Il bonus mobili è la detrazione Irpef del 50% per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici destinati ad arredare un immobile oggetto di interventi di recupero del patrimonio edilizio (ex art. 16-bis del TUIR).
Riferimenti normativi |
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Art. 16, co. 2, D.L. n. 63/13 conv. Legge n. 90/13 |
Art. 1, co. 37, Legge n. 234/2021 |
Indice degli Argomenti
- Che cos’è il bonus mobili ed elettrodomestici?
- Chi può beneficiarne?
- Quali sono gli interventi edilizi necessari?
- Per quali acquisti si può usufruire del bonus?
- I beni acquistati devono essere destinati ad arredare l’ambiente ristrutturato?
- Come ottenere la detrazione?
- Detrazione e tetto massimo
- Sanzioni per accesso indebito alle agevolazioni
- Come effettuare i pagamenti
- I documenti da conservare
- Comunicazione ENEA
- Conclusioni
- Domande frequenti risolte dall’Agenzia delle Entrate
Che cos’è il bonus mobili ed elettrodomestici?
Consiste in una detrazione Irpef del 50% per l’acquisto di mobili e elettrodomestici di classe almeno A+ (A per i forni), destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione (ex art. 16-bis del TUIR).
L’art. 1, co. 37, lett. b), n. 2, Legge n. 234/21 ha disposto la proroga sino al 31 dicembre 2024 della detrazione fiscale prevista per le spese sostenute per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici (art. 16, co. 2, D.L. n. 63/13 convertito con Legge n. 90/13). La disposizione prevede quanto segue:
“Ai contribuenti che fruiscono della detrazione per interventi di recupero edilizio di cui all’art. 16-bis TUIR è riconosciuta una detrazione dall’imposta lorda, sino a concorrenza del suo ammontare, per le ulteriori spese documentate sostenute negli anni 2022, 2023 e 2024 per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A per i forni, alla classe E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie, alla classe F per i frigoriferi e i congelatori, per le apparecchiature per le quali sia prevista l’etichetta energetica, finalizzati all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione“ |
Come viene fruito?
La detrazione, da ripartire tra gli aventi diritto in dieci quote annuali di pari importo, spetta nella misura del 50% delle spese sostenute ed è calcolata su un ammontare complessivo non superiore ad €. 5.000,00 per l’anno 2024 (per il 2023 era previso un massimale di €. 8.000,00). L’importo di €. 5.000,00 per le spese sostenute nel 2024 è stato così determinato dall’art. 1, co. 277, Legge n. 197/22.
La detrazione del 50% si ottiene indicando le spese sostenute nella dichiarazione dei redditi, quindi mediante il modello 730 o modello Redditi persone fisiche, e spetta al contribuente che usufruisce della detrazione per le spese di intervento di recupero del patrimonio edilizio.
Il bonus non utilizzato in tutto o in parte non si trasferisce. Questo, né in caso di decesso del contribuente né in caso di cessione dell’immobile oggetto di intervento di recupero edilizio. Attenzione, questo vale anche quando con la cessione dell’immobile sono state trasferite all’acquirente le restanti rate della detrazione delle spese di recupero del patrimonio edilizio. Tuttavia, il cedente può continuare a fruire delle quote non utilizzate anche se l’abitazione oggetto di ristrutturazione è ceduta prima che sia trascorso l’intero periodo per usufruire della detrazione.
Attenzione
La data di inizio dei lavori di ristrutturazione deve precedere quella di acquisto dei mobili o grandi elettrodomestici. Non è necessario che le spese di ristrutturazione siano sostenute prima di quelle per l’arredo dell’immobile. |
Chi può beneficiarne?
La detrazione riguarda i contribuenti, persone fisiche, titolari di redditi imponibili Irpef che hanno iniziato attività di ristrutturazione edilizia di cui all’art. 16-bis del TUIR. Con maggiore dettaglio, possono usufruire di questo bonus:
- Le persone fisiche residenti e non residenti in Italia;
- Le società semplici, le società in nome collettivo ed in accomandita semplice, le imprese familiari;
- Soci di cooperative a proprietà divisa e indivisa;
- Imprenditori individuali, per gli immobili non rientranti fra i beni strumentali o merce.
