Il Governo ha approvato un emendamento al decreto fiscale che introduce un ravvedimento speciale per chi aderisce per la prima volta al concordato preventivo. Si potrà regolarizzare le annualità dal 2019 al 2023 con un’aliquota agevolata dal 10% al 15%.
Il governo, dopo il fallimento dell’ultimo tentativo ha provato a rilanciare il concordato preventivo. Mediante un emendamento al Decreto fiscale arriva infatti il nuovo ravvedimento speciale legato al concordato preventivo biennale 2025-2026. La proposta è stata presentata dal presidente Marco Osnato (Fdi).
L’obiettivo del governo è cercare di stimolare l’adesione al concordato preventivo dal quale si cerca di ricavare le risorse necessarie per realizzare un nuovo taglio dell’Irpef. Il primo tentativo non ha dato i risultati sperati in quanto su circa 4 milioni di potenziali beneficiari, hanno aderito meno di 600mila e solo 190mila tra coloro con punteggi ISA più bassi. Con questa nuova proposta si spera di coinvolgere una fetta più ampia di contribuenti favorendoli a regolarizzare la propria posizione fiscale.
Nuova sanatoria partite IVA
La una nuova sanatoria replica quella già sperimentata lo scorso anno. I lavoratori autonomi ed i professionisti potranno regolarizzare le annualità dal 2019 al 2023. Chi aderirà al concordato fiscale per la prima volta nel biennio 2025-2026, avrà la possibilità di regolarizzare le annualità comprese tra il 2019 e il 2023. Chi ha già aderito l’anno scorso, potrà sanare il 2023.
Accettando il concordato, si potrà saldare i propri debiti con l’Agenzia delle Entrate riferiti al periodo 2019-2023, a condizioni agevolate. Pertanto gli autonomi che non avevano dichiarato tutte le loro entrate potranno mettersi in regola con un ampio sconto.
Gli importi da pagare in via agevolata cambiano a seconda delle pagelle fiscali di ciascun contribuente, i cosiddetti ISA. L’emendamento prevede che la base imponibile Irpef è costituita dalla differenza tra il reddito d’impresa o di lavoro autonomo già dichiarato in ciascuna annualità  e il valore effettivo incrementato del 5% per chi ha un punteggio di affidabilità pari a 10; del 10% per chi va da 8 a 10; 20% da 6 a 8; 30% da 4 a 6; 40% da 3 a 4; infine 50% per chi è sotto il 3. Chi ha un voto pari o superiore a 8 dovrà versare il 10% del reddito non dichiarato. Chi ha tra il 6 e l’8 salirà al 12% e chi non arriva al 6 dovrà pagare il 15%. L’aliquota IRAP è uguale per tutti e pari al 3,9%. Per il 2020 e il 2021, è previsto un ulteriore sconto del 30%. In ogni caso il valore complessivo dell’imposta da pagare non può essere inferiore a 1.000 euro.
Pagamenti
Il versamento può essere effettuato in un’unica soluzione tra il primo gennaio e il 15 marzo 2026, oppure in un massimo di 10 rate mensili maggiorate di interessi.