Il sisma bonus è una delle possibili agevolazioni fiscali che i cittadini possono richiedere a seguito di un intervento edile volto al miglioramento di una struttura, sul piano del rischio sismico. Insieme ad alti bonus, come il superbonus 110% e al bonus facciate, è una delle agevolazioni che prevede la riduzione di fatto della spesa sui lavori, in termini fiscali. Come accade per altri bonus, possono accedere a questa agevolazione i proprietari di immobili, o chi detiene un diritto sugli stessi. In particolare nel momento in cui intendono migliorare la condizione generale dell’immobile di fronte al rischio sismico.

Il sisma bonus è una detrazione che prevede generalmente 5 rate annuali a beneficio del soggetto che può accedervi, ma non solo. Si può ricevere questo bonus anche tramite sconto in fattura o procedendo con la cessione del credito.

Una particolarità che andiamo ad analizzare riguarda la possibilità di ricevere il sisma bonus anche nel momento in cui un edificio viene demolito e ricostruito, in base anche alla conferma dell’Agenzia delle Entrate con la Risposta ad Interpello 478/2021.


Sismabonus: di cosa si tratta?

Il sisma bonus è una detrazione fiscale resa disponibile per chi esegue lavori su un immobile per migliorare la classe di rischio sismico. Questo bonus è stato introdotto come incentivo per svolgere determinate tipologie di lavori, che aumentano la sicurezza generale degli immobili, specialmente nei casi in cui vengono costruiti in una zona ad alto rischio sismico.

Per questo motivo i lavori devono riguardare la struttura stessa degli edifici, e le detrazioni fiscali applicate prendono in considerazione anche il momento in cui i lavori vengono svolti:

  • Detrazione fiscale del 36% sulle spese per i lavori: in questo caso non è presente una tempistica precisa, non c’è scadenza temporale;
  • Detrazione fiscale al 50% sulle spese per i lavori: si tratta di una detrazione applicabile solo se le spese per i lavori vengono svolte entro la fine del 2021;
  • Detrazione fiscale al 110% sulle spese per i lavori: nei termini previsti dal superbonus 110%. Bisogna ricordare che in questo caso il limite massimo di spesa previsto è di 96.000 euro, su cui viene applicata la detrazione fiscale.

Il sisma bonus è una particolare agevolazione utile in tutte le circostanze in cui un edificio necessita di miglioramenti strutturali a fronte di un rischio sismico consistente.

Sismabonus: chi può accedervi?

Secondo le normative, esposte anche dall’Agenzia delle Entrate alla pagina ufficiale di riferimento, possono accedere alle agevolazioni fiscali i soggetti IRPEF o IRES, e questo particolare bonus è esteso non solo a chi svolge un lavoro di miglioramento del rischio sismico dell’immobile ad uso abitativo, ma anche per chi applica un lavoro di questo tipo per attività di impresa:

“Dal 2017 gli interventi possono essere realizzati su tutti gli immobili di tipo abitativo e su quelli utilizzati per le attività produttive, situati sia nelle zone sismiche ad alta pericolosità (zone 1 e 2) sia nelle zone sismiche a minor rischio (zona sismica 3), individuate dall’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3274 del 20 marzo 2003.”

Tra i soggetti che possono richiedere l’accesso al sisma bonus, vi sono tutti i titolari di diritto sull’immobile interessato, che possono essere:

  • Proprietari o comproprietari;
  • Titolare di un diritto sull’immobile;
  • Comodatario e locatario;
  • Soci di cooperativa che hanno diritto sull’immobile;
  • Imprenditori che hanno diritto sull’immobile;
  • Società che hanno un diritto sull’immobile.

Hanno anche la possibilità di accesso al sisma bonus i soggetti, familiari di quelli sopra citati, che sostengono le spese per i lavori di miglioramento della struttura dell’immobile, al fine di ridurne il rischio sismico.

Come funziona la detrazione fiscale?

Come per altri bonus messi a disposizione per lavori di tipo edile, anche per il sisma bonus è previsto che la detrazione fiscale venga suddivisa in rate annuali dello stesso importo, per almeno 5 anni. In alternativa, presentando tutta la documentazione relativa ai lavori svolti o al pagamento degli stessi, è possibile procedere in due modalità:

  • Sconto in fattura: in questo caso il soggetto può ricevere l’agevolazione sotto forma di sconto direttamente durante il pagamento dei lavori, alle società che li svolgono;
  • Cessione del credito: un’alternativa è quella di avere a disposizione il credito da cedere a terzi.

Va ricordato che per poter ricevere il sisma bonus, in qualsiasi forma, è necessario tenere tutta la documentazione che attesta sia lo svolgimento dei lavori che i soggetti interessati, ed è indispensabile provvedere al pagamento dei lavori tramite sistemi di tipo tracciabile.

Questa modalità è obbligatoria per moltissimi dei bonus sui lavori edili presenti al momento, e in linea generale si segue l’obiettivo di una maggiore trasparenza fiscale, che esclude la possibilità di pagamento in contanti per lavori di questa portata e tipologia.

Sismabonus con demolizione e ricostruzione

Una particolare questione riguarda la possibilità di ricevere l’agevolazione prevista con il sisma bonus anche nel momento in cui gli immobili vengono demoliti e poi ricostruiti. Secondo le recenti comunicazioni dell’Agenzia delle Entrate, è possibile che venga applicato il sisma bonus anche in presenza di un immobile che viene demolito per poi essere ricostruito successivamente, anche in zona diversa.

Nel caso in cui si scelga di acquistare un edificio costruito successivamente alla demolizione di quello precedente, è possibile accedere in ogni caso al sisma bonus, anche se la nuova struttura è costruita in un’altra zona, e se le dimensioni stesse dell’immobile variano, purché vengano rispettati i requisiti per poter ricevere l’agevolazione fiscale, e purché l’immobile segua le disposizioni in materia di sicurezza con miglioramenti per il rischio sismico.

Secondo la Risposta ad Interpello n. 478 dell’Agenzia delle Entrate, in ogni caso ogni comune è responsabile di regolamentare i parametri di rischio sismico degli immobili, e per poter accedere al bonus i lavori che vengono svolti devono documentare un sostanziale miglioramento dell’abitazione. 

L’Agenzia delle Entrate aggiunge:

“Il Superbonus si applica anche alle spese sostenute dagli acquirenti delle cd. case antisismiche, vale a dire delle unità immobiliari facenti parte di edifici ubicati in zone classificate a rischio sismico 1, 2 e 3 (…) oggetto di interventi antisismici effettuati mediante demolizione e ricostruzione dell’immobile da parte di imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare che, entro 18 mesi dal termine dei lavori, provvedano alla successiva rivendita.”

In questo caso quindi viene spiegato che esiste una tempistica per poter mantenere il sisma bonus, nel caso di immobile rivenduto, cioè non superare i 18 mesi prima della rivendita. In definitiva, si può confermare che anche in caso di demolizione e nuova costruzione, è possibile avere accesso alle agevolazioni.

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