E’ in arrivo un redditometro 2.0, che incrocerà dati fiscali, bancari e patrimoniali per supportare le indagini contro riciclaggio e patrimoni illeciti. Si chiama Cerebro e il Garante per la Privacy, con il provvedimento n. 455 del 4 agosto 2025, ne ha autorizzato l’impiego. L’obiettivo è incrociare dati fiscali, bancari e patrimoniali per far emergere eventuali ricchezze non giustificate dai redditi dichiarati.
L’obiettivo del nuovo strumento è cercare di colpire la criminalità, organizzata e comune, individuando i beni illecitamente accumulati per sottoporli a sequestro.
Come funziona Cerebro?
Cerebro è un software progettato per supportare indagini patrimoniali e finanziarie, per contrastare sia la criminalità organizzata. Incrociando banche dati pubbliche e fonti istituzionali, il sistema consentirà alle autorità di consultare e rielaborare informazioni su redditi, beni immobili, attività economiche e flussi di denaro.
Uno degli aspetti più rilevanti riguarda l’impiego del cosiddetto web scraping, una tecnica che automatizza l’estrazione di dati da siti web tramite software o bot. Cerebro potrà raccogliere in automatico dati presenti su piattaforme e archivi pubblici, in maniera mirata e in base al codice fiscale della persona sotto indagine.
Questo strumento riesce ad individuare le ricchezze sospette, e aiuta a trovare i i patrimoni illeciti. Questo permette di raggiungere l’obiettivo finale, effettuare sequestri e confische.
Un nuovo redditometro in arrivo
Il redditometro era uno strumento usato dall’Agenzia delle Entrate per accertamenti fiscali sui contribuenti. Cerebro, invece, è un software investigativo della Polizia che aiuta a trovare patrimoni illeciti.
Cerebro avrà anche la capacità di confrontare redditi dichiarati e spese sostenute, utilizzando i dati statistici dell’ISTAT relativi a soglie di povertà, spese minime e consumi medi, parametrati a caratteristiche come composizione familiare, area geografica e tipo di Comune. Il Garante per la Privacy ha dichiarato che:
“I dati Istat» saranno riferiti alle “soglie di povertà assoluta” ed alle “spese minime”, laddove presenti e utilizzabili o, in alternativa, alle “spese medie mensili”». In particolare […] tali valori sono ottenuti […] attraverso una funzione di ricerca che consente di indirizzare la ricerca specificando in input il numero dei componenti del nucleo familiare, l’età, il territorio e la tipologia di Comune; il servizio dell’ISTAT restituirà in output i dati pertinenti ai parametri di ricerca inseriti, consentendo di ricollegare a ciascun individuo il valore delle predette «spese» con margini di errore minimi, fornendo quindi un criterio di massima garanzia per l’interessato”.
Cerebro può bloccare i conti correnti?
Questo strumento non ha poteri diretti, segnala le incongruenze tra redditi e patrimoni. Solo l’autorità giudiziaria può disporre sequestri o confische.