Questi soggetti devono essere in possesso dei fabbricati ai quali sono destinati i beni oggetto di agevolazione con uno dei seguenti titoli:
- Proprietà o nuda proprietà;
- Usufrutto, uso, abitazione o diritto di superficie;
- Soggetti detentori dell’immobile, come comodatari, locatari. Anche i familiari conviventi ed il coniuge separato, assegnatario dell’immobile (intestato ad altro coniuge).
Quali sono gli interventi edilizi necessari?
Gli interventi edilizi necessari per beneficiare del bonus sono:
- Manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia su singoli appartamenti. I lavori di manutenzione ordinaria su singoli appartamenti (per esempio, tinteggiatura di pareti e soffitti, sostituzione di pavimenti, sostituzione di infissi esterni, rifacimento di intonaci interni) non danno diritto alla detrazione;
- Ricostruzione o ripristino di un immobile danneggiato da eventi calamitosi, se è stato dichiarato lo stato di emergenza;
- Restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia, riguardanti interi fabbricati, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie che entro 18 mesi dal termine dei lavori vendono o assegnano l’immobile
- Manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia su parti comuni di edifici residenziali.
Esempi
Manutenzione straordinaria
- Installazione di ascensori e scale di sicurezza;
- Realizzazione dei servizi igienici;
- Sostituzione di infissi esterni con modifica di materiale o tipologia di infisso;
- Rifacimento di scale e rampe;
- Realizzazione di recinzioni, muri di cinta e cancellate;
- Costruzione di scale interne;
- Sostituzione dei tramezzi interni senza alterazione della tipologia dell’unità immobiliare.
Rientrano nella manutenzione straordinaria:
- Interventi finalizzati all’utilizzo di fonti rinnovabili di energia, ad esempio:
- L’installazione di una stufa a pellet o di impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili;
- L’installazione o l’integrazione di un impianto di climatizzazione invernale ed estiva a pompa di calore;
- La sostituzione della caldaia, in quanto intervento diretto a sostituire una componente essenziale dell’impianto di riscaldamento.
Ristrutturazione edilizia
- Modifica della facciata;
- Realizzazione di una mansarda o di un balcone;
- Trasformazione della soffitta in mansarda o del balcone in veranda;
- Apertura di nuove porte e finestre;
- Costruzione dei servizi igienici in ampliamento delle superfici e dei volumi esistenti.
Non sono compresi tra gli interventi che ne danno diritto:
- Quelli finalizzati all’adozione di misure dirette a prevenire il rischio del compimento di atti illeciti da parte di terzi (a meno che, per le loro particolari caratteristiche, non siano anche inquadrabili tra gli interventi edilizi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro o risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia);
- La realizzazione di posti auto o box pertinenziali.
Interventi esclusi
Non sono compresi tra gli interventi che danno diritto al bonus gli interventi per i quali si fruisce dell’ecobonus, di cui all’articolo 14 del D.L. 63/13, (Agenzia delle Entrate, Circolare n. 11/E/2014, risposta 5.1). |
Condomini
La detrazione spetta anche quando i beni acquistati arredano un ambiente diverso rispetto a quello oggetto di ristrutturazione. Ciascun condomino, in caso di interventi su parti comuni condominiali, può usufruire del bonus mobili ed elettrodomestici, per acquistare gli arredi delle parti comuni del condominio.
Per quali acquisti si può usufruire del bonus?
Come spiegato nella guida dell’Agenzia delle Entrate:
MOBILI NUOVI | ELETTRODOMESTICI NUOVI |
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Per esempio: letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, materassi, apparecchi di illuminazione. È escluso l’acquisto di porte, pavimentazioni (per esempio, il parquet), tende e tendaggi, altri complementi di arredo | Di classe energetica non inferiore alla classe A per i forni, alla classe E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie, alla classe F per i frigoriferi e i congelatori, come rilevabile dall’etichetta energetica. L’acquisto è comunque agevolato per gli elettrodomestici privi di etichetta, a condizione che per essi non ne sia stato ancora previsto l’obbligo. Rientrano nei grandi elettrodomestici, per esempio: frigoriferi, congelatori, lavatrici, lavasciuga e asciugatrici, lavastoviglie, apparecchi per la cottura, stufe elettriche, forni a microonde, piastre riscaldanti elettriche, apparecchi elettrici di riscaldamento, radiatori elettrici, ventilatori elettrici, apparecchi per il condizionamento. |
Tra le spese da portare in detrazione si possono includere quelle di trasporto e di montaggio dei beni acquistati.
