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Residenza nell’agevolazione prima casa: applicazione

L'agevolazione per l'acquisto della prima casa richiede lo spostamento della residenza nel Comune dove è situato l'immobile nei 18 mesi dall'acquisto. Non perde l'agevolazione chi sposta la residenza, dopo il trasferimento entro i 18 mesi dall'acquisto.

L’agevolazione legata all’acquisto della prima casa richiede la residenza nell’immobile, in un periodo di 18 mesi dall’acquisto. Quello che ci si chiede è come si dimostra la residenza nell’immobile.

L’agevolazione fiscale legata all’acquisto della prima casa permette di ridurre l’importo dell’imposta di registro o dell’IVA dovute per l’acquisto dell’immobile. Per poter fruire dell’agevolazione è necessario che l’acquirente sposti la propria residenza nel territorio del Comune in cui è ubicato l’immobile. Qualora il soggetto acquirente abbia la residenza in un Comune diverso è chiamato a trasferirla entro 18 mesi dall’acquisto. Da un punto di vista pratico, la dichiarazione di voler stabilire la propria residenza nel Comune in cui è ubicato l’immobile acquistato deve essere resa dall’acquirente nell’atto di acquisto. Altrimenti, vi è l’automatica decadenza dall’agevolazione prima casa. L’acquirente deve anche dichiarare di:

  • Non essere titolare esclusivo o in comunione con il coniuge di diritti di proprietà, usufrutto, uso e abitazione di altra casa di abitazione nel territorio del Comune in cui è situato l’immobile da acquistare;
  • Non essere titolare, neppure per quote, anche in regime di comunione legale su tutto il territorio nazionale dei diritti di proprietà, usufrutto, uso, abitazione e nuda proprietà su altra casa di abitazione acquistata dallo stesso soggetto o dal coniuge con le agevolazioni prima casa.

Dato che la legge prevede l’obbligo di spostamento della residenza entro 18 mesi e l’esclusione del beneficio qualora l’acquirente abbia, nello stesso Comune, altri immobili in contitolarità con il coniuge, ci si è chiesto come dimostrare la residenza.

Posso essere residente dove voglio?

Le agevolazioni fiscali per l’acquisto della prima casa in Italia sono un tema importante per chi intende acquistare un immobile nel paese.

Negli ultimi anni stiamo assistendo a fenomeni particolari legati allo spostamento della residenza di moltissimi italiani. Infatti, molto spesso la residenza viene portata, a proprio piacimento, in comuni diversi rispetti a quelli dove si abita. Tutto questo, esclusivamente, per fini fiscali, ovvero per non pagare le imposte sulla casa, oppure per migliorare la propria attestazione ISEE. Ebbene, tutto questo non è corretto. Infatti, per quanto riguarda la residenza occorre sempre avere ben chiari quelli che sono i principi base che la regolano. In particolare, i seguenti:

  • In Italia non esiste l’irreperibilità. Ogni soggetto è sempre chiamato a fornire una propria residenza nel territorio italiano;
  • La residenza anagrafica influenza la residenza fiscale di un soggetto;
  • La residenza anagrafica deve coincidere con il luogo ove il soggetto vive per la maggior parte dell’anno. Rimangono salvi gli spostamenti occasionali dovuti al lavoro, alle vacanze o ad esigenze temporanee. La residenza coincide, quindi, con la “dimora abituale” del soggetto.

Cosa rischio se dichiaro al Comune una residenza falsa?

La dichiarazione effettuata all’anagrafe comunale di una falsa residenza, ovvero di un luogo ove non si abita costituisce un reato. Mi riferisco alla fattispecie di “falso in atto pubblico“. Tale condotta è disciplinata dall’articolo 495 del Codice Penale che stabilisce che qualunque persona dichiari il falso mentendo sulla sua identità, lo stato o le qualità della propria persona o di un soggetto terzo, è punito con la reclusione che va da uno ai sei anni.

Posso essere considerato irreperibile?

