Nell’ultimo periodo le misure per limitare il fenomeno dell’evasione fiscale nel paese sono aumentate, sia in termini di controlli diretti che di iniziative ad hoc come il cashback di stato e la lotteria degli scontrini, con l’obiettivo di limitare l’uso del denaro in contante.
Il fisco interviene a verificare le informazioni contenute per esempio nelle dichiarazioni dei redditi, per la corrispondenza tra ciò che i cittadini dichiarano e ciò che effettivamente viene guadagnato. Le critiche intorno a questo tipo di controlli non mancano: il fisco potenzialmente potrebbe avere accesso a moltissimi dati dei cittadini, e molti si chiedono quando interviene la legge che tutela la privacy.
Ma quali sono le operazioni che i cittadini compiono quotidianamente che possono essere controllate dal fisco? E soprattutto, i dati dei cittadini sono al sicuro? Andiamo a cercare di rispondere a queste domande nell’articolo, citando come fonte un recente articolo di Italia Oggi che riporta alcuni dati interessanti sulle informazioni a cui effettivamente il fisco può accedere.
Evasione fiscale: un problema diffuso in Italia
L’evasione fiscale è un problema noto e diffuso in Italia, per cui lo stato è intervenuto diverse volte negli ultimi anni tramite misure specifiche a contrasto dell’evasione. I dati di dicembre 2021 sembrano riportare una inversione di marcia, perché vanno in una direzione opposta: l’evasione fiscale risulta diminuita leggermente con le ultime misure.
Il fisco ha impiegato negli ultimi anni diverse misure per incentivare i cittadini ad una maggiore trasparenza fiscale, presentando per esempio iniziative come il cashback di stato, la lotteria degli scontrini, oppure ancora le agevolazioni fiscali accessibili solamente con i pagamenti tracciabili.
L’obiettivo rimane quello di ridurre al minimo l’utilizzo del denaro in contante, e secondo le recenti statistiche i cittadini attualmente scelgono maggiormente di pagare tramite bancomat e metodi elettronici, abbandonando il contante. Tuttavia uno degli strumenti che il fisco più di tutti può utilizzare, riguarda la mole di dati presenti sul portale, che riportano tutte le abitudini dei cittadini.
E la fatturazione elettronica introdotta recentemente, come obbligo per molti lavoratori, è una fonte infinita di dati relativi ai movimenti economici dei cittadini. Le fatture elettroniche infatti potenzialmente possono contenere dati che, se messi insieme, rivelano un vero e proprio identikit della persona interessata.
Fatturazione elettronica e privacy
L’Agenzia delle Entrate è il principale ente che si occupa del rapporto tra cittadini e fisco, e può accedere a tutta una serie di dati che riguardano da vicino i cittadini, le transazioni economiche e i redditi. Ma non solo, perché le informazioni a disposizione del fisco rilevano anche tutte quelle che sono le scelte degli italiani in materia di acquisti, o altri dati rilevanti sulle abitudini di consumo.
Tutti questi dati potrebbero essere utilizzati dal fisco per effettuare controlli specifici legati per esempio all’evasione fiscale, tuttavia si tratta di informazioni strettamente personali che, se presenti in rete e non protetti a sufficienza, potrebbero arrivare a soggetti che le userebbero in modo illecito.
In particolare al momento è stato introdotto l’obbligo per molti cittadini lavoratori di utilizzare la fatturazione elettronica, fonte di moltissimi dati dei cittadini. La privacy dei cittadini potrebbe essere a rischio proprio per la presenza in rete di queste informazioni.
Il garante della privacy chiede maggiori tutele per queste informazioni sensibili, e chiede al fisco di utilizzare questi dati unicamente per controlli specifici, e di accedere alle informazioni solamente nel caso di verifiche fiscali avviate. Senza contare che con la fatturazione elettronica le informazioni che riguardano gli acquisti dei cittadini sono contenute e memorizzate per un arco di tempo piuttosto lungo. Cosa accade se queste informazioni venissero utilizzate per altri scopi?
Al momento il fisco e il garante della privacy sono coinvolti in un dibattito da diverso tempo, proprio sulla gestione di tutte le informazioni contenute nella fatturazione elettronica. Si tratta di informazioni a cui può avere accesso l’Agenzia delle Entrate, che mostrano chiaramente tutte le operazioni svolte dai cittadini che acquistano beni, prodotti e servizi, e questi dati sono disponibili per molto tempo, anche per diversi anni.
