Procedura di dimissioni online attraverso il sito del governo cliclavoro.gov.it per compilare un modulo da inviare al datore di lavoro. Questo metodo per presentare la propria rinuncia a continuare a lavorare è stato introdotto per contrastare le “dimissioni in bianco”.


Con la riforma attuata dal Jobs Act nel 2016, decidere di terminare il proprio contratto di lavoro non può avvenire solo ed esclusivamente attraverso una lettera inviata al titolare. Viene infatti prevista una nuova procedura di dimissioni online attraverso il sito del governo cliclavoro.gov.it. L’invio è prettamente semplice e si può accedere in modo telematico con lo SPID o la CIE, oppure appoggiandosi ad un patronato o ad un altro soggetto abilitato. Per poter dare le dimissioni quindi, oggi i lavoratori dipendenti devono accedere ad una apposita piattaforma, ovvero su www.cliclavoro.gov.it, tramite le proprie credenziali digitali, e compilare un modulo da inviare al datore di lavoro. Questo metodo per presentare la propria rinuncia a continuare a lavorare è stato introdotto per contrastare le “dimissioni in bianco”.

La scelta delle dimissioni telematiche è stata presa per contrastare il fenomeno delle “dimissioni in bianco”, ovvero la firma del licenziamento al momento dell’assunzione. Questa pratica porterebbe vantaggi solo al datore di lavoro quando la figura del dipendente diventa debole, specialmente per quanto riguarda le donne.

Le dimissioni online volontarie possono essere presentate da tutti i lavoratori e lavoratrici che posseggano un contratto di lavoro, esclusi alcuni casi che vedremo di seguito. La compilazione telematica avviene in modo semplice e, una volta terminata la procedura, vi verrà consegnato un modulo con le seguenti informazioni:

  • La data di trasmissione;
  • Codice identificativo coerente alla data.

È possibile annullare tale decisione entro 7 giorni dalla comunicazione, una volta terminato questo arco di tempo non si potrà più tornare indietro. In ogni caso dovrete comunicare in anticipo al datore di lavoro la vostra scelta, ovvero dargli un periodo di preavviso.

Le aziende hanno la possibilità di accedere al servizio attraverso la procedura indicata sul sito del Governo. Le stesse avranno accesso alle visualizzazioni anche nel momento in cui non gli sia stata recapitata la PEC.


Che cosa sono le dimissioni?

Le dimissioni rappresentano l’atto formale attraverso il quale un lavoratore manifesta unilateralmente l’intenzione di porre fine al suo rapporto di lavoro. Il lavoratore deve informare il datore di lavoro e rispettare il periodo di preavviso stabilito dal contratto collettivo.

Le dimissioni possono essere volontarie, per giusta causa, durante il periodo di prova o durante periodi protetti. Durante il periodo protetto, ai genitori lavoratori è garantita una tutela speciale. È necessaria la convalida delle dimissioni da parte del servizio ispettivo del Ministero del Lavoro. Le dimissioni possono essere annullate in caso di minaccia, errore o incapacità. Il datore di lavoro può offrire incentivi economici per le dimissioni, ma il lavoratore deve essere consapevole delle conseguenze e può agire legalmente per accertare la giusta causa. Le dimissioni durante il periodo protetto sono regolamentate da procedure specifiche per garantire la volontà autentica del lavoratore e proteggere i suoi diritti.

Il lavoratore è tenuto a rispettare il periodo di preavviso stabilito dal contratto collettivo, senza l’obbligo di fornire una motivazione formale, sebbene, in alcuni casi specifici, sia richiesto comunicarle esclusivamente attraverso mezzi telematici. Le dimissioni di un lavoratore si possono ricondurre a varie tipologie, a seconda dei casi:

  • Dimissioni volontarie; 
  • Dimissioni per giusta causa; 
  • Dimissioni soggette a convalida; 
  • Dimissioni durante il periodo di prova.

Dimissioni volontarie

Le dimissioni volontarie, lo dice la parola stessa, si verificano per spontanea volontà da parte del lavoratore che decide di terminare la sua attività lavorativa e quindi porre fine al vincolo di subordinazione tra lui e il suo datore di lavoro. Le dimissioni in questione vengono trasmesse direttamente in forma telematica dal lavoratore al datore, tramite l’utilizzo della piattaforma Cliclavoro, al sito www.cliclavoro.gov.it. 

