Come aprire e gestire la tua attività di nutrizionista in regime forfettario o ordinario con tutti i passaggi fiscali e previdenziali.
Il nutrizionista è un laureato in biologia che si occupa di nutrizione. L’interesse per il settore alimentare, come avrai potuto constatare, è divenuto sempre maggiore. Con esso anche i problemi legati all’abuso di cibo. Il rapporto con la nostra alimentazione è molto cambiato negli ultimi trent’anni, soprattutto a causa del proliferare di prodotti dal facile consumo. Ciò ha avuto come conseguenza la crescita della richiesta della figura del nutrizionista.
Inoltre, ricorda che la professione di Nutrizionista è regolata da un Albo professionale e in questo caso non è possibile lavorare con prestazione occasionale. Questo a prescindere dal volume del fatturato che pensi di poter generare nell’anno.
Indice degli argomenti
- Chi può aprire partita IVA come nutrizionista
- Come aprire partita IVA da nutrizionista: i passaggi fondamentali
- Regime fiscale: forfettario o ordinario?
- Obblighi previdenziali: iscrizione ENPAB
- Assicurazione professionale obbligatoria
- Quanto costa mantenere una partita IVA da nutrizionista
- Consulenza fiscale online
- Fonti
Chi può aprire partita IVA come nutrizionista
Prima di addentrarci negli aspetti fiscali e burocratici, è fondamentale chiarire chi può legalmente esercitare la professione di nutrizionista. La normativa attuale riconosce tre figure professionali distinte nel settore della nutrizione, ciascuna con competenze e percorsi formativi specifici.
Il biologo nutrizionista
Il biologo nutrizionista è un laureato in biologia o scienze biologiche con specializzazione in nutrizione. Questa figura professionale può elaborare e determinare piani alimentari personalizzati sia per persone sane che per soggetti con patologie diagnosticate. La sua attività si differenzia da quella del medico dietologo poiché non può effettuare diagnosi né prescrivere farmaci, ma deve operare esclusivamente dopo l’accertamento delle condizioni fisio-patologiche da parte di un medico.
Per diventare biologo nutrizionista e aprire partita IVA sono necessari specifici requisiti formativi. Il percorso prevede una laurea specialistica in una delle seguenti classi:
- 6/S Biologia;
- 7/S Biotecnologie agrarie;
- 8/S Biotecnologie industriali;
- 9/S Biotecnologie mediche, veterinarie e farmaceutiche;
- 82/S Scienze e tecnologie per l’ambiente e il territorio;
- 69/S Scienze della nutrizione umana.
In alternativa, sono valide le lauree magistrali nelle classi LM-6 Biologia, LM-7 Biologie agrarie, LM-8 Biotecnologie industriali, LM-9 Biotecnologie mediche, veterinarie e farmaceutiche, LM-75 Scienze e tecnologie per l’ambiente e il territorio, o LM-61 Scienze della nutrizione umana.
Il dietista
Il dietista è un professionista sanitario laureato che elabora diete su accertamento medico e collabora con il medico per le prescrizioni dietetiche. A differenza del biologo nutrizionista, il dietista svolge anche attività didattico-educative e non può effettuare diagnosi o prescrivere farmaci. Il percorso formativo richiede una laurea triennale in professioni sanitarie.
Il dietologo
Il dietologo è un medico specializzato in Scienze dell’alimentazione. Essendo medico, può prescrivere diete, farmaci ed esami diagnostici. Il percorso prevede laurea in Medicina e specializzazione quadriennale post-laurea. In quanto medico a tutti gli effetti può prescrivere diete a soggetti sani e malati ed è l’unico al quale competono la diagnosi, la prescrizione di farmaci e di indagini di laboratorio.
Come aprire partita IVA da nutrizionista: i passaggi fondamentali
L’apertura della partita IVA come nutrizionista richiede il completamento di alcuni passaggi amministrativi essenziali. Contrariamente a quanto molti pensano, la procedura è relativamente semplice e può essere completata in autonomia o con l’assistenza di un commercialista.