Il soggetto che non dovesse risultare effettivamente residente nel luogo indicato (a seguito di segnalazione di postini, polizia o altri pubblici ufficiali), viene dichiarato irreperibile. L’irreperibilità, che non è automatica ma scatta solo dopo accurate e lunghe verifiche (che a volte si protraggono un anno) comporta una serie di decadenze come la perdita del diritto di voto, o ad ottenere un medico di base, un certificato anagrafico, ecc. In ogni caso, le notifiche nei confronti del soggetto irreperibile vengono fatte con deposito alla Casa Comunale e, pertanto, sono ugualmente valide.

Residenza anagrafica e IMU: conseguenze

Se il Comune dovesse rilevare che il soggetto non residente ha usufruito di agevolazioni fiscali sull’Imu, può chiedere il pagamento delle imposte maturate negli ultimi cinque anni. L’accertamento dell’assenza di dimora viene fatto anche tramite il controllo sulle utenze (se i consumi sono bassi è verosimile che l’immobile sia disabitato). Tieni presente che, in pratica in queste situazioni ti puoi trovare a pagare l’Imu due volte: una nell’immobile dove risiedi ma senza la residenza; la seconda in caso di accertamento sull’immobile ove hai fittiziamente spostato la residenza. Infine, ricorda che il contribuente che dichiara falsamente di non essere più residente con i genitori solo per avere un Isee più basso e godere di agevolazioni può essere incriminato per truffa.

Come si dimostra la residenza?

Ai fini dell’agevolazione prima casa, non è sufficiente abitare effettivamente nella casa o aver attivato le utenze (energia elettrica, gas, ecc.). Ai fini dell’agevolazione occorre il requisito formale della residenza anagrafica. La fruizione dell’agevolazione fiscale per l’acquisto della prima casa richiede che l’immobile sia ubicato nel Comune ove l’acquirente ha la residenza. Secondo la giurisprudenza, nessuna rilevanza giuridica può essere riconosciuta alla realtà fattuale, se questa contrasti con il dato anagrafico, o all’eventuale successivo ottenimento della residenza, essendo quest’ultima presupposto per la concessione del beneficio che deve sussistere entro il preciso termine decorrente dalla data dell’acquisto.

I benefici fiscali per l’acquisto della prima casa spettano infatti unicamente a chi possa dimostrare in base ai dati anagrafici di risiedere o lavorare nel Comune dove ha acquistato l’immobile senza che, a tal fine, possano rilevare la residenza di fatto o altre situazioni contrastanti con le risultanze degli atti dello stato civile.

Quali elementi fattuali provano di risiedere nel Comune?

La prova del trasferimento della residenza è data dalla doppia dichiarazione resa al nuovo Comune dove si intende fissare la dimora abituale e a quello che si abbandona, in base all’unicità del procedimento amministrativo di mutamento dell’iscrizione anagrafica. Il trasferimento della residenza non può invece essere provato dimostrando che l’interessato si sia di fatto trasferito nel Comune sin da prima del compimento dei diciotto mesi dall’atto di acquisto, desumibile dall’attivata utenza elettrica e dalle relative bollette. La legge non richiede infatti il trasferimento della dimora (dato fattuale), bensì il trasferimento della residenza (dato formale).

La domanda di trasferimento della residenza anagrafica

Nessuna rilevanza giuridica può rivestire l’eventuale conseguimento della residenza in data successiva al termine di diciotto mesi o il mancato accoglimento da parte del Comune di una domanda di trasferimento della residenza anteriormente formulata dall’interessato, in assenza dell’accertamento di vizi del provvedimento di diniego di tale richiesta o attinenti al procedimento che lo origina. Ciò che conta, dunque, non è il momento conclusivo del procedimento di trasferimento della residenza, ma quello nel quale il contribuente manifesta, con la sua domanda, l’intenzione – poi concretamente realizzata – di ottenere la nuova residenza anagrafica.