Si ricorda che anche nel caso di dimissioni volontarie il lavoratore dovrà rispettare il termine di preavviso previsto dal CCNL applicato, pena il pagamento di una sanzione di mancato preavviso. Il preavviso è un termine rispettoso che comporta la possibilità per il datore di lavoro, di organizzare la sua forza lavoro e la produzione dei beni o servizi, tenendo conto che al termine del periodo il lavoratore non presterà più la sua attività, in tal senso il datore dovrà avrà il tempo necessario per poter risistemare il suo ciclo produttivo aziendale. 

Dimissioni per giusta causa

Le dimissioni per giusta causa si verificano qualora, a seguito di un grave inadempimento da parte del datore di lavoro, il lavoratore ha diritto di recedere dal rapporto con effetti immediati, senza dare comunicazione di preavviso, questo è quanto sancito dall’art. 2119 del c.c..

Un esempio pratico potrebbe essere il mancato pagamento della retribuzione, qualora il lavoratore verificasse effettivamente una situazione tale, potrebbe essere legittimato a presentare le proprie dimissioni in tronco senza darne preavviso al datore di lavoro. A differenza delle dimissioni volontarie, per le dimissioni per giusta causa, è possibile richiedere la NASPI in deroga al termine dei 68 giorni, ma il termine scatta a decorrere dal 30° giorno successivo la cessazione del rapporto.

Dimissioni durante il periodo di prova

Durante il periodo di prova, il lavoratore può presentare le proprie dimissioni al datore di lavoro, senza necessariamente dare il preavviso, se non previsto. Le dimissioni in tal caso possono essere anche in forma orale, non spetta però il diritto alla disoccupazione, nelle ipotesi di interruzione della prova per dimissioni del dipendente. In tal caso infatti la cessazione del rapporto è volontaria e di conseguenza, non permette al lavoratore di richiedere la Naspi.

Dimissioni durante il periodo protetto

Ai genitori lavoratori è garantita una tutela speciale nel caso decidano di dimettersi durante periodi considerati “protetti”. Questo provvedimento mira a prevenire che i lavoratori interrompano il loro rapporto di lavoro a causa di pressioni da parte del datore di lavoro in seguito alla maternità o alla paternità.

Che cosa sono le dimissioni in bianco?

La possibilità di utilizzare una piattaforma online apposita per presentare la propria volontà di lasciare il lavoro è ad oggi un obbligo in tutti i casi in cui il dipendente vuole licenziarsi. Di fatto la modalità cartacea non è più considerata valida.

A partire dal 2016 infatti, è stata introdotta questa nuova modalità telematica per contrastare un fenomeno molto diffuso nel mondo del lavoro, ovvero le dimissioni in bianco. Si tratta di una situazione in cui il datore di lavoro fa firmare al nuovo assunto un foglio, in bianco, relativo alle dimissioni, già al momento dell’assunzione.

Si tratta di una pratica illecita per cui al dipendente viene chiesto di firmare già al momento dell’ingresso nel nuovo lavoro, per poi utilizzare questo documento successivamente. Trattandosi di una pratica illegale molto diffusa, spesso a danno di donne lavoratrici, il Jobs Act del 2016 ha imposto la non validità dei documenti cartacei in caso di dimissioni, introducendo la modalità telematica.

Questo vuol dire che per chi desidera licenziarsi non sarà più possibile procedere compilando semplicemente un foglio e consegnandolo al datore di lavoro, ma sarà obbligatorio accedere ad un portale online apposito messo a disposizione dal governo per compiere questa pratica.

Insieme a questa nuova norma, sono state anche introdotte regole più ferree per quanto riguarda il lavoro delle donne, specialmente nel periodo di gravidanza. Per esempio, con l’articolo 54 del D.Lgs. 151/2021, le lavoratrici non possono essere licenziate dal momento in cui inizia una gravidanza, fino a un anno di età de figlio.

Chi può richiedere le dimissioni telematiche?

Il modulo delle dimissioni telematiche per il termine del contratto lavorativo è un servizio messo a disposizione per i dipendenti del settore privato. In riassunto devi possedere un contratto di lavoro subordinato in atto di validità. Solo alcune categorie di lavoratori vengono esclusi da questa formula, ed esse le troviamo nell’elenco a seguire:

  • Dipendenti pubblici;
  • Lavoratori domestici, come colf e badanti;
  • Dipendenti del settore marittimo;
  • Lavoratori in prova, prima della conclusione di tale periodo;
  • Chi arriva a una risoluzione dopo la conciliazione stragiudiziale;
  • Lavoratori protetti per genitorialità (nel periodo di gravidanza e nei primi 3 anni di vita del figlio).