Attivazione del numero di partita IVA
Il primo passo consiste nella richiesta del numero di partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate. Questa operazione è completamente gratuita e può essere effettuata attraverso due modalità:
- Recandosi personalmente presso un ufficio dell’Agenzia delle Entrate;
- Inviando la richiesta telematica tramite commercialista o CAF.
La comunicazione di apertura avviene mediante il modello AA9/12, nel quale dovrai indicare tutti i dati anagrafici, l’attività che intendi svolgere e, aspetto fondamentale, il codice ATECO appropriato e il regime fiscale prescelto.
Scelta del codice ATECO per nutrizionista
Il codice ATECO identifica la tipologia di attività economica svolta e rappresenta un elemento cruciale per la corretta apertura della partita IVA. Per i nutrizionisti sono previsti due codici principali:
La scelta del codice ATECO corretto è fondamentale non solo per l’inquadramento fiscale ma anche per gli adempimenti previdenziali successivi. Un errore in questa fase potrebbe comportare complicazioni burocratiche e sanzioni.
Iscrizione all’Albo professionale
Prima di poter esercitare la professione, è obbligatoria l’iscrizione all’Albo professionale di riferimento. I biologi devono iscriversi all’Ordine Nazionale dei Biologi (ONB), mentre i dietisti fanno riferimento agli albi delle professioni sanitarie presso gli Ordini TSRM PSTRP provinciali.
L’iscrizione all’Albo comporta il pagamento di una quota annuale e rappresenta un requisito indispensabile per l’esercizio legale della professione. Inoltre, il Consiglio Superiore della Sanità raccomanda che il biologo, per esercitare l’attività di nutrizionista in ambito privato, consegua il diploma di specializzazione universitaria in Scienza dell’Alimentazione.
Regime fiscale: forfettario o ordinario?
La scelta del regime fiscale rappresenta uno degli aspetti più importanti nell’apertura della partita IVA, con implicazioni dirette sul carico tributario e sugli adempimenti contabili.
Il regime forfettario per nutrizionisti
Il regime forfettario costituisce l’opzione fiscale più vantaggiosa per chi inizia l’attività, prevedendo una tassazione agevolata con aliquota fissa al 15% (ridotta al 5% per i primi cinque anni per le nuove attività). Questo regime è accessibile se non si superano i 85.000 euro di ricavi annui.
I principali vantaggi del regime forfettario includono:
- Tassazione sostitutiva al 15% o 5%;
- Esenzione da IVA;
- Contabilità semplificata;
- Nessun obbligo di fatturazione elettronica verso privati;
- Deduzione forfettaria delle spese al 22% del fatturato.
Il reddito imponibile viene determinato applicando un coefficiente di redditività del 78% al fatturato complessivo. Questo significa che su 100 euro fatturati, solo 78 sono considerati reddito tassabile, mentre i restanti 22 euro rappresentano una deduzione forfettaria per le spese professionali.
Il regime ordinario
Il regime ordinario diventa obbligatorio al superamento della soglia di 85.000 euro di ricavi annui o per scelta volontaria del professionista. Questo regime prevede:
- Applicazione delle aliquote IRPEF progressive;
- Gestione dell’IVA con versamenti periodici;
- Obbligo di fatturazione elettronica;
- Contabilità analitica con deduzione delle spese effettive;
- Possibilità di dedurre integralmente i costi sostenuti.
La scelta tra regime forfettario e ordinario deve essere valutata attentamente considerando il volume d’affari previsto, le spese professionali da sostenere e la propria situazione fiscale complessiva.
Obblighi previdenziali: iscrizione ENPAB
L’esercizio della professione di nutrizionista comporta l’obbligo di iscrizione alla cassa previdenziale di categoria. Per i biologi nutrizionisti, l’ente di riferimento è l’ENPAB (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza a favore dei Biologi).
L’iscrizione all’ENPAB è obbligatoria per tutti i biologi che svolgono attività libero-professionale. Il sistema contributivo prevede:
- Contributo soggettivo: pari al 15% del reddito professionale netto;
- Contributo minimo annuo: fissato a 1.126,00 euro per il 2020 (soggetto ad aggiornamenti annuali);
- Contributo integrativo: 4% da applicare sulle fatture emesse, riversabile al cliente.
