Decreto bollette: auto aziendali, bonus e proroghe

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Sono state approvate una serie di emendamenti alla conversione in legge del c.d. Decreto bollette (D.L. 28 febbraio 2025, n. 19), in discussione alla Camera.

Il Decreto Bollette, è in fase di esame parlamentare. Le principali novità riguardano il bonus elettrodomestici, l’obbligo per le imprese di stipulare polizze assicurative contro le calamità naturali e una nuova tutela per le auto aziendali assegnate ai dipendenti.

Auto aziendali: clausola di salvaguardia

All’esame della Camera nel decreto Bollette la clausola di salvaguardia per dipendenti e imprese che hanno prenotato un veicolo aziendale da concedere in uso promiscuo prima del 31 dicembre 2024.

Tra le modifiche introdotte dagli emendamenti c’è anche quella riguardante le auto aziendali concesse ai dipendenti e viene prevista una clausola di salvaguardia per evitare che le nuove regole fiscali abbiano un impatto negativo sulle imprese aumentando i costi di gestione.

Lo scopo è quello di garantire che le auto già assegnate prima dell’entrata in vigore delle nuove disposizioni non subiscano variazioni nei trattamenti fiscali e contributivi.

Il correttivo prevede che per i veicoli concessi in uso promiscuo dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2024, nonché per i veicoli ordinati dai datori di lavoro entro il 31 dicembre 2024 e concessi in uso promiscuo dal 1° gennaio 2025 al 30 giugno 2025, resta ferma l’applicazione delle regole fiscali in vigore fino al 31 dicembre 2024 e pertanto senza le nuove maggiorazioni dei costi chilometri previsti per i veicoli a benzina, gasolio e ibridi.

Come spiega, il Sole24ore, la data di consegna del 30 giugno 2025 potrebbe generare disparità di trattamento tra chi ha prenotato comunque l’auto entro fine 2024 come chiede il correttivo ma avrà la consegna dopo la scadenza di fine giugno.

Bonus elettrodomestici

Il Bonus elettrodomestici è stato previsto dalla Legge di bilancio per incentivare l’acquisto di elettrodomestici a basso consumo energetico. Il decreto attuativo, atteso per febbraio, non è ancora stato emanato e il problema principale riguarda la scelta della classe energetica minima richiesta per ottenere il bonus. La norma prevede che trovasse applicazione soltanto per l’acquisto di elettrodomestici di classe B o superiore.

Tuttavia, questa scelta, escluderebbe quasi tutti i prodotti fabbricati in Italia. Per tale ragione, la maggioranza di governo ha proposto una modifica che eliminerebbe il vincolo della classe energetica B, lasciando che sia un successivo decreto interministeriale, emanato dal Mimit insieme al Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef), a definire con maggiore precisione quali prodotti potranno beneficiare dell’agevolazione. L’obiettivo è quello di sostenere la produzione europea senza compromettere l’efficacia del bonus e garantendo anche che gli elettrodomestici sostituiti vengano smaltiti in modo corretto.

Il bonus coprirà fino al 30% del prezzo di acquisto, con un tetto massimo di 100 euro per ogni elettrodomestico, il limite potrà salire a 200 euro per le famiglie con un ISEE inferiore a 25.000 euro. Il fondo stanziato è di 50 milioni di euro e il 4% di questo fondo sarà destinato ai costi di gestione della piattaforma informatica PagoPa e delle verifiche affidate a Invitalia.

Per evitare che le risorse si esauriscano rapidamente il bonus non sarà concesso tramite una procedura a sportello, ma verrà applicato direttamente come sconto in fattura al momento dell’acquisto. I rivenditori, a loro volta, recupereranno la somma anticipata sotto forma di credito d’imposta, utilizzando lo stesso meccanismo adottato per il bonus tv del 2021.

Proroga polizza catastrofale imprese

Un’altra modifica al decreto riguarda poi l’obbligo per le imprese di stipulare un’assicurazione contro eventi catastrofali, come terremoti, alluvioni e frane. La normativa prevede che la misura entri in vigore a partire dal 31 marzo 2025.

Un emendamento presentato dal deputato di Fratelli d’Italia Riccardo Zucconi, prevede di rinviare la scadenza al 31 ottobre 2025, concedendo quindi sette mesi in più per chiarire i dettagli applicativi della norma e consentire così alle imprese di stipulare le polizze senza subire costi eccessivi.

La proroga terrebbe conto in particolare delle richieste avanzate da Confindustria, che ha espresso il timore che, soprattutto nelle regioni più esposte a calamità naturali, i premi assicurativi possano risultare insostenibili, specialmente per le piccole e medie imprese.

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    Elisa Migliorini
    Elisa Migliorinihttps://www.linkedin.com/in/elisa-migliorini-0024a4171/
    Laureata in Giurisprudenza presso l'Università di Firenze. Approfondisce i temi legati all'IVA ed alla normativa fiscale domestica oltre ad approfondire aspetti legati al diritto societario.
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