ISEE corrente 2025: cos’è e quando richiederlo?

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Può essere calcolato in presenza di un ISEE in corso di validità che consente di aggiornare i dati reddituali della DSU già presentata. Si tratta di un ISEE aggiornato ai redditi e ai trattamenti degli ultimi 12 mesi e ai patrimoni dell’anno precedente a quello di presentazione della DSU.

L’ISEE corrente è una versione aggiornata dell’ISEE ordinario che permette di riflettere la situazione economica più recente del nucleo familiare. La differenza principale con l’ISEE ordinario risiede nel periodo di riferimento dei redditi e del patrimonio utilizzati per il calcolo:

  • L’ISEE ordinario si basa su redditi e patrimoni riferiti a due anni prima della presentazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU). Ad esempio, l’ISEE ordinario 2025 prende in considerazione i dati del 2023;
  • L’ISEE corrente invece si calcola sui redditi e trattamenti percepiti negli ultimi 12 mesi precedenti la richiesta e, in casi specifici (come perdita o sospensione del lavoro dipendente a tempo indeterminato), può considerare i redditi degli ultimi 2 mesi, moltiplicati per 6 per rapportarli a un anno.

La versione corrente può essere richiesta in caso di interruzione di trattamenti ovvero se il lavoratore è dipendente a tempo indeterminato per il quale sia intervenuta la perdita, sospensione o la riduzione dell’attività lavorativa, quando si siano verificate rilevanti variazioni del reddito ovvero di eventi avversi come la perdita del posto di lavoro o l’interruzione dei trattamenti.

Consente di poter fruire di varie agevolazioni sia per i servizi socio assistenziali, ma anche e soprattutto per determinare la contribuzione ai ticket sanitari. In alcune regioni, poi, consente anche di ottenere agevolazioni per l’acquisto di abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico, dal reddito di cittadinanza ai bonus specifici per le famiglie, pensiamo all’assegno unico per i figli.

Novità normative 2025

Il recente DPCM n. 13/2025 ha modificato sostanzialmente la disciplina dell’ISEE corrente, concentrando tutte le disposizioni nel nuovo articolo 9 del DPCM n. 159/2013. Questa riforma ha reso più chiaro e organico il quadro normativo, eliminando la frammentazione precedente tra diverse fonti regolamentari.

Per i professionisti che assistono i contribuenti, comprendere le nuove regole dell’ISEE corrente è fondamentale per ottimizzare l’accesso alle prestazioni sociali e garantire che l’indicatore rifletta correttamente la capacità economica del nucleo familiare.

Cos’è l’ISEE corrente e quando può essere richiesto

L’ISEE corrente è un indicatore aggiornato che può essere calcolato esclusivamente in presenza di un ISEE ordinario già in corso di validità. A differenza dell’ISEE tradizionale, che considera i redditi del secondo anno precedente, l’ISEE corrente utilizza dati più recenti per fotografare con maggiore precisione la situazione economica attuale.

La richiesta di questa attestazione è ammessa quando si verificano tre specifiche condizioni previste dal nuovo articolo 9 del DPCM n. 159/2013:

  • Variazione della situazione lavorativa per almeno un componente del nucleo familiare. Questa casistica include diverse fattispecie: per i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato, la risoluzione del rapporto di lavoro, la sospensione dell’attività lavorativa o la riduzione della stessa; per i lavoratori dipendenti a tempo determinato o con contratti flessibili, la condizione di non occupazione alla data di presentazione della DSU, purché abbiano lavorato almeno 120 giorni nei 12 mesi precedenti; per i lavoratori autonomi, la cessazione dell’attività dopo averla svolta continuativamente per almeno 12 mesi;
  • Variazione dell’indicatore reddituale corrente superiore al 25% rispetto alla situazione reddituale dell’ISEE ordinario. Questo parametro percentuale rappresenta la soglia di rilevanza economica che giustifica l’aggiornamento dell’indicatore;
  • Interruzione dei trattamenti previdenziali, assistenziali e indennitari previsti dall’articolo 4, comma 2, lettera f) del DPCM 159/2013, che non rientrano nel reddito complessivo dichiarato ai fini IRPEF.

