Spesso ci si chiede quando si vince ad un gioco d’azzardo se quella somma ricevuta possa andare a costituire reddito imponibile o รจ soggetta ad uno specifico regime di tassazione. Invero, il legislatore ha previsto un’articolata disciplina sul punto, che tiene in considerazione anche la natura delle scommesse e giochi d’azzardo, quali attivitร  ad autorizzazione pubblica. Quindi tale normativa risente soprattutto del coinvolgimento di un interesse pubblicistico alla gestione dell’attivitร  in questione.

La c.d. imposta unica sui concorsi pronostici e sulle scommesse รจ disciplinata dal DLgs. 504/98. La base impositiva viene determinata non in base alla giocata in quanto tale, ma sulla base della prestazione e del servizio di gioco. L’art. 7 della presente legge prevede che l’imposta sulle scommesse, quale imposta unica, รจ sostitutiva anche nei confronti del CONI e dell’UNIRE.

La normativa รจ stata anche oggetto di intervento della giurisprudenza, sia della Corte Costituzionale che della Corte di Giustizia europea. In particolare, queste si sono focalizzate sull’individuazione del soggetto passivo di imposta. La questione ha avuto ad oggetto l’onere di provvedere a pagare il contributo rispetto a operatori di un Paese membro, che non abbiano nuovamente conseguito in Italia la concessione per svolgere la presente attivitร .

Scopriamo insieme cosa c’รจ da sapere in materia di imposta sulle scommesse.

La disciplina fiscale dei giochi: l’imposta sulle scommesse

Spesso ci si chiede quando si vince ad un gioco d’azzardo se quella somma ricevuta possa andare a costituire reddito imponibile o รจ soggetta ad uno specifico regime di tassazione. Invero, il legislatore ha previsto un’articolata disciplina sul punto, che tiene in considerazione anche la natura delle scommesse e giochi d’azzardo, quali attivitร  ad autorizzazione pubblica. Quindi tale normativa risente soprattutto del coinvolgimento di un interesse pubblicistico alla gestione dell’attivitร  in questione.

Dunque, il legislatore ha previsto diverse imposte. Tra queste grava sul concessionario la c.d. imposta unica sui con corsi pronostici e sulle scommesse, disciplinata dal DLgs. 504/98.

Questa costituisce un’imposta in diretta, che รจ stata oggetto di armonizzazione in sede europea (cfr. comunicazione AAMS 7.6.2012 n.2). Essa ha come principale bersaglio l’attivitร  organizzativa e l’esercizio delle scommesse e dei con corsi pronostici per i quali si corrisponda una ricompensa di qualsiasi natura e per la cui partecipazione sia richiesto il pagamento di una posta in denaro (Cass. SS.UU. 9672/2009).

La base impositiva viene determinata non in base alla giocata in quanto tale, ma sulla base della prestazione e del servizio di gioco. L’art. 7 della presente legge prevede che l’imposta sulle scommesse, quale imposta unica, รจ sostitutiva anche nei confronti del CONI e dell’UNIRE.

Scommesse

Le scommesse possono poi distinguersi in due tipologie diverse:

  • a quota fissa: in questo caso l’importo da riscuotere in caso della vincita รจ determinato al momento della giocata. Quindi, la somma vinta รจ il risultato del prodotto tra la quota offerta e l’importo giocato.
  • a totalizzatore: in questo caso, invece, l’importo da riscuotere in caso di vincita non รจ predeterminato al momento della giocata. Infatti, tale categoria di gioco si connota per la presenza di montepremi, che รจ determinato come percentuale prefissata della raccolta, che viene ripartito tra i giocatori che hanno realizzato le vincite.

Tale imposta si applica anche ai concorsi pronostici. Questi sono un tipo di scommessa del secondo tipo. Consistono nel pronosticare una serie di risultati, come spesso accade per le scommesse sportive, ma puรฒ essere applicata per ogni genere di attivitร . In questo caso si addotta un sistema che totalizza, cioรจ che raccoglie in un fondo comune le giocate effettuate. Dopo si provvede a suddividere quanto raccolto, il c.d. montepremi, tra tutti i pronosticatori vincenti. Quindi, seguendo tale metodo, l’importo delle vincite risulta proporzionato alla scommessa effettuata, e inversamente proporzionale al numero delle vincite.

A quali giochi si applica?

La legge di bilancio 2019 ha previsto che a decorrere dal 1 ยฐ gennaio 2019, l’imposta unica sia applicata in aliquota variabile a seconda dell’attivitร  di gioco o scommessa posta in essere. In particolare, si prevede che:

  • per i giochi di abilitร  a distanza con vincita in denaro e per il gioco del bingo a distanza, nella misura del 25 per cento delle somme che, in base al regolamento di gioco, non risultano restituite al giocatore;
  • per le scommesse a quota fissa, escluse le scommesse ippiche, nelle misure del 20 per cento, se la raccolta avviene su rete fisica, e del 24 per cento, se la raccolta avviene a distanza, applicata sulla differenza tra le somme giocate e le vincite corrisposte;
  • e per le scommesse a quota fissa su eventi simulati di cui all’articolo 1, comma 88, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, nella misura del 22 per cento della raccolta al netto delle somme che, in base al regolamento di gioco, sono restituite in vincite al giocatore.