Il versamento dei contributi avviene con cadenza trimestrale attraverso il sistema dei MAV bancari. È importante sottolineare che il contributo minimo è dovuto anche in caso di reddito professionale basso o nullo.
Gestione separata INPS per dietisti
I dietisti, invece, sono tenuti all’iscrizione alla Gestione Separata INPS, con aliquota contributiva che varia in base alla presenza o meno di altra copertura previdenziale:
- 24% per chi non ha altra copertura previdenziale;
- Aliquota ridotta per chi è già pensionato o iscritto ad altra gestione previdenziale obbligatoria.
Assicurazione professionale obbligatoria
Dal 2014, tutti i professionisti sanitari, inclusi i nutrizionisti, hanno l’obbligo di sottoscrivere una polizza assicurativa per la responsabilità civile professionale. Questa copertura tutela il professionista da eventuali richieste di risarcimento danni da parte dei clienti.
Le caratteristiche principali della polizza RC professionale per nutrizionisti includono:
- Copertura per danni patrimoniali e non patrimoniali causati ai clienti;
- Massimali adeguati all’attività svolta (minimo consigliato 1.000.000 euro);
- Retroattività per coprire eventuali sinistri pregressi;
- Garanzia postuma per tutelare anche dopo la cessazione dell’attività.
Il costo annuale della polizza varia generalmente tra i 300 e gli 800 euro, in base ai massimali scelti e alle garanzie accessorie.
Quanto costa mantenere una partita IVA da nutrizionista
La gestione di una partita IVA comporta costi fissi e variabili che è importante considerare nella pianificazione economica dell’attività professionale.
Costi fissi annuali
I principali costi fissi che un nutrizionista deve sostenere annualmente comprendono:
- Iscrizione all’Albo professionale: 150-250 euro/anno;
- Contributi previdenziali minimi ENPAB: circa 1.200-1.500 euro/anno;
- Assicurazione RC professionale: 300-800 euro/anno;
- Commercialista: 800-1.500 euro/anno (se in regime forfettario);
- Software gestionale e fatturazione: 200-400 euro/anno;
- PEC e firma digitale: 50-80 euro/anno.
Costi variabili e tassazione
I costi variabili dipendono dal fatturato e dal regime fiscale adottato:
In regime forfettario:
- Imposta sostitutiva: 15% (o 5% per startup) sul 78% del fatturato;
- Contributi previdenziali: 15% del reddito netto professionale.
In regime ordinario:
- IRPEF con aliquote progressive (23-43% in base al reddito);
- IVA al 22% (neutra per il professionista);
- Contributi previdenziali: 15% del reddito netto.
Consulenza fiscale online
L’apertura e la gestione di una partita IVA come nutrizionista presenta numerose complessità che richiedono competenze specifiche in ambito fiscale, previdenziale e normativo. Un errore nella fase iniziale può comportare costi aggiuntivi e complicazioni burocratiche difficili da risolvere successivamente.
La consulenza di un commercialista può fare la differenza nel:
- Scegliere il regime fiscale più vantaggioso per la tua situazione specifica;
- Ottimizzare il carico fiscale attraverso una corretta pianificazione;
- Gestire correttamente gli adempimenti previdenziali;
- Evitare sanzioni per errori formali o sostanziali;
- Pianificare strategicamente lo sviluppo della tua attività professionale.
Se stai valutando l’apertura della partita IVA come nutrizionista o desideri ottimizzare la tua posizione fiscale attuale, una consulenza personalizzata online può fornirti le risposte specifiche di cui hai bisogno, analizzando nel dettaglio la tua situazione e proponendo soluzioni su misura per massimizzare la redditività della tua attività professionale.
Fonti
- D.M. 14 settembre 1994, n. 744
- Legge 24 maggio 1967, n. 396
- Parere del Consiglio Superiore di Sanità del 12 aprile 2011
- D.P.R. 328/2001
- Legge 190/2014 (Legge di Stabilità 2015)
- Circolare ENPAB sulle modalità di iscrizione e contribuzione
- Regolamento (UE) 2016/679