Un aspetto cruciale da considerare nella pratica professionale è che la variazione deve essere posteriore al 1° gennaio dell’anno cui si riferisce il reddito considerato nell’ISEE ordinario. Questo vincolo temporale è spesso trascurato ma risulta determinante per l’ammissibilità della richiesta.

Variazione lavorativa

Nel caso di variazioni lavorative, il modello aggiornato può essere richiesto quando:

  • Si perde il lavoro;
  • Il rapporto lavorativo viene ridotto;
  • Si subisce una sospensione;
  • Un componete trova lavoro dipendente a tempo indeterminato;
  • Si verifica un’interruzione dei trattamenti previdenziali, assistenziali e indennitari non rientranti nel reddito complessivo ai fini Irpef;
  • Se inizia la fruizione di trattamenti previdenziali, assistenziali e indennitari non rientranti nel reddito complessivo ai fini Irpef;
  • Se si cambia lavoro.

Variazione reddituale e patrimoniale

In caso di variazione reddituale deve trattarsi di una variazione reddituale complessiva del nucleo familiare superiore al 25% rispetto alla situazione reddituale individuata nel modello ordinario.

Nel secondo caso di variazione patrimoniale, deve verificarsi una variazione rispetto ai due anni precedenti, superiore al 20% rispetto a quella presente nell’attestazione ordinaria.

Calcolo: metodologia e riferimenti temporali

Il calcolo dell’ISEE corrente si basa su criteri temporali differenziati a seconda della tipologia di reddito e della situazione specifica del richiedente. La disciplina prevede due modalità di calcolo alternative.

La modalità ordinaria prevede l’utilizzo dei redditi conseguiti nei 12 mesi precedenti alla richiesta della prestazione. Questo approccio si applica ai redditi da lavoro dipendente, pensione e assimilati, ai redditi derivanti da attività d’impresa o lavoro autonomo (calcolati secondo il principio di cassa come differenza tra ricavi e spese sostenute) e ai trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari.

La modalità alternativa è riservata ai casi di perdita, sospensione o riduzione dell’attività lavorativa per lavoratori dipendenti a tempo indeterminato e di interruzione dei trattamenti. In questi casi, i redditi possono essere calcolati moltiplicando per 6 i redditi conseguiti nei 2 mesi antecedenti la presentazione della DSU.

Questa seconda modalità rappresenta uno strumento particolarmente efficace per chi si trova in situazioni di improvvisa difficoltà economica, permettendo di ottenere un indicatore che riflette immediatamente la nuova condizione reddituale.

Per quanto riguarda i patrimoni, è possibile aggiornarli separatamente quando l’indicatore della situazione patrimoniale, calcolato sull’anno precedente, differisce più del 20% rispetto al medesimo indicatore calcolato ordinariamente. Questa previsione consente di tenere conto anche delle variazioni patrimoniali significative, non solo reddituali.

Tempistica di presentazione e validità

La disciplina temporale dell’ISEE corrente segue un calendario specifico che i professionisti devono conoscere per ottimizzare la strategia di presentazione delle istanze.

Dal 1° gennaio al 31 marzo di ciascun anno, è possibile presentare l’ISEE corrente esclusivamente per l’aggiornamento dei redditi. Questo periodo è particolarmente importante per chi ha subito variazioni lavorative negli ultimi mesi dell’anno precedente.

Dal 1° aprile di ciascun anno, invece, è possibile richiedere l’aggiornamento dei soli patrimoni, dei soli redditi o contestualmente di entrambe le componenti. Questa maggiore flessibilità temporale consente di scegliere la strategia più vantaggiosa in base alla specifica situazione del contribuente.

La validità dell’ISEE corrente varia in base alla tipologia di aggiornamento effettuato. Se vengono aggiornati i soli dati patrimoniali o entrambe le componenti, l’indicatore resta valido fino al 31 dicembre dell’anno di presentazione del modulo sostitutivo della DSU.