Obbligo di residenza dei coniugi nell’immobile prima casa non necessaria

La risposta più frequente è quella secondo cui, per beneficiare dell’agevolazione prima casa non occorre necessariamente che entrambi i coniugi trasferiscano contemporaneamente la propria residenza nel Comune in cui è sito l’immobile, ben potendo gli stessi avere due residenze diverse (purché in Comuni diversi). La Cassazione, pronunciatasi più volte sul punto, ha infatti ritenuto di dover dar peso non alla residenza dei singoli coniugi bensì alla residenza della famiglia:

Sarebbe dunque ammessa la possibilità che i coniugi abbiano residenze diverse, dato che rileva effettivamente la residenza della famiglia. Tuttavia, è essenziale che l’altro coniuge risieda comunque in un altro Comune, non potendo i coniugi beneficiare dell’agevolazione prima casa se sono titolari di altre abitazioni nel territorio dello stesso Comune. Come sopra evidenziato, infatti, la legge richiede che, nell’atto di acquisto, l’acquirente dichiari di non essere titolare esclusivo o in comunione con il coniuge dei diritti di proprietà, usufrutto, uso e abitazione di altra casa di abitazione nel territorio del Comune in cui è situato l’immobile da acquistare. Qualora nessuno dei coniugi dovesse trasferire la residenza entro 18 mesi, il Fisco accerterebbe la decadenza dall’agevolazione prima casa, chiedendo la differenza tra l’imposta ordinaria e quella già pagata nonché le sanzioni nella misura del 30% di tale differenza.

Le agevolazioni fiscali che gravano sulla casa

Fino ad ora abbiamo parlato di residenza associandola all’agevolazione prima casa. Tuttavia, intorno alla casa gravitano due agevolazioni fiscali

  • La prima è quella sull’Iva o sull’imposta di registro che si versa al momento dell’acquisto ed è chiamata bonus prima casa;
  • La seconda è quella sull’Imu che si versa annualmente oggi solo sulle “seconde case”.

Parleremo di queste due ipotesi qui di seguito.

Bonus prima casa e residenza

Il cosiddetto bonus prima casa prevede un forte sconto sulle tasse da pagare al notaio all’atto dell’acquisto, della donazione o della successione ereditaria di un immobile. In particolare: 

  • Per acquisti da ditta di costruzione: si versa l’Iva al 4% anziché al 10%. L’imposta di registro, ipotecaria e catastale sono di 200 euro l’una anziché essere calcolate in via proporzionale;
  • Per acquisti da privati, successioni e donazioni: si versa l’imposta di registro al 2% anziché al 9%. In più, l’imposta ipotecaria e catastale sono di 50 euro l’una anziché essere calcolate in via proporzionale.

Per ottenere questo enorme risparmio è necessario, tra le altre cose, avere la residenza nello stesso Comune ove si trova il nuovo immobile acquistato. Si può, quindi, fissare la residenza anche in una via diversa da quella ove è collocata la prima casa appena comprata (cosa che succede, ad esempio, se si acquista un appartamento per darlo poi in affitto). 

Trasferimento nei 18 mesi

Tale residenza va trasferita entro 18 mesi dalla firma del rogito. In caso contrario, bisogna versare allo Stato le imposte risparmiate al rogito con le sanzioni al 30%. La Cassazione è stata molto precisa sul punto: non basta abitare nell’immobile in questione, ossia avere all’interno di esso la propria dimora abituale. È necessario anche il trasferimento della residenza. La legge stabilisce, infatti, che:

In conclusione, la prova dell’elezione ad abitazione principale è solo il trasferimento anagrafico della residenza, unico elemento dotato di certezza poiché verificabile, da parte dell’amministrazione, presso il Comune ove è sito l’immobile. Questo requisito, fondamentale, può essere dimostrato solo attraverso un certificato anagrafico. Non rileva, invece, una residenza di fatto. Quanto agli altri requisiti per ottenere il bonus prima casa è necessario che:

  • La casa non sia di lusso (A/8 o A/9);
  • Il contribuente non abbia altre abitazioni nello stesso Comune;
  • Il contribuente non abbia altre abitazioni, acquistate con il bonus prima casa, in qualsiasi parte del territorio. In caso contrario, l’immobile va venduto entro 1 anno dal nuovo rogito.

