La NASPI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego), è un sussidio di disoccupazione che viene erogata dall’INPS ai lavoratori che hanno perso il lavoro involontariamente. Si tratta di soggetti che necessitano di un sostegno economico aggiuntivo provvisorio fino a quando saranno reintrodotti nel mondo lavorativo.
Questo sussidio viene erogato direttamente dall’INPS, direttamente sul conto corrente del richiedente. Tuttavia molti si chiedono cosa accade all’indennità percepita, nel momento in cui il soggetto trova nuovamente lavoro, o viene impiegato in lavori di tipo saltuario. Il dubbio riguarda la possibilità di continuare a percepire il sussidio anche mentre si è ripreso a svolgere attività lavorativa, in forma autonoma oppure di lavoro dipendente.
Rispondiamo in questo articolo ai dubbi, chiarendo il funzionamento dell’indennità di disoccupazione in concomitanza di un lavoro, tenendo presente prima di tutto che lavorare e ricevere NASPI in linea generale non è contemplato, ad eccezione di particolari casi. Per chi riceve l’indennità pur ricevendo reddito da lavoro dipendente, sono previste anche importanti sanzioni.
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L’indennità di disoccupazione per la perdita involontaria del lavoro
La normativa prevede che la NASPI venga erogata esclusivamente a chi ha perso il proprio lavoro in modo involontario. Quando si presenta la richiesta infatti bisogna dichiarare all’INPS che è avvenuta una perdita di lavoro, con normale contratto di tipo subordinato, che prescinde dalla volontà del soggetto. L’indennità non viene erogata automaticamente, una volta che il cittadino perde il lavoro, ma bisogna presentare una richiesta specifica per poter ricevere questo sussidio, e va richiesta nel più breve tempo possibile dall’evento. Come spiega l’INPS l’indennità viene erogata:
- Dall’ottavo giorno dopo la fine del lavoro, se la domanda di accesso è presentata entro i primi otto giorni, oppure dal giorno dopo a quando viene presentata la domanda;
- Dall’ottavo giorno dopo la fine del periodo di maternità, di infortunio, o malattia professionale, oppure dal giorno dopo a quando viene presentata la domanda;
- Dal trentottesimo giorno dopo il licenziamento per giusta causa, oppure dopo la presentazione della domanda.
Questo vuol dire che se nel periodo che intercorre tra la fine del lavoro e la ricezione della NASPI il soggetto trova una nuova occupazione, questa andrà a sospendere automaticamente la ricezione dell’indennità di disoccupazione. Presentare la domanda per la l’indennità di disoccupazione inoltre vuol dire comunicare la disponibilità ad un nuovo lavoro, che segue lo svolgimento anche di attività e progetti mirati all’inserimento.
Percepire la NASPI con il nuovo lavoro: è possibile?
L’indennità di disoccupazione, in linea generale non è compatibile con il lavoro. Questo vuol dire che non è consentito continuare a ricevere l’indennità di disoccupazione nel momento in cui si cominci un nuovo lavoro. Svolgere un’attività in nero o contrattualizzata mentre si riceve la NASPI è considerato un illecito sanzionabile.
Quando si inizia una nuova attività lavorativa, mentre si sta percependo l’indennità di disoccupazione (NASPI), è necessario effettuare le seguenti valutazioni:
Inizio di una nuova attività di lavoro dipendente
In questo caso è necessario valutare se:
- Il contratto è a tempo determinato: in questo caso, qualora lo stipendio percepito sia inferiore rispetto all’indennità percepita, potresti avere diritto a continuare a ricevere un importo parziale dell’indennità di disoccupazione. Per questo deve essere informata l’INPS, per le opportune valutazioni. L’indennità è compatibile con un rapporto di lavoro dipendente a tempo determinato inferiore a 6 mesi con reddito inferiore a euro 8.174,00 (Circolare numero 94 del 12-05-2015);
- Il contratto è a tempo indeterminato: in questo caso, deve essere informata l’INPS in modo che possa sospendere l’applicazione dell’indennità di disoccupazione, che è incompatibile con lo svolgimento di attività di lavoro dipendente a tempo indeterminato indipendentemente dall’importo del reddito;
Inizio di una nuova attività di lavoro autonomo
La NASPI è compatibile con lo svolgimento di attività professionale o imprenditoriale (anche occasionale) dal quale derivi un reddito inferiore a 4.800 euro annui (5.000 euro per il lavoro occasionale accessorio). In questo caso il lavoratore deve, entro un mese dell’inizio dell’attività o entro un mese dalla domanda di indennità se l’attività era preesistente, comunicare all’INPS il reddito annuo che prevede di percepire.
In questo caso l’importo dell’indennità è ridotta dell’80% del reddito previsto, rapportato al periodo di tempo intercorrente tra la data di inizio dell’attività e la data di fine dell’indennità o, se antecedente, la fine dell’anno. La riduzione è ricalcolata d’ufficio al momento della presentazione della dichiarazione dei redditi. In caso d’esenzione dall’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi, il beneficiario dell’indennità è tenuto a presentare all’INPS un’apposita autodichiarazione concernente il reddito ricavato dall’attività lavorativa, entro il 31 marzo dell’anno successivo. Se non presenta l’autodichiarazione, il beneficiario è tenuto a restituire l’indennità percepita dall’inizio dell’attività lavorativa.
