Sussistono specifici criteri di imputazione del reddito se lo stesso deriva dai beni che formano oggetto della comunione dei beni, del fondo patrimoniale ovvero dell'usufrutto legale dei genitori. Tutte le informazioni utili per la dichiarazione dei redditi provenienti da beni detenuti in regime di comunione con il coniuge.
In questo contributo andremo ad analizzare le modalità di tassazione del reddito ai fini IRPEF derivante dal regime di comunione dei beni, e del reddito derivante dai figli minori della coppia. Infatti, i redditi derivanti dai beni che formano oggetto: della comunione legale e dell'usufrutto legale dei genitori (per i figli minori), devono essere imputati secondo specifici criteri sia che detti redditi concorrano alla determinazione del reddito complessivo ovvero siano soggetti a tassazione separata.
I redditi dei coniugi sono assoggettati ad imposizione diretta in base al criterio della tassazione individuale, avendo il legislatore scelto di escludere la famiglia dal novero dei soggetti passivi ed essendo stato abbandonato il criterio del cumulo giuridico.
Si tratta, in linea di massima, di un sistema che, ancorché penalizzante per le famiglie monoreddito, è in linea con il principio della capacità contributiva, poiché ciascun membro della famiglia viene tassato per il proprio reddito. Si deve tuttavia approfondire la compatibilità con tale principio delle ulteriori regole in materia, riferite alle fattispecie della comunione legale e convenzionale, delle attività separate, delle partecipazioni, dell’azienda coniugale e del fondo patrimoniale. Vediamo, quindi, come imputare correttamente in dichiarazione dei redditi (modello 730 o modello Redditi PF), il reddito del coniuge e quello degli figli minori derivanti dalla comunione dei beni.
Reddito in comunione dei beni
Con l'entrata in vigore della Legge n. 151/75, il regime legale della famiglia è divenuto quello della comunione dei beni fra i coniugi. Questo, in sostituzione del precedente e tradizionale regime della separazione. L'istituto della comunione legale scelto dal legislatore è di tipo misto, prevedendo due categorie giuridiche di beni contrapposte: da un lato, quella dei beni comuni, dall'altro quella dei beni personali.
La comunione legale dei beni tra i coniugi, a differenza di quella ordinaria, è una comunione senza quote. Si tratta di una comunione nella quale i coniugi sono solidalmente titolari di un diritto avente per oggetto i beni di essa e rispetto alla quale non è ammessa la partecipazione di estranei.
La comunione legale dei beni è il regime che regola i rapporti patrimoniali fra i coniugi in mancanza di una diversa convenzione: tale istituto governa in via generale i rapporti tra i coniugi, ove questi non abbiano espresso una diversa volontà con le convenzioni matrimoniali, non è assimilabile a quello della comunione ordinaria, sia perché s'instaura automaticamente all'atto stesso del matrimonio. Questo, a meno che ...
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