Trasferimento nei 18 mesi dal momento del completamento per gli immobili acquistati al “rustico

La Cassazione nell’ordinanza n. 26604 del 9 settembre 2022 afferma che in caso di acquisto di immobili in costruzione i 18 mesi devono essere computati dal momento di conclusione dei lavori. Tuttavia, deve essere evidenziato che nella Circolare n. 38/E/2005 l’Agenzia delle Entrate sul tema aveva, invece, indicato che, nelle “ipotesi di acquisto di prima casa di abitazione non di lusso in corso di costruzione l’agevolazione in oggetto era subordinata alla realizzazione dell’immobile nel termine di decadenza del potere di accertamento dell’ufficio (tre anni dalla registrazione dell’atto)“.

Trasferimento della residenza in caso di presenza di usufruttuario e nudo proprietario

Nel caso in cui vi sia l’acquisto dell’usufrutto e della nuda proprietà dell’immobile da parte di soggetti diversi, il trasferimento della residenza nel Comune ove è situato l’immobile deve essere effettuata da tutti i soggetti che hanno richiesto l’agevolazione prima casa. Questo, indipendentemente dal fatto, che si tratti di soggetti usufruttuari o nudi proprietari dell’immobile. Quindi, in questo caso non conta essere usufruttari o nudi proprietari, ma se si è chiesta l’agevolazione al momento dell’acquisto, occorre spostare la residenza nel Comune di ubicazione dell’immobile nei tempi previsti.

Esenzione Imu e residenza

La legge prevede la totale esenzione dal versamento dell’Imu solo a condizione che sia il contribuente che la propria famiglia abbiano fissato, all’interno dell’immobile in questione:

  • La residenza;
  • La dimora abituale.

Quindi, il solo fatto di vivere in una casa o di esservi residente non basta. I requisiti devono, infatti, coincidere nello stesso momento.

Dopo quanto tempo cambiare la residenza prima casa?

Una volta usufruito del bonus prima casa è possibile mutare la residenza entro 18 mesi dal rogito senza perciò perdere il beneficio fiscale. La legge, infatti, non stabilisce un termine massimo di permanenza della residenza nel Comune ove si trova l’immobile in questione. Non vi sono sentenze o documenti di prassi che lascino intendere che la residenza debba essere lasciata per un determinato periodo è possibile ritenere che sia possibile mutare residenza dopo aver verificato tutti i requisiti previsti dall’agevolazione. Per quanto riguarda, invece, l’agevolazione Imu è sempre possibile modificare la residenza ma, non appena ciò avviene, si verifica la decadenza dall’esenzione.

Conclusioni

Le agevolazioni per l’acquisto della prima casa in Italia offrono vantaggi significativi, ma richiedono il rispetto di precisi criteri e tempi. È fondamentale la corretta gestione della residenza e la consapevolezza dei vincoli legati alla proprietà dell’immobile. L’acquisto di un immobile con tali agevolazioni deve essere quindi attentamente valutato e pianificato.

Se, invece, hai dubbi riguardanti la corretta applicazione dell’agevolazione, contattaci per una consulenza fiscale personalizzata.

Domande frequenti

Devo mantenere la mia residenza nell’immobile acquistato con l’agevolazione prima casa?

Dopo aver trasferito la residenza entro i 18 mesi richiesti, non è necessario mantenere la residenza nell’immobile per un periodo minimo.

osso acquistare una prima casa con agevolazioni in qualsiasi categoria catastale?

No, le agevolazioni sono escluse per le categorie catastali A1 (abitazioni di tipo signorile), A8 (abitazioni in ville) e A9 (castelli, palazzi di eminenti pregi artistici e storici).

Cosa accade se vendo l’immobile acquistato con l’agevolazione prima casa?

Se vendi l’immobile entro cinque anni, potresti dover rimborsare le imposte scontate, a meno che non acquisti un altro immobile da adibire a prima casa entro un anno dall’alienazione.

