La rottamazione quinquies è uno dei punti fondamentali del Documento programmatico di finanza pubblica. Secondo le prime indiscrezioni, la nuova sanatoria sarà più limitata rispetto alle versioni precedenti.
Il Documento programmatico di finanza pubblica è stato presentato venerdì 3 ottobre alla Camera, e delinea il quadro della prossima legge di Bilancio, confermando il percorso di riduzione del deficit al 3%, che potrebbe portare il Paese fuori dalla procedura di infrazione Ue un anno prima del tempo. La crescita del Pil è confermata allo 0,5% per il 2025. Il presidente della commissione Finanze in Senato ha dichiarato che uno dei dati certi è che la nuova sanatoria ci sarà in Manovra.
Sarà previsto un tetto massimo di 96 rate, ossia 8 anni di dilazione, in alternativa alle 120 rate (10 anni) proposta inizialmente. Per accedere al piano di pagamento dilazionato, sembra che la rata minima non possa essere inferiore a 50 euro.
Inoltre, sembra che la rottamazione riguarderà i carichi affidati all’agente della riscossione relativi al periodo compreso tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2023, con l’esclusione di alcune tipologie non sanabili per vincolo normativo come gli aiuti di Stato restituiti per decisioni della Corte europea, i danni erariali riconosciuti dalla Corte dei Conti, le sanzioni penali, i debiti già oggetto di precedenti rottamazioni decadute per mancato pagamento.
Rottamazione quinquies non per tutti: le novità
Si ipotizza una sanatoria della durata di 8 anni, con un massimo di 96 rate. Non è più prevista la precedente versione che prevedeva 120 rate (10 anni).
Potrebbe essere previsto un piano di pagamento proporzionato all’ammontare del debito, con tempi più lunghi concessi soltanto alle cartelle più pesanti. Quasi il 76% dei carichi è rappresentato da cartelle esattoriali che sono sotto i mille euro, i quali se vengono suddivisi in 96 quote potrebbero essere di ammontare inferiore ai 10 euro. In ogni caso le rate non dovrebbero essere inferiori alla soglia dei 50 euro.
Rispetto alle precedenti sanatorie, nelle quali il 20% del dovuto pesava sulle prime due rate mentre il resto del debito era suddiviso in rate da 5%, le quote del nuovo condono sarebbero di pari importi.
Al vaglio del governo c’è anche la possibilità di vincoli più restrittivi, per impedire di accedere al condono chi ha già approfittato in passato delle rottamazioni soltanto per bloccare pignoramenti o fermi, senza poi pagare le rate. Potrebbe però anche essere attenuato il limite di un pagamento saltato per fare scattare la decadenza.