Per l’aggiornamento della sola componente reddituale, la validità è limitata a 6 mesi dalla data di presentazione del modulo sostitutivo. Tuttavia, se intervengono variazioni nella situazione occupazionale o nella fruizione dei trattamenti, l’ISEE corrente deve essere aggiornato entro 2 mesi dalla variazione.

Questa disciplina della validità richiede un monitoraggio costante della situazione del nucleo familiare, soprattutto in periodi di instabilità lavorativa.

Documentazione necessaria e procedure di presentazione

La presentazione dell’ISEE corrente richiede una documentazione specifica che dimostri la sussistenza delle condizioni previste dalla normativa. L’esperienza professionale dimostra che la completezza e la precisione della documentazione sono determinanti per evitare ritardi o respingimenti.

Per le variazioni lavorative, è necessario fornire la certificazione attestante la condizione lavorativa o la comunicazione della variazione del trattamento, con indicazione della data e del tipo di variazione. Nel caso di lavoratori dipendenti, i documenti tipici includono la lettera di licenziamento, la comunicazione di sospensione o riduzione dell’orario di lavoro, la comunicazione di fine rapporto per i contratti a termine.

Per i lavoratori autonomi, la documentazione deve comprovare la cessazione dell’attività e la precedente continuità lavorativa. In pratica, questo può includere la dichiarazione di cessazione dell’attività presentata all’Agenzia delle Entrate, le comunicazioni agli enti previdenziali e la documentazione contabile che dimostri la continuità dell’attività per almeno 12 mesi.

La compilazione del modulo MS (Modulo Sostitutivo) richiede particolare attenzione nella valorizzazione dei quadri specifici. Il quadro S1 deve riportare il codice fiscale del richiedente, che deve coincidere con il dichiarante dell’ISEE ordinario. Il quadro S2 identifica i componenti del nucleo per i quali si è registrata la variazione. Il quadro S3 è dedicato ai redditi e trattamenti degli ultimi 12 mesi (o 2 mesi nei casi previsti). Il quadro S4 riporta i codici fiscali dei componenti per i quali è avvenuta la variazione, con allegata la certificazione. Il quadro S5 è utilizzato per le variazioni patrimoniali.

Compilazione del modulo MS

Se il dichiarante è in possesso di una Dsu può aggiornare il modello, compilando il modulo MS. In particolare, i quadri da compilare sono i seguenti:

  • Quadro S1, nel quale indicare il codice fiscale del richiedente che deve essere lo stesso del dichiarante del modello ordinario;
  • Quadro S2, nel quale indicare i dati dei componenti del nucleo familiare per i quali si è registrata la variazione;
  • Quadro S3, nel quale indicare i redditi e i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari degli ultimi 12 mesi. Solo in caso di variazioni a causa di interruzioni dei rapporti di lavoro, dei trattamenti o di riduzione dell’attività lavorativa si possono indicare i redditi percepiti negli ultimi 2 mesi;
  • Quadro S4, nel quale indicare il codice fiscale dei componenti per i quali è avvenuta una variazione reddituale o lavorativa, allegando la certificazione che lo attesti;
  • Quadro S5, nel quale indicare, nel caso di variazioni patrimoniali, per ogni componente il codice fiscale e il patrimonio posseduto al 31 dicembre dell’anno precedente la presentazione della Dsu con Modulo MS.

Documenti occorrenti

Per la presentazione della dichiarazione sostitutiva occorrono i seguenti documenti:

  • Isee ordinario;
  • Dsu originaria;
  • Certificazione attestante la condizione lavorativa o comunicazione della variazione del trattamento, con data e tipo di variazione;
  • Indicazione di quanto percepito nell’anno precedente alla presentazione del modello corrente;
  • In caso di perdita del patrimonio mobiliare e/o mobiliare, documentazione del patrimonio riferita al 31 dicembre dell’anno precedente e comunicazione del saldo e della giacenza per i conti correnti.

Aspetti critici e opportunità nell’applicazione pratica

L’applicazione dell’ISEE corrente presenta aspetti critici che richiedono particolare attenzione nella pratica professionale. Uno dei principali riguarda la tempistica delle variazioni: molti contribuenti sottovalutano l’importanza della data di decorrenza della variazione rispetto al 1° gennaio dell’anno di riferimento dei redditi ISEE ordinario.