Federico Migliorini
Federico Migliorinihttps://fiscomania.com/federico-migliorini/
Dottore Commercialista, Tax Advisor, Revisore Legale. Aiuto imprenditori e professionisti nella pianificazione fiscale. La Fiscalità internazionale le convenzioni internazionali e l'internazionalizzazione di impresa sono la mia quotidianità. Continuo a studiare perché nella vita non si finisce mai di imparare. Se hai un dubbio o una questione da risolvere, contattami, troverò le risposte. Richiedi una consulenza personalizzata con me.

38 COMMENTI

  1. Salve vorrei fare una domanda. Io ho acquistato un immobile nel comune dove gia io risiedo perchè abito con i miei. Visto che non ho potuto ancora fare i lavori in questo immobile non mi sono ancora trasferito li. Devo in ogni caso entro 18 mesi spostare la mia residenza proprio in quell’immobile anche se io gia risiedo nel comune dove esso si trova ?
    Grazie mille per la delucidazione.

  2. Al momento dell’acquisto non ho chiesto niente,ho semplicemente acquistato la mia prima casa .

  3. Vorrei porre la seguente questione che non mi è chiara. Posso dopo 5 anni dal rogito di una casa aquistata con i benefici suddetti spostare in altro comune la residenza affittando l appartamento ovviamente con contratto regolare di affitto e accollandomi ovviamente l ‘IMU.?

  4. Buongiorno Federico, volevo chiedere se una persona ha goduto dei benefici prima casa per i due anni dalla data di acquisto, avendo trasferito la residenza nell’immobile prima casa al momento dell’acquisto, successivamente per lavoro si trasferisce in un’altra città in affitto o ospite deve solo spostare il domicilio? E perde i benefici fiscali sulla prima casa?

  5. Il beneficio prima casa si perde in caso di cessione dell’immobile nei 5 anni, non se successivamente al trasferimento della residenza in questo immobile ci si trova a ritrasferirla.

  6. Buongiorno Federico, io ho acquistato un immobile con agevolazione prima casa nel comune di Torino per reddito. Se sposto la residenza nell’immobile acquistato, ma dopo 10/12 mesi volessi affittarlo, posso rispostare la residenza nella mia seconda casa in diverso comune dove andrei a vivere? Oppure esiste il limite di mantenere la residenza almeno 3 anni (tempo massimo per accertamento fiscale agenzia entrate) ? Grazie molte

  7. Buongiorno Federico. Solo un chiarimento. Nel suo articolo più volte si sottolinea che è sufficiente avere la residenza nel Comune dove si è acquistata la prima casa, non per forza esattamente nell’immobile acquistato, ma poi qui sopra alla domanda di Pasquale che è esattamente nella mia situazione, lei risponde che pur avendo la residenza nello stesso Comune, se ha richiesto all’acquisto l’agevolazione prima casa, deve comunque spostare la residenza nell’immobile… A questo punto ho un pò di confusione. Se la casa che ho acquistato come prima casa è soggetta a lavori che non finiranno prima di un paio d’anni, per un problema squisitamente economico, se io già risiedo in quel Comune ma ad un altro indirizzo, devo obbligatoriamente spostare la residenza al nuovo indirizzo, pena la perdita dei requisiti prima casa?
    Grazie

  8. Buongiorno Federico,
    La mia situazione è questa: a ottobre 2019 ho fatto il rogito per l’acquisto della mia prima casa, usufruendo delle agevolazioni ad essa legate e facendo un mutuo. Ad oggi mi trovo fidanzata e in dolce attesa, ma l’appartamento che avevo comprato per me ha solo una camera e viene ovviamente scomodo crescere un figlio qui. Con il mio compagno abbiamo trovato un immobile, sito in altro comune (quello dei suoi genitori che ci aiuterebbero con il piccolo), e lo comprerebbe lui di sua proprietà e facendo solo lui il mutuo come sua prima casa. Il mio appartamento potrei già affittarlo, continuando a pagare ovviamente il mutuo, o dovrei rimanere residente nel mio appartamento fino ad aprile 2020 ovvero 18 mesi dal rogito ? Se così non potessi fare dovrei andare all’Ade e farmi fare il calcolo per la differenza sulle imposte versate con l’agevolazione al momento dell’acquisto e a quel punto potrei affittarlo o venderlo senza problemi? L’Imu e perdita delle detrazioni sugli interessi passivi scatterebbe al cambio della residenza corretto?
    Grazie mille,

