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Nuova anagrafe immobiliare: cosa cambia?

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Nuova anagrafe immobiliare anticipa la riforma del catasto. la banca dati conterrà tutte le informazioni urbanistiche. La banca dati consentirà di rimodulare le tasse sulla casa.

La nuova Anagrafe immobiliare è uno strumento che si inserisce nel più ampio quadro della riforma del catasto. Sarà sicuramente uno strumento molto utile sia per i Comuni che per le altre amministrazione. Il legislatore si è posto l’obiettivo di mappare il patrimonio sui territori, in modo tale da consentire all’Agenzia delle Entrate un più efficiente controllo.

dati contenuti della banca dati dovrebbero aiutare il legislatore a rimodulare le imposte a procedere alla c.d. riforma del catasto. Questi infatti si sostanziano in una serie di informazioni catastali e sulle proprietà immobiliari. Proprio per questo che si dice che sia una nuova Anagrafe immobiliare, proprio per la completezza dei dati di cui dispone.

Alla banca dati potranno accedere le amministrazioni, statali e locali. Queste, dunque, potranno estrarre dati urbanistici, oltre che dei residenti e dei titolari di diritti su immobili.

Come forse saprai, è ormai imminente una riforma del catasto. Tuttavia, affinché questa possa andare in porto, è necessario che siano reperite informazioni circa le caratteristiche degli immobili.

Quindi, uno dei passi fondamentali in tal senso è l’introduzione dell‘Anagrafe immobiliare.

Questa è una vera e propria banca dati dove confluiranno le seguenti informazioni:

  • dati catastali;
  • informazioni sui titolari dei diritti reali su beni immobili;
  • tutti quelle informazioni riferite all’immobile, per esempio la conformità urbanistica, la classificazione energetica, sismica, acustica, l’eventuale presenza di vincoli culturali, paesaggistici o di altra natura, quali sono le aliquote IMU applicabili, contratti d’affitto.

Vediamo insieme di cosa si tratta.

Riforma del catasto e anagrafe immobiliare

L’anagrafe immobiliare è uno degli step fondamentali per la riforma del catasto, già annunciata da lungo tempo.

dati contenuti della banca dati dovrebbero aiutare il legislatore a rimodulare le imposte. Questi infatti si sostanziano in una serie di informazioni catastali e sulle proprietà immobiliari. Proprio per questo che si dice che sia una nuova Anagrafe immobiliare. Alla banca dati potranno accedere le amministrazioni, statali e locali, che potranno estrarre dati urbanistici, oltre che dei residenti e dei titolari di diritti su immobili.

Per ora, tuttavia, l’anagrafe immobiliare è una mera proposto al vaglio della commissione parlamentare competente in materia tributaria. La banca dati entrerà effettivamente in uso solo dopo la riforma.

Il legislatore principalmente ha posto in essere la riforma al fine di consentire un più semplice accesso ai comuni e alle compagnie di assicurazione a tale strumento.

In tal modo, si consentirà una semplificazione anche al fine di superare velocemente gli eventuali contenziosi e controversi. La commissione di vigilanza infatti avrebbe intenzione di dare il via ad una vera e propria banca dati centralizzata che possa anche esprimersi, in qualche modo in funzione antiriciclaggio.

Il sistema della banca dati inoltre consente di gestire in modo efficiente le operazioni di tipo notarile. Il professionista potrà facilmente avere accesso ai dati di cui ha bisogno, prevenendo anche il rischio di frodi.

Riforma del catasto

Il disegno di legge delega per la revisione del sistema fiscale, che trova nell’introduzione dell’Anagrafe immobiliare un momento fondamentale,è stata posta in essere al fine di conseguire i seguenti obiettivi:

  • lo stimolo alla crescita economica, tramite una maggiore efficienza della struttura delle imposte e la riduzione del carico fiscale sui fattori di produzione;
  • la razionalizzazione e semplificazione del sistema, anche mediante la riduzione degli adempimenti e l’eliminazione dei micro-tributi;
  • la progressività del sistema, mantenuta seguendo i dettami della Costituzione;
  • il contrasto all’evasione e all’elusione fiscale.

Tra gli obiettivi principali che la riforma si intende occupare è quella della ricognizione dell’odierno sistema e una modernizzazione degli strumenti di mappatura degli immobili.

Tali strumenti saranno posti a disposizione dei comuni e dell’Agenzia delle Entrate, per individuare gli immobili non censiti. Tuttavia, la riforma dovrà essere portata a compimento. A decorrere dal 1° gennaio 2026, si dovrà realizzare la vera e propria revisione del catasto.

Il legislatore ha preventivato la realizzazione di un sistema catastale, incentrato, oltre che sui valori di mercato, anche sul valore patrimoniale del bene, con un adeguamento periodico degli stessi valori.

Anagrafe immobiliare: quali dati conterrà?

La nuova Anagrafe immobiliare è uno strumento che si inserisce nel più ampio quadro della riforma del catasto.Sarà sicuramente uno strumento molto utile sia per i Comuni che per le altre amministrazione.
Il legislatore si è posto l’obiettivo di mappare il patrimonio sui territori, in modo tale da consentire all’Agenzia delle Entrate un più efficiente controllo.

Infatti, tra i principali obiettivi, oltre a una rimodulazione più equa di tasse e imposte, c’è anche la lotta all’evasione fiscale.

L’anagrafe immobiliare conterrà i seguenti dati:

  • i dati catastali;
  • le informazioni sulla titolarità dei diritti reali immobiliari;
  • tutti quelle informazioni riferite all’immobile, per esempio la conformità urbanistica, la classificazione energetica, sismica, acustica, l’eventuale presenza di vincoli culturali, paesaggistici o di altra natura, quali sono le aliquote IMU applicabili, contratti d’affitto.

Tali dati possono essere reperiti per il tramite del Modello Unico Informatico, la cui gestione sarà in parte devoluta ai notai e professionisti

Come influisce sul sistema tasse?

Che sia necessaria una riforma del catasto è ormai evidente ai più. Tuttavia, per avviare tale procedura, che dovrà concludersi nel più breve tempo possibile, è necessario avere a disposizione un ampio numero di informazioni relative agli immobili.

Tale intervento legislativo, infatti, presuppone una conoscenza effettiva delle caratteristiche dell’edificio e del terreno in discussione e far pagare in modo più equo e giusto.

A risentire della riforma, in tal modo, non saranno solo le imposte prettamente connesse al diritto reale su bene immobile, ma anche quelle collaterali che derivano dalla proprietà sul bene. Quindi, non solo ci riferiamo ad imposta come l’IMU ma anche alla TARI, l’imposta sui rifiuti, e alla cedolare secca, il cui pagamento presuppone che il bene sia in locazione.

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    Clelia Tesone
    Clelia Tesone
    Avvocato "Laureatasi in Giurisprudenza con la votazione di 110 e Lode presso l'Università degli Studi di Napoli "Federico II" e con approfondita conoscenza delle materie del Diritto Civile e del Diritto Amministrativo. Ha brillantemente concluso la pratica forense in diritto civile e il tirocinio ex art. 73 d.l. 69/2013 presso la Procura della Repubblica di Napoli Nord".
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