Inoltre, dobbiamo ricordare che:

  • la base imponibile per i concorsi pronostici รจ costituita dallโ€™ammontare della somma corrisposta dal concorrente per il gioco al netto di diritti fissi e compensi ai ricevitori
  • mentre per le scommesse รจ costituita dallโ€™ammontare della somma giocata per ciascuna scommessa.

Chi รจ tenuto a pagare l’imposta sulle scommesse?

Di recente la giurisprudenza si รจ interrogata circa i soggetti tenuti al pagamento dell’imposta sulle scommesse. A tal proposito ricordiamo cosa dice la normativa sul punto.

Ai sensi dell’art. 3 del DLgs. 504/98, sono soggetti passivi dell’imposta coloro i quali gestiscono, anche in concessione, i concorsi pronostici e le scommesse.

In particolare, l’art. 1 co. 66 lett. b) della L. 220/2010 stabilisce che: deve considerarsi soggetto passivo d’imposta chiunque, ancorchรฉ in assenza di concessione, con qualunque mezzo, anche telematico, per conto proprio o di terzi, anche ubicati all’ estero, gestisce con corsi pronostici o scommesse di qualsiasi genere.

Mentre, se si esercita l’attivitร  per conto di terzi, sia il soggetto in questione che quello che svolge materialmente l’attivitร  sono obbligati in solido al pagamento dell’imposta, nonchรฉ delle relative sanzioni.

La Corte costituzionale sul bookmaker

Come affermato poc’anzi, la disciplina dell’imposta sulle scommesse รจ stata di recente oggetto di intervento della giurisprudenza. Ricordiamo sul punto la giurisprudenza della Corte Costituzionale, volta a delineare la disciplina dell’imposta in questione e in specie nell’individuare la categoria dei soggetti passivi.

Infatti, ci si รจ chiesto se รจ soggetto passivo anche il titolare della ricevitoria, operante per conto di bookmakers esteri privi di concessione. Infatti, in questo caso, il soggetto non partecipa direttamente al rischio connaturato al contratto di scommessa. Tuttavia, egli svolge comunque attivitร  gestoria, che costituisce il presupposto impositivo, assicurando:

  • la disponibilitร  di locali idonei
  • la ricezione della proposta,
  • occupandosi della trasmissione allโ€™allibratore dellโ€™accettazione della scommessa,
  • dellโ€™incasso
  • del trasferimento delle somme giocate, nonchรฉ,
  • le procedure e istruzioni fornite dallo stesso,
  • del pagamento delle vincite;

Inoltre, l’imposta si applica anche a tutti gli operatori che gestiscono scommesse raccolte nel territorio italiano, a prescindere dal luogo in cui sono stabiliti.

La Corte Costituzionale ha evidenziato che รจ da escludersi ogni forma di discriminazione tra i bookmakers nazionali ed esteri. Quindi non deve esser compromessa la libertร  di esercizio della presente attivitร . Quindi anche il centro di trasmissione che invia i dati di gioco per conto dell’allibratore privo di concessione, purchรฉ abbia sete in uno Stato membro, รจ un intermediario al pari degli operatori nazionali di scommesse.

Ai sensi dell’art. 1 co. 66 lett. b) L. n. 220 del 2010, anche questi soggetti sono passivi di imposta. In caso contrario, essi godrebbero altrimenti di unโ€™irragionevole esenzione per il solo fatto di porsi al di fuori del sistema concessorio.

La disciplina in questione, invero, ha come principale obiettivo quello di prevenire infiltrazioni criminali nel settore del gioco.

Conclusioni della Corte Costituzionali

La Corte Costituzionale ha concluso nel senso di dichiarare l’illegittimitร  costituzionale dell’art. 3 del Dl gs. 504/98 e dell’ art. 1 co. 66 lett. b) della L. 220/2010.

In particolare, si obiettava sulla legittimitร  della parte della norma che prevedeva che nella annualitร  d’imposta precedenti al 2011, siano assoggettate all’imposta unica le ricevitorie operanti per conto di soggetti privi di concessione.

In quel periodo non si puรฒ infatti procedere alla traslazione dell’imposta, perchรฉ l’entitร  delle commissioni giร  pattuite fra ricevitorie e bookmaker si era giร  cristallizzata sulla base del quadro precedente alla L. 220/2010 (Corte Cost. 23.1.2018, n. 27).

La Corte di Giustizia sui Bookmaker stranieri

La Corte di Giustizia si era giร  espressa sul tema che abbiamo analizzato nel paragrafo precedente. Infatti, essa si รจ pronunciata sul tema dellโ€™imposta unica a carico di agenzie di scommesse e di bookmaker che operano in Italia senza concessione.

Sul punto, aveva ribadito che l’art. 56 Del TFUE deve essere interpretato nel senso che esso non osta ad una normativa di uno Stato membro che assoggetti ad imposta sulle scommesse i centri trasmissione dati stabiliti in uno Stato membro. Questo potrebbe esser chiamato a rispondere in solido e in via eventuale con gli operatori di scommesse, loro mandanti, stabiliti in un altro stato membro, indipendentemente dallโ€™ubicazione della sede di tali operatori e dallโ€™assenza di concessione per lโ€™organizzazione delle scommesse.

Lascia una Risposta