  9. Per l’analisi di situazioni personali per le quali è richiesta maggiore analisi, come nel suo caso, se vuole ci scriva in privato per una consulenza. La aiuteremo a risolvere i suoi dubbi.

  10. Salve Federico, ho acquistato insieme a mia moglie nel 2018 un immobile usufruendo delle agevolazioni prima casa. Ora però avrei necessità di spostare la residenza momentaneamente a casa dei miei, sempre nello stesso comune, mentre mia moglie e mia figlia restano sempre li. Cosa succedere spostando la residenza sempre nello stesso comune per un periodo di cerca 2-4 mesi?
    Ringrazio anticipatamente.
    Saluti

  11. Buongiorno Federico. Nel suo articolo, uno dei più precisi che ho trovato in rete, lei dice che “una volta usufruito del bonus prima casa è possibile mutare la residenza entro 18 mesi dal rogito senza perdere il beneficio fiscale.”
    Dice però anche che “la legge, in realtà, non stabilisce un termine massimo di permanenza della residenza nel Comune ove si trova l’immobile in questione. Tuttavia, si è ritenuto che si debba applicare il termine che la norma concede per il trasferimento della residenza dall’atto di acquisto (termine che, come detto, è di 18 mesi).”
    Detto questo, quello che Le chiedo è dove posso trovare conferma di questa informazione. “Chi” lo ha ritenuto? Esiste una sentenza, una nota dell’AdE o del MEF, un interpello o una qualsiasi altra casistica giuridica che crea un precedente il tal senso? Mi trovo in questa situazione e non vorrei perdere i benefici prima casa in caso di contestazione. Grazie mille

  12. La norma non afferma vincoli legati al mantenimento della residenza nell’immobile una volta verificati tutti i requisiti richiesti. Per questo è da ritenersi possibile modificare la residenza successivamente all’acquisto una volta verificati tutti i requisiti previsti. Al momento non siamo a conoscenza di sentenze o chiarimenti di prassi sull’argomento. Nel caso in cui vi siamo elementi di rilievo siamo pronti ad approfondire.

  13. Buonasera Federico,
    ho un problema a prima vista banale, ma che sta diventando veramente assurdo.
    Ho acquistato casa e il 3 marzo 2020 (poco prima del lockdown) provvedo ad inoltrare richiesta di cambio residenza. Mi trasferisco lì fino al 5 luglio, dopodiché inizio a sgomberare l’abitazione perché in procinto di eseguire la ristrutturazione tornando nell’abitazione dei miei genitori. Nessun accertamento è stato fatto dai vigili del mio Comune.
    L’11 settembre, nel bel mezzo di una pulizia generale dell’abitazione, si presenta il vigile urbano per l’accertamento (dopo oltre 6 mesi) attestando, a suo dire, che l’abitazione non risulta abitabile e quindi non puo’ trattarsi di una residenza.
    Nel frattempo, ricevo il tagliando adesivo da apporre sul libretto di circolazione.
    Proprio stasera, vado all’Ufficio Anagrafe del mio Comune per rinnovare la carta di identità e mi dicono che la mia pratica di cambio di residenza risulta non conforme perchè il vigile urbano ha constatato la non abitabilità dell’immobile, ergo, la carta di identità avrebbero dovuto farmela col vecchio indirizzo di residenza per poi richiederne una nuova dopo che, secondo loro, entro 15 giorni avrei dovuto rimettere tutti i mobili, riallacciare l’utenza elettrica, per rifare l’accertamento.
    E’ mai possibile una cosa del genere?
    Ti ringrazio!

