Recentemente con una nuova circolare INPS, viene comunicato il nuovo sostegno diretto alle imprese come alternativa alla all’accesso alla cassa integrazione. Secondo questo nuovo sostegno, sarà possibile per le imprese che nel 2021 non hanno richiesto la cassa integrazione ordinaria per i propri dipendenti chiedere l’accesso ad uno sgravio contributivo.
Questa misura ha tardato ad arrivare, in quanto già decisa dalla Legge di Bilancio 2021. Si tratta di un esonero dal versamento dei contributi previdenziali per i dipendenti rivolto tutti i datori di lavoro che hanno usufruito della cassa integrazione Covid-19 nel periodo in cui è arrivata la pandemia, nel 2020, ma che non hanno chiesto l’accesso alla cassa integrazione successivamente.
Si tratta di una misura che ha atteso a lungo l’autorizzazione della Commissione Europea prima di poter essere attivata per l’Italia. Si tratta di un vantaggio che va a sostenere anche tutte quelle imprese che non hanno avuto l’accesso ad altri sostegni come la possibilità della cassa integrazione per i dipendenti. Vediamo in questo articolo come funziona questo aiuto e a chi viene rivolto.
Messaggio INPS n.197 del 14 gennaio 2022
La nuova misura viene comunicata con il messaggio n.197 del 14 gennaio 2022, che spiega come secondo la Legge di Bilancio 2021 alcune aziende possono essere interessate dall’esonero del versamento dei contributi per i dipendenti, purché non abbiano avuto accesso alla cassa integrazione successivamente al primo periodo del 2020.
Questa misura è dedicata a tutti i datori di lavoro del settore privato, con l’eccezione del settore agricolo, purché non abbiano richiesto la cassa integrazione già prevista dalla Legge di Bilancio 2021. Tuttavia questa misura può essere richiesta anche dall’impresa, o al datore di lavoro, che rinuncia al trattamento di integrazione salariale rimasto.
La cassa integrazione è stata utilizzata come misura per limitare la perdita di posti di lavoro di molti italiani dall’arrivo della pandemia, e molte imprese hanno richiesto direttamente allo stato di accedere a questa possibilità con causale Covid-19 nei momenti di maggiore crisi economica.
La misura di esonero dal pagamento dei contributi è di fatto un’alternativa all’accesso alla cassa integrazione, per tutte quelle aziende che non l’hanno più richiesta. Nonostante questa misura sia già stata decisa nel 2021, arriva in ritardo di un anno a causa delle attese per le conferme dall’Europa.
Il recente messaggio INPS spiega nel dettaglio il funzionamento di questo particolare sostegno, rivolto alle imprese del settore privato, ad esclusione dell’ambito agricolo.
Esonero contributivo: chi può accedervi
Secondo gli ultimi sostegni garantiti dallo Stato, diverse imprese italiane al momento possono accedere la misura di esonero contributivo totale sui propri lavoratori dipendenti. Oltre a questa misura che garantisce l’esonero come alternativa alla cassa integrazione, esistono dei casi in cui le imprese possono avvalersi della stessa forma di beneficio assumendo giovani lavoratori, sotto i 36 anni, oppure lavoratrici donne.
Oppure ancora è possibile accedervi assumendo a tempo indeterminato un lavoratore proveniente da un’azienda in crisi. La misura dello sgravio contributivo sembra essere particolarmente vantaggiosa, tant’è che viene applicata anche come alternativa alla cassa integrazione da questa nuova misura.
Come spiega la comunicazione ufficiale INPS, è possibile accedere al beneficio da parte dei lavoratori e dei datori di lavoro privati che non hanno richiesto, per gli stessi dipendenti, trattamenti di cassa integrazione previsti in precedenza.
In alternativa è possibile che questa misura venga garantita al datore di lavoro che rinuncia a utilizzare il residuo di esonero contributivo e che non vuole richiedere i nuovi trattamenti di cassa integrazione previsti.
Questo vuol dire che anche chi ha già fruito delle misure di sostegno in passato, può accedere a questa misura, come spiega l’INPS, se rinuncia ad una quota prevista, procedendo alla sua restituzione:
“La suddetta quota di esonero corrisponde all’importo della contribuzione datoriale che può essere effettivamente oggetto di sgravio, dovuta per il mese di competenza in relazione al quale si effettua la rinuncia e relativa a un solo lavoratore (individuato a cura dal datore di lavoro).”
Esonero contributivo alternativo alla CIG: come accedervi
L’INPS fornisce anche tutti i dettagli su come accedere all’esonero contributivo in questo caso: è necessario predisporre la propria domanda direttamente all’ente previdenziale INPS, con l’ausilio del portale telematico.
Nel momento della comunicazione sarà necessario dichiarare anche qual è l’importo dell’esonero contributivo che si desidera richiedere, in base ai lavoratori dipendenti dell’impresa. Si tratta di richiedere l’attribuzione del codice di autorizzazione “2Q”, appositamente per questa misura.
Secondo la procedura predisposta dall’INPS è anche possibile provvedere alla restituzione della quota, nella casistica vista sopra. Esistono poi diverse procedure per i lavoratori dipendenti iscritti alle gestioni private oppure per i lavoratori dipendenti iscritti alle gestioni pubbliche, specificate della comunicazione INPS.
Va ricordato che è importante che la richiesta di attribuzione del codice “2Q” venga effettuata prima della trasmissione della denuncia contributiva relativa al periodo di tempo per cui si chiede l’esonero del pagamento dei contributi.
Una volta inviata questa comunicazione il datore di lavoro potrà essere esonerato dal pagamento dei contributi per i propri lavoratori dipendenti. Va ricordato che lo sgravio contributivo non dura per diversi mesi o anni, ma è applicabile solamente per un periodo massimo di 8 settimane, oppure in base alle ore di cassa integrazione che sono già state fruite a partire dal 2020.
In sostanza, il datore di lavoro si trova ora di fronte ad una scelta: chiedere l’accesso all’esonero contributivo oppure alla cassa integrazione ulteriore. L’INPS va quindi a verificare che il datore di lavoro non abbia già usufruito di trattamenti di cassa integrazione per gli ultimi mesi del 2020 e per i primi mesi del 2021, sullo stesso dipendente o unità lavorative.
Sgravi contributivi: altri sostegni alle imprese
Come specificato prima, lo sgravio contributivo risulta particolarmente vantaggioso per le imprese, e lo stato vede di buon occhio questa misura anche per il periodo attuale. In particolare è possibile oggi per le imprese accedere agli sgravi contributivi per i dipendenti in base a specifiche assunzioni:
- Assunzioni di lavoratrici donne in particolari condizioni di svantaggio economico;
- Assunzioni di giovani under 36 a tempo indeterminato;
- Assunzioni di lavoratori provenienti da aziende in crisi.
In questi casi si tratta di sgravi contributivi rivolti a incentivare le assunzioni presso le aziende italiane, una misura presa a sostegno della ripresa economica. Tuttavia non sono le uniche forme di sostegno per le imprese, perché secondo le recenti indiscrezioni si parla di un nuovo Decreto Sostegni per il 2022, che va a coprire il periodo emergenziale previsto fino alla fine di marzo 2022.