Il viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo, ha confermato la sforbiciata sulle sanzioni tributarie, inserita all’interno della Riforma Fiscale. L’obiettivo principale è portare l’Italia a raggiungere il 60% dell’importo fiscale dovuto, allineandosi così al sistema europeo. A fronte del reale problema nell’individuare le coperture finanziare, il governo partirà dai decreti attuativi senza oneri: versamenti, accertamenti e controversie legali.


La Legge Delega di Riforma Fiscale n. 111/2023, in vigore dal 29 settembre, prevede un periodo di 24 mesi durante il quale il governo è tenuto a adottare i decreti attuativi. L’esecutivo si propone di perseguire diversi obiettivi, tra cui la graduale riduzione dell’IRPEF, la revisione delle spese fiscali e delle aliquote IVA e l’abolizione dell’IRAP.

Ciò non esaurisce gli obiettivi della riforma, come dimostra lo stesso articolo 2, che mette in evidenza i  principi fondamentali da seguire nell’ambito di questa delega riguardano anche i seguenti aspetti:

  • Semplificazione del sistema fiscale;
  • Miglioramento dell’assistenza a favore dei contribuenti;
  • Lotta all’evasione fiscale attraverso l’uso di dati, tecnologie digitali e la collaborazione tra l’Amministrazione finanziaria e i contribuenti;
  • Spinta alla conformità spontanea per compensare la riduzione delle imposte.

Tra questi principi, un elemento centrale è la riduzione delle sanzioni tributarie, conosciuta come la “sforbiciata alle sanzioni”, che è stata chiamata in causa anche dal viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo. Il governo sta già lavorando per ridurre in modo significativo le sanzioni fiscali, con l’obiettivo di rendere il rapporto tra il Fisco e i Contribuenti più trasparente ed efficiente e di sostenere famiglie e aziende, in un contesto economico difficile, alla luce degli impatti negativi del superbonus, che ha superato i 140 miliardi di euro.

Sforbiciata sulle sanzioni tributarie: quali sono gli obiettivi

Oggi il sistema sanzionatorio italiano si discosta notevolmente dalle pratiche europee, soprattutto per quanto riguarda l’imposta sul valore aggiunto (IVA), dove le sanzioni possono arrivare al 120% o addirittura al 240% dell’importo dovuto, contro una media europea che si attesta intorno al 60%.

Questa situazione ha sollevato preoccupazioni, portando il viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo, a sottolineare la necessità di una revisione delle sanzioni fiscali. Anche la Corte costituzionale ha evidenziato che il sistema sanzionatorio italiano non rispetta più il principio di proporzionalità, e anche l’OCSE si è ha espresso nello stesso modo.

È quindi in questo contesto che prende forma la “sforbiciata alle sanzioni fiscali”, un’iniziativa all’interno della Riforma Fiscale che mira a ridurre le sanzioni fiscali in Italia al 60% dell’importo dovuto, al fine di allinearle agli standard europei, invece del 240% attualmente in vigore.

Sforbiciata sulle sanzioni tributarie: priorità ai decreti attuativi senza oneri

La sforbiciata alle sanzioni si scontra con il nodo delle risorse. Il governo è, infatti, alle prese con la ricerca di coperture finanziarie necessarie per attuare le misure previste dalla Riforma Fiscale.

Pertanto, ha scelto di avviare l’attuazione dei decreti senza oneri. Ha dato così priorità alle riforme relative a versamenti, accertamento e questioni legali, che sono considerate meno onerose dal punto di vista finanziario.

Pertanto, la procedura di lavoro dell’esecutivo prevede di iniziare con i decreti attuativi privi di oneri, concentrandosi sulle riforme meno costose. L’obiettivo principale è avviare immediatamente l’attuazione delle deleghe.

L’esecutivo darà priorità alle riforme relative a versamenti, accertamento e questioni legali, che sono considerate meno onerose dal punto di vista finanziario, tra cui:

Queste azioni non richiedono finanziamenti aggiuntivi e mirano a migliorare sin da subito il rapporto tra l’amministrazione fiscale e i contribuenti.