  14. La residenza nel Comune deve essere presa nei 18 mesi dall’acquisto. Se però ci sono lavori in corso per i quali sono state richieste autorizzazioni comunali dalle quali risulta l’inagibilità a causa dei lavori da effettuare, non si perde il diritto alla detrazione. Questo è quanto stabilito dalla CTP Brindisi, sent. n. 362/2017. La commissione ha ritenuto che i lavori di ristrutturazione straordinaria dell’immobile possano costituire causa di forza maggiore in quanto hanno di fatto ha impedito al contribuente, in buona fede, di trasferire la residenza entro il termine previsto dalla legge.

  15. Buonasera Federico, ho acquistato in giugno con il beneficio prima casa un immobile sul quale ho messo la residenza 6 mesi dopo l’acquisto. Ho poi ricevuto dal commercialista l’imu in quanto non ho cambiato subito la residenza al momento dell’acquisto . Ma non avrei diritto a 18 mesi dal giorno del rogito?
    Grazie

  16. Salve, vorrei chiedere alcune delucidazioni riguardo alla regola dei “18 mesi” dove cita:

    “L’agevolazione legata all’acquisto della prima casa richiede la residenza nell’immobile, in un periodo di 18 mesi dall’acquisto.”

    “Trasferimento nei 18 mesi
    Tale residenza va trasferita entro 18 mesi dalla firma del rogito”

    – Riporto le due citazioni sopra in quanto non mi e’ chiara la successiva affermazione quando usa il termine “entro”:
    “Dopo quanto tempo cambiare la residenza prima casa?
    Una volta usufruito del bonus prima casa è possibile mutare la residenza entro 18 mesi dal rogito senza perciò perdere il beneficio fiscale. ”
    – Non e’ che per caso intendeva “dopo 18 mesi” , ovvero e’ necessario mantenere la residenza per 18 mesi dal rogito per non perdere il beneficio fiscale?

    Inoltre in un commento cita: “Il beneficio prima casa si perde in caso di cessione dell’immobile nei 5 anni”
    – Esistono altri “benefici” che si andrebbero a perdere facendo determinate “azioni” prima dei 5 anni? E se la risposta e’ affermativa quali “azioni”?

    – Se volessi cambiare la destinazione d’uso da “abitativa” a “ufficio” dopo quanto tempo posso farlo per non perdere il beneficio fiscale?

    La ringrazio anticipatamente, buon lavoro.

  17. La residenza nel Comune ove è situato l’immobile deve essere effettuata nei 18 mesi dal rogito. L’agevolazione si perde in caso di cessione dell’immobile nei cinque anni. Preciso ancora questi aspetti qualora non fossero sufficientemente chiari nell’articolo. Per situazioni personali eventualmente ci contatti per una consulenza.

  18. Federico, grazie per una discussione molto chiara e completa su questo argomento. Sarebbe stato utile conoscerlo più a fondo quando siamo arrivati a fare domanda di residenza. Tieni presente che il link dal tuo pulsante intitolato “Agevolazione acquisto prima casa: la guida” restituisce un errore 404 non trovato.

  19. Salve Federico, una domanda. Ho casa non acquistata con agevolazione 1° casa. Ho intenzione di prenderne un’altra nello stesso comune cedendo a mio figlio (minorenne) la mia prima casa. La nuova casa risulterebbe per me prima casa? Come funziona poi con la residenza?

  20. Deve seguire le indicazioni previste dalla norma per la cessione ed il riacquisto della prima casa, come indicato nell’articolo. Se ha dubbi ci può contattare per una consulenza.

  21. Salve, sto acquistando un appartamento e leggendo l’articolo mi sono accorta che possiedo tutti i requisiti richiesti per poter beneficiare delle agevolazioni sull’acquisto della prima casa.
    La mia domanda è semplice, per poter ottenere Il cosiddetto “bonus prima casa” cioè uno sconto sulle tasse da pagare al notaio all’atto dell’acquisto dell’immobile bisogna seguire una determinata procedura? Oppure avviene tutto in automatico con il notaio?
    Purtroppo ho ancora questo grande dubbio.