NB: Ad eccezione di questi settori, la lettera di dimissione non ha più alcuna validità legislativa.

Per la sua compilazione è possibile procedere in due modi:

  • Compilare il documento in prima persona, direttamente online;
  • Avvalersi di un intermediario abilitato a compilare il modulo, come un centro CAF, un sindacato, un consulente del lavoro.

I lavoratori del settore pubblico non devono seguire questa regola, e possono ancora presentarle nella modalità tradizionale, oppure tramite modalità proposte dall’ente pubblico per cui lavorano. Non utilizzano questa modalità neanche i lavoratori domestici, oppure i lavoratori con contratti di stage, tirocinio, collaborazione, e con contratti di lavoro marittimo. Ovviamente anche per i lavoratori autonomi questa procedura è esclusa.

Quando dare le dimissioni online

Teoricamente parlando, le dimissioni volontarie possono essere data in qualsiasi momento della tua vita lavorativa.

Contratti a termine

La consegna delle dimissioni varia anche in base al contratto di lavoro prestato, per esempio se hai un lavoro a tempo determinato la fine del contratto è già stabilita nel momento dell’assunzione. Per questa ragione, in questa categoria di contratti lavorativi non è prevista la possibilità di dimettersi utilizzando le dimissioni telematiche. L’unica soluzione prevista è tramite il licenziamento per giusta causa.

Come presentare le dimissioni?

Presentare le dimissioni online è l’unica modalità ad oggi accettata per lasciare un lavoro nel settore privato, di tipo subordinato. Ma come si procede nella pratica? Il sito web di riferimento per presentare questa comunicazione è il seguente: www.cliclavoro.gov.it. Si tratta di un portale ufficiale messo a disposizione dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che può essere accessibile da diversi device: da computer, tablet o anche da smartphone. Questa procedura va utilizzata anche per quelle consensuali, ovvero in accordo con il datore di lavoro.

Il primo passo è quello di accedere al portale con una credenziale digitale apposita, come lo SPID o la CIE, ovvero la Carta di Identità Elettronica. Gli step successivi prevedono:

  • Individuare la sezione “dimissioni volontarie” all’interno del portale;
  • Visualizzare i rapporti di lavoro in essere e optare per “inserisci nuova dimissione”;
  • Accedere al modello ufficiale da compilare, inserendo tutte le informazioni che identificano la procedura. Vanno inseriti nel modulo i dati del lavoratore, del datore di lavoro e del contratto attivo, e poi è possibile selezionare il tipo di dimissioni: possono essere volontarie, per giusta causa, o con risoluzione consensuale;
  • Salvare e inviare il documento, e attendere la validazione e l’invio al datore di lavoro. Risulta anche possibile scaricare una ricevuta della pratica in formato Pdf.

Va ricordato che se il lavoro è iniziato prima del 2008, il cittadino che presenta le dimissioni deve inserire a mano alcune informazioni sul datore di lavoro, mentre se il lavoro è iniziato successivamente al 2008, il modulo sarà precompilato con alcune informazioni sul datore di lavoro.

Revoca della pratica

In alcuni casi, lasciare un posto di lavoro può portare poi a dei ripensamenti, ovvero alla necessità di chiedere una revoca della pratica inviata telematicamente. Dopo l’invio, sarà impossibile modificare o correggere il modulo, ma esiste la possibilità di revoca. Per poter revocare le dimissioni, si può procedere nello stesso modo con cui sono state presentate, tuttavia bisogna fare velocemente, perché è possibile revocare la pratica solamente entro 7 giorni dal momento dell’invio.

In questo modo il datore di lavoro riceverà anche il messaggio di revoca, successivo al modulo delle dimissioni. Non è escluso in ogni caso che non si possa trovare un accordo, al di fuori delle procedure telematiche, per la non sospensione del lavoro, anche successivamente ai 7 giorni previsti per la revoca. Inoltre, è bene sottolineare che, anche nel caso di dimissioni telematiche, il lavoratore deve rispettare il periodo di preavviso utile, stabilito dal contratto di lavoro, ovvero non può lasciare il lavoro senza presentare le dimissioni con un certo anticipo, per non mettere in difficoltà il datore di lavoro.

