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Esenzione IMU coniugi con doppia residenza

Coniugi con due residenze separate esenti da pagamento IMU. Questo, a condizione che possano provare anche la dimora abituale nelle due diverse unità immobiliari. Riferimento alla sentenza 209/2022 della Corte costituzionale.


Si avvicina la scadenza della seconda rata dell’IMU, prevista per il 16 dicembre ma posticipata al 18 dicembre cadendo di sabato. Si tratta di un appuntamento dovuto per i proprietari di seconde case e o di abitazioni principali qualificate catastalmente come case di lusso, oltre che per i proprietari di terreni agricoli. Proprio in vista del pagamento di questo tributo è bene conoscere tutti i dettagli per non cadere in errore o per non ritrovarsi a pagare ciò che in realtà non si è tenuti a corrispondere.

Una particolare casistica da tenere in considerazione è quella di due coniugi aventi residenza differente. In questo caso, cosa succede in sede di IMU? Chi la deve pagare? Ma soprattutto: deve essere pagata? Questi interrogativi attanagliano da sempre i contribuenti, sebbene la Corte Costituzionale abbia chiaramente dato una risposta a questi dubbi, ribaltando precedenti orientamenti giurisprudenziali e precedenti normative. Vediamo quindi di capire come muoversi per coloro che si trovano in questa situazione.

Esenzione IMU per coniugi con residenze diverse: la precedente previsione

Per i motivi più vari, può capitare che i coniugi stabiliscano la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi, che si possono trovare nello stesso territorio comunale oppure in altri Comuni. In questo caso, fino a pochissimo tempo fa, veniva riconosciuto il beneficio fiscale a “un solo immobile, scelto dai componenti del nucleo familiare”, a prescindere dai Comuni in cui fossero localizzate le unità immobiliari. (Questo lo troviamo stabilito all’art. 5-decies, comma 1, del DL n. 146/2021 – convertito con modificazioni dalla Legge n. 215/2021)

Un orientamento in questo senso era stato adottato anche dalla Corte di Cassazione, la quale ha ritenuto di confermare anche in ambito IMU l’interpretazione formatasi sulla portata dell’esenzione Ici dell’abitazione principale. In virtù di quest’ultima, l’esonero da imposta sarebbe condizionato dal fatto che entrambi i coniugi risiedano e dimorino nella stessa abitazione. Di conseguenza, in caso di coniugi non separati e con residenza anagrafica sdoppiata, sempre secondo questa lettura, nessuna delle due case avrebbe avuto diritto all’esenzione. Unica eccezione espressamente ammessa dalla normativa di riferimento era quella delle due residenze all’interno dello stesso comune. In tale eventualità, l’agevolazione era applicabile ad una sola delle due unità immobiliari, a scelta del contribuente.

Cos’ha stabilito successivamente la Consulta

La Corte Costituzionale è intervenuta cambiando il “modus operandi” rendendo, di fatto, possibile la doppia esenzione. Con la sentenza 209/2022 del 13 ottobre 2022, la Corte Costituzionale ha fatto chiarezza, dichiarando illegittima la norma che vincolava l’accesso all’esenzione IMU per i coniugi che avevano una residenza diversa.

Viene stabilito il diritto alla doppia esenzione per ciascuna abitazione principale di persone sposate o parti di un’unione civile, nel rispetto dei requisiti della dimora abituale e della residenza anagrafica del possessore dell’immobile e non anche del suo nucleo familiare. Secondo questa recente sentenza, infatti, non possono essere ammesse misure fiscali che abbiano l’effetto di penalizzare coloro che non vivono assieme, sebbene abbiano deciso di unirsi civilmente o in matrimonio.

La Consulta, in questo modo, ha fissato un principio inderogabile: il legislatore deve assicurare lo stesso trattamento alle coppie sposate e a quelle che hanno costituito un’unione civile, rispetto a coloro che hanno scelto un rapporto di convivenza. Non è ammissibile che le prime non possano fruire due volte dell’esenzione dal pagamento dell’imposta municipale, qualora abbiano fissato la residenza e la dimora in due luoghi diversi, così come avviene per i conviventi di fatto. La decisione della Corte ruota attorno al concetto di nucleo familiare e all’esistenza di situazioni che giustificano la mancata convivenza sotto lo stesso tetto. Sono sempre più frequenti, per esempio, i casi in cui i coniugi vivono separati per rincontrarsi solo periodicamente o durante il weekend, soprattutto, ma non solo, per ragioni di lavoro.

Verifica dei Comuni sulle residenze diverse dei coniugi

La Corte Costituzionale ribadisce con chiarezza che “in un contesto come quello attuale caratterizzato dall’aumento della mobilità nel mercato del lavoro, dallo sviluppo dei sistemi di trasporto e tecnologici, dall’evoluzione dei costumi, è sempre meno rara l’ipotesi che persone unite in matrimonio o unione civile concordino di vivere in luoghi diversi, ricongiungendosi periodicamente, ad esempio nel fine settimana, rimanendo nell’ambito di una comunione materiale e spirituale. Pertanto, ai fini del riconoscimento dell’esenzione dell’abitazione principale, non ritenere sufficiente la residenza e la dimora abituale in un determinato immobile determina una evidente discriminazione rispetto a chi, in quanto singolo o convivente di fatto, si vede riconosciuto il suddetto beneficio al semplice sussistere del doppio contestuale requisito della residenza e della dimora abituale nell’immobile di cui sia possessore.”