NASPI anticipata e lavoro autonomo: come funziona
Anche nel caso di lavoro autonomo, è possibile in un certo senso percepire l’indennità di disoccupazione, a seguito della perdita involontaria del lavoro dipendente. In questo caso il soggetto può richiedere che la NASPI venga versata in un’unica soluzione. Si tratta di casi specifici:
- Se il soggetto avvia un’attività autonoma;
- Se il soggetto avvia un’attività di impresa;
- Se il soggetto sottoscrive una quota di capitale sociale di cooperativa con attività lavorativa;
- Se il soggetto svolge a tempo pieno l’attività autonoma che aveva già iniziato mentre lavorava come dipendente subordinato.
L’INPS poi specifica anche i termini per ricevere l’indennità I mentre si svolge attività autonoma:
“In caso di attività lavorativa autonoma, spetta la NASPI a condizione che il reddito annuo presunto non sia superiore a 4.800 euro. Se l’attività era preesistente, il reddito annuo presunto, anche se pari a “zero”, deve essere comunicato, per non perdere il diritto, entro 30 giorni dall’invio della domanda.” |
Infine, esiste una possibilità di ricevere l’indennità di disoccupazione nel momento in cui si svolge un lavoro part-time. In questo caso si parla di un soggetto che ha perso uno di due lavori svolti part-time, e ha diritto a beneficiare della NASPI per uno dei due. In questo caso è possibile ricevere l’indennità e continuare a svolgere il secondo lavoro part-time se il reddito presunto per l’attività dipendente rimasta non supera gli 8.145 euro annui.
Indennità di disoccupazione e lavoro all’estero
Molti dubbi sulla possibilità di ricevere questa forma di sostegno economico derivano anche dallo svolgimento di un lavoro all’estero. Al fine di poter presentare la domanda di accesso all’indennità, non sono incluse le situazioni in cui il lavoratore perde un lavoro subordinato svolto in un altro paese che non sia l’Italia.
In questo senso è importante che il soggetto che chiede la NASPI abbia perso un lavoro di tipo subordinato nei confini nazionali. Un altro dubbio riguarda il trasferimento all’estero successivo alla richiesta di indennità.
La normativa prevede che si possa continuare a ricevere l’indennità nel momento in cui ci si sposta all’estero per motivi contingenti specifici, come ad esempio periodi brevi dovuti a matrimoni, malattia o lutto. Se si intende spostarsi all’estero per espatriare, l’indennità di disoccupazione viene persa automaticamente.
Sanzioni per chi dichiara il falso
Esistono sanzioni importanti per chi dichiara di aver perso il lavoro e chiede l’accesso alla NASPI, ma al tempo stesso sta recependo un reddito da lavoro dipendente. In questo caso l’indennità è percepita in modo illecito, se non si rientra in una delle casistiche viste sopra.
Il rischio è quello di incorrere in importanti sanzioni pecuniarie. Ad essere sanzionato non è solo il soggetto interessato, ma anche il datore di lavoro per cui sta effettivamente lavorando pur percependo la NASPI. Questo in particolar modo nel momento in cui il soggetto svolge il lavoro in nero, ovvero senza un contratto stabilito tra le parti e senza il versamento delle dovute imposte. Il datore di lavoro rischia di essere sanzionato anche in misura maggiore rispetto al lavoratore.
Conclusioni
In Italia, la NASPI è un sussidio di disoccupazione che può essere ricevuto anche mentre si lavora. Questo, a condizione che il lavoro sia a tempo parziale e che lo stipendio sia inferiore all’indennità. Se si inizia un lavoro a tempo pieno, l’indennità viene sospesa. È fondamentale informare l’INPS (Istituto Nazionale Previdenza Sociale) di qualsiasi cambiamento nella situazione lavorativa per evitare possibili sanzioni.
Domande frequenti
Sì, è possibile lavorare mentre si riceve l’indennità di disoccupazione. Questo, a condizione che il lavoro sia a tempo parziale e che lo stipendio sia inferiore all’indennità percepita.
Se inizi un lavoro a tempo pieno, l’indennità sarà sospesa.
Se perdi il tuo lavoro entro 4 anni, potresti avere diritto a ricevere l’indennità di nuovo. Questo a condizione che tu abbia ancora dei giorni di sussidio rimasti quando hai iniziato a lavorare.
Sì, devi informare l’INPS del tuo nuovo lavoro. Se non informi l’INPS del tuo nuovo lavoro, potresti dover restituire l’indennità e potresti essere soggetto a sanzioni.
Sì, potresti ancora avere diritto a ricevere una parte del sussidio. Questo se il tuo lavoro è a tempo parziale e il tuo stipendio è inferiore all’indennità.
Nel caso il sussidio deve essere sospeso.
La durata dipende dai contributi versati. Può durare fino a un massimo di 2 anni per coloro che hanno 55 anni o più.
Se hai domande sulla tua situazione specifica, dovresti consultare un consulente del lavoro o direttamente l’INPS.