L’apprendistato professionalizzante in Italia è un tipo di contratto di lavoro che prevede la formazione professionale di un giovane, chiamato apprendista, presso un’azienda o un ente pubblico. Per natura la forma del contratto di apprendistato prevede un termine entro il quale deve terminare la formazione del lavoratore, per poi rimanere in azienda salvo diversa scelta.
Per cui per quando il contratto di apprendistato prevede un termine, viene considerato un contratto a tempo indeterminato, in quanto il fine ultimo è proprio quello di integrare il lavoratore in azienda.
Durante l’apprendistato, l’apprendista acquisisce le competenze teoriche e pratiche necessarie per svolgere un mestiere specifico, sotto la guida di un tutor o di un maestro d’arte.
Le agevolazioni contributive per l’assunzione di apprendisti
L’obiettivo è quello di favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro e di facilitare il passaggio dall’istruzione al lavoro. L’apprendistato professionalizzante è disciplinato dalla legge italiana e prevede alcune agevolazioni fiscali e contributive per l’azienda che assume l’apprendista, inoltre le agevolazioni si riversano anche sul lavoratore stesso. Vediamole insieme:
Innanzitutto l’apprendista pagherà una contribuzione più bassa rispetto ad un lavoratore assunto con contratto normale, ovvero gli verrà trattenuto il 5,84% a suo carico che il datore di lavoro verserà per suo conto all’ente previdenziale. Per quanto riguarda le aziende invece le agevolazioni cambiano a seconda che l’azienda abbia assunto più o meno di 9 dipendenti. L’azienda con più di 9 dipendenti versa una contribuzione pari a: 11,61%.
L’azienda che ha meno di 9 dipendenti assunti verserà un’aliquota contributiva diversa per i primi tre anni:
- 1 anno di contratto: 3,11%;
- 2 anno di contratto: 4,61%;
- Anni successivi: 11,61%.
Inoltre, l’apprendista ha diritto a una retribuzione che aumenta progressivamente durante il periodo di formazione.
La qualifica professionale
L’apprendistato professionalizzante può durare fino a tre anni e, al termine, l’apprendista può ottenere un certificato di qualifica professionale riconosciuto a livello nazionale.
Inoltre, è importante sottolineare che l’azienda che assume un apprendista ha l’obbligo di garantire almeno il 30% del tempo di lavoro dell’apprendista per la formazione teorica e pratica, sotto la guida di un tutor o di un maestro d’arte.
Questo impegno formativo può essere svolto anche attraverso la partecipazione a corsi di formazione esterni all’azienda, che possono essere finanziati anche con fondi pubblici.
Ad esempio, in Italia la durata dell’apprendistato è regolamentata dalla legge e varia in base al tipo di contratto e alla qualifica professionale che si intende acquisire. In genere, l’apprendistato può durare da uno a tre anni.
Il riconoscimento della qualifica prima del periodo formativo
Il riconoscimento della qualifica può avvenire anche in un periodo antecedente il termine del periodo formativo, in tal caso avremo una trasformazione del contratto in un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato.
Il Ministero del Lavoro delle Politiche Sociali alla circolare n. 27 del 10 novembre 2008, si è pronunciato affermando tale possibilità, e lasciando in capo all’azienda la possibilità di godere per un ulteriore anno, delle agevolazioni contributive previste in precedenza. Non sono previste penalità per coloro che decidono di anticipare la trasformazione dell’apprendistato in contratto a tempo indeterminato.
Tuttavia è possibile incorrere in eventuali dubbi a carattere di fraudolento da parte del datore di lavoro che decida di rinunciare in parte al regime contributivo di vantaggio se non per il primo anno. Le trasformazioni di questo tipo potrebbero essere oggetto di maggiore controllo da parte degli enti preposti, qualora si verificassero delle innumerevoli trasformazioni contrattuali di questo tipo.
Ad oggi sono circa il 5,7% delle trasformazioni avvenute entro l’anno dell’apprendistato.
Quello che potrebbe richiamare l’attenzione al controllo, sarebbe l’eventuale azione fraudolente di incorrere in un contratto di apprendistato per abbattere il costo del lavoro, assumendo successivamente il lavoratore con un normale contratto di lavoro.
