delle condizioni QFZP e comporta la perdita dello status.

Esempio: e-commerce che vende a privati

Società Free Zone che vende prodotti digitali online. Fatturato annuo 2 milioni di dirham, di cui 1,8 milioni da vendite B2C a consumatori finali (principalmente italiani ed europei) e 200.000 da vendite B2B a società. Le transazioni B2C sono excluded activities. Non-qualifying revenue: 1,8 milioni. Percentuale: 90%. Supera ampiamente il 5% de minimis. Risultato: perdita status QFZP. Tassazione 9% su tutto il profitto per cinque anni. Se il margine netto è 40% (800.000 dirham), la tassa annua diventa 72.000 dirham invece di zero. Costo su cinque anni: 360.000 dirham (circa € 90.000).

Come verificare se il tuo reddito qualifica

Prima di tutto, devi identificare con precisione ogni flusso di reddito della tua società. Non limitarti alle categorie contabili generiche: devi classificare ogni singola transazione significativa. Per ogni cliente o tipologia di servizio, rispondi a queste domande: chi è la controparte (Free Zone Person, UAE mainland, estero, persona fisica)? Quale attività svolgi per generare quel reddito? Quella attività compare nella lista delle qualifying activities della MD n. 229/2025?

Se vendi a Free Zone Persons, il reddito qualifica automaticamente purché non derivi da excluded activities e purché il cliente sia beneficial recipient effettivo. Richiedi una dichiarazione scritta ai tuoi clienti Free Zone che confermi l’utilizzo finale di beni o servizi. Se vendi a soggetti non-Free Zone, verifica che la tua attività rientri nelle qualifying activities. Manufacturing, trading di commodity quotate, holding per investimento, fund management regolamentato, headquarter services a correlate, treasury a correlate, logistica, distribuzione da designated zone: queste qualificano.

Consulenza generica, e-commerce B2C, trading crypto attivo, leasing non-aeronautico, servizi bancari/assicurativi ordinari, sfruttamento immobili non-commerciali, licensing di trademark: questi non qualificano. Se hai redditi non-qualificanti, calcola immediatamente il rapporto percentuale e il valore assoluto rispetto al de minimis. Usa la formula corretta escludendo DPE/FPE e immobili sia da numeratore che denominatore.

Documentazione accurata è essenziale. La FTA può richiedere in sede di audit la dimostrazione della natura qualificante dei tuoi redditi. Devi avere contratti, fatture, corrispondenza commerciale, prove di delivery dei servizi nella Free Zone. Per le transazioni infragruppo, devi avere transfer pricing documentation completa con analisi di comparabilità e benchmark di mercato.

Attenzione: La FTA sta intensificando i controlli sulle Free Zone companies. Ho visto verifiche fiscali che richiedono documentazione dettagliata su ogni transazione sopra i 50.000 dirham. Se non hai contratti formali e documentazione probatoria, rischi contestazioni anche su redditi teoricamente qualificanti.

Consulenza fiscalità internazionale

La normativa sul qualifying income presenta complessità tecniche che richiedono analisi caso per caso. Ogni attività imprenditoriale ha caratteristiche specifiche che impattano sulla qualificazione fiscale. Ho assistito decine di imprenditori italiani negli Emirati in queste valutazioni.

Se operi o vuoi operare da una Free Zone UAE, ti consiglio una verifica preventiva approfondita della tua struttura attuale o pianificata. Meglio investire qualche ora di consulenza iniziale che scoprire dopo un anno di dover pagare cinque anni di tasse arretrate.

Se desideri analizzare la tua situazione personale o il tuo progetto contattaci per una consulenza online.

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    Fonti

    • Federal Decree-Law No. 47 del 2022 on the Taxation of Corporations and Businesses
    • Federal Decree-Law No. 60 del 2023 (Domestic Minimum Top-up Tax)
    • Cabinet Decision No. 100 del 2023 on Determining Qualifying Income
    • Ministerial Decision No. 229 del 2025 on Qualifying Activities and Excluded Activities (ha sostituito MD 265/2023, effettiva retroattivamente dal 1° giugno 2023)
    • Ministerial Decision No. 230 del 2025 on Recognised Price Reporting Agencies
    • Ministerial Decision No. 84 del 2025 on Audited Financial Statements
    • Corporate Tax Guide for Free Zone Persons (CTGFZP1) pubblicato dalla Federal Tax Authority, ultima versione maggio 2024
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    Federico Migliorini
    Federico Migliorinihttps://fiscomania.com/federico-migliorini/
    Dottore Commercialista, Tax Advisor, Revisore Legale. Aiuto imprenditori e professionisti nella pianificazione fiscale. La Fiscalità internazionale le convenzioni internazionali e l'internazionalizzazione di impresa sono la mia quotidianità. Continuo a studiare perché nella vita non si finisce mai di imparare. Se hai un dubbio o una questione da risolvere, contattami, troverò le risposte. Richiedi una consulenza personalizzata con me.
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