Beni mobili non agevolabili |
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Porte |
Pavimentazioni |
Tende e tendaggi |
Altri complementi di arredo |
I beni acquistati devono essere destinati ad arredare l’ambiente ristrutturato?
Deve essere evidenziato che per beneficiare della detrazione non è richiesto che vi sia un collegamento tra i mobili acquistati e l’ambiente oggetto di ristrutturazione. Tuttavia, deve essere rispettato il collegamento tra acquisto di mobili o grandi elettrodomestici e l’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione, nel suo complesso, ma non per il singolo ambiente ristrutturato.
Ad esempio, quindi, può essere fruibile per l’acquisto di immobili per il bagno, se si sta ristrutturando la cucina, oppure il contrario.
Come ottenere la detrazione?
Si ottiene indicando le spese sostenute nella dichiarazione dei redditi. La detrazione spetta unicamente al contribuente che usufruisce della detrazione per le spese di intervento di recupero del patrimonio edilizio. Inoltre, è possibile beneficiare della detrazione del 50% per l’acquisto di arredi o elettrodomestici in immobili oggetto di ristrutturazioni.
La detrazione è riconosciuta per l’acquisto di mobili e di elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (A per i forni).
Il contribuente che esegue lavori di ristrutturazione su più unità immobiliari avrà diritto al beneficio più volte. |
Detrazione e tetto massimo
Indipendentemente dall’importo delle spese sostenute per i lavori di ristrutturazione, la detrazione per il 2024 è pari al 50% della spesa sostenuta fino al raggiungimento dell’importo massimo di 5.000 euro, riferito, complessivamente, alle spese sostenute per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici. L
a detrazione deve essere ripartita tra gli aventi diritto in 10 quote annuali di pari importo. Il limite di spesa di 5.000 euro riguarda la singola unità immobiliare, comprensiva delle pertinenze, o la parte comune dell’edificio oggetto di ristrutturazione.
La detrazione non utilizzata in tutto o in parte non si trasferisce né in caso di decesso del contribuente né in caso di cessione dell’immobile oggetto di intervento di recupero edilizio. Inoltre, la detrazione non utilizzata non si trasferisce né in caso di decesso del contribuente né in caso di cessione dell’immobile.
Sanzioni per accesso indebito alle agevolazioni
E’ consigliato di tenere traccia di tutta la documentazione relativa ai lavori e alle spese effettuate anche per l’acquisto dei mobili e degli elettrodomestici. I controlli infatti possono essere effettuati anche dopo 5 anni dal lavoro.
Per richiedere le agevolazioni è necessario procedere al pagamento delle spese tramite metodi tracciabili, come i bonifici o carte di credito e debito. Inoltre è necessario conservare la documentazione che attesta i lavori e le spese sostenute: la ricevuta dei bonifici, la documentazione che attesta l’addebito sul conto corrente, le fatture per l’acquisto dei beni e per il pagamento dei servizi. Inoltre risulta altrettanto importante comunicare all’ENEA i lavori svolti, come accade anche per avere accesso ad altri tipi di bonus e agevolazioni. L’Agenzia delle Entrate può decidere di effettuare dei controlli successivamente, e si può incorrere in sanzioni nel caso di errato accesso, e l’Agenzia delle Entrate può procedere a recuperare il credito. Le sanzioni sono variabili in base al tipo di errore commesso, che viene valutato sul caso specifico.