E’ obbligatorio portare a termine la formazione professionale, fino al momento della trasformazione del contratto. Il piano formativo deve essere studiato per permettere all’apprendista di imparare a svolgere una determinata mansione, qualora il periodo richiesto di svolgimento sia superiore rispetto al periodo intercorso nel piano formativo, e alla successiva trasformazione del contratto stesso, in tal caso sarà l’azienda a dover dimostrare le effettive competenze e conoscenze in possesso dell’apprendista.
Il Piano Formativo Individuale
Sia nel caso in cui l’apprendistato giunga al termine della suo normale percorso formativo, sia nel caso in cui il datore di lavoro decida di trasformare il contratto di apprendistato in contratto di lavoro a tempo indeterminato, il lavoratore dovrà comunque presentare un Piano Formativo che si compone di due tipi di formazione:
- la formazione professionalizzante;
- la formazione di base e trasversale.
La formazione professionalizzante, riguarda la qualifica che il lavoratore deve ottenere per cui, saranno competenze che verranno apprese all’interno dell’ambiente di lavoro, con l’affiancamento del tutor come previsto dalla contrattazione collettiva.
La formazione trasversale è rimessa in capo alla Regione, per cui ogni Regione prevede attraverso specifici atti, in che modo verrà svolta la formazione e cosa deve prevedere la formazione stessa, a prescindere dal tipo di settore produttivo nel quale lavorano.
Oggetto della formazione sarà un insegnamento egualitario per tutti, a seconda della Regione di appartenenza, quello che cambia saranno le ore svolte che sono diverse a seconda del titolo di studio dell’apprendista.
Quali sono i vantaggi per un apprendista in caso di trasformazione anticipata?
Per l’apprendista vedersi trasformare un contratto di apprendistato in contratto di lavoro a tempo indeterminato, sarà sicuramente un aspetto positivo, guardando soprattutto il momento storico in cui incorriamo e prendendo visione dei dati che ci presentano le assunzioni a tempo indeterminato. Sappiamo che l’assunzione a tempo indeterminato per l’azienda rappresenta un contratto che non sempre è visto di buon occhio.
Le tutele per il lavoratore in questo caso sono molto forti, e la libera scelta del datore di lavoro di licenziare un lavoratore con contratto a tempo indeterminato non è così semplice. Quando un’azienda decide di investire in un lavoratore offrendo lui un contratto di lavoro a tempo indeterminato ha nell’ottica del benessere aziendale, quello di fornire costanza e garanzia della continuità aziendale.
Il lavoratore si sentirà gratificato della scelta aziendale effettuata dal datore, un contratto a tempo indeterminato, nella sfera privata del lavoratore, significa stabilità. Una stabilità economica permette al dipendente di fare scelte di vita importanti, si pensi ad esempio all’acquisto della prima casa.
La trasformazione anticipata di un contratto di apprendistato permette al lavoratore di accedere a finanziamenti, che prima potevano essere limitati data la stabilità precaria in cui versava.
La richiesta di un finanziamento viene concessa con maggiore enfasi dalla banca qualora davanti a sé, si presenta un lavoratore con contratto di lavoro a tempo indeterminato, invece che un lavoratore con contratto stagionale o a tempo determinato di pochi mesi all’anno.
Requisito dell’età anagrafica
Inoltre per stipulare un contratto di apprendistato il lavoratore non dovrà aver compiuto il 30esimo anno di età.
Si pensi ad un lavoratore di 28 anni, il quale al termine del contratto di apprendistato, non viene assunto dall’azienda. Per lui non ci sarà la possibilità di accedere al regime di vantaggio previsto per le assunzioni di apprendisti perché non rispetta più il requisito anagrafico richiesto.
Una piccola osservazione che fa riflettere sull’importanza dell’essere qualificati dall’azienda, anche quando questa avvenga entro il termine del Periodo Formativo. Il rispetto del Piano Formativo è la condizione necessaria per portare a termine il periodo da apprendista e ricevere la qualifica professionale.