Un altro aspetto critico è la valutazione della convenienza. Non sempre un reddito più basso degli ultimi 12 mesi comporta un valore corrente più favorevole, soprattutto se sono intervenute variazioni patrimoniali in senso opposto. La verifica preventiva attraverso simulazioni di calcolo è sempre consigliabile.

L’interazione con altre prestazioni rappresenta un ulteriore elemento di complessità. L’ISEE corrente può influenzare positivamente l’accesso a determinate prestazioni sociali ma potrebbe risultare svantaggioso per altre. È fondamentale valutare l’impatto complessivo sulle diverse prestazioni richieste dal nucleo familiare.

Le modifiche introdotte dal DPCM n. 13/2025 hanno semplificato il quadro normativo ma hanno anche introdotto nuove specificazioni tecniche. La concentrazione di tutte le disposizioni nell’articolo 9 del DPCM 159/2013 facilita l’applicazione pratica ma richiede un aggiornamento delle procedure operative.

Strategie per l’ottimizzazione

L’esperienza nella gestione dell’ISEE corrente evidenzia l’importanza di una strategia temporale accurata. La scelta del momento di presentazione può influenzare significativamente l’esito della richiesta e la durata dell’indicatore ottenuto.

Per i lavoratori stagionali o con contratti flessibili, la pianificazione della richiesta nei periodi di non occupazione può risultare particolarmente vantaggiosa. Tuttavia, è necessario verificare il rispetto del requisito dei 120 giorni lavorativi nei 12 mesi precedenti.

Nel caso di lavoratori autonomi, la cessazione dell’attività deve essere valutata in relazione ai tempi di fruizione delle prestazioni sociali. La documentazione della continuità lavorativa precedente richiede spesso un lavoro di ricostruzione che può risultare complesso.

Per le variazioni patrimoniali, l’aggiornamento separato dei patrimoni può essere strategico quando si verifica una diminuzione significativa del patrimonio mobiliare o immobiliare. La soglia del 20% di variazione deve essere calcolata con precisione per evitare richieste inammissibili.

La gestione della validità dell’ISEE richiede un sistema di monitoraggio delle scadenze, soprattutto per i casi di aggiornamento della sola componente reddituale con validità semestrale. L’obbligo di aggiornamento entro 2 mesi dalle variazioni occupazionali impone una comunicazione tempestiva con il contribuente.

Prospettive future

L’ISEE corrente rappresenta uno strumento fondamentale per garantire l’equità nell’accesso alle prestazioni sociali, permettendo di superare la rigidità temporale dell’ISEE ordinario. Le modifiche introdotte dal DPCM 13/2025 hanno migliorato la chiarezza normativa e l’applicabilità pratica dello strumento.

La corretta applicazione richiede competenza tecnica e aggiornamento costante sulle evoluzioni normative. I professionisti che assistono i contribuenti devono sviluppare procedure operative efficaci per la gestione della documentazione e il monitoraggio delle scadenze.

L’evoluzione della disciplina è strettamente legata alle dinamiche del mercato del lavoro e alle politiche sociali. La crescente diffusione di forme contrattuali flessibili e la volatilità delle situazioni reddituali rendono sempre più importante la disponibilità di strumenti di aggiornamento tempestivo degli indicatori economici.

La digitalizzazione delle procedure e l’integrazione con le banche dati dell’Amministrazione pubblica potrebbero semplificare ulteriormente l’accesso all’ISEE corrente, riducendo gli oneri documentali e accelerando i tempi di elaborazione. Questo sviluppo tecnologico potrebbe rendere questo strumento ancora più efficace per la realizzazione di politiche sociali responsive alle esigenze dei cittadini.

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Elisa Migliorini
Elisa Migliorinihttps://www.linkedin.com/in/elisa-migliorini-0024a4171/
Laureata in Giurisprudenza presso l'Università di Firenze. Approfondisce i temi legati all'IVA ed alla normativa fiscale domestica oltre ad approfondire aspetti legati al diritto societario.
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