Come effettuare i pagamenti
Per poter ottenere la detrazione sugli acquisti di mobili e di grandi elettrodomestici occorre effettuare i pagamenti con bonifico o carta di debito o credito. Non è consentito, per beneficiare della detrazione, i pagamenti con assegni bancari, contanti o altri mezzi di pagamento. La detrazione fiscale è ammessa anche se i beni sono acquistati con un finanziamento a rate, a condizione che la società che eroga il finanziamento paghi il corrispettivo con le stesse modalità prima indicate e il contribuente abbia una copia della ricevuta del pagamento. In questo caso, l’anno di sostenimento della spesa sarà quello di effettuazione del pagamento da parte della finanziaria.
Le stesse modalità devono essere osservate per il pagamento delle spese di trasporto e montaggio dei beni.
I documenti da conservare
I documenti da conservare sono:
- La ricevuta del bonifico;
- La ricevuta di avvenuta transazione (per i pagamenti con carta di credito o di debito);
- Documentazione di addebito sul conto corrente;
- Le fatture di acquisto dei beni, riportanti la natura, la qualità e la quantità dei beni e dei servizi acquisiti.
Comunicazione ENEA
Per la detrazione vi è l’obbligo di inviare la comunicazione all’ENEA per beneficiare del bonus per l’acquisto di elettrodomestici. I dati delle spese sostenute dovranno essere trasmessi entro 90 giorni dal termine dei lavori, seguendo le istruzioni fornite per l’accesso alla detrazione per le ristrutturazioni edilizie. Non tutti gli acquisti, comportano l’obbligo di comunicazione. Le spese che rientrano da comunicare all’ENEA sono quelle relative ai seguenti acquisti:
- Forni;
- Frigoriferi;
- Lavastoviglie;
- Piani cottura elettrici;
- Lavasciuga;
- Lavatrici.
Conclusioni
In conclusione, rappresenta un’opportunità significativa per chiunque stia pianificando ristrutturazioni domestiche e desideri rinnovare l’arredamento. Grazie a questa iniziativa, i consumatori possono beneficiare di un incentivo fiscale sostanziale, che non solo alleggerisce il carico finanziario dell’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici, ma stimola anche il mercato interno e supporta il settore dell’arredamento e del design, un fiore all’occhiello dell’economia italiana.
È importante, tuttavia, prestare attenzione alle normative e ai requisiti specifici. Le regole relative ai limiti di spesa, alla tipologia di beni acquistabili e ai metodi di pagamento richiedono una comprensione chiara per massimizzare il beneficio senza incorrere in errori. Inoltre, è essenziale tenere presente la scadenza del programma e pianificare gli acquisti di conseguenza.
Il Bonus Mobili si inserisce in un contesto più ampio di misure volte a incentivare la sostenibilità e il miglioramento energetico delle abitazioni. L’investimento in mobili ed elettrodomestici più efficienti e di qualità non solo migliora la vivibilità e l’estetica delle nostre case, ma contribuisce anche a un uso più consapevole delle risorse e a un impatto ambientale ridotto.
Domande frequenti risolte dall’Agenzia delle Entrate
La risposta è positiva. Se si possiede la documentazione richiesta dalla legge e si eseguono gli stessi adempimenti previsti per gli acquisti effettuati in Italia.
La risposta è positiva, la sostituzione della caldaia rientra tra gli interventi di manutenzione straordinaria. È necessario, comunque, che ci sia un risparmio energetico.
La risposta fornita dall’Agenzia delle Entrate è negativa.
È possibile pagare anche con carte di credito e di debito (bancomat), il bonifico non è soggetto a ritenuta se si utilizza un bonifico diverso da quello appositamente predisposto da banche e Poste per le spese di ristrutturazione edilizia (Circolare n. 7/E/2016).
La risposta è negativa, tra gli interventi di recupero del patrimonio edilizio che permettono di avere la detrazione non sono compresi quelli per la realizzazione di box o posti auto pertinenziali rispetto all’abitazione principale.
Per la detrazione, lo scontrino che riporta il codice fiscale dell’acquirente e indica natura, qualità e quantità dei beni acquistati, equivale alla fattura. Se manca il codice fiscale, la detrazione è comunque ammessa se in esso è indicata natura,
qualità e quantità dei beni acquistati e se esso è riconducibile al contribuente titolare della carta in base alla corrispondenza con i dati del pagamento (esercente, importo, data e ora).