Quali documenti occorrono

Prima di iniziare con la registrazione e l’invio, vediamo di avere a disposizioni tutti i documenti necessari. Per il corretto invio e per non trovarsi in particolari difficoltà, preparatevi una piccola “bucket list” per accertarvi di avere la seguente documentazione:

  • Carta di identità
  • Codice fiscale
  • Unilav di assunzione o busta di paga
  • PEC Azienda per invio dimissioni

Dimissioni telematiche fai-da-te

Nel momento in cui si preferisca agire da soli basta seguire i seguenti passaggi:

  • Recarsi sul sito del governo sopra citato;
  • Accedere all’area riservata attraverso lo SPID o la CIE;
  • Compilare il modulo;
  • Premere Invio.

Una volta conclusi i passaggi, l’inoltramento della procedura verrà inviata direttamente alla PEC dell’azienda e del datore di lavoro.

SPID

Qualora vi trovaste nella situazione di non avere lo SPID non c’è da allarmarsi, l’importante è di avere a disposizione o il Codice Fiscale o la Carta d’Identità Elettronica. Insomma, serve un documento che garantisca la vostra esistenza, sia reale sia digitale.

Soggetto abilitato

Per soggetto abilitato si intende un ente che possa fare le veci della persona e che possegga un’abilitazione per l’inoltro delle comunicazioni. Servirà quindi un intermediario abilitato e sicuro, soprattutto quando si parla di trattamento dati. I Soggetti a cui ci si può rivolgere sono i seguenti:

  • Patronati;
  • Sindacati;
  • Commissioni di certificazione;
  • Enti bilaterali;
  • Consulenti del lavoro
  • Sedi territoriali dell’Ispettorato nazionale del lavoro.

I lavoratori che decidono di affidarsi ad un ente verranno seguiti passo passo nella procedura.

È disponibile un supporto per gli utenti e gli operatori. Per quesiti sull’utilizzo della procedura, visita l’URPP online.

Costi

Nel momento in cui decidete di affidarvi ad un patronato o ad un altro ente potreste incombere nei pagamenti per i servizi prestati. Come possiamo vedere sul sito del patronato.com, i loro servizi iniziano da un importo di 22€, andando poi a salire in base alle necessità ed operazioni da svolgere. Anche utilizzando il sindacato sono previsti dei costi.

APP

Direttamente dal sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali lavoro.gov.it, che vengono messe a disposizioni APP sia per Android sia per Iphone in modo da poter effettuare la procedura anche tramite smartphone o tablet:

  • Scarica l’app da App Store
  • Scarica l’app da Google play

Sarà attraverso il sistema delle dimissioni telematiche ad inviare tramite l’APP IO le notifiche agli utenti.

Revoca delle dimissioni

La revoca delle dimissioni è una procedura che avviene successivamente alle dimissioni, nel momento in cui il dipendente intende annullare di fatto le dimissioni già presentate. La revoca deve avvenire in via ufficiale online, e deve avvenire entro 7 giorni dalla dimissione. Per revocare le dimissioni infatti è necessario procedere per via telematica, confermando la revoca alla presentazione di dimissioni presentata in precedenza.

Per approfondire: “Revoca delle dimissioni: di cosa si tratta e come funziona“.

Conclusioni

In conclusione, le dimissioni rappresentano una fase critica nel rapporto di lavoro, sia per il dipendente che per il datore di lavoro. È fondamentale che entrambe le parti comprendano i propri diritti e doveri in questo processo. La corretta gestione delle dimissioni contribuisce a mantenere un ambiente lavorativo sano e a garantire una transizione fluida sia per il lavoratore che sta lasciando sia per l’organizzazione che deve adattarsi a questa variazione.

Domande frequenti

Devo fornire un preavviso prima di rassegnare le mie dimissioni?

Sì, generalmente è richiesto un periodo di preavviso, la cui durata può variare a seconda del contratto di lavoro o delle normative vigenti nel tuo paese o settore.

Posso ritirare le mie dimissioni una volta presentate?

Il ritiro delle dimissioni è possibile, ma dipende dal consenso del datore di lavoro. Se il datore di lavoro accetta il ritiro, le dimissioni possono essere annullate.

Cosa succede se mi dimetto durante un periodo di prova?

Durante un periodo di prova, generalmente le condizioni per le dimissioni possono essere più flessibili, ma è sempre consigliabile verificare il proprio contratto o consultare un esperto legale.

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