Procedimento di accertamento e adesione volontaria: le linee guida

In base all’art. 17 della Legge Delega, il governo definisce i principi e criteri direttivi per la revisione dell’attività di accertamento, adesione e adempimento spontaneo in materia tributaria. Ecco cosa comprendono queste misure:

  • Semplificazione dei procedimenti accertativi attraverso l’uso di tecnologie digitali;
  • Applicazione generalizzata del contraddittorio per garantire il diritto del contribuente a partecipare al procedimento tributario;
  • Razionalizzazione delle attività di analisi del rischio;
  • Cooperazione tra amministrazioni nazionali ed estere per il controllo fiscale;
  • Uso di tecnologie digitali per prevenire errori e ridurre l’evasione fiscale;
  • Misure per incentivare l’adesione spontanea dei contribuenti.

Inoltre, vengono proposti l’istituzione di un regime di adempimento collaborativo per le persone fisiche che trasferiscono la residenza in Italia o mantengono redditi in Italia, il potenziamento dei concordati preventivi biennali per i contribuenti di minori dimensioni, e misure per assicurare la certezza del diritto tributario, tra cui la revisione dei termini di accertamento e del sistema di presunzioni.

Questi principi non si applicano alla revisione dell’attività di accertamento doganale e delle imposte indirette sulla produzione e sui consumi previste dal titolo III del testo unico del 1995, né alla revisione dell’istituto della revisione dell’accertamento doganale.

Sforbiciata sulle sanzioni tributarie: cosa aspettarsi?

La “sforbiciata sulle sanzioni tributarie” è un intervento importante perché contribuisce a ridurre l’onere finanziario e amministrativo per i contribuenti e migliora la gestione delle sanzioni fiscali, portandole in linea con la media europea.

Il governo osserva i seguenti principi e criteri direttivi specifici per la revisione del sistema sanzionatorio tributario, amministrativo e penale. L’art. 20 della Legge Delega riassume in 5 punti chiave, con riferimento alle imposte sui redditi, all’IVA e agli altri tributi indiretti nonché ai tributi degli enti territoriali:

  • Razionalizzazione del sistema sanzionatorio amministrativo e penale per favorire l’integrazione tra i diversi tipi di sanzione;
  • Valutazione della possibilità di compensare sanzioni e interessi per mancati versamenti di imposte su redditi regolarmente dichiarati nei riguardi di soggetti con crediti certificati dalla piattaforma dei crediti commerciali;
  • Revisione dei rapporti tra il processo penale e il processo tributario, in modo che sentenze irrevocabili di assoluzione facciano stato nel processo tributario, e adeguamento dei profili processuali e sostanziali legati a non punibilità e circostanze attenuanti;
  • Volontaria adozione di un efficace sistema di gestione del rischio fiscale con la preventiva comunicazione di un possibile rischio fiscale da parte di imprese, che non aderiscono al regime dell’adempimento collaborativo, per escludere o ridurre le sanzioni;
  • Distinzione più rigorosa tra le fattispecie di compensazione indebita di crediti di imposta non spettanti e inesistenti.

Conclusioni

La “sforbiciata alle sanzioni tributarie” rappresenta un passo significativo all’interno della Riforma Fiscale, con l’obiettivo di portare l’Italia a un livello più congruente con gli standard europei in materia di sanzioni fiscali. Questa iniziativa si presenta come un importante passo verso una maggiore trasparenza ed efficienza nel rapporto tra il Fisco e i Contribuenti.

Tuttavia, emerge una sfida significativa nella ricerca delle risorse finanziarie necessarie per attuare questa riforma. Il governo ha quindi deciso di iniziare con i decreti attuativi privi di oneri, concentrandosi sulle riforme relative a versamenti, accertamenti e questioni legali, al fine di avviare tempestivamente l’attuazione delle deleghe.

Questa “sforbiciata” rappresenta un segno positivo verso una maggiore efficienza e trasparenza nell’ambito fiscale del paese. Resta da vedere come l’attuazione di questi principi influenzerà concretamente il rapporto tra l’Amministrazione fiscale e i contribuenti.

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