Come funziona la disciplina delle società di comodo? Novità 2025

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Una società di comodo è un'entità che, pur avendo la forma di una società commerciale, non svolge un'effettiva attività. Detiene beni come immobili, partecipazioni o altri asset, utilizzati principalmente per il godimento personale dei soci o per finalità diverse dall'attività produttiva. Queste società sono spesso costituite al fine di ottenere vantaggi fiscali o per gestire patrimoni senza una reale operatività commerciale.

Le società di comodo sono quelle società che il legislatore presume non siano operative e risultino costituite solo a scopi elusivi. Ad esse viene obbligatoriamente attribuito, ai fini fiscali, un reddito minimo. Questa disciplina, introdotta dall'art. 30 della Legge n. 724/94, è finalizzata al contrasto dell'utilizzo della forma societaria per l'intestazione di beni (in primis beni immobili) che, in realtà, permangono nella disponibilità dei soci o dei familiari.
La norma, prevede come disincentivo alla costituzione di società non produttive, ma volta alla detenzione di beni personali dei soci alcune limitazioni fiscali. Si tratta, principalmente, dell'imputazione di un reddito minimo determinato sulla base dei valori fiscalmente riconosciuti di determinati beni ed anche una limitazione all'utilizzo dei crediti IVA eventualmente risultanti dalla dichiarazione.
Società di comodo: funzionamento
I soggetti (che vedremo nel paragrafo successivo) interessati alla disciplina sulle società di comodo sono chiamati ad effettuare un test, in dichiarazione dei redditi, al fine di verificare la propria situazione in relazione alla redditività ottenuta rispetto a dei parametri definiti per legge. In particolare, possiamo dire che la disciplina in commento si può articolare in due distinte fasi:

In primo luogo, occorre verificare la c.d. operatività, attraverso il c.d. "test di operatività". Si tratta di confrontare i ricavi e i proventi effettivamente conseguiti con l'ammontare dei ricavi o proventi presunti, determinati in base ai valori di taluni beni patrimoniali. I ricavi minimi presunti sono quelli determinati secondo le percentuali previsti dall'art. 30, co, 1 della Legge n. 724/94 applicati al costo fiscalmente riconosciuto di partecipazioni e crediti finanziari, immobili ed altre immobilizzazioni. I ricavi effettivi sono i ricavi, dagli incrementi di rimanenze e dagli altri proventi di natura non straordinaria risultanti dal Conto economico. Per entrambe le tipologie di ricavi l'ammontare è assunto non in base alle risultanze dell'esercizio, ma in base alla media del triennio;
In secondo luogo, occorre analizzare il risultato del confronto. Infatti, se l’ammontare dei ricavi effettivi è inferiore a quello dei ricavi presunti, si determina un reddito minimo presunto, anch’esso legato ai valori dei beni. Questo, in quanto la società si considera come "non operativa".

Le due fasi della procedura avvengono all'interno del quadro RS del modello Redditi, dove vi è la presenza del prospetto legato all'effettuazione di questi calcoli. Come vedremo meglio di seguito, l'applicazione della disciplina sulle società definite di comodo, presenta delle conseguenze rilevanti per l'impresa. Per questo motivo è opportuno conoscere l'applicazione di questa disciplina e le modalità operative per la sua esclusione o, a seconda dei casi, disapplicazione.
Chi sono i soggetti interessati dalla disciplina sulle...

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Federico Migliorini
Federico Migliorinihttps://fiscomania.com/federico-migliorini/
Dottore Commercialista, Tax Advisor, Revisore Legale. Aiuto imprenditori e professionisti nella pianificazione fiscale. La Fiscalità internazionale le convenzioni internazionali e l'internazionalizzazione di impresa sono la mia quotidianità. Continuo a studiare perché nella vita non si finisce mai di imparare. Se hai un dubbio o una questione da risolvere, contattami, troverò le risposte. Richiedi una consulenza personalizzata con me.
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