Negli ultimi tempi l’attività di verifica dell’Agenzia delle Entrate si è notevolmente implementata, potendo far leva anche su strumenti digitali avanzati per effettuare controlli sui conti correnti dei contribuenti. I controlli dell’Agenzia delle Entrate sul conto corrente rappresentano ad oggi uno dei principali strumenti per individuare situazioni sospette o anomale.
Come ha chiarito l’ordinanza n. 16850/2024 della Corte di Cassazione, l’Agenzia delle Entrate può consultare le informazioni dei conti correnti dei contribuenti e in caso di sospetta evasione fiscale, queste verifiche sono volte ad accertare la veridicità e correttezza dei dati riportati in sede di dichiarazione dei redditi, ed eventualmente il contribuente può essere chiamato a fornire spiegazioni. Come ha chiarito la Cassazione, in caso di accertamenti bancari, il Fisco ha la possibilità di effettuare dei controlli anche sui conti correnti dei conviventi, familiari e soci.
Controlli Agenzia Entrate familiari e conviventi
Il fisco ha la piena facoltà di consultare ogni dato che riguarda i contribuenti, comprese le informazioni bancarie. In caso di anomalie riscontrate nella dichiarazione dei redditi, l’Agenzia delle Entrate può chiedere chiarimenti, come chiarito dall’ordinanza 16850/2024 della Cassazione.
I poteri dell’Amministrazione finanziaria sono rinvenibili nell’art. 32, comma 1, n. 2 del D.P.R. 600/1973, recante disposizioni comuni in materia di accertamento delle imposte sui redditi. La legge prevede che le movimentazioni bancarie si presumono collegate a operazioni imponibili se il contribuente non è in grado di dimostrare che movimentazioni non hanno rilevanza fiscale o che ne ha già tenuto conto in dichiarazione dei redditi. E’ il contribuente a dover dimostrare in maniera documentale che quanto oggetto di accertamento da parte del Fisco, è pienamente rispettoso delle norme fiscali e non rappresenta un’evasione fiscale.
Con l’Anagrafe dei rapporti finanziari, i controlli del Fisco si sono velocizzati mediante il database che contiene tutte le informazioni possibili relative a conti correnti, ma anche agli investimenti, ai depositi, alle carte prepagate e a molto altro. Pertanto, grazie ai controlli incrociati, l’Agenzia delle entrate riesce a individuare prima eventuali trasgressori.
L’accesso al conto corrente del contribuente è legato ad un accertamento bancario e il Fisco può inoltre estendere i controlli ai conti di persone collegate al contribuente, come soci, conviventi e familiari. Come ha spiegato l’ordinanza della Cassazione n. 13761/2025, ciò può avvenire soltanto se ci sono sospetti di un’intestazione fittizia del conto.
Il Fisco può pertanto estendere i controlli al coniuge, al convivente o ad altri familiari nel caso abbia bisogno di accertamenti più approfonditi.