  22. Il consiglio è sempre quello di contattare il notaio che seguirà l’atto di compravendita perché è lui il responsabile per l’applicazione dell’agevolazione (qualora spettante).

  23. Buongiorno Federico, mia figlia ha acquistato un appartamento in un comune diverso da dove attualmente risiede, io e mia moglie siamo usufruttuari di questo appartamento, per poter usufruire delle agevolazioni prima casa, è necessario che entro 18 mesi dal rogito cambi la residenza mia figlia o basta soltanto che la cambio io e mia moglie. Grazie.

  24. Per non perdere le agevolazioni la residenza anagrafica nel Comune in cui è ubicato l’immobile la residenza nel Comune deve essere spostata da parte di tutti i titolari della proprietà che hanno richiesto l’agevolazione, sia che si tratti di usufruttuario o nudo proprietario.

  25. Buonasera Federico,
    se non ho inteso male, per usufruire delle agevolazioni acquisto prima casa non è necessario che questa diventi “abitazione principale” è sufficiente avere la residenza nel Comune. Per capire meglio, nel mio caso, io ho la residenza nella abitazione intestata solo a mio marito, ho intenzione di vendere una casa intestata a me, acquistata a sua tempo come prima casa e attualmente posta in affitto, nel ricomprare un’altra casa, non avendo io altri immobili intestati, posso comprare usufruendo dei benefici prima casa pur non andandoci a vivere?
    spero di essermi riuscita a spiegare
    grazie in anticipo

  26. Le consiglio la lettura di tutti i requisiti connessi all’agevolazione prima casa, ed eventualmente di informarsi presso il notaio con cui farà l’atto di acquisto sulle sue possibilità.

  27. Buonasera Federico, innanzitutto grazie per l’articolo che è già di suo super interessante. Volevo porti un quesito, se riuscissi a rispondere te ne sarei grato.
    Io ho una casa mia comprata a dicembre 2018, dove ho trasferito ed ho tutt’ora la mia residenza, e che ho appena messo in affitto con un regolare contratto a canone concordato 3+2 già depositato all’agenzia delle entrate. Il conduttore ha la necessità di mettere la residenza a casa mia ed avendo fatto il contratto per l’intera unità immobiliare, non possiamo essere residenti tutti e due in casa tant’è che gli hanno già negato la sua richiesta di residenza proprio perche ci sono già io residente. Il dubbio praticamente è qui, ho comprato casa circa 3 anni fa ed ho usufruito dell’aliquota al 4% per la prima casa, se tolgo la residenza e la sposto da un’altra parte ma nello stesso comune, perdo il diritto a quella agevolazione? Ho letto che non dovrei perdere il diritto a quella agevolazione perché sono un militare, ed i militari godono di questo status perché essendo persone assoggettate a continui trasferimenti non hanno l’obbligo di tenere la residenza nella prima casa pur usufruendo dell’aliquota al 4%. Voi mi sapete dare una risposta certa che mi faccia stare un po’ tranquillo da questo punto di vista?

  28. Ciao, grazie per i vostri articoli, sempre preziosi.
    Una domanda: per lavori di ristrutturazione con iva agevolata al 10% valenlo stesso discorso dello spostamento della residenza entro 18 mesi?
    Mi spiego, sono su Milano in via x e ho comprato la casa da ristrutturare sempre a Milano in via y.
    Devo obbligatoriamente avere già la residenza in via y per godere dell’agevolazione al 10%, oppure posso finire i lavori e poi spostare la residenza?

  29. Salve, una domanda, ho acquistato casa a febbraio 2022 con le agevolazioni acquisto prima casa, ma andrò ad abitarci a maggio 2022 , e quindi sposterò la mia residenza a maggio, pertanto mi chiedo se devo pagare l’imu per i due mesi che non sono stato residente. Grazie in anticipo.

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