Il Decreto Lavoro introduce un nuovo taglio del cuneo fiscale che porterà ad aumenti da 45 € ai 100 € al mese in busta paga a favore dei lavoratori dipendenti con retribuzione annua lorda dai 10.000 € ai 35.000 € annui. Attenzione però alla durata del beneficio. Ad oggi è previsto solo per sei mesi: da luglio 2023 a dicembre 2023. Scopriamo nel dettaglio come funziona l’aumento degli stipendi, a chi spetta e la durata del beneficio.
Decreto Lavoro e taglio del cuneo fiscale, ecco i beneficiari e i requisiti
Il Decreto del Lavoro del 1° maggio 2023 conferma l’ulteriore taglio del cuneo fiscale che consentirà ad alcuni lavoratori dipendenti di godere di un aumento in busta paga per il secondo semestre del 2023.
L’incremento dello stipendio spetta ai lavoratori in forza con contratto di lavoro subordinato, ovvero ai dipendenti e assimilati. Sono compresi gli apprendisti e i lavoratori agricoli presso qualsiasi datore di lavoro pubblico e privato. Sono, invece, esclusi i lavoratori domestici. Inoltre, i lavoratori dipendenti devono avere un reddito annuo lordo non superiore a 35.000 € per accedere all’agevolazione.
Con il via libera del Decreto Lavoro 2023, il ministro Giorgetti spiega «circa 4 miliardi di euro vengono destinati, nel periodo compreso tra il 1° luglio e il 31 dicembre 2023, senza ulteriori effetti sulla tredicesima, all’incremento di 4 punti percentuali del taglio del cuneo fiscale per i dipendenti rispetto a quanto già previsto in legge di bilancio».
Nello specifico, l’aumento della riduzione del cuneo fiscale seguirà le seguenti due fasce di intervento:
- incremento dagli attuali tre a sette punti per i redditi fino a 25.000 € annui;
- incremento dagli attuali due punti a sei punti per i redditi fino a 35.000 € annui;
La verifica del requisito è a carico del datore di lavoro e deve essere effettuata ogni mese. Inoltre, non sono previsti effetti sulla tredicesima.
Aumenti in busta paga, gli importi e le simulazioni
Il governo stima un aumento in busta paga, tra luglio e dicembre, di 100 € medi mensili. Lo stesso il ministro dell’Economia afferma che il taglio del cuneo fiscale produrrà «un aumento nella busta paga dei dipendenti che viene stimato, nel periodo luglio-dicembre, fino a 100 euro mensili di media».
Non si conoscono ancora con certezza i reali aumenti nei cedolini; tuttavia, è possibile effettuare delle simulazioni che ci possano aiutare a comprendere il range di cifre di cui stiamo parlando.
Da un’elaborazione effettuata da IlSole24Ore è possibile ipotizzare i seguenti aumenti:
- 96 € al mese per i lavoratori con una RAL non superiore a 25.000 €;
- 99 € al mese per i lavoratori con una RAL non superiore a 35.000 €.
Diventa necessario prestare attenzione e capire da dove arriva l’incremento globale degli stipendi, che rappresenta l’unione dei due tagli previsti sulle tasse sul lavoro. Difatti, questi importi sono già comprensivi del primo aumento derivante dal taglio del cuneo fiscale introdotto dall’esecutivo Draghi e poi prorogato a tutto il 2023 dalla manovra di bilancio del governo Meloni. I lavoratori dipendenti che hanno già percepito l’aumento di circa 40 € grazie alla prima misura approvata lo scorso dicembre, a questo giro vedranno incrementare la propria busta paga di ulteriori 50 € circa.
Possiamo contare anche sulla rielaborazione effettuata da La Stampa in merito ai redditi più bassi. In prima battuta, l’aumento parte da coloro che percepiscono una retribuzione lorda di 10.000 € annua che vedranno in busta paga circa 25 € in più al mese. I lavoratori che guadagnano dai 12.500 € ai 17.500 € avranno in più indicativamente dai 32 € ai 38 € al mese. Per la fascia con una retribuzione annua lorda dai 20.000 € ai 22.000 € i lavoratori beneficeranno di circa 45 € mese.
In merito all’effetto del taglio del cuneo fiscale per i dipendenti pubblici, ci ha pensato Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Commercialisti, che stima un incremento in busta paga dai 48 € ai 65 € al mese.
Decreto Lavoro, quanto durano gli aumenti in busta paga
Gli aumenti in busta paga, introdotti dal governo Meloni per i redditi più bassi fino a 35.000 € annui, sono in vigore solo per 6 mesi per il periodo dal 1° luglio 2023 al 31 dicembre 2023. Inizialmente sembrava che dovessero durare cinque mesi, da luglio 2023 a novembre 2023. Si è poi deciso di estendere la misura fino a fine anno, senza effetti sulla tredicesima. Ad oggi ci troviamo di fronte a incrementi temporanei in busta paga, che si attiveranno a partire da luglio e saranno visibili, nella maggior parte dei casi, con l’accredito dello stipendio ad agosto.
Il Ministro Giancarlo Giorgetti specifica che si tratta di uno «sgravio contributivo, tutto a beneficio dei lavoratori» e rappresenta «un aiuto reale contro il carovita. Investiamo sui lavoratori e le famiglie», nonostante non siano mancate forti perplessità da parte dell’opposizione e del sindacato.
La domanda che arriva da più parti è la seguente: cosa succederà nel 2024? In caso di mancata proroga, a partire da dicembre si tornerebbe alla situazione attuale, che potrebbe essere mitigata dalla sforbiciata di 2 o 3 punti, a seconda della retribuzione, del cuneo fiscale.
Tuttavia, il governo ha espresso la volontà di rifinanziare l’intervento e renderlo strutturale. Rimane aperta la questione su dove trovare le risorse per finanziare la replica di una simile agevolazione, che costerebbe tra i 12 e i 13 miliardi. Scopriremo cosa accadrà di questa misura con la Legge di Bilancio per il 2024.