A quali informazioni può accedere il fisco?
Può sorprendere la quantità di informazioni a cui può accedere il fisco sui cittadini italiani, in particolare sulle abitudini di consumo. Informazioni per cui il garante della privacy chiede una tutela non solamente per gli usi delle informazioni per il fisco, ma anche per possibili soggetti esterni che potrebbero accedervi tramite attacchi hacker o infrazioni digitali.
In particolare sulla fatturazione elettronica c’è da dire che le informazioni contenute in un unico pagamento riportano: i dati dei soggetti interessati, le modalità di pagamento, la cifra sostenuta per la spesa, la tipologia di bene o servizio acquistato, e così via. Ecco quali sono le informazioni che il fisco conosce sui cittadini:
Categoria | Informazioni |
Dati fiscali | informazioni personali, agevolazioni fiscali, imposte versate, dichiarazione dei redditi; |
Dati relativi alla casa | beni mobili e immobili, auto e imbarcazioni, registro immobiliare, spese per le utenze domestiche, mutui o affitti attivi; |
Dati di fatturazione | fatture in entrata e in uscita, soggetti coinvolti, tipologia di acquisto; |
Dati sanitari | |
Dati bancari | mutui attivi, operazioni bancarie |
Contributi previdenziali o assistenziali | contributi INPS obbligatori, o volontari, altre forme di previdenza, erogazioni liberali; |
Spese effettuate | spese per asili nido, istruzione, viaggi, ristrutturazioni di casa, riscatto di laurea, collaboratori domestici, assegni di mantenimento, assicurazioni, spese per bollette e telefonia, spese funebri, spese per i trasporti. |
Cosa chiede il garante della privacy
Il garante della privacy continua a chiedere una tutela maggiore per il trattamento dei dati, sottolineando come il fisco debba utilizzare i dati in suo possesso unicamente per i controlli mirati all’evasione fiscale, mentre tutte le altre informazioni devono essere protette in ogni caso.
La fatturazione elettronica potrebbe portare nel futuro a rischi ancora maggiori di quelli attuali: si tratta di moltissimi dati trasmessi ogni giorno dai cittadini italiani, disponibili al fisco. Se da un lato la fatturazione elettronica garantisce maggiore trasparenza tra cittadini e fisco, dall’altro lato si tratta di un rischio per la mole di dati contenuta nelle piattaforme online.
L’Agenzia delle Entrate quindi è al centro della questione: tutti i dati delle fatture elettroniche vengono recapitati proprio all’Agenzia, che si occupa poi di avviare i controlli. Quello che si chiede è anche un intervento del governo volto a proteggere ulteriormente i dati dei cittadini italiani, tenendo conto che attualmente la rete del web nasconde più insidie di quanto si possa immaginare.
Tutti i dati in questione infatti, se non protetti a dovere, potrebbero essere utilizzati per finalità ulteriori, non solamente dal fisco (incaricato ai controlli) ma anche da soggetti terzi del tutto estranei, che potrebbero a loro volta tentare di rivendere questi dati alle grandi aziende.
Privacy e rischi del web
Con l’avvento del web, moltissime operazioni svolte dai cittadini si sono riversate su internet: e con l’arrivo della pandemia questo fenomeno non ha fatto altro che accentuarsi. La privacy dei cittadini potrebbe essere a rischio proprio per la quantità di dati che ogni giorno i cittadini stessi immettono nel web.
Tramite internet tutti possono ormai acquistare, avvalendosi di un e-commerce e di metodi di pagamento virtuali, oppure tenere conferenze di lavoro a distanza, oppure ancora prenotare visite mediche, e così via. Le operazioni che si possono svolgere online sono davvero moltissime.
Con l’arrivo della pandemia moltissimi cittadini hanno convertito il proprio lavoro allo smart working, per cui tutto rientra nello spazio di un computer, tablet e smartphone. Ma tutti questi dati sono realmente al sicuro? La tutela della privacy oggi più che mai è un argomento importante, tuttavia la legge sembra essere ancora indietro rispetto alla rapida evoluzione del web.
Il rischio che i dati cadano nelle mani sbagliate, oppure di incorrere in truffe virtuali è sempre più elevato, se non si conoscono a fondo le dinamiche di internet. Al momento la fatturazione elettronica è considerata uno degli strumenti di maggiore preoccupazione in quest’ottica, per questo motivo ne è stato vietato l’uso per tutto il 2022 alle professioni sanitarie.