La limitazione all’esenzione IMU dunque non può essere applicata soltanto in virtù del fatto che i coniugi non vivano nella stessa abitazione. Come indicato dalla Corte Costituzionale, spetta ai Comuni e alle autorità preposte verificare che i coniugi risiedano effettivamente nelle due abitazioni principali, come da loro dichiarato, e che non si tratti, invece, di situazioni di “seconda casa”. Un aspetto è infatti chiarito dalla sentenza:

“le dichiarazioni di illegittimità costituzionale (..) non determinano, in alcun modo, una situazione in cui le cosiddette “seconde case” delle coppie unite in matrimonio o in unione civile ne possano usufruire. Ove queste abbiano la stessa dimora abituale (e quindi principale) l’esenzione spetta una sola volta.

Altre precisazioni sull’esenzione IMU per coniugi con residenze diverse

Questa previsione, così come stabilito dalla Corte Costituzionale, è stata fatta valere già a partire dall’imposta dovuta per il 2022, ed ha continuato ad essere applicata. Deve essere specificato che chi ha già provveduto al versamento dell’imposta non dovuta, può chiederne il rimborso al Comune (entro cinque anni dal momento in cui è stato effettuato il versamento o da quando è sorto il diritto alla restituzione), ad eccezione dei casi in cui sia stato emanato un accertamento IMU divenuto definitivo per mancata opposizione o sia stata emessa una sentenza passata in giudicato.

Il diritto alla doppia esenzione vale inoltre anche per i coniugi separati di fatto. La Corte Costituzionale ha stabilito infatti che, qualora risulti accertata la frattura del rapporto, non sussiste più la presunzione di coincidenza tra casa coniugale e abitazione principale, nonché l’unicità del nucleo familiare, finalizzata a garantire l’agevolazione. La separazione rende inconciliabile la prosecuzione della convivenza sotto lo stesso tetto delle persone legate da un rapporto coniugale e ciò giustifica il riconoscimento del beneficio fiscale.

Controlli sulle “seconde case

Deve essere, infine, evidenziato che la Consulta ha precisato come la doppia esenzione non comporti un’esenzione generalizzata anche per le case di vacanza o “seconde case. E questo in relazione al fatto che oltre al requisito della residenza anagrafica è prescritta anche la dimora abituale. Resta fermo il potere del comune di verificare, se del caso, sulla base delle risultanze dei consumi per i servizi “a rete” (gas, acqua e energia elettrica) l’effettivo utilizzo dell’immobile da parte del proprietario nel corso dell’anno. Per questo motivo, è comunque opportuno che i coniugi che si trovano in tale condizione conservino copia delle bollette pagate nonché di qualsiasi documentazione idonea a dimostrare il suddetto requisito della dimora abituale.

Con riferimento al saldo dell’imposta 2023, occorre verificare la condizione immobiliare realizzatasi nel corso dei mesi dell’anno in corso. Questo perché l’IMU è un tributo che fotografa la situazione contributiva per ciascun mese di possesso. A tale riguardo, si ricorda che la condizione che si protrae per più della metà del mese vale per l’intero mese. Ne consegue che in caso, ad esempio, di una unità abitativa posseduta per l’intero anno, adibita ad abitazione principale di uno dei coniugi a partire dal 20 settembre scorso, si avrà che essa si considera esente per tre mesi. Per quanto attiene all’obbligo dichiarativo, deve essere segnalato che esso sussiste solo per i dati non conoscibili dai comuni. Nelle istruzioni ministeriali alla compilazione della denuncia, si legge che l’abitazione principale non deve, in linea di principio, essere dichiarata, poiché il comune è in grado di reperire le notizie necessarie dai registri anagrafici.

Conclusioni

Una casistica particolare è quella che riguarda la situazione di coniugi che hanno residenze diverse. Mentre fino a poco tempo fa era esclusa la doppia esenzione dall’IMU, con la sola eccezione delle abitazioni collocate nello stesso comune, con la sentenza citata della Corte Costituzionale tutto è cambiato. Grazie infatti alla sua decisione i coniugi che si ritrovano nella predetta situazione hanno diritto alla doppia esenzione dell’IMU.

E qualora si fossero ritrovati a pagare comunque il tributo non conoscendo i recenti risvolti hanno anche diritto al rimborso da parte del Comune in cui sono ubicati gli immobili. La decisione della Consulta rappresenta dunque una svolta sul fronte IMU rispetto al passato.

È importante notare che le normative e le condizioni per l’esenzione IMU possono cambiare e possono variare notevolmente da un comune all’altro. I coniugi interessati dovrebbero sempre verificare le disposizioni attuali e i requisiti specifici presso il comune di residenza o consultare un consulente fiscale per assistenza. Questo assicurerà che comprendano pienamente i loro diritti e obblighi in merito a questa esenzione fiscale.

Domande frequenti

Cosa significa avere diritto all’esenzione IMU per doppia residenza dei coniugi?

Significa che i coniugi che hanno residenze separate in due diversi comuni, a causa di motivi di lavoro o altre esigenze, possono beneficiare di esenzioni o agevolazioni sull’IMU per la loro abitazione principale.

Chi può richiedere questa esenzione?

Possono richiederla i coniugi che mantengono residenze separate in comuni diversi, dove ciascuno ha la propria dimora abituale e residenza anagrafica.

Cosa succede se i coniugi si trasferiscono in un unico comune?

Se i coniugi si trasferiscono in un unico comune, perdono il diritto all’esenzione per doppia residenza e devono adeguarsi alle regole IMU standard per quell’abitazione.

Sabrina Maestri
Sabrina Maestri
Classe 1986, vogherese, aspirante consulente del lavoro. Appassionata di giornalismo, scrivo da anni per portali di informazione e testate giornalistiche online occupandomi di temi legati al mondo del lavoro, al fisco e bonus fiscali.

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