Nel mese di ottobre molti lavoratori tornano a svolgere la propria mansione in presenza, dopo diversi mesi di applicazione dello smart working per rispondere alle esigenze dettate dall’emergenza sanitaria. Lavorare in smart working per molti ha comportato una riorganizzazione del lavoro, ma in molti casi è stata una valida soluzione alternativa al lavoro in presenza.
Tuttavia arriva una nuova proroga dello smart working per i lavoratori fragili, secondo le indicazioni del governo. Le attività rivolte al pubblico, in particolare per la pubblica amministrazione, torneranno in presenza dal 15 ottobre, tuttavia per i lavoratori fragili sarà possibile lavorare in smart working ancora almeno fino alla fine di dicembre 2021.
Si tratta di una misura che garantisce a tutti i lavoratori considerati più a rischio per il contagio da Covid-19 di poter ancora lavorare da casa fino al termine dell’emergenza sanitaria, previsto per la fine dell’anno 2021.
Secondo le indicazioni, i lavoratori fragili, sia dipendenti pubblici che privati, possono svolgere le proprie mansioni da remoto, e nel caso in cui questo non sia possibile, un’eventuale assenza da lavoro viene comparata con un ricovero ospedaliero. Vediamo nell’articolo come funziona nel dettaglio la proroga allo smart working per i lavoratori considerati fragili.
Smart working prorogato: quando
Lo smart working è stata una soluzione valida e applicata sia nel pubblico che nel privato per garantire una continuità del lavoro pur rinunciando a recarsi sul posto di lavoro in presenza. Moltissimi cittadini italiani si sono quindi organizzati per svolgere un’attività da remoto, al computer, da casa.
Lo smart working tuttavia in molti casi è risultato essere una scelta ottimale anche dal punto di vista organizzativo e di semplificazione del lavoro. Per questo motivo moltissime aziende ipotizzano di mantenere comunque alcuni dei propri dipendenti in smart working, anche a seguito del termine dell’emergenza sanitaria.
Da un lato per esigenze di risparmio, dall’altro perché l’emergenza non si è ancora conclusa, sia nel pubblico che nel privato si sceglie di adottare lo smart working quando necessario. Tuttavia la nuova proroga riguarda nel dettaglio i lavoratori considerati più fragili, ovvero quelli più a rischio per la salute.
Secondo la proroga i lavoratori considerati fragili potranno continuare a lavorare da remoto, sia nel pubblico che nel privato, almeno fino alla fine dell’anno. L’emergenza sanitaria dovrebbe rientrare successivamente al termine del 2021, ma ancora non ci sono conferme in merito.
Chi sono i lavoratori fragili?
I lavoratori fragili sono quei dipendenti, nel pubblico come nel privato, che risultano essere particolarmente a rischio nel caso di contagio da Covid-19. Si tratta in primo luogo dei soggetti in età avanzata, almeno 55 anni, che si trovano più a rischio nel tornare a svolgere un’attività in presenza.
Ma non si tratta solo di lavoratori considerati fragili a causa dell’età anagrafica, ma anche di tutti quei lavoratori dipendenti che hanno particolari patologie, per cui risultano in ogni caso più a rischio nell’eventualità di contrarre il virus.
Si tratta di soggetti che hanno patologie preesistenti, o congenite, che aumentano la vulnerabilità in caso di contagio dal virus, e vi rientrano i soggetti oncologici, immunodepressi, con gravi disabilità o che stanno seguendo particolari terapie. Già nel 2020 i lavoratori fragili sono stati tutelati tramite applicazione del lavoro in smart working dal Decreto Agosto, con precisione dall’articolo 26 del DL 104/2020:
L’applicazione dello smart working nei mesi più critici di diffusione della pandemia ha tutelato la salute di molti lavoratori considerati fragili, e al momento viene confermata la proroga ulteriore fino al termine di dicembre 2021.
Come funziona la proroga per i lavoratori fragili?
Per poter continuare a lavorare in smart working, i soggetti interessati dovranno comunicare, sia che si tratti di lavoro in azienda privata che nel pubblico impiego, l’appartenenza alla categoria di lavoratore fragile. Per questo è indispensabile la comunicazione specifica del medico curante, che provvede ad accertare la situazione del soggetto.
Le aziende e le pubbliche amministrazioni devono così garantire l’accesso allo smart working per tutti i lavoratori considerati fragili, che potrebbero ancora essere a rischio per la salute nel tornare a lavorare in presenza. Nel caso in cui non è possibile svolgere il lavoro da remoto, l’assenza verrà equiparata ad un ricovero ospedaliero.
Nel frattempo, entro il 15 ottobre, moltissimi lavoratori torneranno operativi, in particolar modo si tornerà in presenza nel pubblico impiego. Lo smart working tuttavia non scomparirà, nel pubblico impiego per esempio il lavoro da remoto verrà integrato nei contratti di lavoro, e si darà priorità alle categorie di lavoratori considerati fragili, o a quelle che hanno la particolare necessità di assistere a casa un parente con particolari deficit.
La proroga per i lavoratori fragili quindi è solo una parte di ciò che sarà lo smart working dopo la ripresa del lavoro in presenza. Per l’amministrazione pubblica, e anche per molte aziende private, l’arrivo della pandemia ha messo in luce l’utilità del lavoro da remoto in diverse circostanze.
Contratto smart working per il pubblico impiego
Nelle amministrazioni pubbliche la novità che verrà introdotta sui contratti riguarda proprio l’applicazione dello smart working. A livello contrattuale infatti verrà prevista, con le modalità specifiche per ogni amministrazione, l’applicazione del lavoro da remoto nelle sue specifiche.
Ogni contratto quindi renderà noto ai dipendenti come funzionerà lo smart working, per quante ore alla settimana verrà svolto e quali saranno i soggetti più idonei, in cui verranno inclusi i lavoratori fragili. L’applicazione dello smart working per le pubbliche amministrazioni è un tassello aggiuntivo per quella che è la digitalizzazione dei sistemi prevista dal governo.
Questo perché moltissime mansioni che vengono svolte da casa riguardano da vicino la gestione informatica dei sistemi, le procedure telematiche e la raccolta dei dati. A questo proposito in molte città italiane le pubbliche amministrazioni stanno offrendo nuovi bandi di concorso per nuovi posti di lavoro, che vanno proprio nella direzione di una maggiore informatizzazione dei sistemi.
Per lo smart working quindi ci sarà ancora futuro, anche a seguito del termine dell’emergenza sanitaria. Per i lavoratori fragili indubbiamente si tratta di una possibilità interessante sia per i mesi che rimangono del 2021 sia per il prossimo anno.
Complimenti per l’articolo, finalmente un po’di chiarezza. Sono un soggetto fragile, ho avuto un problema oncologico e lavoro in Smart working dall’inizio della pandemia.
Rispetto all’articolo ho un solo dubbio: è il medico curante oppure il medico legale dell’ente che deve stabilire la mia fragilità e quindi continuare in Smart? Grazie